scuola

  • Il Comune di Milano indice un concorso per insegnanti in varie discipline

    Con Determinazione Dirigenziale n. 962 del 13/12/2024 del Direttore Area Acquisizione Risorse Umane è indetta una selezione pubblica, per esami, per la formazione di graduatorie da utilizzare per assunzioni a tempo determinato del profilo di Istruttore Direttivo dei Servizi Formativi – Docenti- Area dei Funzionari e dell’Elevata Qualificazione – per esigenze della Direzione Lavoro, Giovani e Sport.

    L’Amministrazione Comunale garantisce pari opportunità tra uomini e donne per l’accesso al lavoro e il trattamento sul lavoro, così come previsto dal D.lgs. n. 198/2006 “Codice delle pari opportunità tra uomo e donna a norma dell’art. 6 della L. n. 246/2005” e dall’art. 57 del D.lgs n. 165/2001 “Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche”.

    La domanda di partecipazione alla selezione deve essere presentata, a far tempo dalle ore 12:00 del 14/02/2024 e non oltre le ore 12:00 del 15/03/2023, unicamente per via telematica attraverso SPID, CIE, CNS o eIDAS, mediante la compilazione del form di candidatura sul Portale Unico di Reclutamento della Funzione Pubblica, cd. “InPA”, disponibile all’indirizzo internet https://www.inpa.gov.it/ e raggiungibile cliccando su “ISCRIVITI ALLA SELEZIONE” in fondo alla pagina.

    Per la partecipazione al concorso è richiesto il versamento, entro il termine di scadenza del Bando, della tassa di euro 10,00 da effettuare esclusivamente tramite la piattaforma PagoPA. Le indicazioni per il pagamento sono visualizzabili sul portale InPA, nell’apposita sezione del modulo di partecipazione.

    Per richieste di assistenza di tipo informatico legate alla procedura di iscrizione online, i candidati devono utilizzare esclusivamente l’apposito modulo di assistenza presente sul Portale “inPA”.

    Per qualunque altra informazione, o comunicazione, i candidati possono inviare una pec al seguente indirizzo: ru.selezioni@pec.comune.milano.it

  • Le autorità di New York si sostituiscono ai genitori e fanno causa ai social media per danno ai ragazzi

    Facendo ciò che i genitori non hanno ritenuto di dover fare, la pubblica amministrazione della città più orientata al mercato ha fatto causa alle aziende dei social media. Secondo quanto le autorità di New York il dipartimento della salute e la Hospitals Corporations hanno denunciato alla Corte Superiore della California (lo stato dove hanno sede i denunciati), i social media, tra cui TikTok, Facebook, Instagram, Snapchat e YouTube, hanno provocato danni alla salute mentale dei bambini e degli adolescenti e hanno “alimentato una crisi mentale tra i giovani su scala nazionale a livelli che non si erano mai visti”.

    “New York è la prima grande città americana a compiere un passo di questa dimensione per denunciare direttamente e in modo chiaro il pericolo dei social media” ha dichiarato il sindaco Eric Adams annunciando il ricorso. La denuncia contestata alle società prese di mira di aver “progettato intenzionalmente le loro piattaforme per manipolare e creare dipendenza nei bambini e negli adolescenti”. E contesta alle stesse società di essersi impegnate a procacciarsi clienti: viene infatti loro contestato di compiuto ricerche psicologiche così da rendere le loro piattaforme il più coinvolgenti possibile, per spingere i giovani a passarci sempre più tempo. “Abbiamo visto quanto il mondo online possa creare dipendenza e travolgere, esponendo i nostri figli a un flusso continuo di contenuti dannosi e alimentando la crisi nazionale di salute mentale dei nostri giovani”, ha commentato Adams.

    La commissione Giustizia del Senato degli Stati Uniti nel corso di un’audizione aveva già esposto il problema di fronte agli amministratori delegati di alcune grandi piattaforme di social media. All’evento erano presenti anche i genitori, che hanno condiviso testimonianze sulle esperienze dei propri figli. Ansia, depressione, autolesionismo e in alcuni casi persino il suicidio.  Erano presenti Mark Zuckerberg (Meta), Linda Yaccarino (X) Shou Chew (Tik Tok) Evan Spiegel (Snap) e Jason Citron (Discord).  E Zuckerberg aveva scelto di usare la carta della compassione. Si era alzato in piedi e rivoltosi verso la platea aveva chiesto scusa pubblicamente: “Mi dispiace per tutto quello che avete passato”. “Nessuno – ha continuato – dovrebbe passare attraverso le cose che le vostre famiglie hanno sofferto”.

    New York vuole ottenere un risarcimento. E vuole anche che sia messa in atto una regolamentazione più chiara, che salvaguardi i minori. Ma le aziende hanno respinto le accuse. Meta ha dichiarato: “Vogliamo che gli adolescenti abbiano esperienze online sicure e adatte all’età”. YouTube ha detto di aver creato “servizi e politiche per offrire ai giovani esperienze adeguate all’età”. TikTok ha detto che continuerà a lavorare per garantire sicurezza alla community.

  • Giornata internazionale dell’istruzione, Borrell: “L’istruzione permette ai singoli e alle società di prepararsi a cogliere le sfide e le opportunità del XXI secolo”

    L’istruzione e l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita sono essenziali per conseguire uno sviluppo giusto e sostenibile e contrastare le disuguaglianze attraverso il dialogo, la solidarietà, la comprensione reciproca e la cooperazione, una governance inclusiva, democratica e partecipativa e la parità di genere. Sono fondamentali al tempo stesso per proteggere, sostenere e costruire la pace”. Sono le parole che l’Alto rappresentante/Vicepresidente della Commissione europea Josep Borrell ha espresso in vista della Giornata internazionale dell’istruzione che si celebra il 24 marzo. “L’istruzione – continua – permette ai singoli e alle società di sopravvivere e prosperare e di prepararsi a cogliere le sfide e le opportunità del XXI secolo. Insieme alle arti e alla cultura, amplia gli orizzonti, consentendo ai cittadini, in particolare ai giovani, di immaginare, promuovere e costruire futuri diversi”. Ed aggiunge: “Continueremo in particolare ad adoperarci per consentire a tutti i minori e a tutti i giovani, chiunque siano e ovunque si trovino, di accedere all’istruzione, sulla base degli impegni assunti nell’ambito dell’Anno europeo dei giovani 2022. L’UE promuove inoltre l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita per tutti, in linea con l’Anno europeo delle competenze 2023”.  Sottolineando l’importanza che hanno avuto e continuano ad avere progetti come Erasmus+ e DEAR, Borrell afferma come all’interno dell’UE si persegua l’opera di costruzione dello spazio europeo dell’istruzione: “L’iniziativa, che riunisce i 27 Stati membri, mira a creare sistemi universali di istruzione e formazione più resilienti, inclusivi e orientati al futuro, in una prospettiva di apprendimento lungo tutto l’arco della vita. L’istruzione permette ai singoli e alle società di sopravvivere e prosperare e di prepararsi a cogliere le sfide e le opportunità del XXI secolo”.

    L’accesso all’istruzione è un diritto umano fondamentale. Nel mondo, tuttavia, oltre 250 milioni di minori e giovani non sono scolarizzati e la maggior parte di coloro che frequentano la scuola non acquisisce competenze di base come la lettura e la scrittura. Occorrono altri 44 milioni di insegnanti qualificati per conseguire l’istruzione primaria e secondaria universale entro il 2030.  L’UE ha aumentato gli investimenti esterni nell’istruzione e si conferma pronta a cooperare da vicino con i paesi partner che rispetteranno i propri impegni. Le istituzioni e gli Stati membri dell’UE forniscono, insieme, più della metà di tutti gli aiuti all’istruzione a livello mondiale, sostenendo il settore in oltre 100 paesi.

    Nel periodo 2021-2027 la Commissione europea destinerà all’istruzione almeno il 10% del proprio bilancio a favore dei partenariati internazionali con l’Africa, l’America latina e i Caraibi, l’Asia e il Pacifico. Nel solo 2023 il sostegno dell’UE è stato di oltre 162 milioni di euro.

  • Vivere la vita affrontando ogni giorno quello che ci porta

    Da tempo, purtroppo, sappiamo che vi sono persone, specie giovani, che “affrontano” i loro problemi procurandosi tagli e lesioni volontarie, il fenomeno, negli ultimi anni, è peggiorato colpendo ragazzi sempre più giovani.

    Secondo alcuni dati, di recente pubblicazione, l’autolesionismo è aumentato del 70% interessando ragazzi che hanno una media di età dai 13 ai 14 anni.

    La crescita, non solo per il covid, del disagio dei più giovani, la depressione, l’incapacità di accettarsi e di sentirsi accettati, la violenza sempre più frequente, che molti devono subire, la competizione eccessiva, che emargina tanti, ed i messaggi negativi della rete sono solo alcuni dei motivi per i quali troppi adolescenti si sentono insicuri, frustrati, non capiti, senza un posto nel mondo.

    Il primario di neuropsichiatria infantile del Bambin Gesù di Roma avverte che i tre quarti delle malattie mentali iniziano prima dei 18 anni.

    L’autolesionismo è l’evidente sintomo di una grave sofferenza interiore che i genitori e gli insegnanti dovrebbero poter capire da tanti sintomi, dagli sbalzi d’umore all’eccessiva aggressività o indifferenza a quanto avviene intorno, ai disturbi dell’alimentazione.

    Diventa difficile combattere l’angoscia, che per altro ha attraversato anche le vite dei nonni e dei genitori degli adolescenti di oggi, quando diventa sempre più forte lo spirito di imitazione dei comportamenti di altri componenti del gruppo o di quanto si vede su Tik Tok o su altri sistemi di diffusione di massa che propagano notizie e comportamenti negativi.

    Spesso i tagli sono messaggi che si mandano alla stessa famiglia, anche se i tagli sono in punti nascosti, un grido d’aiuto che non ha suono e visibilità perché chi lo lancia vuole stare solo, è convinto di non essere capito, e contemporaneamente vorrebbe essere salvato.

    Troppe volte anche i genitori sono fragili come i loro figli, non danno loro la sicurezza che si cerca quando si è adolescenti, la scuola è distratta e i social sono diventati prevalenti con le loro orride suggestioni che portano anche a sfidare la morte in folli gare.

    Sapere educare i giovani alla vita per renderli autonomi e consapevoli significa far loro conoscere che l’ansia, la paura, i momenti d’angoscia o d’inadeguatezza fanno parte della vita di ciascuno, e che non bisogna avere paura del buio né rifugiarsi in esso.

    L’autostima è fondamentale, chi si rispetta rispetta gli altri, bisogna imparare a conoscere i propri pregi ed i propri difetti, non sentirsi inermi di fronte al giudizio degli altri, non sentirsi inadeguati o in eterna competizione.

    Ogni essere umano è un piccolo miracolo in se, una piccola grande meraviglia, cerchiamo di dare ai ragazzi, ai bambini il senso della vita che è proprio vivere affrontando ogni giorno quello che ci porta sapendo che non si è mai veramente soli ma che nessuno può sostituirsi a noi per affrontare le prove che ci toccano.

  • I compiti ed i doveri della società e dei genitori nei confronti dei bimbi

    Riceviamo e pubblichiamo un articolo del Prof. Francesco Pontelli

    La terza infanzia comincia a sei anni e finisce sostanzialmente con la quinta elementare dopo la quale si entra nella fase della pubertà.

    Dopo la tragedia della Povera Giulia si moltiplicano le proposte per applicare all’interno della scuola dei nuovi metodi educativi (*) che avrebbero il compito di creare un substrato culturale ed interrelazionale finalizzato alla diminuzione dei reati contro le donne.

    A questi progetti si aggiungono degli interventi anche di personalità più complesse (la cui elaborazione presuppone una maggiore maturità) all’interno delle scuole elementari e quindi dell’infanzia.

    L’istituzione elementare assieme all’ambiente degli affetti familiari dovrebbero, invece, assicurare una stagione di assoluta serenità ai bimbi la quale, nelle fasi successive dello sviluppo, dovrebbe rappresentare un porto sicuro ed un punto di forza e rappresentare un valore rassicurante.

    Nessuno contesta l’eterogeneità del genere umano e come questa rappresenti di per sé un aspetto incontestabile, ma la presenza di particolari personalità presuppone da parte dei ragazzi un minimo di maturità la quale può essere patrimonio solo degli studenti quantomeno delle scuole superiori.

    In altre parole, ancora una volta, la politica di basso profilo, sfruttando l’emotività scatenata dalla tragedia della povera Giulia, sta tentando di esautorare le famiglie nella difficile gestione dei propri figli in nome di una superiore ideologia statale.

    Questi nuclei familiari da tempo si trovano tra mille difficoltà e cercano di far quadrare il bilancio familiare sia economico che affettivo alle cui evidenti difficoltà lo Stato non provvede attraverso il finanziamento di servizi a loro sostegno.

    Al contrario, relegandole ad un ruolo sempre meno centrale, lo Stato vorrebbe creare nuovi interventi “formativi” i quali comunque rappresentano nuovi capitolati di spesa pubblica.

    Come degli speculatori ideologici e politici si cerca di introdurre ed istituzionalizzare la marginalizzazione della stessa famiglia invece di aiutarla, proprio perché dalla sua debolezza cresce la forza di uno stato etico, anche introducendo precocemente delle figure complesse ed articolate rispetto al periodo dell’infanzia.

    In più, questo tipo di intervento dello Stato rappresenta un approccio ideologico per nulla supportato da riscontri oggettivi come evidenziano studi e ricerche sull’incidenza dei femminicidi all’interno di altri paesi europei i quali dovrebbero rappresentare il riferimento politico ed ideologico avendo adottato da tempo i medesimi modelli educativi.

    Il dovere di una società e della famiglia rimane invece quello di garantire la serenità di quei bambini il cui valore rassicurante si esprimerà soprattutto nel periodo adolescenziale e successivamente in quello adulto.

    Non si faccia l’errore di tramutare una tragedia come quella della povera Giulia in una battaglia politica ma soprattutto ideologica e identitaria quando invece si dimostra assolutamente speculativa con l’obiettivo di svilire il ruolo della famiglia la quale, invece, necessiterebbe di un maggiore sostegno anche attraverso il finanziamento di servizi aggiuntivi.

    Il Presidente della Repubblica ha ricordato come la famiglia rappresenti il nucleo fondamentale di una società. Mai come ora questa richiede attenzione ed aiuti e non certo modelli educativi assolutamente autoreferenziali in quanto puramente ideologici.

    (*) 1. educazione sessuale ed affettiva, 2. decreto Zan, 3. altri modelli molto più arditi in termini di sessualità

  • La “cultura contemporanea” incapace di tutelare Giulia

    “L’’obiettivo del Salone è di osservare il mondo, individuare i temi per descriverlo attraverso la letteratura, offrire un racconto del presente”. La mission del Salone del Libro, quindi, è quella di proporre e successivamente di valutare le diverse tematiche contemporanee attraverso letture dalle quali possano scaturire confronti dialettici approfonditi. Di conseguenza ogni suo rappresentante dovrebbe esprimere, in ogni occasione, il medesimo approccio culturale come sintesi di conoscenza e competenza delle diverse tematiche che affliggono la nostra società.

    In questo contesto, invece, la direttrice del medesimo Salone, pochi giorni fa, ha affermato come considerasse umiliante per il proprio figlio avere preso tre in un compito in classe.

    Un brutto voto è giustificato da una valutazione in relazione alla esecuzione del compito, ma non dovrebbe mai rappresentare un’umiliazione perché riguarda un elaborato e non è di certo una valutazione della persona. In più rappresenta anche un avvertimento fornito allo studente per invitarlo a modificare il proprio approccio allo studio e ottenere così un rendimento migliore.

    L’affermazione del direttore del Salone del Libro, Annalena Benini, risulta invece di una gravità inaudita in quanto dimostra come il mondo che si considera culturale nella sua massima espressione consideri avvilente un semplice voto negativo.

    In altre parole, si richiede implicitamente un sostanziale appiattimento valutativo, come già in passato con il 18 garantito, generando contemporaneamente una incapacità gestionale della avversità rappresentata anche solo da un voto negativo e questo si ripercuote inevitabilmente nella formazione educativa e valoriale successiva del ragazzo.

    Non ci si rende conto che se il mondo culturale intende abituare i ragazzi, gli studenti e successivamente gli uomini ad una vita senza avversità, gli stessi di fronte al primo rifiuto di una povera ragazza che intenda chiudere un rapporto reagiranno senza alcuna esperienza in quanto saranno di fronte ad una situazione mai gestita precedentemente.

    E si pongono quindi le basi perché questi possano avere reazioni assolutamente smisurate fino arrivare al tragico epilogo della povera Giulia.

    In questo contesto, poi, in seguito al drammatico epilogo della vicenda di questa povera ragazza si sente ripetere in ogni trasmissione ed intervista affermazioni relative ad una presunta responsabilità della società patriarcale e di altre stupidaggini del genere.

    Quando è proprio il mondo della cultura nella sua massima espressione che allestisce un substrato culturale tossico tale da creare falsi supporti educativi a ragazzi i quali poi si rivelano incapaci di gestire qualsiasi minima avversità come quella di un semplice rifiuto. Questo approccio educativo rappresenta la vera ragione di reazioni assolutamente immotivate e smisurate da parte di troppi giovani.

    Tornando quindi al contesto sociale nel quale si cercano di trovare le ragioni di questo dramma, il problema è di natura culturale, laddove la cultura non rappresenta più la felice sintesi di conoscenza ed apertura al nuovo unita ad una reale competenza.

    In questi ambiti, invece, ormai domina ampiamente una espressione ideologica culturale la quale tende, in ragione di un falso egualitarismo, a negare lo stesso sistema piramidale amministrativo e annullare i ruoli formativi che nel crescere di un ragazzo vengono riconosciuti ai diversi livelli di istruzione.

    Il senso di inadeguatezza di questa cultura di matrice ideologica rappresenta il vero problema allestendo un substrato sociale all’interno del quale, poi, possono prendere forma queste aberrazioni giovanili i quali si dimostrano incapaci di gestire qualsiasi tipo di avversità.

  • Relazione Eurydice: promuovere la diversità e l’inclusione nelle scuole europee

    La rete Eurydice della Commissione ha pubblicato la relazione “Promuovere la diversità e l’inclusione nelle scuole europee“, che fornisce una panoramica delle ultime politiche e misure messe in atto dalle autorità nazionali in materia di istruzione per combattere le discriminazioni nell’istruzione scolastica. La relazione esamina la situazione degli studenti con bisogni educativi speciali, disabilità, provenienti da contesti migratori o da minoranze etniche, oltre alle misure a sostegno della parità di genere e degli studenti della comunità LGBTIQ+ o delle minoranze religiose.

    Dalla relazione emerge che gli studenti con bisogni educativi speciali o con disabilità sono i principali destinatari in tutti i settori analizzati, comprese le misure volte a promuovere l’accesso e la partecipazione, le politiche di apprendimento e di sostegno sociale ed emotivo, nonché la formazione degli studenti e degli insegnanti.

    Dai risultati emerge inoltre che, sebbene i sistemi di istruzione promuovano già alcune misure mirate, occorre prendere in considerazione le esigenze specifiche e multiformi di ogni singolo studente. Permangono in tutta Europa sfide quali la mancanza di un’adeguata preparazione degli insegnanti per gestire classi inclusive e finanziamenti insufficienti per inserire personale specializzato e gruppi multidisciplinari nel sistema scolastico ordinario.

    L’importanza di valorizzare la diversità e l’inclusione di tutti gli studenti nell’istruzione e nella formazione è ampiamente riconosciuta nelle principali politiche dell’UE. Migliorare la qualità, l’equità e l’inclusione nell’istruzione è una priorità strategica dello spazio europeo dell’istruzione.

    La Commissione sostiene gli Stati membri e le parti interessate per eventuali riforme strutturali basate sui valori dell’UE, e ha messo a disposizione corsi e seminari online sulla piattaforma europea per l’istruzione scolastica allo scopo di aiutare gli insegnanti che desiderano migliorare la tolleranza e l’inclusione nelle classi. Sempre online è disponibile il kit europeo di strumenti per le scuole, che offre idee concrete sull’istruzione inclusiva e sul benessere a scuola.

    La rete Eurydice spiega e mette a confronto i sistemi di istruzione in Europa.

  • Kenyan publisher recalls book after uproar over Prophet Muhammad image

    A Kenyan publisher has withdrawn a school book that included a drawing depicting Prophet Muhammad following an outcry by Muslim leaders and parents.

    They complained that it was blasphemous to draw the prophet and to ask pupils to colour in the illustration.

    Mentor Publishing Company said it regretted the “grave” mistake in the book on Islamic studies for pupils in the second year of primary school.

    About 11% of Kenyans are Muslims, the second largest religious group.

    Depictions of the Prophet Muhammad can cause serious offence to Muslims, with most of Islamic religious leaders saying that tradition explicitly forbids images of Prophet Muhammad and Allah (God).

    A Muslim scholar from the coastal city of Mombasa, Sheikh Rishard Rajab Ramadhan, told the BBC that the book “dangerously” misled young children.

    “No-one should imagine, leave alone attempt, to draw Prophet Muhammad. This can even cause war,” Mr Ramadhan said.

    In a letter to the Muslim community, the publisher said it had come to its attention that the content in one of its books, Mentor Encyclopaedia Grade 2, was “sacrilegious to the Islamic faith”.

    The drawing had been “inadvertently inserted” in the book, and “mistakenly identified it as the image of Prophet Muhammad”, said Mentor director Josephine Wanjuki.

    “We sincerely and wholeheartedly apologise for the error and we commit to ensure that such an error will never be repeated,” she added.

    The publisher said it would immediately remove the offensive drawing from all subsequent editions and has committed to work with the Muslim Education Council to review all its books.

    All teachers, students and school administrators holding copies of the book have been advised to return them to the publisher.

    Mr Ramadhan welcomed the move to recall copies of the book, but urged publishers to consult Muslim leaders before publishing Islamic books.

    Religious studies are part of the curriculum in Kenyan schools.

    The issue of depicting Prophet Muhammad has been a long-running controversy and has inflamed tensions, especially in Europe.

    In 2020, a school teacher in France’s capital, Paris, Samuel Patywas was beheaded after using cartoons of the Prophet Muhammad during a lesson about freedom of speech.

    In 2021, a teacher at a school in the British town of Batley was suspended after protests from Muslim parents for showing an “inappropriate” cartoon of Prophet Muhammad.

    The teacher was later reinstated. An investigation found the teacher did not intend to cause offence by showing the image.

    There is no specific or explicit ban in the Quran, the holy book of Islam, on images of Prophet Muhammad.

    But there is a reference to not depicting Allah and many Muslims believe the same applies to Prophet Muhammad.

  • Nuova relazione Eurydice: differenze significative tra gli stipendi degli insegnanti di paesi europei diversi

    In occasione della Giornata mondiale degli insegnanti, celebrata il 5 ottobre, la rete Eurydice della Commissione ha pubblicato la relazione annuale sugli stipendi e le indennità degli insegnanti e dei dirigenti scolastici, che riguarda le scuole pubbliche dell’infanzia, primarie e secondarie per il periodo 2021-2022.

    Dalla relazione emergono grandi differenze in termini di retribuzione degli insegnanti in Europa, che riguardano non solo gli stipendi iniziali, ma anche la possibilità che questi aumentino nel corso della carriera. In media gli insegnanti della scuola dell’infanzia tendono a guadagnare meno rispetto a quelli della scuola secondaria superiore, sebbene in alcuni paesi europei lo stipendio a inizio carriera sia lo stesso per tutti gli insegnanti. In nove paesi lo stipendio annuo iniziale degli insegnanti adeguato per tenere conto dell’inflazione è diminuito per tutti i livelli di istruzione tra il 2014/2015 e il 2021/2022.

    Le conoscenze, le competenze e la dedizione degli insegnanti e dei dirigenti scolastici sono fattori essenziali per conseguire risultati educativi di alta qualità; per questo motivo docenti e formatori sono al centro della politica europea dell’istruzione.

    Nell’ambito della creazione dello spazio europeo dell’istruzione, la Commissione collabora con gli Stati membri e le parti interessate per affrontare tali questioni, in particolare mediante un gruppo di lavoro per le scuole, che si riunisce regolarmente e in cui vengono condivise esperienze e pratiche per ispirare cambiamenti positivi in tutta l’UE. Tali esperienze e pratiche vengono poi diffuse attraverso corsi e risorse per lo sviluppo professionale sulla piattaforma europea per l’istruzione scolastica. Entro il 2025 verranno sviluppate 27 accademie degli insegnanti Erasmus+, al fine di offrire sostegno agli insegnanti all’inizio e nel corso della carriera. Annualmente la Commissione organizza inoltre il premio europeo per l’insegnamento innovativo, allo scopo di celebrare e riconoscere il lavoro degli insegnanti e delle scuole. Nel febbraio 2023 la Commissione ha pubblicato orientamenti per lo sviluppo di quadri di carriera nazionali degli insegnanti e dei dirigenti scolastici. La rete Eurydice spiega e mette a confronto i sistemi di istruzione in Europa. La relazione odierna fornisce una sintesi comparativa delle politiche e delle misure adottate nei sistemi di istruzione di 39 paesi.

  • Rapporto Invalsi 2023: buoni i risultati in inglese, ma le competenze di italiano e matematica non sono sempre adeguate

    Un quando in chiaroscuro quello che emerge dal rapporto Invalsi 2023 pubblicato il 12 luglio. In particolar modo il peggioramento è evidente rispetto al 2019, anno prima della pandemia, segno evidente che dad, isolamento e programmi forzatamente rivisti e a tratti ridotti hanno giocato, in maniera purtroppo negativa, una parte importante rispetto ai risultati diramati.

    In alcune regioni del Mezzogiorno solo 1 ragazzo su 2 delle scuole medie comprende correttamente quello che legge e addirittura 2 studenti su 3 (il 35-40%) non sono capaci di leggere e comprendere un testo in inglese. Si confermano forti evidenze di disuguaglianza di opportunità di apprendimento nelle regioni del Mezzogiorno sia per quel che concerne l’attenuazione dell’effetto delle differenze socio-economico-culturali sia in termini di differenze tra scuole e, soprattutto, tra classi.

    Metà dei giovani che termina le scuole superiori non è in grado di comprendere quello che legge (solo il 51% degli studenti -1 punto rispetto al 2022 raggiunge almeno il livello base, con un divario tra Nord e Sud che raggiunge la quota di ben 23 punti percentuali); in Matematica il 50% degli studenti (invariato rispetto al 2022) raggiunge almeno il livello base con un divario tra le aree del Paese che raggiunge i 31 punti, anche se c’è un leggero progresso al Sud e nelle Isole. In Inglese il 54% degli studenti raggiunge il B2 nella prova di reading (+2% rispetto al 2022) e il 41% in quella di listening (+3% sul 2022 e + 6% dal 2019).

    Alle scuole medie si è fermato il calo in Italiano e Matematica riscontrato tra il 2019 e il 2021. Gli esiti di Inglese (sia listening sia reading) sono invece in miglioramento. A livello nazionale gli studenti che raggiungono risultati almeno adeguati sono: Italiano: 62% (+1 punto percentuale rispetto al 2022, invariato rispetto al 2021), Matematica: 56% (invariato rispetto al 2021 e al 2022), Inglese-reading (A2): 80% (+2 punti percentuali rispetto al 2022, +4 punti percentuali rispetto al 2021), Inglese-listening (A2): 62% (+3 punti percentuali rispetto al 2022, +5 punti percentuali rispetto al 2021 e +11 punti rispetto al 2018, inizio della rilevazione). Le prove Invalsi 2023 hanno coinvolto oltre 1 milione di allievi della scuola primaria (classe II e classe V), circa 570.000 studenti della scuola secondaria di primo grado (classe III) e più di 1 milione di studenti della scuola secondaria di secondo grado. Le prove hanno raggiunto una copertura sempre superiorw al 95-96%.

    Peggiora il rendimento degli studenti italiani: il confronto nel tempo degli esiti della scuola primaria mostra un indebolimento dei risultati in tutte le discipline sia in II che in V elementare, incluso l’Inglese. Il rapporto Invalsi 2023 evidenzia una differenza dei risultati tra scuole e tra classi più accentuata nelle regioni meridionali, specie per quanto riguarda la Matematica e la prova di Listening. Ciò significa – evidenzia l’istituto Invalsi – che la scuola primaria nel Mezzogiorno fatica maggiormente a garantire uguali opportunità a tutti, con evidenti effetti negativi sui gradi scolastici successivi In seconda elementare, in Italiano circa il 69% (era il 72% nel 2022) raggiunge almeno il livello base (dalla fascia 3 in su). Molise, Basilicata e Umbra sono le regioni con quote più elevate di allievi almeno al livello base, la Calabria e la Sicilia quelle con le quote più basse; In Matematica circa il 64% (era il 70% nel 2022) raggiunge almeno il livello base (dalla fascia 3 in su). Molise, Provincia Autonoma di Trento e Basilicata sono le regioni con quote più elevate di allievi almeno al livello base, la Calabria, la Sicilia e la Sardegna quelle con le quote più basse. In V elementare in Italiano circa il 74% (era l’80% nel 2022) raggiunge almeno il livello base (dalla fascia 3 in su). Molise, Umbria, Abruzzo e Friuli Venezia Giulia sono le regioni con quote più elevate di allievi almeno al livello base, la Sicilia è quella con la quota più bassa; in Matematica circa il 63% (era il 66% nel 2022) raggiunge almeno il livello base (dalla fascia 3 in su). Umbria, Molise, Provincia Autonoma di Trento e Friuli-Venezia Giulia sono le regioni con quote più elevate di allievi almeno al livello base, la Calabria, la Sicilia e la Sardegna quelle con le quote più basse; anche i risultati d’Inglese sono in calo rispetto al 2022. L’ 87% (era il 94% nel 2022) degli allievi raggiunge il prescritto livello A1 del Qcer nella prova di lettura (reading), mentre nella prova di ascolto (listening) è l’81% di allievi (erano l’85% nel 2022) a raggiungere il prescritto livello A1. Calabria, Sicilia e Sardegna sono le regioni con le quote più elevate di allievi che non raggiungono il livello A1 sia nella prova di Reading sia in quella di Listening.

    «La pandemia ha reso ancora più attuale il problema della dispersione scolastica. Da qualche tempo – si sottolinea nel rapporto Invalsi – è sempre più evidente che particolare attenzione va rivolta non solo agli studenti che abbandonano la scuola ma anche a tutti coloro che terminano il ciclo di studi scolastico senza possedere le competenze di base necessarie, quindi a forte rischio di limitate prospettive di inserimento nella società, molto simili a quelle degli studenti che non hanno concluso la scuola secondaria di secondo grado. Tale forma di dispersione scolastica è definita dispersione scolastica implicita o nascosta. Nel 2019 la dispersione scolastica implicita si attestava al 7,5%, per salire al 9,8% nel 2021, probabilmente a causa di lunghi periodi di sospensione delle lezioni in presenza. Nel 2022 si era già osservata una leggera inversione di tendenza sia a livello nazionale, passando al 9,7% (‐0,1 punti percentuali). Gli esiti del 2023 confermano un più rilevante calo della dispersione scolastica implicita che si attesta all’8,7% (‐1 punto percentuale rispetto al 2022)».

    La quota dei giovani tra i 18 e i 24 anni che abbandonano prematuramente l’istruzione e la formazione senza aver conseguito titoli di studio superiori alla secondaria di secondo grado o qualifiche professionali con corsi con durata di almeno due anni (ELET) sembra avvicinarsi al traguardo prescritto dal Pnrr alla fine del 2025 (10,2%).

    Il Ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara si dice pronto, con il suo Ministero, ad intervenire con “la presentazione, anche con il contributo di Invalsi e la collaborazione di Indire, di una Agenda Sud in dieci punti che prevede l’individuazione di scuole dove maggiori sono le fragilità del contesto sociale per abbandoni, insuccesso formativo e assenze. Iniziamo con 240 scuole. Investiremo risorse importanti. È un passaggio che vedrà più insegnanti in ogni scuola soprattutto per le materie più critiche come matematica, italiano, inglese”. Nelle intenzioni di Valditara e prevista anche “un’estensione del tempo pieno oltre a una formazione specialistica per docenti che insegnano in queste scuole con una retribuzione aggiuntiva per le attività extracurricolare. Avremo interventi per favorire lo sviluppo territoriale grazie allo sviluppo formativo, ci sarà il coinvolgimento delle famiglie. Bisogna ricostruire l’alleanza fra famiglia e scuola”.

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