Ricerca

  • Fisico finanziato dall’UE vince il premio Nobel 2025

    Il premio Nobel per la fisica 2025 è stato assegnato a Michel H. Devoret, che ha partecipato alle azioni Marie Skłodowska-Curie (MSCA), parte del programma di ricerca e innovazione Orizzonte Europa.

    L’Accademia reale svedese delle scienze ha assegnato il prestigioso premio a Michel H. Devoret, insieme a John Clarke e John M. Martinis, per la scoperta dell’effetto tunnel quantistico macroscopico e della quantizzazione dell’energia in un circuito elettrico.

    Il professor Devoret è stato supervisore di Super MagneFiQuE, un progetto di borsa individuale Marie Skłodowska-Curie nel campo dell’elettronica quantistica superconduttiva. Con questo premio, Devoret si aggiunge ai venti borsisti, scienziati e supervisori finanziati da queste azioni che hanno ricevuto questo premio dal 2010.

  • COVID-19: la Commissione firma un contratto di aggiudicazione congiunta per vaccini

    La Commissione europea ha firmato, su richiesta di 14 paesi, un contratto quadro di aggiudicazione congiunta con l’azienda farmaceutica spagnola HIPRA. I paesi partecipanti potranno ordinare fino a 4 milioni di dosi del vaccino anti COVID-19 a base proteica Bimervax®, a seconda delle necessità e del contesto nazionale e senza un numero minimo di dosi da acquistare. Il contratto avrà una durata massima di due anni, e i vaccini saranno pronti per la consegna in tempo per l’attuale stagione vaccinale.

    Benché siano già disponibili vaccini a mRNA, questo contratto di appalto congiunto aumenta le opzioni a disposizione dei sistemi sanitari pubblici offrendo vaccini a base proteica.

    Un ulteriore vantaggio dell’accordo odierno con HIPRA è che la ricerca e sviluppo, la produzione, l’infialamento e il confezionamento avvengono tutti in Europa. Ciò rafforza l’autonomia strategica degli Stati membri accorciando la catena di approvvigionamento e riducendo la dipendenza dai paesi terzi per la produzione e l’esportazione.

  • La Commissione celebra progetti innovativi di giovani scienziati europei e internazionali

    Venerdì 19 settembre sono stati annunciati i vincitori del 36° concorso dell’Unione europea per giovani scienziati (EUCYS) a Riga, in Lettonia. Giovani scienziati provenienti da Canada, Repubblica Ceca, Polonia e Svezia hanno ricevuto i primi premi per i loro progetti, che affrontano sfide sociali come il monitoraggio ecologico negli oceani, l’avvio della replicazione del DNA e l’utilizzo dello spin quantico per elaborare e archiviare informazioni.

    La Commissione europea ha varato il concorso nel 1989. Dal 15 al 20 settembre la Lettonia ha ospitato l’evento per la prima volta, accogliendo 133 giovani scienziati tra i 14 e i 20 anni provenienti da 37 paesi dell’UE e non solo, come Stati Uniti, Canada, Cina e Corea del Sud.

    A partire dal 2026 il concorso dell’Unione europea per giovani scienziati aderirà alla più ampia iniziativa “Science Comes to Town”, che mette 6 milioni di euro a disposizione di un massimo di sei città dell’UE e dei paesi associati a Orizzonte Europa per organizzare programmi di un anno volti ad avvicinare la scienza ai cittadini.

  • Chinese nationals accused of smuggling ‘dangerous biological pathogen’ into US

    Two Chinese nationals have been accused of smuggling a fungus into the US that officials describe as a “dangerous biological pathogen”.

    Yunqing Jian, 33, and Zunyong Liu, 34, have been charged with conspiracy, smuggling goods, false statements, and visa fraud, the US Attorney’s Office for the Eastern District of Michigan announced on Tuesday.

    The complaint alleges Mr Liu tried to smuggle the fungus through Detroit airport so he could study it at a University of Michigan laboratory where his girlfriend, Ms Jian, worked.

    The fungus called Fusarium graminearum can cause a disease in wheat, barley, maize and rice that can wipe out crops and lead to vomiting and liver damage if it gets into food.

    The fungus is described in scientific literature as a “potential agroterrorism weapon”, according to the US Attorney’s Office, adding it is responsible for “billions of dollars in economic losses worldwide each year.”

    Officials further allege Ms Jian received funding from the Chinese government for her research on the pathogen in China. They also claim she is a member of the Chinese Communist Party.

    United States Attorney Jerome F Gorgon Jr described the allegations as of the “gravest national security concerns”.

    “These two aliens have been charged with smuggling a fungus that has been described as a ‘potential agroterrorism weapon’ into in the [sic] heartland of America, where they apparently intended to use a University of Michigan laboratory to further their scheme.”

    The investigation was a joint effort between the FBI and US Customs and Border Protection.

    Ms Jian is due to appear in court in Detroit, Michigan on Tuesday.

    The University of Michigan said in a statement to the BBC that it “has received no funding from the Chinese government in relation to research conducted by the accused individuals”.

    University officials are cooperating with law enforcement on the investigation and they “strongly condemn any actions that seek to cause harm, threaten national security or undermine the university’s critical public mission”, according to the statement.

    Spokesman for the Chinese embassy in Washington DC Liu Pengyu told the BBC that he is not familiar with this specific case, but emphasized that Beijing “has always required overseas Chinese citizens to abide by local laws and regulations and will also resolutely safeguard their legitimate rights and interests”.

    The charges come amid strained relations between the US and China, and just days after the Trump administration vowed to “aggressively” revoke the visas of Chinese nationals studying in the US.

    Beijing also said Washington “severely violated” a trade truce reached in Geneva last month, when both countries lowered tariffs on goods imported from each other.

    Earlier this week, a Chinese student at the University of Michigan was charged for illegally voting in the 2024 election.

  • La Commissione investe 1,25 miliardi di euro nei ricercatori e li invita a “Scegliere l’Europa per la scienza”

    L’Europa sta rafforzando la propria ambizione di consolidarsi come leader mondiale nel settore della ricerca. I nuovi inviti a presentare proposte nell’ambito delle azioni Marie Skłodowska-Curie (MSCA), che nel 2025 avranno un valore di oltre 1,25 miliardi di euro, sosterranno la ricerca d’avanguardia e si concentreranno sullo sviluppo di talenti nella ricerca, sulla promozione della collaborazione internazionale e sul collegamento tra scienza e società.

    La Commissione destinerà 597,8 milioni di euro alle carriere nella ricerca con le reti di dottorato MSCA (28 maggio-25 novembre), che contribuiranno all’assunzione e alla formazione di dottorandi nel mondo accademico e in altri settori. Altri 10 milioni di euro sosterranno i ricercatori ucraini sfollati mediante il programma MSCA4Ukraine. A giugno un altro invito a presentare proposte avvicinerà il mondo della scienza al pubblico attraverso l’iniziativa MSCA e cittadini. Tutto ciò integra tre inviti già aperti: MSCA COFUND (105,6 milioni di euro, termine il 24 giugno), gli scambi di personale MSCA (97,7 milioni di euro, termine l’8 ottobre) e le borse di studio post-dottorato MSCA (404,3 milioni di euro, termine il 10 settembre 2025), a sostegno dei talenti della ricerca in tutta Europa.

    Nel corso di quest’anno la Commissione avvierà il progetto pilota “Scegli l’Europa per la scienza” per rafforzare le carriere nella ricerca in Europa finanziando programmi post-dottorato che vadano oltre il lavoro a progetto. Con un bilancio di 22,5 milioni di euro nel 2025, l’obiettivo è creare percorsi professionali più stabili per i ricercatori a inizio della carriera, ridurre la precarietà e allineare i ruoli di ricerca alle strategie istituzionali a lungo termine. I programmi sono aperti ai ricercatori di tutto il mondo, il che rafforza l’ambizione dell’Europa di attrarre e trattenere i migliori talenti e di promuovere l’eccellenza nella ricerca.

  • Macron lancia l’opa sui cervelli in fuga da Trump

    Una “forte irritazione” trapela dal ministero dell’Università e della Ricerca per quanto riguarda la ‘Conferenza internazionale su Scienza e ricerca’, il cui primo titolo era “Choose Europe, Choose France”, organizzata dal presidente francese Emmanuel Macron. Al fianco della presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen, Macron ha annunciato lo stanziamento di cento milioni di euro per attrarre ricercatori stranieri Oltralpe, in primo luogo americani dopo i tagli annunciati dall’amministrazione Trump per la ricerca scientifica. Intervenendo alla conferenza internazionale, Macron ha detto che ”di fronte alle minacce” serve che ”l’Europa debba diventare un rifugio” per i ricercatori.

    La ministra Bernini: “Gli altri annunciano, l’Italia lo ha già fatto”. “Gli altri annunciano, l’Italia lo ha già fatto”, il commento della ministra Anna Maria Bernini, che era stata invitata alla conferenza, cui ha partecipato, però, l’ambasciatrice italiana a Parigi Emanuela D’Alessandro: “L’ambasciatrice – spiegano fonti diplomatiche – in coordinamento con il Ministero dell’Università e della Ricerca, guidato da Anna Maria Bernini, esprimerà la posizione dell’Italia, che considera la libertà della ricerca un principio irrinunciabile e fondamento imprescindibile di ogni avanzamento scientifico e culturale”.

    “Sul tema specifico della Conferenza – proseguono le fonti – verrà evidenziato che il nostro Paese è già attivamente impegnato nel favorire non solo il rientro dei talenti italiani, attualmente coinvolti in progetti di ricerca all’estero, ma anche nell’aumentare l’attrattività del Paese nei confronti di ricercatori stranieri. Oltre ai generosi incentivi fiscali in vigore da tempo per chi sceglie di tornare o trasferirsi in Italia e l’implementazione di un sistema di infrastrutture di ricerca all’avanguardia, è stato recentemente aperto un bando da 50 milioni di euro, destinato a ricercatori attualmente all’estero che hanno ottenuto uno Starting Grant o un Consolidator Grant dell’Erc”. Già lo scorso 15 aprile infatti, il Mur aveva annunciato e aperto questo bando, indirizzato ai ricercatori interessati a tornare, o a trasferirsi, nel nostro Paese.

    “Come richiesto dalla commissaria europea Zaharieva, l’Italia sta fornendo alla Commissione europea l’insieme delle misure nazionali adottate per attrarre scienziati e ricercatori da ogni parte del mondo, una misura utile per un eventuale coordinamento e armonizzazione delle iniziative a livello europeo. Proprio in quest’ottica – concludono – l’Italia considera il Consiglio Competitività e Ricerca, in programma il 23 maggio a Bruxelles, l’occasione ideale e il formato istituzionale più appropriato per un confronto efficace tra Stati membri e per definire insieme, e non solo in ottica prevalentemente nazionale, politiche comuni concrete, sostenibili e lungimiranti”.

  • Ambientalismo spaziale: i satelliti inquinano

    Una pioggia di satelliti Starlink attraversa l’atmosfera terrestre: nel solo mese di gennaio ne sono rientrati 120 giunti ormai alla fine della loro vita operativa, con un ritmo di circa 4 al giorno. Si tratta di un processo necessario che rischia, però, di minacciare l’atmosfera, ed è solo all’inizio: a partire dal 2018 la SpaceX di Elon Musk ha posizionato in orbita terrestre più di 7mila satelliti per l’Internet globale, che man mano rientrano bruciando nell’atmosfera per essere rimpiazzati da quelli di nuova generazione. A questi vanno aggiunte tutte le altre mega-costellazioni in fase di dispiegamento.

    Il rischio deriva dal fatto che, rientrando nell’atmosfera, i satelliti bruciano e si disintegrano prima di toccare il suolo per ridurre al minimo il rischio di detriti spaziali, ma così facendo rilasciano polveri di metalli inquinanti, come l’ossido di alluminio che corrode lo strato di ozono.
    “Gli Starlink sono fatti principalmente di alluminio, che quando il satellite evapora rimane in quota nell’atmosfera”, ha detto all’agenzia di stampa Ansa Alberto Buzzoni, astronomo dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. “E la stessa cosa si verifica al momento del lancio, poiché i propellenti usati dai razzi, soprattutto quelli solidi, sono a base di ossido di alluminio. Tuttavia – prosegue – quando si parla di clima e di atmosfera si ha sempre a che fare con un sistema caotico ed estremamente complesso, dunque è difficile fare previsioni sulle conseguenze di questi eventi. Ad esempio, sappiamo che le particelle di alluminio rendono l’atmosfera più brillante, come tanti piccoli specchietti”, afferma il ricercatore dell’Inaf: “Riflettono quindi una maggiore quantità di luce solare raffreddando l’atmosfera, con un’azione opposta a quella dell’effetto serra”.
    Già uno studio pubblicato a ottobre 2023 sulla rivista dell’Accademia delle Scienze americana, Pnas, ha trovato prove del fatto che la disintegrazione dei satelliti lascia tracce persistenti nell’atmosfera: nei campioni raccolti da un aereo, i ricercatori hanno scoperto che il 10% delle particelle contiene alluminio e altri metalli provenienti proprio da satelliti e razzi. Un altro studio pubblicato a giugno 2024 su Geophysical Research Letters ha rilevato che la concentrazione degli ossidi di alluminio nell’atmosfera è aumentata di 8 volte tra il 2016 e il 2022. Un dato comprensibile, dal momento che la scomparsa di un solo satellite Starlink di prima generazione produce circa 30 chilogrammi di ossido di alluminio, che possono persistere poi per decenni.
    “Oggi i rientri sono dominati dai satelliti Starlink per una chiara faccenda di numeri, sono la popolazione dominante nel contesto complessivo dei satelliti in orbita”, ha detto sempre all’Ansa anche Gianluca Masi, astrofisico e responsabile scientifico del Virtual Telescope Project. “Questa è una criticità che può rappresentare un intralcio significativo alle osservazioni astronomiche – prosegue – soprattutto in certi momenti della notte e dell’alba”.

    Il rientro di satelliti sempre più numerosi è però dovuto anche agli effetti del ciclo solare, ora al suo massimo. “L’attività solare, infatti, rende più gonfia l’atmosfera – commenta Buzzoni – che arriva alla quota alla quale si trovano i satelliti in orbita bassa intorno alla Terra, frenandoli. È una buona cosa, perché in questo modo l’atmosfera agisce da spazzino dei detriti spaziali”. In ogni caso, i 120 Starlink rientrati il mese scorso non costituiscono più un caso particolarmente eclatante: “Questa è ormai la situazione normale – conclude l’astronomo – e il tasso di rientro rimarrà probabilmente simile per tutto l’anno”.

  • Gli Atout Del Corno D’Africa

    Sotto la supervisione esperta della Dr. Laurie Marker, il CCF sta conducendo una ricerca ecologica innovativa nel Somaliland, come parte di uno sforzo più ampio per comprendere e tutelare le popolazioni di ghepardi nel Corno d’Africa. Qui si combinano tecnologia e intuizioni della comunità per affrontare la maggiore minaccia per i ghepardi nella regione: il commercio illegale di animali esotici, che continua a decimare le popolazioni selvatiche.

    Di recente, quattro cuccioli di ghepardo sono stati confiscati a circa 60 chilometri dalla capitale Hargeisa. Grazie all’intervento immediato del Ministero dell’Ambiente e dei Cambiamenti Climatici (MoECC), i cuccioli sono stati trasferiti in sicurezza al CCF per le cure. Il soccorso è iniziato immediatamente in loco, dove sono stati reidratati e nutriti velocemente già sul retro del nostro mezzo. Una volta stabilizzati, sono stati collocati in quarantena presso il Cheetah Rescue and Conservation Centre (CRCC) a Geed-Deeble.

    La ricerca ecologica in Somaliland sta avanzando rapidamente, fornendo informazioni essenziali sulla distribuzione dei ghepardi e sulle dinamiche dell’habitat. Nel novembre 2024, un team multidisciplinare ha lanciato una spedizione pionieristica sul campo come parte di un dottorato innovativo presso la Namibia University of Science and Technology. Questa ricerca si concentra sulla mappatura dello stato, dell’areale e della distribuzione dei ghepardi in Somaliland, nello Stato regionale somalo (SRS) dell’Etiopia e nel Puntland.

    Dopo l’approvazione del MoECC nel gennaio 2025, il team ha dispiegato 72 fototrappole nel terreno accidentato e montuoso della regione di Awdal. Condotte in collaborazione con i coordinatori regionali e una Special Protection Unit della Somaliland Police Force, queste indagini forniscono una visione più approfondita dell’habitat del ghepardo e ci aiutano a comprenderne l’attuale popolazione.

    Il coinvolgimento della comunità è fondamentale per questo lavoro. I ricercatori hanno collaborato con i nomadi somali locali, che forniscono un contesto cruciale e un valore aggiunto ai dati ecologici. Questa collaborazione non solo migliora la nostra ricerca, ma crea anche relazioni importanti per far sì che le nostre strategie di conservazione abbiano a costruzione del nuovo Education Centre procede celermente, con più spazi ora completamente chiusi mentre muri e tetti esterni prendono forma. Una volta completata, la struttura fungerà da hub per programmi di formazione e sensibilizzazione, fornendo istruzione ambientale e promuovendo lo sviluppo sostenibile dei mezzi di sostentamento. Dotando le comunità locali di conoscenze e competenze essenziali, il Centro svolgerà un ruolo fondamentale nel promuovere la consapevolezza della conservazione e nel creare opportunità che riducano il conflitto tra umani e fauna selvatica.

    Questi sforzi, il salvataggio dei ghepardi, la promozione della ricerca ecologica e la promozione dell’educazione della comunità sono tutti essenziali per combattere il commercio illegale di animali selvatici. Affrontando sia la dimensione ecologica che quella umana della conservazione, stiamo lavorando per salvaguardare le popolazioni di ghepardi, assicurando al contempo che le esigenze delle comunità locali siano soddisfatte, assicurando un futuro sostenibile sia per le popolazioni che per la fauna selvatica.

    Dalla visione all’azione: promuovere la conservazione dei ghepardi dopo il Global Cheetah Summit

    Il Global Cheetah Summit del 2024 ad Addis Abeba ha gettato le basi per una visione strategica e audace per la conservazione dei ghepardi. Esperti come il dott. Bogdan Cristescu e il signor Abdinasir Hussein hanno evidenziato approcci innovativi per mitigare il commercio illegale di animali selvatici/animali domestici e superare le sfide dello studio di questi felini schivi.

    Combinando una solida ricerca sul campo, il coinvolgimento della comunità e tecnologie all’avanguardia, il lavoro in Somaliland sta definendo un nuovo standard per la conservazione nella regione, affrontando direttamente le minacce poste dal commercio illegale di fauna selvatica e promuovendo al contempo soluzioni sostenibili sia per le persone che per la fauna selvatica.

  • La Commissione traccia la rotta per la leadership europea in materia di IA con un ambizioso piano d’azione

    Diventare un leader globale nell’intelligenza artificiale (IA) è l’obiettivo del piano d’azione per il continente dell’IA lanciato oggi. Come indicato dalla presidente von der Leyen al vertice d’azione sull’IA del febbraio 2025 a Parigi, questa ambiziosa iniziativa è destinata a trasformare le forti industrie tradizionali europee e il suo eccezionale bacino di talenti in potenti motori di innovazione e accelerazione dell’IA. Il piano d’azione per il continente dell’IA rafforzerà le capacità di innovazione dell’Unione europea in materia di IA attraverso azioni e politiche incentrate su cinque pilastri fondamentali:

    La Commissione rafforzerà l’infrastruttura europea per l’IA e il supercalcolo con una rete di fabbriche di IA. 13 di queste fabbriche sono già installate nei principali supercomputer europei a livello mondiale. Sosterranno le start-up, l’industria e i ricercatori dell’UE nel campo dell’IA nello sviluppo di modelli e applicazioni di IA.

    L’UE contribuirà anche alla creazione di Gigafabbriche di IA. Si tratterà di strutture su larga scala dotate di circa 100.000 chip che guideranno la prossima ondata di modelli di IA di frontiera e manterranno l’autonomia strategica dell’UE nei settori industriali e scientifici critici, richiedendo investimenti pubblici e privati.

    Per stimolare gli investimenti del settore privato nella capacità del cloud e nei centri dati, la Commissione proporrà anche una legge sullo sviluppo del cloud e dell’IA. L’obiettivo è almeno triplicare la capacità dei data center dell’UE nei prossimi cinque-sette anni, dando priorità ai data center altamente sostenibili.

    Rafforzare l’innovazione dell’IA richiede anche l’accesso a grandi volumi di dati di alta qualità. Un elemento importante del piano d’azione è la creazione di laboratori di dati, che riuniscono e curano grandi volumi di dati di alta qualità provenienti da diverse fonti nelle fabbriche di IA. Nel 2025 sarà avviata una strategia globale per l’Unione dei dati al fine di creare un vero mercato interno dei dati in grado di potenziare le soluzioni di IA.

    Nonostante il potenziale dell’IA, solo il 13,5 % delle imprese dell’UE ha adottato l’IA. Per sviluppare soluzioni di IA su misura, promuoverne l’uso industriale e la piena adozione nei settori pubblici e privati strategici dell’UE, nei prossimi mesi la Commissione lancerà la strategia “Applicare l’IA.

    Per soddisfare la crescente domanda di talenti dell’IA, la Commissione agevolerà il reclutamento internazionale di esperti e ricercatori altamente qualificati nel settore dell’IA attraverso iniziative quali il bacino di talenti, l’azione Marie Skłodowska-Curie “MSCA Choose Europe” e i programmi di borse di studio per l’IA offerti dalla prossima Accademia per le competenze in materia di IA.

    La Commissione lancerà inoltre il Service Desk della legge sull’IA per aiutare le imprese a conformarsi alla legge sull’IA.

    Con questo piano d’azione la Commissione avvia due consultazioni pubbliche, che si protrarranno fino al 4 giugno 2025, per dare ulteriore forma a queste iniziative del piano d’azione per il continente dell’IA. Una terza consultazione pubblica sulla strategia per l’Unione dei dati sarà avviata a maggio.

    Parallelamente, la Commissione organizzerà dialoghi con i rappresentanti dell’industria e del settore pubblico per contribuire a definire la strategia “Applicare l’IA”.

  • Ricercatori e innovatori invitati a definire la strategia europea sull’IA nella scienza

    La strategia europea sull’intelligenza artificiale nella scienza accelererà l’uso responsabile dell’IA e aiuterà gli scienziati europei ad adottarla più facilmente, nonché a rafforzare la ricerca in settori chiave, quali il cambiamento climatico, la salute e la tecnologia pulita. La Commissione ha avviato due consultazioni fondamentali, invitando i ricercatori e la comunità della ricerca e dell’innovazione a contribuire mediante un invito a presentare contributi e un questionario mirato.

    La strategia porterà inoltre alla creazione di un Consiglio europeo per la ricerca sull’IA. Il Consiglio sarà una risorsa per la scienza dell’intelligenza artificiale in Europa, che metterà in comune le risorse per gli scienziati che la sviluppano e la applicano nell’Unione e guiderà il suo progresso nella scienza a livello europeo.

    L’uso dell’IA sta promuovendo settori scientifici, quali l’astronomiala diagnostica medica, la scoperta di farmaci, la scienza dei materiali e la modellizzazione del clima. La strategia si baserà su questi traguardi migliorando l’accesso agli strumenti di IA e alle infrastrutture informatiche, attirando talenti e investimenti per sfruttare appieno il potenziale dell’IA. Ciò stimolerà anche l’innovazione e la competitività dell’UE.

    E’ stata pubblicata un’edizione aggiornata della ricerca ‘Guida all’uso responsabile dell’IA generativa nella ricerca’ del Forum dello spazio europeo della ricerca, assicurando così alla comunità della ricerca e dell’innovazione dell’UE la disponibilità di orientamenti aggiornati per restare al passo con questa tecnologia in rapida evoluzione.

    L’invito a presentare contributi e il questionario mirato saranno aperti fino al 5 giugno 2025.

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