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Egitto pronto ad aiutare l’Italia nella missione per mantenere l’ordine nel Mar Rosso

Secondo quanto apprende l’agenzia di stampa Nova, Giorgia Meloni e il presidente dell’Egitto, Abdel Fattah al Sisi, si sono sentiti almeno un paio di volte tra l’ultima settimana di gennaio e la prima di febbraio, per discutere della delicata situazione del Medio Oriente, incluso il fascicolo relativo al Mar Rosso. L’Italia, infatti, avrà il comando tattico della missione militare aeronavale europea Aspides (“scudo” in greco) volta a proteggere il traffico marittimo dalle incursioni dei ribelli yemeniti Houthi, che attaccano le navi commerciali occidentali nel tentativo di esercitare pressione su Israele per porre fine al conflitto a Gaza. Situato strategicamente sulle coste del Mar Rosso, l’Egitto ha oggettivamente un interesse nel porre fine agli attacchi alle navi che attraversano il vitale Canale di Suez, fonte di entrate valutarie annue per il Cairo stimabili intorno ai 10 miliardi di dollari. Nonostante il Cairo non abbia ancora annunciato ufficialmente la propria partecipazione alle operazioni militari contro gli Houthi, temendo di essere trascinato in conflitti prolungati nella regione e di urtare la sensibilità dell’opinione pubblica, fonti di “Agenzia Nova” suggeriscono che l’Egitto potrebbe fornire supporto logistico o consulenza ai suoi alleati. Negli ultimi anni, il Paese delle piramidi ha investito 1,2 miliardi di dollari per acquistare due fregate Fremm dell’ex Marina italiana, Ems Bernees (ex Emilio Bianchi) e Ens Al Galala (ex Spartaco Schergat) rispettivamente nell’aprile 2021 e nel dicembre 2020, per rafforzare la sicurezza delle proprie acque territoriali, contrastare l’emigrazione clandestina e proteggere le risorse energetiche offshore dove opera, tra gli altri, anche Eni.

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