Europa

Sanzioni Ue all’Iran

L’Unione europea ha licenziato un pacchetto sanzioni ai danni dell’Iran a causa delle «feroci repressioni” della protesta scatenata dal caso Mahsa Amini e ha messo nel mirino le “presunte” forniture di droni alla Russia.

“Stiamo raccogliendo le prove e siamo pronti a reagire con i mezzi a nostra disposizione”, ha detto l’alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell al termine del consiglio affari esteri Ue (Cae) riunitosi in Lussemburgo. Un artifizio diplomatico perché, in realtà, l’Ue sarebbe intenzionata a intervenire presto.

La velocità delle crisi, insomma, supera l’attuale capacità dell’Ue di farvi fronte. Il Cae doveva essere incentrato sul grande risultato di far partire, finalmente, la missione di addestramento Ue per le forze ucraine (ben 15mila nell’arco dei prossimi due anni). Per come si era messa ad agosto dopo l’annuncio a sorpresa di Borrell, con una certa riluttanza a procedere da parte di alcuni Stati membri, Bruxelles ha chiuso la partita in tempi assai brevi per queste latitudini.

L’Ungheria ad esempio si è astenuta, lasciando “costruttivamente” andare avanti gli altri. La missione avrà il quartier generale a Bruxelles, istruirà anche le forze di difesa territoriali ucraine (dunque non solo l’esercito regolare) e si svolgerà sul territorio di alcuni Paesi Ue (Polonia, Germania e Francia). Luce verde anche a un’ulteriore tranche di assistenza militare all’Ucraina da 500 milioni di euro, sempre attraverso lo European Peace Facility.

Al Cae si è unito in collegamento – da un bunker antiaereo – il ministro degli Esteri di Kiev Dmytro Kuleba. “Credo che sia la prima volta che accade una cosa del genere”, ha sottolineato Borrell. Kuleba ha sferzato gli alleati a procedere con un nono giro di sanzioni alla Russia e ha sollevato con forza la questione dei droni iraniani (stando ad altri media Teheran starebbe per fornire a Mosca anche missili a corto raggio). L’Ue sul punto si sta attivando e i 27 hanno chiesto la compilazione di un dossier, con il contributo della varie intelligence. Sembra un paradosso, con le immagini dei droni che piovono sui cieli ucraini. “Ma di droni è pieno il mondo”, ha confidato un alto funzionario europeo. “L’intesa politica sulla necessità di sanzionare l’Iran c’è già, ora serve il contributo del servizio legale”.

Intanto il Consiglio si è mosso colpendo 11 individui e 4 entità iraniane – compresa la polizia morale – per il ruolo svolto nel corso delle repressioni (divieto d’ingresso nell’Ue e confisca dei beni). “Sappiamo che non cambierà d’incanto la vita degli iraniani ma si tratta di un messaggio politico che Teheran non gradirà: è il modo che l’Ue ha per iniziare a intervenire su questi temi”, ha notato Borrell.

L’altro aspetto di peso è stato il dibattito sulla Cina, proprio il giorno successivo al discorso – giudicato come “assertivo” – di Xi al congresso del Partito Comunista. Un documento preparato dal servizio di azione esterna dell’Ue ha raccomandato ai 27 di attuare una postura più severa nei confronti di Pechino; documento che non è stato “confutato” dai ministri presenti. “La Cina è sempre di più un competitor per noi”, ha sentenziato Borrell. “Ma i problemi del mondo non si possono risolvere senza di lei, uno su tutti il cambiamento climatico”.

Il dibattito continuerà ma l’obiettivo è di potenziare “la resilienza” del blocco e di evitare la ripetizioni di errori del passato. Ovvero rigettare le dipendenze in settori strategici per l’Unione – tipo le “terre rare” – al contrario di quanto fatto con la Russia sul gas.

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