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L’azzeramento patrimoniale degli investimenti

Esiste un effetto non considerato in relazione alla crisi economica e industriale legata all’esplosione dei costi energetici e alle conseguenze dell’inflazione già presente nel 2021.

Negli ultimi anni precedenti la pandemia, il sistema industriale era stato “invitato” ad un proprio aggiornamento in relazione alle sfide internazionale e alla concorrenza dei paesi a basso costo manodopera.

Sicuramente l’innovazione tecnologica, che comporta una diminuzione dell’intensità di manodopera per milione di fatturato soprattutto nel settore manifatturiero, se da una parte diminuisce le opportunità lavorative, dall’altra attenua la differenza dei costi tra le diverse locazioni produttive basate esclusivamente sul confronto del costo del lavoro e conseguentemente rende di nuovo approcciabile l’investimento industriale.

In altre parole la stessa innovazione, se supportata da una opportuna politica fiscale governativa, dovrebbe creare le condizioni finalizzate a riportare le filiere produttive, una volta all’estero, all’interno del nostro Paese (reshoring produttivo).

In questo contesto la successiva crisi pandemica e delle filiere produttive, troppo allungate nel perimetro asiatico sempre a caccia del minore costo, rappresentava un’occasione ma soprattutto una conferma in più per dare vita ad una pur parziale reindustrializzazione del nostro Paese. Il supporto dei governi avrebbe dovuto assumere i connotati di una fiscalità di vantaggio che favorirebbe il sistema industriale italiano e soprattutto le fiere italiane.

Tutti gli investimenti in questo senso, tanto del sistema industriale e finalizzati all’ottenimento di una maggiore produttività e quindi una maggiore competitività nel mercato globale, quanto gli interventi legislativi varati dai diversi governi, come industria 4.0, perdono ogni valore e vengono addirittura azzerati a causa dell’esplosione dei costi dell’approvvigionamento energetico.

Rappresenterebbe, ora, un errore ingiustificabile non inserire nella valutazione degli effetti della attuale pre-recessione gli effetti finanziari ed economici di questo azzeramento patrimoniale e relativo agli investimenti degli ultimi anni nel sistema industriale e manifatturiero in quanto il loro effetto di “efficientamento” del complesso sistema produttivo viene sostanzialmente azzerato dall’esplosione dei costi energetici il quale da solo determina la perdita di ogni fattore competitivo da parte delle aziende italiane nel contesto internazionale.

Un azzeramento patrimoniale degli investimenti, in aggiunta agli effetti già evidenti della crisi, che dovrebbe spingere qualsiasi forza di governo ad una valutazione e ad una conseguente elaborazione di un strategia complessiva, abbandonando finalmente la politica dei Bonus fiscali, per la loro stessa definizione discriminanti, e verso l’elaborazione di una visione generale che affronti il problema nella sua complessità, invece di tentare di attenuarne gli effetti favorendo questa o quella categoria.

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