sicurezza

  • In attesa di Giustizia: zone rosse

    Chissà perché ogni tanto si cambiano i nomi di apparati dello Stato o branche della Pubblica Amministrazione che già esplicitano perfettamente a quali funzioni siano destinate: per esempio la Pubblica Sicurezza. Chi si ricorda quando la Polizia di Stato si chiamava così illustrando senza equivoci il compito affidatole?

    Compito che il mutar della denominazione non ha fatto venir meno: la Polizia, lo Stato, deve assicurare la prevenzione delle attività illecite prima ancora che la loro repressione…e, nei limiti in cui dispone di uomini e risorse, deve assolvere a questo compito ad ampio spettro a tutela di tutti i cittadini.

    Adesso, però, le Autorità Locali sono tenute ad individuare Zone Rosse, cioè a dire luoghi di esposizione a maggiori rischi per la presenza di possibili malintenzionati destinando la Polizia…a quel presidio che già dovrebbe garantire.

    In queste zone è vietato sostare a coloro che dovessero assumere atteggiamenti aggressivi, minacciosi o insistentemente molesti pena una tipologia particolare di daspo nel caso siano pregiudicati per droga, furto con strappo, rapina, detenzione abusiva di armi…se una volta allontanati tali soggetti non rispetteranno la zona rossa le Forze dell’Ordine saranno tenute ad allontanarli immediatamente e a denunciarli all’Autorità Giudiziaria. Pena fino a tre mesi di carcere oltre ad una multa: sai che paura per un rapinatore o un pusher.

    Diciamo la verità: è poco più che uno spot governativo; c’era bisogno di provvedimenti di questo genere per aumentare l’allerta di Polizia e Carabinieri nei pressi della Stazione Centrale di Milano, o delle altre due principali per fare degli esempi banali? Provate invece a farvi due passi nella elegantissima via della Spiga dopo l’orario di chiusura dei negozi destinati al saccheggio da parte di abbienti turisti: non c’è un esercizio pubblico aperto, strada deserta come altre adiacenti e dove quasi quotidianamente avvengono aggressioni e rapine preferibilmente di orologi di pregio. Non vedrete nemmeno un agente a piedi, per sbaglio, che ritorna verso la Questura Centrale che dista poche centinaia di metri. Erano meglio la vecchia, cara, Pubblica Sicurezza…diffusa sul territorio, seguendo l’intuito personale e soffiate degli informatori e i piedipiatti che scarpinavano lungo le strade con occhio allenato e attento agli accadimenti che non rischiavano di dover intervenire perché un venditore di rose cingalese appariva insistentemente molesto con una coppia di fidanzati.

    In compenso, tra Firenze e Bologna negli ultimi tre mesi sono stati effettuati circa 14.000 controlli in zone considerate a rischio esitando solo 105 denunce a piede libero. Percentualmente un po’ poche rispetto al lasso temporale ed al numero complessivo di interventi per poter parlare di zone a rischio…vuoi vedere che quei furbacchioni dei malintenzionati si sono defilati in altre aree della città diverse da quelle dove vengono concentrati uomini e mezzi lasciando scoperte altre porzioni di territorio? Ma chi l’avrebbe mai detto!

    Una curiosità, poi, assale il giurista: come saranno motivati i provvedimenti di allontanamento? Perché non basta un verbale, serve un decreto del Questore e la memoria va ad un tempo ormai lontano quando venivano arrestati coloro che venivano ritrovati a soggiornare sul territorio di un Comune da cui erano stati diffidati (qualcosa cui si rifà il nuovo daspo): la maggior parte venivano assolti e scarcerati, non prima di avere intasato il lavoro degli uffici giudiziari perché il Pretore disapplicava il provvedimento amministrativo – di solito redatto e firmato da non si sa chi “per il Questore” –  in quanto viziato all’origine da eccesso di potere e mancanza di motivazione che il più delle volte non andava molto oltre una giustificazione apparente del tipo che il soggetto era brutto e cattivo.

    Sempre per il giurista rimane opinabile il rispetto della Costituzione di norme, regolamenti e provvedimenti che limitano la libertà, quantomeno di movimento, di cittadini sulla base di meri sospetti: ma anche questo sappiamo che un risalente vizio del nostro legislatore è non leggere la Costituzione o, in ogni caso, non capire cosa c’è scritto.

    Finirà che, almeno a Milano, Polizia, Carabinieri, Municipale, Reggimento Folgore, Reparti Mobili della Cavalleria Corazzata dedicheranno più tempo a multare fumatori distratti e troppo poco distanti dal passante più vicino mentre in Montenapoleone qualche ben informato grassastore rapina il Richard Mille di un principe ereditario saudita.

  • La Commissione avvia l’Industry-Academia Network per colmare il deficit di competenze in cibersicurezza

    La Commissione ha pubblicato un invito a manifestare interesse per aderire al nuovo Industry-Academia Network nell’ambito dell’accademia delle competenze informatiche. Questa rete innovativa è volta a irrobustire i legami tra l’industria e il mondo accademico al fine di rafforzare le competenze in cibersicurezza e preparare la forza lavoro europea del settore informatico alla rapida evoluzione delle esigenze del settore.

    La rete comprenderà membri dell’accademia delle competenze in materia di cibersicurezza, istituti di istruzione superiore, alleanze accademiche europee ed erogatori di istruzione e formazione professionale (IFP), che si concentreranno sull’allineamento dei programmi accademici e di formazione alle esigenze del mercato del lavoro in materia di cibersicurezza. Dovrebbero emergere partenariati concreti, tra cui programmi congiunti, programmi di tutoraggio, apprendistati e altre iniziative.

    L’invito resterà aperto su base permanente. Le parti interessate che desiderano aderire al gruppo di avvio della rete dovrebbero tuttavia candidarsi entro il 15 dicembre 2024.

  • Questa è la civiltà, bellezza!

    Mentre Musk diventa il tutore del nuovo, vecchio, presidente degli Stati Uniti ed i grandi della terra devono comunque fare i conti con l’uomo più ricco del mondo i comuni mortali sono sempre più vittime della rete, come dimostra anche il caso della giovane donna morta in un ambulatorio medico scelto su Tik Tok.

    Decisioni sconclusionate sul clima, mentre tragedie ambientali continuano a mietere vittime, non aiutano né l’economia né la difesa dell’ambiente e della nostra salute.

    Lo scontro tutto italiano tra politica e magistratura, frutto anche, ammettiamolo, di un eccessivo pressappochismo nel prendere certe decisioni sull’immigrazione e la soluzione albanese, oltre che di una eccessiva politicizzazione di alcuni magistrati, ha solleticato l’ego di Musk che di tutto si deve impicciare, si vede non gli basta l’America.

    Siamo in un’epoca nella quale aumentano le schiavitù fisiche e la povertà ma anche le schiavitù mentali, psicologiche, quelle che fanno credere ai più di essere liberi mentre ogni giorno, anche in occidente, le libertà sono sempre meno perché siamo controllati in ogni nostro movimento.

    Pagamenti e spese controllati dalle nostre carte bancarie, preferenze identificate dalle cento tessere di negozi e supermercati, telecamere ovunque, che però non riprendono quasi mai chi commette un reato, droni che ci sorvolano e ci vedono anche nel giardino di casa, per chi c’è l’ha, annunci pubblicitari e truffe ogni giorno che ci raggiungono su internet dove diventa sempre più difficile non farsi hackerare e ancora? Obbligo di cambiare la macchina pena non circolare più nelle città, e non importa se i mezzi pubblici sono ancora obsoleti ed inquinanti e non sappiamo dove elimineremo le batterie cinesi, obbligo di non accendere i caminetti a legna e presto ci toglieranno anche i caloriferi e dovremo andare con le pompe ad aria anche se abbiamo l’artrosi cervicale.

    L’Italia è la nazione che risulterebbe con un inquinamento molto inferiore alla media europea ma questo conta poco, dobbiamo dismettere i nostri mezzi inferiori ad euro 5, poi questi stessi veicoli saranno mandati nei paesi poveri, specie in Africa, come se il problema inquinamento fosse risolto così mentre i venti e le piogge ci riportano quei gas di scarico che abbiano eliminato dal nostro territorio.

    Sempre meno libertà perché la legge non è uguale per tutti, noi giustamente abbiamo eliminato alcuni prodotti chimici nocivi o pericolosi ma gli europei che producono in Africa e poi, con la nota triangolazione, importano i loro prodotti a basso costo in Europa non hanno regole da seguire ed avvelenano migliaia di lavoratori dei paesi più poveri costretti a lavorare in situazioni gravemente nocive per la loro salute.

    Ma questa è la civiltà, bellezza, il progresso dove tu, piccolo uomo, piccola donna, ti devi adeguare mentre l’uomo più ricco del mondo viaggia per diletto con i suoi amici miliardari, infischiandomene allegramente delle conseguenze ambientali, nelle spazio, auguriamogli di raggiungere Marte e di restarci.

  • Annunciati i vincitori dei Premi per l’eccellenza nella sicurezza stradale 2024

    La Commissione ha annunciato i vincitori dei Premi per l’eccellenza nella sicurezza stradale 2024, che riconoscono contributi eccezionali e innovativi alla sicurezza stradale in Europa. Ogni anno i premi vanno ai migliori contributi della comunità della Carta europea della sicurezza stradale – organizzazioni, autorità e aziende – che hanno prodotto risultati significativi per la sicurezza stradale in Europa. Quest’anno i progetti selezionati rientrano nelle seguenti cinque categorie: educazione, motociclismo, utenti vulnerabili della strada, tecnologia e innovazione e sicurezza stradale urbana.

    Di seguito i vincitori del 2024.

    Comune di Bologna, Italia, per l’iniziativa “Bologna Città 30”, incentrata su aree di circolazione a velocità ridotta, zone pedonali e ciclabili e campagne di sensibilizzazione alla sicurezza stradale.

    Consiglio europeo della sicurezza dei trasporti (ETSC), Europa, per il progetto “LEARN!”, che promuove la sicurezza stradale e l’educazione alla mobilità in Europa.

    Kuratorium für Verkehrssicherheit, Austria, per la pionieristica iniziativa sulla sicurezza stradale che ha ridotto gli incidenti motociclistici migliorando la segnaletica stradale nelle curve.

    Axencia Galega de Infraestruturas, Spagna, per l’approccio innovativo alla promozione della mobilità alternativa in Galizia realizzando percorsi pedonali e ciclabili che collegano le aree interurbane.

    Centro per la gestione del traffico della Baviera, Germania, per i suoi sistemi di gestione del traffico all’avanguardia, come i “Semafori del futuro”, per migliorarne la sicurezza e la circolazione.

    La Carta europea della sicurezza stradale, guidata dalla Commissione europea, è la più grande piattaforma della società civile sulla sicurezza stradale, con circa 4 100 membri. I suoi sforzi sono necessari per conseguire l’obiettivo dell’UE “zero vittime”, teso ad azzerare vittime e feriti gravi della strada entro il 2050, soprattutto dal momento che i progressi degli Stati membri sono in fase di stallo (20 400 vittime della strada registrate solo nel 2023) e molti paesi stanno rimanendo indietro rispetto a tale obiettivo.

  • Sempre più necessario un corpo di soccorso europeo

    Mentre si raccolgono i morti annegati nell’acqua e nel fango ed altri rischiano malattie per l’ambiente contaminato nel quale sono costretti a vivere da giorni, decine di migliaia di persone sono senza acqua, luce, cibo e si assommano recriminazioni e denunce, appare evidente l’incapacità ed impreparazione delle istituzioni di fronte ad una grave calamità naturale.

    Se l’allarme è stato dato con colpevole ritardo, con la conseguenza di quei morti nel garage o nelle macchine, per le strade o nei negozi, è ormai evidente che anche i soccorsi non sono stati attivati immediatamente e non vi sia stata la necessaria quantità di uomini e mezzi  a fare fronte alla immensa devastazione.

    Ancora una volta la gran parte del lavoro, nell’immediato ed anche dopo ore e giorni, è stato a carico dei volontari, dei civili, della gente comune, scene che avevamo in parte visto con le alluvioni in Romagna anche se la distruzione dentro la città di Valencia non ha paragoni con altre pur terribili sciagure.

    Il volontariato non può sostituirsi alle strutture pubbliche, non ne ha i mezzi mentre sembra invece che sempre più le istituzioni lascino compiti a loro propri ai privati.

    L’aumento in Europa di calamità naturali, di una violenza un tempo sconosciuta, dovrebbe far comprendere alla Commissione ed al Consiglio la necessità urgente di un corpo di soccorso europeo, specializzato al massimo, pronto a partire 24 ore su 24 con mezzi a disposizione, aerei cargo, per portare i soccorsi necessari nell’immediatezza dell’evento catastrofico. Un corpo di soccorso europeo che possa intervenire in aiuto alle popolazioni colpite e di supporto alle forze di soccorso che i governi nazionali mettono in campo.

    Anche con queste iniziative si costruisce l’Europa unita e si contrastano le tragedie che sempre più costantemente ci colpiscono.

  • Nuove norme per rafforzare la cibersicurezza dei soggetti critici e delle reti essenziali dell’UE

    La Commissione ha adottato le prime norme di attuazione sulla cibersicurezza dei soggetti critici e delle reti essenziali ai sensi della direttiva relativa a misure per un livello comune elevato di cibersicurezza nell’Unione (direttiva NIS2). L’atto di esecuzione delinea le misure di gestione dei rischi di cibersicurezza e i casi in cui un incidente deve essere considerato significativo e segnalato alle autorità nazionali da parte delle aziende che forniscono infrastrutture e servizi digitali. Si tratta di un altro passo importante per rafforzare la ciberresilienza delle infrastrutture digitali critiche europee.

    Dal 18 ottobre 2024, tutti gli Stati membri devono applicare le misure necessarie per conformarsi alle norme di cibersicurezza NIS2, comprese le misure di vigilanza e di esecuzione.

  • Quadro UE-USA per la protezione dei dati personali: le autorità statunitensi ne hanno messo in atto gli elementi costitutivi

    La Commissione ha pubblicato una relazione a seguito del primo riesame della decisione di adeguatezza relativa al quadro UE-USA per la protezione dei dati personali (DPF) trasferiti dall’Unione europea a organizzazioni negli Stati Uniti.

    Sulla base delle informazioni raccolte durante il riesame, la Commissione conclude che le autorità statunitensi hanno messo in atto tutti gli elementi costitutivi del quadro. Ciò comprende l’attuazione di garanzie per limitare l’accesso ai dati personali da parte delle autorità di intelligence statunitensi a quanto necessario e proporzionato per proteggere la sicurezza nazionale, e l’istituzione di un meccanismo di ricorso indipendente e imparziale. La relazione contiene inoltre una serie di raccomandazioni volte a garantire che il quadro continui a funzionare efficacemente, compresa l’elaborazione di orientamenti comuni, da parte delle autorità statunitensi e dell’UE, sugli obblighi fondamentali collegati a tale regime. La Commissione continuerà a monitorare gli sviluppi e riferirà periodicamente sul funzionamento del quadro.

    Il riesame si basa sui contributi di un’ampia gamma di attori, tra cui organizzazioni della società civile, associazioni di categoria, autorità dell’UE per la protezione dei dati e autorità statunitensi coinvolte nell’attuazione del quadro, nonché sui riscontri forniti dal grande pubblico mediante il portale “Di’ la tua”.

  • Valutazione della Commissione mostra vantaggi e limiti della normativa che tutela i consumatori online

    La Commissione ha pubblicato i risultati del controllo dell’adeguatezza sull’equità digitale, che valuta se l’attuale normativa dell’UE per la tutela dei consumatori sia idonea allo scopo di garantire un elevato livello di protezione nell’ambiente digitale.

    Il controllo dell’adeguatezza riguarda tre direttive fondamentali: la direttiva sulle pratiche commerciali sleali, la direttiva sui diritti dei consumatori e la direttiva sulle clausole abusive nei contratti. I risultati mostrano che le norme rimangono pertinenti e necessarie per garantire un elevato livello di protezione dei consumatori e l’efficace funzionamento del mercato unico digitale. Tuttavia si riscontra anche che i consumatori si comportano in modo diverso online rispetto a quando sono offline. Gli sviluppi tecnologici e un maggiore monitoraggio dei comportamenti online consentono inoltre alle imprese di persuadere più efficacemente i consumatori online. Ciò evidenzia la necessità di norme più adatte alle pratiche dannose e alle sfide specifiche che i consumatori si trovano ad affrontare online.

  • Musk coinvolto sui social in un affaire col macellaio ceceno Kadyrov

    Elon Musk si è trovato al centro di una nuova bufera mediatica dopo che Ramzan Kadyrov, il leader ceceno noto per il suo stretto legame con Vladimir Putin, è stato immortalato alla guida di un Tesla Cybertruck. Il video, diventato virale sui social media, mostra Kadyrov ringraziare Musk per avergli donato il veicolo, su cui è stato installato un mitragliatore. Poi invita il ceo di Tesla e SpaceX a Grozny come suo ospite d’onore.

    La notizia ha scatenato su X, piattaforma di proprietà di Musk, e sugli altri social un acceso dibattito di cui dà notizia anche il Corriere della Sera: è possibile che Musk abbia effettivamente donato il Cybertruck a Kadyrov, nonostante quest’ultimo sia oggetto delle sanzioni imposte dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea? Diversi utenti hanno ricordato le recenti prese di posizione di Musk contro gli aiuti militari a Kiev, altre hanno ricordato l’aperto sostegno a Donald Trump nelle prossime elezioni presidenziali americane (il candidato repubblicano di recente ha dichiarato: «Niente aiuti americani se Kiev non si siede a trattare»).

    Tra chi ha sollevato la questione su X c’è stato Seth Abrahmson, giornalista e scrittore, chiedendo pubblicamente perché l’accademia militare di West Point abbia invitato l’imprenditore di origini sudafricane a parlare proprio mentre sembra fornire veicoli hi-tech ai nemici degli Stati Uniti. La risposta di Musk è stata piccata e, come al suo solito, fuori dai confini del politicamente corretto: «Sei davvero così ritardato da pensare che abbia donato un cybertruck ad un generale russo? Fantastico», aggiungendo poi un paio di emoji delle risate.

    Tuttavia, Abrahmson (oltre a sottolineare quanto sia sgradevole l’uso del termine «ritardato», «non per i miei sentimenti ma perché le persone con disabilità sono preziose quanto tutti gli esseri umani. È triste che i Maga li odino così tanto») ha insistito e ha chiesto a Musk di chiarire come Kadyrov sia entrato in possesso del veicolo e se Tesla abbia fatto qualcosa per disattivarlo da remoto o impedirne un uso improprio. Senza spiegazioni, sostiene il giornalista, sarebbe ragionevole ritenere Musk responsabile di aver reso possibile l’acquisizione del Cybertruck da parte di Kadyrov, violando potenzialmente i termini d’uso di Tesla e le sanzioni statunitensi.

  • Airbag prodotti in Asia difettosi, Stellantis ricorre al “Made in Colleferro”

    Stellantis ha dovuto sostituire gli airbag difettosi prodotti in Asia dalla giapponese Takata con quelli italianissimi, prodotti a Colleferro, stabilimento alle porte di Roma.

    Secondo cifre provenienti da Tokyo su 100 milioni di auto equipaggiate coi dispositivi prodotti dalla casa giapponese dai primi anni 2000 (fino al suo fallimento nel 2017) i dispositivi di protezione in caso di incidente potrebbero arrivare ad esplodere violentemente senza preavviso per via di un difetto di fabbricazione.

    In Italia, la 23enne Martina Guzzi, secondo la Procura di Catanzaro è stata vittima il 28 maggio scorso di uno degli airbag difettosi, che era montato sulla sua Citroen C3. Si tratta della prima vittima ufficiale italiana degli airbag Takata.

    A luglio Stellantis ha comunicato che “anche in Italia, sta condividendo tutte le informazioni disponibili sull’attuale campagna di richiamo ‘stop drive’ per i veicoli C3 e DS3 prodotti tra il 2009 e il 2019, con cui ha informato i clienti delle problematiche degli airbag sulla loro autovettura e il divieto assoluto di utilizzo, fino al loro ripristino”. Il gruppo franco-italiano ha reso noto che già sta “collaborando con le autorità competenti sui richiami” e fatto sapere di non poter quindi “rilasciare dichiarazioni laddove ci sia una indagine in corso in seguito a specifici casi”.

    Il gruppo Stellantis ha anche fatto presente di essersi già attivato per “ridurre il disagio dei clienti coinvolti”, specificando che è stata “più che raddoppiata la capacità del call center, da 58 a 128 operatori, per rispondere alle chiamate”, che “sono stati messi a disposizione 11.000 veicoli di cortesia per i clienti italiani e sta esplorando ulteriori soluzioni per garantire la mobilità dei clienti coinvolti”. Quanto ai numeri della campagna, Stellantis assicura che, “grazie a una capacità raddoppiata, al 23 di luglio sono stati sostituiti gli airbag in 20.000 veicoli C3 e DS3, mentre altri 24.000 veicoli sono attualmente in via di riparazione”. Infine, è stata aumentata anche la produzione dei dispositivi grazie alla realizzazione di una linea apposita presso la fabbrica della Joyson a Colleferro, vicino Roma: “La fornitura di airbag in Europa ha raggiunto le 14.500 unità a settimana”.

    A quanto comunicato da Stellantis, sono stati già sostituiti circa 102.000 Citroën e DS dotate di airbag difettosi forniti dal produttore giapponese Takata, corrispondenti a un quinto dei veicoli interessati. Gli interventi sono stati effettuati in Francia, Italia, Spagna e Portogallo. Altri 128.000 veicoli dovrebbero essere riparati a breve. Questi quattro Paesi europei rappresentano il 91% dei veicoli coinvolti in questa importante campagna di richiamo, che richiede l’immobilizzazione del veicolo fino alla riparazione. In Francia, 56.000 veicoli sono stati riparati e 43.000 sono in programma di riparazione. In totale sono interessati 530.000 veicoli Citroën C3 e DS3 venduti tra il 2009 e il 2019 in Europa e Nord Africa, di cui 246.000 in Francia. Da quando la campagna di richiamo è stata annunciata a maggio, Stellantis ha offerto veicoli sostitutivi e ha raddoppiato la produzione di airbag adattati grazie anche allo stabilimento di Colleferro.

    Il marchio lancerà una campagna pubblicitaria in questi quattro Paesi, sui giornali, alla radio e su Internet, per incoraggiare i proprietari a registrarsi sulla sua piattaforma e a fissare un appuntamento per visitare un’officina. Anche Volkswagen, Nissan e Toyota hanno recentemente lanciato campagne di richiamo per gli airbag Takata. Quest’estate, BMW ha richiamato più di 1,7 milioni di veicoli negli Stati Uniti e in Cina per lo stesso problema.

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