Germania

  • L’industria militare tedesca punta ad aumentare la produzione

    L’industria della difesa tedesca vuole aumentare le capacità di produzione nei prossimi anni: dai mezzi corazzati alle munizioni e ai sistemi di difesa aerea. È quanto riferisce il quotidiano “Handelsblatt”, secondo cui i gruppi Krauss-Maffei Wegmann (Kmw) e Rheinmetall intendono fabbricare 100 carri armati Leopard 2 all’anno. A sua volta, l’azienda Diehl punta a triplicare il numero dei sistemi di difesa aerea Iris-T. Inoltre, Rheinmetall e Diehl mirano a portare la produzione di proiettili di artiglieria dalle attuali 100mila a circa 250mila unità all’anno.

    Questa espansione fa seguito alla guerra mossa dalla Russia contro l’Ucraina. I nuovi prodotti verranno forniti principalmente alle Forze armate della Germania e degli altri Stati della Nato, per esempio Norvegia e Slovacchia. Alcuni di questi Paesi devono, infatti, sostituire armi e materiali che hanno trasferito all’ex repubblica sovietica, a cui andrà la maggior parte delle munizioni prodotte in Germania. Tuttavia, l’ampliamento delle capacità del settore della difesa tedesco non sarà sufficiente a soddisfare la domanda. Soltanto per i proiettili di artiglieria, il fabbisogno dei Paesi europei e dell’Ucraina è di 5,5 milioni di pezzi. Considerate le difficoltà soprattutto nella produzione di granate e razzi, questo totale sembra difficilmente raggiungibile.

  • Parlamentari tedeschi e belgi quinta colonna cinese nei loro Paesi

    Spie cinesi hanno reclutato deputati tedeschi e belgi, influenzandone “con successo” le iniziative parlamentari, sia nei rispettivi Paesi sia al Parlamento europeo. In particolare, si tratta di esponenti di formazioni di estrema destra, come il partito nazionalconservatore Alternativa per la Germania (Afd). È quanto dimostrano “centinaia di messaggi” di un funzionario del ministero per la Sicurezza dello Stato della Cina, con il nome in codice di “Daniel Woo”, come rivela un’inchiesta realizzata congiuntamente dal settimanale “Der Spiegel” e dai quotidiani “Le Monde” e “Financial Times”.

    Nel reclutamento di politici europei di estrema destra, la Cina ha “copiato” la strategia già attuata dall’intelligence russa. I contatti di Woo vanno dal gruppo di Afd al Bundestag a Frank Creyelman, un ex deputato del partito di estrema destra belga Interesse fiammingo (Vb) che l’agente cinese avrebbe retribuito con versamenti in contanti. In particolare, nel 2019, Creyelman avrebbe fornito al suo referente di Pechino un profilo del presidente del Consiglio europeo Charles Michel comprendente le sua “opinioni politiche, personalità, hobby e visione” della Cina. In un’altra occasione, si trattava di “impedire o disturbare un evento su Taiwan al Parlamento europeo”. Per i suoi compiti, l’esponente del Vb avrebbe ricevuto somme che vanno dai seimila ai diecimila euro, nonché pagamenti in criptovaluta.

    Per servire gli interessi dell’intelligence cinese, Creyelman si è poi detto disponibile a utilizzare sia i suoi contatti in Afd sia suo fratello Steven, deputato del Vb al parlamento del Belgio dove siede nelle commissioni Difesa e Salute. I compiti di Woo interessano l’intero spettro delle questioni su cui la Cina intende esercitare influenza: Taiwan, Tibet e uiguri, la minoranza musulmana dello Xinjiang. In particolare, Woo si concentrava sui rapporti tra Ue e Stati Uniti, affinché venissero resi più difficili o “distrutti”. In un messaggio invito a Creyelman, l’agente cinese scrive: “Finora ti ho chiesto di procurare informazioni, ora agiamo anche, come con l’interrogazione in parlamento”.

    Woo risulta noto ai servizi segreti occidentali come impiegato presso la sede del ministero per la Sicurezza dello Stato cinese ad Hangzhou, nella provincia dello Zhejiang, e già operativo in Polonia nel 2015. Inoltre, l’agente e dei suoi colleghi avrebbero tentato di reclutare funzionari e deputati tedeschi, nonché loro assistenti, su LinkedIn. Con Creyelman, Woo ha discusso anche di come corrompere “rappresentanti del Vaticano” affinché la Santa Sede pubblicasse un messaggio favorevole alla Cina. In occasione delle visite a Pechino effettuate nel 2022 dal cancelliere tedesco Olaf Scholz e dal presidente francese, Emmanuel Macron, Woo ha scritto a Creyelman che si doveva far in modo di diffonder l’idea secondo cui “Stati Uniti e Regno Unito destabilizzano l’approvvigionamento di energia in Europa”. A tal fine, eurodeputati di estrema destra avrebbero dovuto diffondere al Parlamento europeo un messaggio secondo cui Usa e Regno Unito “causano soltanto problemi” all’Ue, che è invece “sostenuta dalla Cina”. Il messaggio avrebbe poi dovuto essere diffuso dai mezzi di informazione durante le visite di Scholz e Macron a Pechino.

    Creyelman ha risposto: “In Germania, tramite Afd, possiamo esortare la delegazione tedesca a parlare apertamente con le autorità cinesi, invece di limitarsi a seguire la strategia degli Stati Uniti”. L’esponente del Vb propose poi a Woo di sfruttare a fini propagandistici la guerra mossa dalla Russia contro l’Ucraina. All’agente cinese, Creyelman ha scritto che si poteva chiedere “ai nostri deputati tedeschi e francesi” di proporre una mediazione di Pechino tra Mosca e Kiev, così da far “inc… gli Usa”. Nella chat con Woo, Creyelman fa riferimento a Waldemar Herdt, deputato di Afd al Bundestag dal 2017 al 2022, definendolo “filocinese” e capace di influenzare altri rappresentanti al parlamento tedesco. Herdt ha negato di conoscere l’ex deputato belga e ha smentito di essere un sostenitore della Cina. Tuttavia, l’esponente di Afd, nato in Kazakhstan nel 1962 e trasferitosi in Germania nel 1993, è noto per essere vicino alla Russia così come il suo partito. A sua volta, nel corso di un’intervista rilasciata all’agenzia di stampa “Sputnik”, Creyelman si è presentato come un attore centrale della svolta filorussa dell’estrema destra europea e ha aggiunto: “Siamo stati i motori che hanno portato i governi un po’ più vicini alla Russia”.Allo stesso tempo, Afd ha aperto alla Cina dopo averla criticata per lungo tempo.

    La copresidente del partito di Tino Chrupalla, Alice Weidel, si è recata in visita a Shanghai e a Pechino nel giugno scorso e ha in seguito affermato che in Cina si è “molto entusiasti” del lavoro dei nazionalconservatori “a Berlino”. Weidel ha poi sottolineato che Pechino intende intensificare i contatti con Afd e “i prossimi passi sono già in fase di pianificazione”. Intanto, come capolista alle elezioni europee del 2024, il partito ha scelto Maximilian Krah, sostenitore di posizioni filocinesi. In particolare, l’esponente di Afd è contrario alla rimozione dalla rete 5G della Germania dei componenti dell’azienda per le telecomunicazioni cinese Huawei, sospettata di attività di spionaggio per l’intelligence di Pechino. Krah ha poi dichiarato che se l’Europa vuole essere “un attore globale indipendente e non soltanto un vassallo degli americani”, allora deve avere “buoni rapporti con la Cina”, oggetto di una “sfiducia generale”. Inoltre, il capolista di Afd alle prossime europee ha respinto le accuse di oppressione in Tibet e di violazioni dei diritti umani degli uiguri dello Xinjiang, spesso lanciate contro la potenza asiatica. Al Parlamento europeo, dove è deputato dal 2019, Krah ha votato nel 2021 contro la proposta per una nuova strategia dell’Ue nei confronti della Cina. Nel testo si chiedeva una politica più severa verso il Paese e la Commissione europea veniva esortata a “contrastare” sia i finanziamenti cinesi per i “nostri processi democratici”sia i tentativi di Pechino di “cooptazione di alti funzionari ed ex deputati dell’Ue”.

    Krah avrebbe inoltre affermato che, in un’Afd “ideale, chiederemmo noi stessi l’annessione di Taiwan”. Interpellato in merito, l’eurodeputato dei nazionalconservatori ha dichiarato di non ricordare di aver pronunciato queste parole. Tuttavia, è accertato che uno dei collaboratori di Krah è di origine cinese e avrebbe offerto ai giovani di Afd viaggi in Cina, con soltanto i voli a loro spese. Il capolista di Afd alle europee ha negato di avere contatti con “dipartimenti governativi cinesi diversi dai rappresentanti ufficiali della diplomazia cinese a Bruxelles”. In merito al suo collaboratore, Krah ha dichiarato di non disporre di “elementi che gli facciano dubitare della sua lealtà e affidabilità”.

    Nei messaggi tra Creyelman e Woo appaiono riferimenti a Manuel Ochsenreiter, esponente dell’estrema destra tedesca e diffusore della propaganda russa che ha svolto attività di consulenza per un deputato di Afd al Bundestag, Markus Frohmaier. Secondo fonti russe, il parlamentare dei nazionalconservatori è “assolutamente sotto il controllo” di Mosca. Inoltre, Ochsenreiter ha collaborato con un cittadino polacco, accusato dalle autorità del suo Paese di spionaggio per la Russia e la Cina, con la complicità di Woo. Per Afd, Ochsenreiter avrebbe lavorato come intermediario tra Mosca e Pechino. L’estremista di destra, che conosceva Creyelman con cui Woo intendeva farlo viaggiare in Cina, è deceduto a Mosca per infarto nel 2021. “Brutte notizie”, scrisse l’agente cinese in un messaggio all’ex deputato del Vb. Nel 2022, Woo chiese a a Creyelman di reclutare Martin Selmayr, già capo di gabinetto del presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker, in carica dal 2014 al 2019. Dalle risposte dell’ex deputato del Vb non è chiaro quale esito abbia avuto la richiesta. Dal 2019 rappresentante della Commissione europea a Vienna, Selmayr ha negato di aver avuto contatti con Woo o Creyelman.

  • In Germania sventati 18 attentati islamisti dal 2010

    Sono 18 gli attentati con matrice islamista sventati in Germania dal 2010, secondo i dati dell’Ufficio federale di polizia criminale (Bka). In particolare, nove attacchi sono stati impediti in Nordreno-Vestfalia. Si tratta nello specifico di un attentato dinamitardo e uno con l’utilizzo di armi da fuoco nel 2011 e di un altro con entrambe le modalità nel 2013. Un attacco con esplosivo avrebbe dovuto colpire militari tedeschi nel 2016-2017, mentre nel 2018 era pianificato l’utilizzo di ricino a Colonia. Nel 2019-2020 sono stati sventati preparativi per attentati contro singoli obiettivi. Nel 2021, un attacco con armi da fuoco avrebbe dovuto aver luogo a Duisburg o nella regione di Colonia, mentre un altro era progettato contro la sinagoga a Hagen con l’impiego di esplosivo. Nel 2023, è stato impedito un attentato con ricina o cianuro.

    In Assia, nel 2018 sono stati sventati un attacco dinamitardo nell’area di Francoforte contro una moschea sciita, agenti di polizia e una discoteca, mentre un altro con l’utilizzo di esplosivo e armi da fuoco era progettato nella zona di Offenbach e Francoforte sul Meno nel 2019. Due attentati sono stati impediti ad Amburgo: nel 2021 con esplosivi e armi da fuoco e nel 2023 con una cintura esplosiva, da impiegare all’interno di una chiesa in Svevia. Un attacco dinamitardo è stato sventato a Chemnitz in Sassonia nel 2016, uno nel 2017 in Bassa Sassonia con la stessa modalità contro militari e agenti di polizia, un altro nello stesso anno con esplosivo a Schwerin in Meclemburgo-Pomerania anteriore. Nel 2019, un attentato con armi da fuoco e eventuale utilizzo di un veicolo avrebbe dovuto aver luogo in Schleswig-Holstein. Nello stesso anno, un’esplosione era stata pianificata a Berlino. In sette di questi attentati sventati, le autorità tedesche sono state informate dall’estero.

  • La Germania e le politiche energetiche

    Il governo della Germania ha deciso di adottare un taglio delle tasse sull’energia per oltre 12 miliardi di euro all’anno. Questa strategia nasce dalla volontà governativa di garantire alle imprese tedesche di poter contare su un costo di 70 euro a MWh (contro i 129 euro in Italia).

    In Italia le due ultime manovre sul presunto taglio del cuneo fiscale (governo Draghi 8.7 miliardi e governo Meloni 11 miliardi circa) hanno ottenuto un vantaggio netto in busta paga di circa 27 euro il primo e poco meno di 30 il secondo, in più a crescere in rapporto alle fasce di reddito (600 lordi), quasi 19 miliardi che otterranno per un vantaggio reale irrisorio, basti pensare come lo sconto sulle accise del governo Draghi costasse circa quattro (4) miliardi.

    La decisione tedesca avvia il processo di azzeramento della stessa Unione Europea azzerando l’applicazione del principio della “concorrenza come fattore di sviluppo economico” applicato a garanzia dell’utenza e contemporaneamente evapora lo stesso concetto istitutivo della stessa Unione Europea, sia economica che politica. Inoltre il concetto di aiuti di Stato diventa una leva politica valida solo se pensata in italiano.

    Nel frattempo in Italia Eni presenta la migliore trimestrale della propria storia grazie alla propria attività speculativa nella erogazione del proprio servizio e soprattutto come espressione di una volontà di garantire gli investimenti del proprio azionariato composto in maggioranza da fondi privati.

    La risultante di questo disastro strategico determinerà per il sistema manifatturiero italiano una ulteriore riduzione della propria competitività rispetto a quello tedesco ma anche rispetto a tutti gli altri europei in quanto l’Italia è l’unico Paese che già nella finanziaria in corso di approvazione eliminerà ogni sostegno agli esorbitanti costi energetici per imprese e famiglie: basti pensare all’azzeramento delle clausole del mercato energetico tutelato.

    La decisione tedesca dovrebbe determinare delle precise reazioni del mondo politico europeo anche in relazione al contraddittorio mantenimento in vita di una Istituzione Europea priva ormai degli stessi principi fondativi o quantomeno della semplice applicazione di principi liberali (gli aiuti di Stato) validi solo e sempre a scapito dall’Italia. Ma soprattutto dovrebbe suscitare ed avviare un dibattito nel nostro Paese nel quale il ceto politico italiano, che dovrebbe tutelare innanzitutto interessi nazionali, risulta ancora oggi troppo distratto dalle varie transizioni ecologiche ed ideologiche.

    Contemporaneamente la classe politica nazionale si preoccupa, ancora oggi, di bonus di ogni foggia come della sempre più difficile quadratura del sistema pensionistico invece di occuparsi del futuro del sistema economico ed Industriale attraverso l’adozione di una seria politica energetica.

    Un atteggiamento confermato dalla indifferenza con la quale Stellantis chiude e mette in vendita lo stabilimento Maserati voluto da Marchionne, mandando già i macchinari in Marocco, non suscitando alcuna reazione del ministro “delle imprese e del Made in Italy” e del governo.

  • L’India vede il sorpasso sulla Germania come quarta economia mondiale

    Pil in crescita costante sopra il 7%, disoccupazione ben sotto il 10%, reddito pro-capite raddoppiato in 10 anni, debito pubblico-PIL intorno al 90% e tasso di inflazione al 6,5%, oltre 50.000 brevetti nell’ultimo quinquennio e più di 100 start-up ”unicorni” (cioè imprese che raggiungono una valutazione di un miliardo di dollari senza essere quotate in una borsa valori). Dopo aver scalzato la Cina quanto a popolazione, con le cifre di cui sopra l’India si appresta a superare la Germania al quarto posto della classifica dei Paesi maggiormente produttivi e ricchi al mondo (la Banca centrale indiana pronostica il sorpasso per il 2025).

    Apple già da tempo produce in India smartphone per un valore di 7 miliardi di dollari e ha annunciato di voler aumentare la quota di produzione che attualmente localizza nel Paese, la taiwanese Foxcomm, principale produttore di microchip al mondo, ha deciso di insediarsi vicino a Bangalore e la crisi ucraina con le conseguenti sanzioni occidentali alla Russia hanno fatto dell’India l’hub attraverso il quale il petrolio di Gazprom trova comunque sbocchi di mercato nello stesso Occidente (ovviamente con ricavi anche per Nuova Dehli). Ancora estremamente bassa, secondo le stime dell’Organizzazione mondiale del commercio, la quota di esportazioni di merci dall’India non può che aumentare rispetto all’1,8% del 2021 e questo non potrà che diffondere benessere nel Paese. Morgan Stanley prevede che la classe media con un reddito annuo compreso tra i 10.000 e i 35.000 dollari raddoppierà, fino a comprendere quasi la metà della popolazione entro il 2031, offrendo per la prima volta a centinaia di milioni di persone un reddito disponibile significativo.

  • Le preoccupanti conseguenze degli interessi geopolitici

    L’interesse parla ogni genere di lingua e interpreta ogni

    genere di personaggio, perfino quello del disinteressato.

    François de La Rochefoucauld; da “Massime”, 1678

    Il 20 settembre scorso a Siracusa si sono incontrati il presidente della Repubblica dell’Italia ed il presidente della Repubblica Federale di Germania. L’occasione era la cerimonia della seconda edizione del Premio dei Presidenti per la Cooperazione comunale tra Germania e Italia, istituito dai due presidenti nel settembre 2020 a Milano. Un premio che si assegna ogni anno, partendo dal 2021, e premia le città e i comuni in Italia ed in Germania che hanno attivato tra loro degli accordi di gemellaggio. Una visita quella del presidente tedesco in Sicilia, ospite del suo omologo italiano, che è proseguita l’indomani, 21 settembre, nel comune di Piazza Armerina, parte integrante del libero consorzio comunale di Enna. I due presidenti sono stati anche nella sede dell’Associazione Don Bosco 2000 a Piazza Armerina, dove è stata presentata loro l’attività che svolge l’associazione e che riguarda l’accoglienza e l’integrazione dei migranti. Un grave problema quello dei migranti che da anni sta generando delle serie preoccupazioni in Italia. Ma non solo. Quanto sta accadendo ormai da anni a Lampedusa ne è una chiara ed inconfutabile testimonianza. Soprattutto il naufragio di un barcone proprio dieci anni fa, il 3 ottobre 2013, a circa mezzo miglio dalle coste dell’isola, che causò 368 vittime umane e 20 dispesi. Ma anche quello che ormai è noto come il “naufragio dei bambini”, accaduto sempre a Lampedusa. Un altro barcone, partito dalla Siria, in piena guerra civile, affondò l’11 ottobre 2013 a poca distanza da Lampedusa. Morirono 268 profughi, tra cui circa sessanta bambini e minorenni.

    Il presidente tedesco, prima di arrivare in Sicilia, a Siracusa, il 20 settembre scorso, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera. Il giornalista ha fatto, tra l’altro, anche la domanda: “Signor presidente, lei ha sempre detto che l’Italia non dev’essere lasciata da sola dall’Europa sulla questione dei migranti”. A quella domanda il presidente tedesco ha risposto: “Quella frase è ancora valida e voglio ringraziare l’Italia per avere mostrato negli ultimi anni tanta responsabilità umanitaria verso i rifugiati venuti dal Mediterraneo. Non è la prima volta che dico che noi nel resto d’Europa non abbiamo riconosciuto abbastanza questa assunzione di responsabilità da parte italiana”. Il 21 settembre scorso, durante la comune conferenza con i giornalisti a Piazza Armerina, il presidente italiano ha detto: “Abbiamo ascoltato qui a Piazza Armerina le iniziative messe in campo innanzitutto per accogliere i migranti che sono giunti qui attraverso sofferenze indicibili, ma anche per integrarli e inserirli in progetti di crescita, incentivando oltretutto programmi nei Paesi d’origine dove possano assumere iniziative grazie alle competenze acquisite, creando nuove aspettative di vita in quei luoghi dove resterebbero volentieri se non fossero spinti dalla fame, dalla miseria, dalle intolleranze”. Il presidente italiano ha, altresì ribadito: “Quello che è importante è che tutti comprendano in Europa che il problema esiste e non si rimuove ignorandolo, ma va affrontato per non lasciare il protagonismo di questo fenomeno plurale ai crudeli trafficanti di esseri umani”. E poi ha aggiunto che “Le regole di Dublino sono la preistoria, nessuno ha la soluzione in tasca”. Mentre il presidente tedesco, durante la stessa conferenza con i giornalisti, riferendosi ai migranti, ha affermato che la Germania “è il Paese che ha partecipato di più alla redistribuzione di quelli giunti in Italia. Ma gli arrivi devono diminuire e servono regole dell’Unione europea se le frontiere interne devono essere aperte”. Un’affermazione quella che ha suscitato speranze per una concreta e sostanziale collaborazione tra i due Paesi, anche nell’ambito delle strutture dell’Unione europea, soprattutto del Consiglio europeo, per risolvere lo spinoso problema dei migranti che arrivano continuamente e massicciamente in Italia. Ma purtroppo quella speranza si è spenta alcuni giorni dopo. Si perché il cancelliere tedesco e i suoi ministri degli Esteri e dell’Interno la pensano diversamente dal presidente della Repubblica di Germania. Ovviamente ci sarebbero dei motivi politici, viste le elezioni regionali in Baviera ed Assia, domenica prossima, 8 ottobre. Ma anche le elezioni per il Parlamento europeo, che in Germania si svolgeranno il 9 giugno 2024. Elezioni che secondo gli opinionisti e i sondaggi vedono in difficoltà sia il partito del cancelliere che quelli dei suoi alleati. Ma potrebbero esserci anche altri interessi, oltre a quelli politici, che hanno portato a delle decisioni del governo, in pieno contrasto con quanto ha dichiarato il presidente della Repubblica di Germania, sia alla sopracitata intervista al Corriere della Sera che durante la conferenza con i giornalisti a Piazza Armerina il 21 settembre scorso.

    Ebbene, proprio un giorno dopo, il 22 settembre, la ministra tedesca dell’Interno ha dichiarato: “L’Italia non rispetta il sistema delle riammissioni [previste dal Trattato] di Dublino, e finché non lo farà, nemmeno noi accoglieremo rifugiati dall’Italia con il meccanismo di solidarietà”. Ed ha preteso che “Roma venga di nuovo incontro a noi per adempiere ai suoi impegni”. Bisogna sottolineare che la Convenzione (Trattato) di Dublino sulla determinazione dello Stato competente per l’esame di una domanda di asilo presentata in uno degli Stati membri della Comunità Europea è stata firmata il 15 giugno 1990 ed è resa attiva sette anni dopo, il 1º settembre 1997, per i primi dodici Stati firmatari. In seguito altri Paesi hanno aderito e la stessa Convenzione è stata modificata nel corso degli anni. Dal 19 luglio 2013 è diventato attivo il Regolamento di Dublino III che deve essere rispettato da tutti gli Stati dell’Unione europea, eccezion fatta della Danimarca. Ma i tanti sviluppi geopolitici di questi ultimi anni hanno reso necessario la revisione del Trattato di Dublino. Ragion per cui anche il presidente italiano, il 21 settembre scorso a Piazza Armerina, lo ha considerato come un atto che appartiene alla “preistoria”. Ma oltre alle sopracitate dichiarazioni della ministra tedesca dell’Interno, lo stesso giorno c’è stata anche una dichiarazione di un portavoce del ministero degli Esteri. In più il governo tedesco prevede il finanziamento di un’organizzazione non governativa (Ong) impegnata con le sue navi nei salvataggi di profughi. Subito dopo è arrivata anche la replica dall’Italia. “Grande stupore per la notizia secondo la quale un portavoce del ministero degli Esteri della Germania avrebbe annunciato un imminente finanziamento ad alcune Ong per un progetto di assistenza di migranti sul territorio italiano e un progetto di salvataggi in mare”. Mentre la presidente italiana del Consiglio dei ministri ha scritto una lettera al cancelliere tedesco, ribadendo che “…il finanziamento della Germania di attività di Ong in territorio italiano rappresenterebbe una gravissima anomalia nelle dinamiche che regolano i rapporti fra Stati ….”. Sullo stesso argomento c’è stata anche una replica, senza peli sulla lingua, da parte del ministro italiano della Difesa.In merito alle recenti e rinnovate dichiarazioni sull’operato del governo italiano e, in particolare, sulla questione dei salvataggi dei migranti e dei finanziamenti alle Ong, voglio ricordare che mi sarei aspettato aiuto e solidarietà in un momento di difficoltà, come abbiamo l’abitudine di fare noi italiani con tutte le nazioni, quando sono in difficoltà. A noi italiani viene naturale”.

    Ma alcuni giorni dopo, un’altra decisione arriva dalla Germania. Di nuovo la ministra dell’Interno ha dichiarato che si effettueranno “…ulteriori controlli flessibili e mirati sulle rotte del traffico di esseri umani”. E lei si riferisce a controlli ai confini statali con la Polonia, l’Austria, la Svizzera e la Repubblica Ceca. La ragione di queste nuove e restrittive misure è legata, sempre secondo la ministra tedesca dell’Interno, all’aumento eccessivo del numero degli arrivi, sul territorio tedesco, di profughi. Profughi provenienti dalle stesse aree da dove partono continuamente, ma molto più numerosi, i profughi che ogni giorno arrivano in Italia, soprattutto a Lampedusa. Il che mette in evidenza l’incoerenza del ragionamento e delle decisioni prese dal governo tedesco in questi ultimi giorni. Lo sottolinea anche il ministro italiano della Difesa che considera, con ironia, la decisione del governo tedesco come “coerente e geniale”. E poi aggiunge, sempre riferendosi alle sopracitate decisioni del governo tedesco, che “si cerca di bloccare l’immigrazione in una parte d’Europa e se ne agevola il trasporto in un’altra”. Chissà perché?! E chissà come si sente il presidente della Repubblica Federale di Germania, dopo le sue dichiarazioni fatte il 20 e 21 settembre scorso al Corriere della Sera e a Piazza Armerina in Sicilia?!

    Nel frattempo, anche durante questa settimana, quanto è accaduto domenica 24 settembre nel nord del Kosovo sta attirando l’attenzione sia delle cancellerie europee e statunitense, che delle istituzioni dell’Unione europea. Il nostro lettore è stato informato di quello che era accaduto il 24 settembre in Kosovo. “Non erano ancora le tre del mattino quando una pattuglia delle forze speciali della polizia del Kosovo, arrivata sul posto, è stata attaccata da persone armate che sparavano da diverse postazioni. In quell’attacco è rimasto ucciso un poliziotto e due sono stati feriti. Le forze speciali della polizia del Kosovo hanno seguito gli aggressori armati […]. Gli scontri sono continuati per tutta la giornata di domenica, per finire solo in serata. Durante gli scontri intorno al monastero, le forze speciali della polizia del Kosovo hanno ucciso quattro degli aggressori ed hanno catturato altri sei. (Si sentono responsabili alcuni rappresentanti internazionali;25 settembre 2023). Durante tutta la scorsa settimana sono continuate le denunce e la presentazione di nuovi fatti che dimostrano il diretto coinvolgimento di strutture paramilitari serbe. Lo testimonia anche un video in cui si vede chiaramente il vice presidente del partito Srpska lista (Lista serba, un partito che rappresenta la popolazione di etnia serba in Kosovo; n.d.a.). Un partito quello in stretto contatto con i massimi rappresentati politici della Serbia, presidente della repubblica incluso. Il vice presidente del partito Srpska lista è stato da tempo inserito nella cosiddetta Lista nera sia negli Stati Uniti d’America che nel Regno Unito per le sue attività. Lui era il dirigente del gruppo paramilitare che ha aggredito la pattuglia della polizia del Kosovo nelle primissime ore del 24 settembre scorso. Bisogna sottolineare che le cancellerie europee e quella statunitense, nonché i massimi rappresentati delle istituzioni dell’Unione europea hanno condannato l’aggressione del 24 settembre scorso. Mentre il presidente della Serbia ha dichiarato un giorno di lutto nazionale il 27 settembre scorso, in onore dei sei serbi uccisi durante l’aggressione. Il che smaschera tutta la sua demagogia e la sua falsità durante questi giorni, cercando di “tenersi fuori” da quella “aggressione terroristica”. E come consolazione ha avuto soltanto e come sempre l’appoggio della Russia. Bisogna sottolineare che durante questa settimana si sono “pentiti” e hanno cambiato linguaggio anche tutti quei rappresentanti delle istituzioni dell’Unione europea, la Commissione in primis, che hanno sempre appoggiato il presidente della Serbia per delle “ragioni geopolitiche e geostrategiche”, senza, però, nessuna basata e credibile giustificazione. Adesso loro possono costatare però e purtroppo anche le conseguenze di quel comportamento. Le cattive lingue da tempo parlano anche di “interessi geopolitici” ai quali “ubbidiscono” quei rappresentanti delle istituzioni dell’Unione europea. E le cattive lingue sanno molto più delle altre persone.

    Chi scrive queste righe continuerà a seguire gli sviluppi, tuttora in corso, che riguardano tutti gli aspetti relativi all’aggressione del 24 settembre scorso nel nord del Kosovo. Chi scrive queste righe considera preoccupante la situazione, tenendo presente anche determinati e ben presenti interessi geopolitici e geostrategici, soprattutto della Russia. Mentre, riferendosi a quei rappresentanti istituzionali e governativi che hanno finora appoggiato il presidente della Serbia, egli condivide quanto affermava François de La Rochefoucauld. Bisogna perciò ricordare che l’interesse parla ogni genere di lingua e interpreta ogni genere di personaggio, perfino quello del disinteressato.

  • La Germania frena, l’Italia si blocca e i container restano in mare

    L’economia tedesca frena, quella italiana frena di conseguenza (perché i tedeschi sono i migliori clienti), e le navi restano ferme coi loro container perché se non si consuma è inutile produrre. Le aziende che producono beni, dall’abbigliamento all’elettronica, hanno infatti già in magazzino delle scorte in eccesso e disdicono quindi le forniture.

    MSC, la più grande compagnia di container al mondo, ha fine luglio ha cancellato il viaggio della MSC Topaz e pochi giorni fa ha fatto altrettanto per la rotta che la MSC Deila, una nave lunga 366 metri, avrebbe dovuto compiere dall’Asia al Nord Europa. Il rallentamento dei trasporti marittimi ha iniziato a pesare sui colossi del settore. Lo scorso mese, ad esempio, CMA CGM ha dichiarato che i suoi margini di profitto per il secondo trimestre 2023 sono scesi del 73% a 2,6 miliardi di dollari rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, mentre quelli del primo semestre di Hapag-Lloyd sono scesi a 3,8 miliardi di dollari rispetto a 10,9 miliardi di dollari dello stesso periodo nel 2022.

    Sanne Manders, presidente del settore marittimo e aereo presso il broker di merci Flexport, intervistato dalla Cnbc, ha spiegato che guardando ai prossimi due mesi ci sarà ancora molta capacità di trasporto da aggiungere. Secondo una ricerca pubblicata da Bernstein, le compagnie di navigazione hanno ordinato un numero record di navi dopo che la pandemia di Covid-19 ha portato loro enormi quantità di liquidità. Secondo Niels Rasmussen, capo analista marittimo del Baltic and International Maritime Council (BIMCO), le tariffe di trasporto dall’Estremo Oriente al Nord Europa sono ormai sotto pressione da poco più di un anno. Le tariffe spot dei container riportate dallo Shanghai Shipping Exchange sono, infatti, diminuite di quasi il 90% per il periodo di 3 mesi da marzo a maggio, rispetto allo stesso periodo del 2022. Simon Heaney, senior manager per la ricerca sui container presso la società di consulenza marittima Drewry, ha spiegato che il mercato dei container è nel mezzo di un crollo della domanda, quindi le partenze in bianco vengono ancora una volta utilizzate per cercare di bilanciare il mercato. L’eccesso di inventario, insieme alle deboli vendite al dettaglio, sono infatti parte della ragione del calo delle spedizioni.

    Secondo una stima effettuata da Bernstein, a maggio, i rivenditori statunitensi detenevano 778 miliardi di dollari di scorte, il livello più alto dal 2019. Nel lungo termine, Manders prevede che i volumi del trasporto marittimo aumenteranno, mentre il trasporto aereo diminuirà, in parte a causa di catene di approvvigionamento meglio pianificate.

  • Volkswagen coopera col Dragone per le auto elettriche, gli Usa pensano a ulteriori stop alla collaborazione hi-tech

    Volkswagen, riferisce Paolo Balmas su Il Transatlantico di Andrew Spannaus «investirà circa 700 milioni di dollari in Xpeng, ottenendo così circa il 5% della compagina cinese (inclusa una poltrona da osservatore nel CdA), con la quale svilupperà nuovi veicoli elettrici per il mercato cinese. Il gigante tedesco dell’automobile sta tentando di adattarsi a nuove strategie per limitare le perdite registrate in Cina negli ultimi anni. Le società cinesi, specialmente BYD, ma anche Tesla, sembrano mantenere un vantaggio importante sulle rivali europee e giapponesi nel mercato delle vetture elettriche. Infatti, anche Toyota, con le sue due joint ventures (JV) cinesi, sta facendo fatica a conquistare porzioni di mercato. Sia per le tedesche che per le giapponesi, invece, il mercato cinese del motore a scoppio era vasto e più che sicuro. La JV di Toyota con Guangzhou Automobile ha dovuto licenziare 1.000 operai/e, su un totale di 19.000 dipendenti, per riorganizzare le strategie dopo aver venduto meno vetture di quanto preventivato nei primi sei mesi del 2023, malgrado la campagna di sconti effettuata lungo tutto il periodo. Nel frattempo, altri imprenditori tedeschi sembrano trovare fortuna in Cina. La tedesca Lilium, che produce automobili volanti a decollo e atterraggio verticale, ha ottenuto il via libera per aprire una sede nel distretto di Baoan, nella città di Shenzhen, dove le cinesi EHang Holding e Shanghai AutoFlight stanno già producendo i loro velivoli urbani. Il governo cinese non ha ancora rilasciato alcun certificato di sicurezza aerea, ma le imprese godono del sostegno del governo della città di Shenzhen che ha dichiarato di voler diventare il primo hub di trasporto a bassa quota della Cina. L’obiettivo è di ottenere le licenze per il 2025. Nel frattempo, sarà possibile collaudare i velivoli nello spazio aereo di Baoan. Se tale progetto dovesse andare in porto, la logistica, e forse la natura stessa delle città, subirà trasformazioni epocali.
    Intanto, nota ancora Balmas «la guerra economica fra Usa e Cina va avanti. I senatori del Congresso hanno aggiunto una postilla al decreto sulla Difesa per definire ulteriori restrizioni al potenziale trasferimento o vendita di tecnologia avanzata a compagnie cinesi. Nel mirino continuano a esserci i semiconduttori, le tecnologie di comunicazione satellitare, di intelligenza artificiale e di informatica quantistica. Sempre il Senato ha inoltre approvato un limite alla vendita di terreni agricoli superiori ai 320 acri e di imprese agricole del valore superiore di 5 milioni di dollari. Questa seconda iniziativa, oltre cha alla Cina, si estende a compagnie russe, iraniane e coreane del nord. Gli Usa assumono sempre di più un atteggiamento protezionistico».

  • Anche Deutsche Bank e i suoi azionisti vittime della Russia

    Deutsche Bank, una delle più grandi banche tedesche, ha recentemente avvertito i suoi clienti che alcune delle azioni detenute in Russia sono misteriosamente scomparse. L’annuncio ha causato preoccupazione tra gli investitori e ha sollevato diverse domande sulle implicazioni di questa scomparsa e sul ruolo della banca in questo evento. Anche perché non sono state fornite molte informazioni sulle circostanze precise di questa scomparsa o sul numero esatto di azioni coinvolte.

    E’ comunque emerso che le azioni in questione sono diminuite notevolmente di valore nel corso degli ultimi mese e la scomparsa delle azioni russe è particolarmente preoccupante considerando il contesto economico e politico in cui si verifica. Le tensioni tra Russia e Occidente, in particolare con l’Unione Europea e gli Stati Uniti, si sono intensificate nell’ultimo anno a causa di dispute territoriali, accuse di interferenze nelle elezioni e violazioni dei diritti umani. Questo scenario ha portato a sanzioni economiche e restrizioni sugli investimenti in Russia da parte di diversi paesi occidentali.

    La situazione economica in Russia è stata influenzata negativamente da queste misure, con l’impatto visibile sui mercati finanziari. Le azioni russe hanno subito una notevole volatilità, con fluttuazioni significative nel valore. Pertanto, la scomparsa delle azioni russe detenute da Deutsche Bank potrebbe essere collegata a questo contesto sfavorevole, anche se è necessaria un’indagine approfondita per confermarlo.

    La banca ha dichiarato di essere al corrente di questa situazione e di essere al lavoro per risolvere il problema. È stata avviata un’indagine interna per determinare le cause della scomparsa delle azioni e individuare eventuali responsabilità interne o esterne. Deutsche Bank ha assicurato i clienti che sta adottando tutte le misure necessarie per proteggere i loro interessi e risolvere la questione nel minor tempo possibile.

    In risposta alle preoccupazioni che la vicenda ha suscitato sui mercati, Deutsche Bank ha sottolineato l’importanza della trasparenza e della comunicazione aperta con gli investitori e si è impegnata a fornire ulteriori informazioni sulla scomparsa delle azioni russe non appena saranno disponibili e a comunicare tempestivamente gli sviluppi riguardanti l’indagine in corso.

    L’episodio delle azioni russe scomparse potrebbe rappresentare un problema per Deutsche Bank, che già negli ultimi anni ha affrontato diverse controversie, scandali finanziari e, non per ultimo, a marzo scorso, un importante crollo in borsa. La banca ha lavorato duramente per ripristinare la sua immagine e riconquistare la fiducia dei clienti, ma questa situazione potrebbe mettere a rischio tali sforzi.

    Gli investitori e gli analisti del settore finanziario stanno ora seguendo da vicino gli sviluppi di questa vicenda e chiedono ulteriori informazioni da parte di Deutsche Bank. È fondamentale che la banca fornisca una spiegazione dettagliata di quanto accaduto, rassicurando gli investitori sulle azioni intraprese per risolvere il problema e garantire la protezione dei loro investimenti.

  • Der Spiegel: India anger over ‘racist’ German magazine cartoon on population

    Many Indians, including a minister, have been criticising a cartoon in German magazine Der Spiegel that they say was racist and in bad taste.

    The cartoon shows a dilapidated Indian train – overflowing with passengers both inside and atop coaches – overtaking a swanky Chinese train on a parallel track.

    It is being seen as mocking India as the country overtakes China to become the world’s most populous nation.

    Der Spiegel is a weekly news magazine.

    Many Indians have tweeted, saying that that the magazine was stuck with an outdated idea of India and hadn’t recognised the progress made by the country in recent decades.

    Federal minister Rajeev Chandrasekhar tweeted: “Notwithstanding your attempt at mocking India, it’s not smart to bet against India under PM @narendramodi ji. In a few years, India’s economy will be bigger than Germany’s.”

    Kanchan Gupta, senior adviser in the ministry of information and broadcasting, tweeted that the cartoon was “outrageously racist”. Another Twitter user said the cartoon showed the magazine’s “elite mindset”.

    The magazine has not reacted to the criticism.

    While overcrowded trains can still be seen in many parts of India, significant investments have been made to improve the country’s railway network and its trains.

    Cartoons published by Western media have caused outrage in the country earlier as well. The New York Times newspaper had apologised in 2014 for a cartoon on India’s Mars Mission following readers’ complaints that it mocked India.

    The cartoon showed a farmer with a cow knocking at the door of a room marked Elite Space Club where two men sit reading a newspaper. It was published after India successfully put the Mangalyaan robotic probe into orbit around Mars.

Pulsante per tornare all'inizio