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Aumentano le aziende che accumulano ritardi oltre i 90 giorni nei pagamenti dovuti

Secondo lo Studio Pagamenti svolto da CRIBIS, società del gruppo CRIF specializzata nella business information, il numero di imprese che paga i propri fornitori con più di 30 giorni di ritardo a settembre è cresciuto in quasi tutte le regioni italiane, con variazioni più elevate in Valle d’Aosta (+2,7 punti percentuali), Calabria (+1,9%) e Sardegna (+0,9%). Rispetto al 30 settembre del 2018, quest’anno la percentuale di imprese valdostane che salda i propri impegni con un ritardo superiore al mese è passato dall’8,4% all’11,1% mentre in Calabria la percentuale si è attestata al 22,8% rispetto al 20,9% del settembre dello scorso anno. In Sardegna i pagamenti con gravi ritardi sono aumentati dal 15,9% al 16,8%. Nel settembre di quest’anno CRIBIS ha rilevato un incremento dei pagamenti con ritardi superiori ai 30 giorni anche in Sicilia (+0,6 punti percentuali) da 21,9% a 22,5%, Basilicata (+0,5%) che sale a quota 15,3% e Veneto (+0,5%), dove il 7,2% delle imprese adempie ai propri obblighi economici verso i fornitori oltre un mese dopo la scadenza pattuita. In Piemonte questa percentuale è aumentata di appena 0,4 punti (9,1% delle aziende) così come in Friuli Venezia Giulia (8,7%). Rispetto allo scorso anno la situazione è sostanzialmente stabile in Lombardia (7% delle aziende con ritardi superiori a 30 giorni), Toscana (11,7%), Lazio (16,2%) e Campania, dove i ritardi gravi sono passati dal 20,1% al 20,2%.

«È in controtendenza – spiega Marco Preti, amministratore delegato CRIBIS – il dato di Abruzzo (-1,6%), Molise (-1,1%) e Liguria (-0,9%), dove le imprese che pagano con ritardi superiori al mese sono diminuite molto più che in Puglia e Marche (-0,3% ciascuna) mentre sostanzialmente invariata (appena -0,1 punti percentuali) è la situazione riscontrata in Umbria, Trentino Alto Adige e Marche. Complessivamente il Nord-Est si conferma l’area più affidabile, con il 42,9% dei pagamenti regolari, mentre le imprese meridionali mostrano un comportamento più problematico con solo il 21,9% di aziende puntuali. Quasi speculare all’incremento dei pagamenti con ritardi gravi – aggiunge Preti – è stata la riduzione delle imprese che paga puntualmente alla scadenza, con cali più vistosi in Valle d’Aosta (-4,7 punti percentuali), Veneto (-3,5%) e Friuli Venezia Giulia (-2,9%). Per quel che concerne i settori produttivi, il commercio al dettaglio presenta la quota maggiore di imprese che assolve ai propri impegni con forti ritardi (17,6%), seguito dall’agricoltura caccia e pesca (11,6%) e da quelli minerario e dei servizi (10,1%)».

In Italia, fanno notare da CRIBIS, le imprese che saldano i propri pagamenti con ritardi superiori ai 30 giorni sono l’11,5% (era l’11,3% nel settembre 2018) mentre sono più di un terzo (34,9%) quelle che rispettano i termini pattuiti, seppur in diminuzione rispetto al settembre dello scorso anno (36,3%).

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