Politica

Quale il ruolo del terzo polo?

Michele Allegri

Riceviamo e pubblichiamo un’analisi del Dott. Michele Allegri

Credo che faccia comodo a tutte le forze politiche non modificare la legge elettorale Rosatellum perché consente alle segreterie di partito di mandare in Parlamento solo quei candidati di provata fedeltà al segretario di turno, togliendo quindi ai cittadini la possibilità di selezionare la classe dirigente di questo o quel partito. Di conseguenza il partito dell’astensione si conferma il primo in assoluto, con il 36% di astenuti.

Dai dati usciti dalle urne mi par poi di capire che il terzo polo non è riuscito ad raggiungere gli obbiettivi che si era prefissato, non ha eroso consensi alla destra sovranista né ha avuto quell’exploit di consensi a due cifre che sperava di avere, ad eccezione di alcune città come Milano, Monza, Firenze. Lo stesso Calenda ha capitolato nel collegio uninominale di Roma centro…

Qualche giorno fa, il prof. Paolo Mieli ha detto che lui non crede nei centristi in generale. Sicuramente però il bipolarismo ha lasciato il Paese allo sbando, forse perché non è mai riuscito a trasformarsi in un vero bipartitismo all’inglese. Bisogna però capire quale ruolo vorrà assumere il terzo polo (a vocazione centrista e liberale) che, stando ai voti, è oggi solo il quarto, dopo il M5S. Vorrà essere un terzo incomodo o il classico ago della bilancia di future alleanze di Governo? Un primo grande banco di prova potrebbero essere le elezioni regionali lombarde di giugno, quando si capirà se sceglierà di percorrere una via solitaria oppure si aggregherà ad uno dei due principali poli.

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