Politica

L’eterno ritorno di Berlusconi: «Governo mediocre. Siamo noi l’altra Italia»

Riportiamo di seguito l’articolo, a firma di Giacomo Fabi, pubblicato su ‘Il Secolo d’Italia’ venerdì 27 luglio 2018

Montecitorio, giovedì pomeriggio, auletta dei gruppi parlamentari della Camera: va in scena l’eterno ritorno di Silvio Berlusconi. L’ingresso è salutato dalla standing ovation tipica dei tempi andati, quando era solo il suo nome a definire il campo del bipolarismo all’italiana: berlusconiani contro antiberlusconiani. Altri tempi davvero. Oggi, quel che resta del centrodestra vede Forza Italia annaspare in una sorta di limbo politico in attesa degli eventi mentre la Lega di Salvinifuroreggia nei sondaggi e, soprattutto, governa in condominio con quel M5S che il bipolarismo lo elettoralmente frantumato. E poiché la politica è regolata dalle leggi della fisica, il corpo più grande finisce sempre per attrarre quello più piccolo.

Berlusconi fa leva sull’orgoglio “azzurro”

Il pericolo della transumanza forzista verso Salvini Berlusconi lo tiene ben impresso nella sua mente. E lo teme, ovviamente. Per questo, davanti a suoi che pendevano dalle sue labbra ha tirato a lucido l’annerito orgoglio “azzurro” previa distribuzione in sala dell’immancabile spilletta con il simbolo del partito: «Porto il nostro distintivo con orgoglio. Fatelo anche voi, con lo stesso orgoglio». È solo l’abbrivio prima di involarsi sull’ennesimo annuncio di restyling a base di facce nuove e di piccole  rivoluzioni in periferia, con un nome che è tutto un programma: “L’altra Italia“, una sorta di terra promessa da cui far partire il «nuovo inizio». Di più non è dato sapere. «Che vi sia ognun lo dice, ove sia nessun lo sa», direbbe Metastasio. Sicuramente è l’indizio che il nome e il volto di Antonio Tajani, cui era stato affidata la missione di recuperare il terreno perduto fra i moderati, non hanno risposto come il Cavaliere immaginava.

Obiettivo: strappare a Salvini gli imprenditori del Nord

Le rimonte impossibili, del resto, sono roba per fuoriclasse e in Forza Italia di fenomeno ce n’è uno solo: Berlusconi, appunto. Che non a caso ha ripreso a martellare contro il governo, definito «mediocre», scegliendo con cura il campo sul quale procurar battaglia: quel decreto dignità voluto da Di Maio, subìto da Salvini e inviso alle partite Iva, specie nel Lombardo-Veneto. Impresa e Nord, ecco le due alture da riconquistare per costringere il leader leghista a venire a più miti consigli e a staccare la spina al governo giallo-verde, che Berlusconi continua a considera alla stregua di un’ora di ricreazione paternamente concessa all’irrequieto alleato. Salvini ha già risposto picche. Ma Silvio non è uno che molla. E il suo eterno ritorno è lì a dimostrarlo.

 

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