Attualità

L’azzeramento culturale woke

Qualsiasi opera umana rappresenta la mirabile sintesi del genio umano espresso all’interno di un preciso momento storico, del quale molto spesso ne esprime, fino a rifletterli, i principi ideologici ed etici.

A nessuno giustamente verrebbe in mente di adeguare alle normative attuali il patrimonio di monumenti storici di cui l’Italia detiene il primato e tantomeno modificare, in ragione della nuova tendenza architettonica contemporanea, il Colosseo, solo per un esempio.

Viceversa, il delirio politico Woke, che annovera da pochi giorni anche l’attrice ed autrice Cortellesi, rappresenta la massima espressione di un principio profondamente anti culturale che pretenderebbe di adeguare a questi “nuovi valori” ogni opera di ingegno del passato e così modificarne forma, contenuti e messaggi “valoriali”.

Cancellare qualsiasi cultura come espressione contemporanea di una volontà negazionista non si traduce esclusivamente nel bruciare i libri, come avvenne nel 1933 con il regime di Hitler, in quanto considerati non in linea con i principi ideologici del regime nazista, ma anche nel solo manipolare e modificare le opere di ingegno espresse in un determinato contesto storico per adeguarle alla nuova ideologia dominante.

Un atteggiamento perfettamente in linea e molto simile a quello dominante appunto nel tedesco 1933.

Questo delirio ideologico contemporaneo rappresenta il punto più basso dell’anticultura dominante, della quale una parte della cosiddetta classe illuminata e progressista si è fatta portavoce.

Difficilmente nell’ultimo secolo si è riscontrato un simile integralismo ideologico capace di azzerare il contenuto stesso di un’opera culturale, rendendo inoltre questo atteggiamento sempre più simile a quello adottato dal dittatore nazista e dalla ideologia che lo sosteneva.

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