In attesa di GiustiziaRubriche

A che punto è la notte

Leggendo il titolo di un inquietante saggio di Alessandro Barbano, “La gogna. Hotel Champagne, la notte della giustizia italiana”, spontanea sorge la domanda mutuando quello di un romanzo noir firmato da Fruttero e Lucentini nel 1979.

La risposta non è di quelle confortanti: siamo nel cuore di una notte senza luna né stelle; il nuovo anno porta con sé una legge finanziaria che dota con una manciata di spiccioli il settore della giustizia. In compenso bisognerà confrontarsi con la Riforma “Cartabia” finalmente (?) a pieno regime per gli aspetti legati alla informatizzazione del processo penale rispetto alla quale il personale degli uffici non è ancora adeguatamente preparato all’impiego del “Portale” dedicatovi: una mastodontica accozzaglia di malpensati e malfunzionanti software che plasticamente rappresenta la figura del cretino elettronico capace di impicciare e rallentare vieppiù il lavoro di strutture che da sempre sono in debito d’ossigeno con la produttività.

Questa proverbiale incapacità di dotare il sistema di strumenti in grado di efficientarlo non si spiega in altro modo che con un originario maleficio, una fatwa, una misteriosa iattura che produce – addirittura – l’effetto contrario di complicare ulteriormente le cose, talvolta con il contributo di fastidiosi poltergeist trasferiti direttamente dalla consolle di una discoteca allo scranno di Guardasigilli o di altri figuranti meno bizzarri ma non meno perniciosi.

L’anno che verrà non sembra, per ora, autorizzare profezie consolatorie come nella lirica di Lucio Dalla se è vero come è vero che le riforme liberali preannunciate dal Ministro Nordio sono parcheggiate su un binario morto e tenute sotto tiro non solo dalla potenza balistica dell’Associazione Nazionale Magistrati ma anche da fuoco amico; il tutto mentre, anche volendo, si possono ritoccare solo marginalmente gli assetti recentemente dati al processo penale dopo aver fruttato solo ciò che realmente interessava:  fondi del PNRR.

Qualcosa, per esempio, si sta cercando di fare con riguardo ai limiti imposti alla facoltà di impugnazione con l’intento manifesto di ridurre il carico soprattutto delle Corti di Appello.  Il che, tradotto, non significa dotare il Paese di una giustizia che lavora meglio ma di uffici giudiziari che lavorano meno grazie ad una disciplina riformatrice che grida vendetta e la cui incostituzionalità risulterebbe chiara anche ad uno studente del secondo anno della scuola alberghiera.

Un altro terreno di scontro, ormai da decenni, è quello della prescrizione, il cui regime è già stato modificato quattro volte negli ultimi diciotto anni, ed a cui si sta ponendo nuovamente mano: emblema di una giustizia che rassomiglia sempre più alla tela di Penelope, da fare e disfare come prezzo da pagare al processo penale divenuto terreno di scontro politico e di acquisizione del consenso elettorale.

E non si torni a dire che la prescrizione è il vergognoso istituto che salvaguarda ricchi e potenti dal meritato castigo per le loro malefatte perché di vergognoso c’è solo un apparato che – come accaduto a Napoli e reso noto dai media – non riesce a terminare un processo alla criminalità organizzata in meno di vent’anni e dopo tre dalla conclusione non sono ancora note le motivazioni della sentenza. Una giustizia che arriva dopo un quarto di secolo non è degna di questo nome né per gli accusati né per le vittime…ma anche un tempo minore indigna: a Torino ne hanno impiegati sedici (di cui nove solo per fissare una data il giudizio di appello) per una violenza sessuale, a Milano un fascicolo relativo a gravi fatti di concussione è rimasto, insieme ad altri, a fare le ragnatele in un armadio per quasi quattordici anni prima di essere riesumato dal Magistrato “erede” del ruolo di un P.M. che prima di andare in pensione era ossessionato esclusivamente dall’indagare sulle cene eleganti ad Arcore.

Sono solo alcuni esempi, se ne potrebbero fare altri: molti altri, troppi, egualmente distribuiti su tutto il territorio mentre la politica si affanna a cercare le più improbabili intese per varare riforme gattopardesche… e se qualcuno vi chiedesse a che punto è la notte della giustizia saprete cosa rispondere.

Buon anno a tutti…

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