Ciao, ciao a tutti i lettori! Sono Sara Astorino della Sezione Granducato di Toscana di Toghe & Teglie; anche questa settimana sono stata chiamata a rappresentare il Gruppo con un piatto particolare che ho messo in tavola per festeggiare il cinquantesimo compleanno di mio marito: i trinchetti al lardo di Colonnata e astice.
Direte voi, che saranno mai i trinchetti? Beh, non sono certo degli shottini di liquore, che con lardo e crostacei non c’entrano nulla e meno che mai stiamo parlano di alberi prodieri o pennoni dei bastimenti: i trinchetti, come li chiamo io, sono gli spaghetti quadrati ideali per questo piatto ma vanno benissimo altri formati purchè di pasta lunga e grossa.
Andiamo avanti con la preparazione: mettete a bollore un brodo con pomodoro, cipolla, carote e carapace di gamberi (suggerisco, quando non si usano subito, di congelarli; io faccio così: non si sprecano e possono sempre tornare utili) e fatevi cuocere l’astice per otto minuti, lasciandolo intero, per evitare che scuocia: con il pesce i tempi di cottura servono essere sempre misurati attentamente ed i crostacei non ne richiedono mai di lunghi.
Nel frattempo mettete sul fuoco l’acqua, con poco sale, ed in una padella a parte sciogliete un cucchiaio raso di crema di lardo di Colonnata (altrimenti non è lardo…); estraete l’astice dal suo brodo per farlo raffreddare e piano piano estraetene tutta la polpa tagliandola a tocchetti. Le dosi, come al solito, sono spannometriche e possono variare in base al numero di porzioni: io ho preparato per due.
Il passaggio finale consiste nel ripassare la carne nella crema di lardo a fuoco moderato aggiungendo, senza scolarli troppo (l’acqua di cottura, senza eccessi, va sempre bene nelle mantecature), i trinchetti che avrete fatto cuocere molto al dente.
Mescolate con un mestolo di legno per amalgamare la pasta con il condimento e siete pronti per andare a tavola…senza dimenticare – festeggiamenti in corso o meno – di estrarre dal frigo una bottiglia di un ottimo bianco messo per tempo e ben freddo.
Buon divertimento ai fornelli e – soprattutto – dopo.