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L’ondata del populismo migratorio ha raggiunto anche la Germania

Il ministro dell’Interno Seehofer minaccia le dimissioni

Le conclusioni del vertice europeo di sabato scorso e l’atteggiamento della cancelliera Merkel in tema di migrazioni non hanno soddisfatto il ministro dell’Interno della Germania, Horst Seehofer, che ha annunciato di volersi dimettere nel caso in cui il governo Merkel non attui politiche più adeguate e consistenti in ordine ai migranti e ai richiedenti asilo. Oggi, lunedì, sono in corso nuovi incontri per discutere la situazione e per verificare se le dimissioni annunciate saranno formalizzate. Nel caso queste si verificassero potrebbero avere serie conseguenze per la coalizione che regge il governo Merkel, formato faticosamente dopo difficili trattative. Il fatto che complica la situazione è offerto dal doppio incarico di Seehofer, ministro dell’Interno e leader dell’Unione Cristiano-Sociale della Baviera (CSU), il partito attivo soltanto in Baviera, che affronterà in ottobre un’elezione difficile, incalzato efficacemente dai partiti di estrema destra e che rischia per la prima volta dal dopoguerra, di perdere la maggioranza assoluta dei seggi nel parlamento locale. Oltre a ciò, la CDU è lo storico alleato della CDU, l’Unione Cristiano-Democratica della Merkel. Insieme formano il gruppo parlamentare al Bundestag e garantiscono stabilità ed equilibrio. Dopo le ultime elezioni del settembre scorso, tuttavia, con il calo di consenso dei socialdemocratici, con quello, sia pure meno consistente, dei cristiano-democratici, e con  l’aumento inaspettato del partito “Alternativa per la Germania” (AFD), che raggiunse il 12,64% dei voti, i due partiti si trovano su posizioni conflittuali in relazione alla politica per l’immigrazione: la CSU di Seehofer su posizioni più nette e più drastiche, per un controllo più rigido degli ingressi; la CDU della Merkel per maggiori aperture e più incline all’accoglienza. La differenza di vedute, però, non aveva intaccato, fino ad ora, l’alleanza di lunga data tra i due partiti. Le eventuali dimissioni di Seehofer potrebbero invece cambiare le cose ed indebolire la “grosse” coalizione che sostiene il governo Merkel.

Dietro pressione della CSU, la settimana scorsa la Merkel ha proposto un accordo vago agli altri leader europei riuniti a Bruxelles nel Consiglio europeo, con l’impegno a costruire nuovi centri per i richiedenti asilo e a rendere più rigido il sistema dell’accoglienza in Germania. Questa soluzione, non ancora definita nei dettagli, era stata proposta dalla Merkel in linea con le richieste della CSU, che minacciava di espellere tutti i richiedenti asilo che si trovano in Germania, ma che abbiano fatto richiesta di asilo in altri Paesi dell’UE. E’ il tema dei “movimenti secondari”, che Merkel vorrebbe scoraggiare. Nella riunione del Consiglio europeo ha lavorato in questo senso e ha sempre detto di essere contraria alle espulsioni di chi è già in Germania, sostenendo l’opportunità di coinvolgere gli altri Stati europei e cercare la loro collaborazione. La Merkel, giustamente, teme che una chiusura, sia pur parziale, dei confini della Germania potrebbe mettere a rischio il principio di libera circolazione delle persone e delle merci, uno dei risultati più importanti raggiunti dall’Unione europea, che ha contribuito a rendere più dinamico il suo sistema economico, a partire proprio da quello tedesco. La cancelliera ha presentato alla CSU un piano per ridurre l’arrivo di nuovi migranti in Europa e al tempo stesso per riorganizzare la presenza dei richiedenti asilo. Ha stretto accordi con oltre 15 Paesi dell’UE per fare in modo che riaccolgano le persone che avevano presentato richiesta d’asilo nei loro confini, prima di arrivare in Germania. Alla televisione ZDF, Merkel ha poi cercato di rassicurare ulteriormente la CSU, spiegando che l’obiettivo condiviso resta quello di ridurre il fenomeno dei migranti. Il suo governo propone, semplicemente, di farlo in modo meno drastico e in collaborazione con altri Stati. Dopo una lunga riunione avuta domenica con gli altri leader della CSU, Seehofer è giunto alla conclusione che la soluzione proposta dalla Merkel non fosse sufficiente e ha mantenuto l’idea delle espulsioni. Non tutti però, all’interno della stessa CSU, condividono la posizione di Seehofer, il quale, oltre alla possibilità di dimettersi da ministro dell’Interno, ha detto che potrebbe dimettersi anche da leader della CSU, offrendo alla Merkel l’opportunità di riprendere il controllo della situazione, eliminando un elemento di instabilità nel suo governo. Staremo a vedere. Questa sera dovremmo saperne di più. In ogni modo un dato è certo: l’ondata populista relativa all’immigrazione ha raggiunto al cuore anche la Germania. Che l’ondata sia populista o meno, lo vedremo nei prossimi mesi. Potrebbe trattarsi semplicemente di una presa di coscienza dei rischi che l’immigrazione comporta per i Paesi ospitanti, quando essa supera certi limiti. Rendersene conto ora e provvedervi per tempo, è sempre meglio che subirne passivamente le conseguenze.

 

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