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Scambi commerciali mondiali giù di oltre il 7% nel 2020 ma nel 2021 faranno +7,6%

Il commercio internazionale è pronto a ripartire. Lo confermano le stime di Ice Agenzia e Prometeia, secondo cui nel 2021 gli scambi internazionali registreranno un rimbalzo del 7,6%. La ripresa si consoliderà nel 2022 con un’ulteriore crescita del 5,3%, riportando le importazioni dei mercati analizzati sui livelli prima della crisi. Entusiasta, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha commentato: “Dobbiamo essere fiduciosi perché le imprese italiane, dopo un periodo di difficoltà e coraggiosa resistenza possono vedere aprirsi nei prossimi mesi una fase di nuove possibilità”.

Il rapporto Ice-Prometeia traccia un quadro non roseo per il 2020, l’anno in cui è iniziata la crisi pandemica. Lo scorso anno si è infatti chiuso con una caduta degli scambi mondiali poco superiore al 7% su base annua. E’ da riconoscere, tuttavia, come gli scambi commerciali internazionali abbiano giocato un ruolo fondamentale nell’arginare la diffusione dell’epidemia. Nell’ultimo anno infatti i flussi commerciali dei beni legati all’emergenza – dai dispositivi di protezione, ai prodotti farmaceutici, al materiale medico/sanitario – sono cresciuti in valore del 17%. Il settore più collegato all’emergenza sanitaria, la chimica farmaceutica, ha sperimentato un’espansione della domanda internazionale dell’8%. Il dato si confronta con flessioni superiori al 20% per i settori collegati alla mobilità (automotive e mezzi di trasporto) o a oltre il 10% per alcuni comparti tecnologici (meccanica in particolare) e di consumo (sistema moda e arredo), tra quelli di particolare rilevanza per l’Italia.

Di Maio ha ricordato che il documento Ice-Prometeia “riflette inevitabilmente l’eccezionalità dell’anno appena trascorso. Un’eccezionalità, purtroppo, di segno negativo. Un dato su tutti: -7,2% il volume degli scambi mondiali nel 2020 rispetto al 2019. Il secondo peggior calo degli ultimi 20 anni. Sono statistiche che preoccupano e possono scoraggiare, ma sfogliando il rapporto troviamo anche evidenze di una imminente ripresa che ci porta a guardare con ottimismo al futuro”. Il mercato globale “è estremamente competitivo, ma ci sono ancora margini consistenti per riposizionarsi e cogliere nuove opportunità di affari”, ha sottolineato il ministro.

Dai dati Ice-Prometeia arrivano comunque anche segnali incoraggianti. “Tra i Paesi del G8, l’Italia è il secondo per minor flessione dell’export e questo contributo ha consentito di attenuare un più forte calo dei consumi interni”, ha ricordato Carlo Ferro, presidente di ICce Agenzia. “Inoltre, nonostante il calo delle esportazioni ci sono eccellenze settoriali, gli ‘Oscar dell’export’, che hanno performato positivamente su alcuni mercati, indice della capacità delle nostre filiere di resistere agli shock inaspettati. Per esempio, il riso verso la Germania, la pasta verso Giappone e UK, il vino verso la Corea del Sud e l’Olanda e l’olio di oliva verso la Francia. Oltre il farmaceutico e l’alimentare, che sono cresciuti come settori, ci sono performance dell’export settore-Paese particolarmente positive: i componenti elettronici verso gli Stati Uniti, le macchine tessili verso la Turchia, le materie plastiche verso la Cina, le calzature in Corea del Sud, per fare alcuni esempi”, ha ribadito Ferro.

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