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Emilia Romagna: attacco al Made in Italy

Il principale valore riconosciuto al Made in Italy è quello di rappresentare la perfetta sintesi tra stile, know how professionale ed industriale, sublimato e valorizzato dall’utilizzo di materie prime di grandissimo valore, in particolar modo nel settore agroalimentare e vitivinicolo.

Proprio nel settore primario la certificazione della filiera agroalimentare rappresenta il principale valore espresso dalle eccellenze italiane e riconosciuto in ogni parte del mondo e da ogni mercato e consumatore.

Nello specifico, l’Italia rappresenta il primo produttore al mondo di pasta con 3,6 milioni di tonnellate ed utilizza al massimo le potenzialità produttive del settore agricolo italiano.

Nonostante questa eccellenza mondiale ed all’interno del cuore e del polmone verde in Italia, la Regione Emilia Romagna ha stabilito con la Delibera 2133 del 4 dicembre 2023 di offrire dai 500 ai 1500 euro all’anno, per i prossimi vent’anni, per ogni ettaro “non coltivato”, cioè sottratto alla filiera agroalimentare.
L’obiettivo è di carattere ambientale:
“contribuire alla mitigazione dei cambiamenti
climatici e all’adattamento a essi, anche
riducendo le emissioni di gas a effetto serra …. favorire lo sviluppo sostenibile”.

Il Premio Nobel per l’Economia Milton Friedman diceva “se tu paghi la gente quando non lavora e la tassi quando lavora non essere sorpreso se produci disoccupazione”.

In questo modo si pongono le basi per la distruzione del valore complessivo della filiera agroalimentare in quanto si adotta il principio del “reddito di incoltivazione” pagando per non coltivare. Magari potrà, successivamente, sulla base del solo delirio ambientalista, essere adottato per altri settori, anche se eccellenze del Made in Italy, aprendo le porte ad una ulteriore disoccupazione e dipendenza dalle import di ogni genere.

Dimenticando, poi, come la semplice importazione delle materie prime dall’estremo Oriente e dal Canada, ma anche dalla Russia, determinino un impatto ambientale molto più importante di quanto la stessa coltivazione produca.

In altre parole, il delirio ambientalista si sta definendo come il peggior nemico delle eccellenze italiane che producono reddito e valore aggiunto ed assicurano un futuro alle famiglie.

Mai come ora la Regione Emilia Romagna opera contro il settore primario e tende a distruggere ogni valore economico espresso negli ultimi cinquant’anni dalle eccellenze italiane in nome di un delirio ambientalista e politico.

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