Europa

Oltre il tifo com’è andata a Bruxelles

Carlo Calenda

Riportiamo di seguito il commento di Carlo Calenda sul vertice straordinario del Consiglio europeo diramato attraverso il sito del suo movimento AZIONE.

A Bruxelles l’Italia non ha né “vinto” né “perso”. Non è così che si ragiona sull’esito di un vertice internazionale. Ho cercato di spiegare in un video cos’è successo al Consiglio Europeo, per chi vuole capire e non tifare. Gli aspetti positivi e quelli negativi di un accordo importante e, per alcuni versi, rischioso per l’Italia.
Il nostro Paese riceverà più prestiti del previsto, 38 miliardi di euro in più, e 4 miliardi in meno di sussidi a fondo perduto. L’ammontare complessivo del Recovery Fund è comunque superiore alla proposta iniziale. Attenzione però, i sussidi non sono realmente 80 miliardi perché dal 2028 ne daremo 55 al budget europeo, quindi il saldo netto è di 25 miliardi. Una somma importante, ma non decisiva.
Ricordiamoci inoltre che questi fondi hanno condizioni stringenti, molto più del MES “sanitario”. Occorrerà presentare entro il 15 ottobre un piano – molto dettagliato – alla Commissione europea, che attribuirà una valutazione basata su sei criteri. È anche giusto che sia così, perché quei soldi non vanno buttati.
C’è, in questo importante accordo, una sconfitta per l’Europa. Nel corso del Consiglio europeo sono state tolte le risorse che erano destinate a rafforzare gli strumenti comunitari, gestiti dalla Commissione, a favore di strumenti gestiti dai singoli Stati. È un problema per due motivi: primo, i Paesi si indebitano, secondo, rallenta il cammino verso un’Unione più forte.
Altri due punti critici. Uno, è sparito il vincolo del rispetto dei principi dello Stato di diritto per ricevere i fondi. Sbagliatissimo, chi fa parte di un’Unione e ne trae i benefici deve rispettarne le regole, penso in particolare all’Ungheria. Due, rimane il tema del “freno” che consente a un Paese di richiedere la sospensione dell’erogazione dei fondi a un altro Stato, se ritiene che non stia rispettando il piano previsto.
Questo piano è un compromesso, importante, ma con qualche rischio per l’Italia. Uno in particolare, che come conseguenza del piano di aiuti la BCE riduca l’intensità del quantitative easing – l’acquisto di titoli di Stato – che è fondamentale per il nostro Paese. Quindi mettiamoci subito al lavoro per scrivere un piano serio. Azione, come sempre, è pronta a dare il suo contributo.

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