Cani

  • Le adozioni dai canili restano sempre poche

    I dati di una recente indagine dell’Associazione nazionale Medici e Veterinari italiani evidenziano come gli italiani possessori di cani e gatti abbiano un’età compresa tra i 45 e i 65 anni e siano soprattutto le donne che lavorano ad occuparsi stabilmente dell’animale di casa. Sono aumentati il grado di istruzione e la cultura della prevenzione, anche se, purtroppo, vi sono ancora proprietari di cani o gatti che non vanno dal veterinario. Molti proprietari di pet si scambiano esperienze usando le reti informatiche ed è in crescita la percentuale di quanti utilizzano il petfood piuttosto che le preparazioni casalinghe di un tempo. Purtroppo invece vi è una lieve flessione dell’uso del microchip, la qual cosa rimane un problema specie per contrastare il randagismo, e non decollano le adozioni dai cani. Solo il 12% adotta un animale da un rifugio e circa un 4% da associazioni. Vi sono invece molti casi di adozioni fortuite di animali trovati abbandonati per strada. La mancanza di sufficienti adozioni ripropone una volta di più dei tanti cani e gatti che restano più o meno tutta la vita in strutture che non sono idonee se non in pessime condizioni. Proprio per questo l’Anmvi continua a proporre al governo iniziative che portino ad incentivi per chi adotta un animale da compagnia, sia tramite detrazioni fiscali sia modificando le aliquote Iva per le visite veterinarie e per l’acquisto di medicinali e antiparassitari. Esentare le prestazioni veterinarie di rilevanza pubblica come applicare un’Iva agevolata ad alcune cure, alimentari e farmaci non sarebbe un onere per lo Stato in quanto favorire l’adozione di un animale da compagnia porterebbe anche a risparmi legati al loro mantenimento in rifugi e canili ed inoltre è ormai scientificamente provato che, sia per le persone anziane che per i bambini, socializzare con un animale porta un benessere fisico e psichico.

    L’avvicinarsi delle vacanze, pur essendo tantissimi gli italiani che scelgono di andare in vacanza con il proprio animale, ripropone ancora il problema degli abbandoni rendendo ancora più grave il già serio problema del randagio. Secondo gli ultimi dati del rapporto Assalco-Zoomark 2018, sono circa 60 milioni gli animali in Europa che viaggiano con i loro proprietari. E’ perciò importante ricordare di portare sempre con sé il libretto con le vaccinazioni e non lasciare gli animali da soli nell’auto chiusa ma garantire loro periodiche soste sia per le necessità fisiologiche che per bere. Per viaggiare nei Paesi della Ue occorre avere con sé il passaporto sanitario dell’animale e aver fatto comunque tutte le adeguate profilassi contro la filaria. Per chi frequenta luoghi pubblici è bene ricordare che occorre avere un guinzaglio non più lungo di 1,5 metri e che va tenuta sempre a disposizione una museruola, mentre per i gatti occorre avere sempre un trasportino. Le profilassi antiparassitarie vanno sempre fatte e bisogna tenere con sé soluzioni fisiologiche per lavare dalla terra o dalla sabbia le orecchie o i polpastrelli.

     

  • Oipa salva due cuccioli nel porto di Genova

    Due cuccioli di cane di due mesi sono stati trovati dagli agenti di controllo degli animali dell’OIPA di Genova in un intervento congiunto con la Guardia Costiera nel porto della città ligure. I cuccioli disperati – secondo  la newsletter OIPA INTERNATIONAL del 7 maggio – erano stati rinchiusi per oltre otto ore, incatenati al collo e immersi nella loro stessa urina. Uno di questi si trovava all’interno di una pet carrier troppo piccola per le sue dimensioni e l’altra compressa in uno spazio angusto sul pavimento del veicolo, al di sotto di vari oggetti e bagagli. Il furgone era pronto per andare in Marocco ed è stato fermato in tempo dagli agenti della Guardia Costiera che hanno scoperto la presenza dei due cuccioli senza acqua e totalmente terrorizzati. I cani non solo non disponevano di microchip e vaccini adeguati, ma non avevano nemmeno i documenti (libretto sanitario e passaporto) né la registrazione come passeggeri. “Grazie ad un’indagine siamo riusciti a rintracciare la storia di questi due cuccioli: presi da una fattoria di Nizza avevano viaggiato per ben otto ore in condizioni tremende, in un furgone senza ventilazione e un odore disgustoso, senza nemmeno essere in grado di bere o muoversi liberamente – ha dichiarato Giuliana Luppi, coordinatrice dei controllori animali dell’OIPA di Genova. “Ancora più grave è il fatto che i responsabili hanno voluto imbarcarli e lasciarli per più di dodici ore chiusi a chiave, un viaggio che sarebbe stato fatale per loro“.

    I cani sono stati quindi sequestrati e portati al canile di competenza, dove sono stati ripuliti e sottoposti a un accurato controllo da parte dei veterinari, mentre per la clausola di colpevolezza la denuncia è stata fatta sia per il reato di maltrattamento che per quello di trattamento di animali in condizioni incompatibili con la loro natura.

  • Traffico di cuccioli, giro di affari e truffe in agguato

    Le preoccupazioni che avevamo espresso in precedenti articoli, riportando una serie di fatti accertati dalle Forze dell’Ordine, trovano, purtroppo, ulteriore conferma in nuovi recenti avvenimenti. Infatti nei giorni scorsi i carabinieri forestali di Reggio Emilia sono intervenuti per bloccare un nuovo traffico di cuccioli di cane, traffico che portava ad un giro d’affari di più di 500mila euro. La compravendita era attuata via internet, una delle tante truffe che usa i sistemi informatici. Tra il materiale sequestrato medicine, falsi libretti sanitari, cellulari, registratori di cassa, microchip e automobili utilizzate per prendere i cuccioli nei paesi dell’est e portarli in Italia. 108 i cani sequestrati tra i quali 45 cuccioli. La rete criminale si estendeva in varie regioni, oltre all’Emilia Romagna l’attività si svolgeva in Lombardia, Liguria e Toscana. Vari i provvedimenti cautelari e le denunce sia per associazione a delinquere che per maltrattamento agli animali, frode in commercio, falsità in atti e truffa, coinvolti anche negozi per la toelettatura e accessori per cani che procuravano una parte della clientela ai trafficanti di cuccioli. Ispezioni sono state effettuate a Reggio Emilia, Piacenza, Ravenna, La Spezia, Grosseto, Bergamo e Monza. Molti i cagnolini morti durante i viaggi ed altri deceduti dopo essere stati venduti, proprio l’ispezione su strada, nel 2017, di veicoli che trasportavano cuccioli in condizioni precarie, senza cibo ed acqua, e senza la obbligatoria documentazione sanitaria, ha fatto aprire una nuova indagine che si è avvalsa anche delle denunce di diverse persone che, dopo aver comperato a caro prezzo un cucciolo, si trovavano con l’animale gravemente malato o moribondo. l cuccioli appartenevano tutti a razze pregiate ma di taglia piccola, medio piccola, ed erano venduti almeno a mille euro. Secondo le stime, basate sulle intercettazioni, i cani venduti ogni anno sono stati almeno mille.

    Come abbiamo più volte ricordato i cani vanno acquistati solo da persone autorizzate, non devono avere meno di due mesi e devono essere in possesso dei libretti  sanitari con le vaccinazioni documentate ed è meglio visionare la madre ed i fratelli. Non dimentichiamo che chi vuole un amico peloso può anche cercarlo senza pedigree salvandolo da un rifugio dove è stato abbandonato.

  • Cuccioli in cerca di casa e di affetto

    Questi cuccioli sono stati abbandonati, troviamo loro una casa, sono 99% Labrador senza pedigree ma con tanta voglia di dare e ricevere coccole. Non lasciamoli soli!

    Per informazioni scrivere a: segreteria.redazione@ilpattosociale.it

  • In aumento gli stati d’ansia tra gli animali da compagnia

    Gregory Berna, un ricercatore ad Atlanta presso la Emory University, da alcuni anni sta studiando l’attività cerebrale dei cani utilizzando anche uno scanner RMI. La risonanza magnetica per immagini permette infatti di osservare direttamente le funzioni del cervello, in questo modo si evidenziano quali aree si attivano rispetto a particolari richiami. Per eseguire questo procedimento il ricercatore ha addestrato alcuni cani, tra i quali il suo, ad entrare spontaneamente nel tunnel della risonanza e a rimanervi tranquilli per qualche minuto conservando un atteggiamento giocoso. La ricerca ha dimostrato che tra uomo e cane vi sono forti similitudini nel nucleo caudato, una particolare regione del cervello ricco di recettori per la dopamina,  la sostanza che serve per la modulazione delle situazioni piacevoli. Dallo studio risulta per tanto che i cani hanno sensazioni positive, come l’uomo. Nello stesso tempo un altro ricercatore che si occupa di antrozoologia studiando le interazioni tra uomini ed animali ha evidenziato come negli animali da compagnia siano in aumento gli stati d’ansia dovuti a comportamenti eccessivamente protettivi degli umani e al loro, in alcuni casi, volerli tramutare nei bambini di casa, al doversi abituare a situazioni ambientali diverse da quelle naturali, vita in città, e all’assorbimento degli stati d’animo svariati delle persone con le quali vivono. Infatti cani e gatti in particolare hanno una particolare sensibilità e capacità di percepire, e  perciò subire, le situazioni di tensione anche apparentemente non palesate dagli esseri umani. Nei cani  come nei gatti la situazione di stress si manifesta a volte con eccessiva aggressività, in altri casi con atteggiamenti apatici o con dispetti ma certamente il gatto, pur nella sua indipendenza connaturata, può vedere ancor più acuito il senso d’ansia essendo un animale meno sociale del cane. Negli ultimi anni  per affrontare i problemi  di stress degli animali da compagnia sono aumentati i veterinari comportamentali ma in molte occasioni sono proprio i proprietari che andrebbero indirizzati verso altri comportamenti mentre i cani dovrebbero poter avere, nei loro primi mesi di vita, un buon e serio istruttore che insegni a loro, e ai loro umani, il rispetto di quelle poche regole necessarie per poter convivere tranquillamente con altri animali e in qualunque contesto sociale. Quello che invece va evitato, come purtroppo sta avvenendo al seguito di una moda iniziata negli Stati Uniti, è di dare tranquillanti, quali il Prozac, ai nostri animali, gli psicofarmaci, nell’animale, non risolvono i problemi ma li rimandano o li peggiorano, un educatore esperto, un veterinario coscienzioso e un padrone consapevole fanno la felicita dei nostri amici pelosi e la loro felicità è la nostra.

  • Nuovi casi di cimurro: necessario vaccinare i cani

    In primavera, in molti lo ricordano, bisogna fare le vaccinazioni ed i richiami per gli animali domestici, per questo è importante ricordare che negli ultimi mesi è stato riscontrato, per la prima volta, in un cane domestico, mai vaccinato, un sottogruppo virale che prima apparteneva solo agli animali selvatici. Inoltre è stato registrato un sensibile aumento di casi di cimurro nelle volpi del nord est, il che rende ancora più importante chiedere per i propri cani la vaccinazione, specie se sono cani che vivono in giardino o in campagna o che sono portati a correre in aree aperte. In ogni caso, a prescindere dallo stile di vita dell’animale e dalla probabilità di incontrare un selvatico, la vaccinazione contro il cimurro è raccomandata per tutti i cani perché questa malattia è ancora presente nella popolazione canina. Purtroppo vi sono proprietari di cani che dimenticano od ignorano la necessità delle vaccinazioni il che è un rischio per i loro simili e per quelli con i quali potrebbero avere contatto. Le notizie che arrivano dall’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie indicano anche la presenza di un nuovo sottogruppo virale che comporta una mutazione associata ad un aumento della virulenza della malattia. Le ondate epidemiche sembrano partite dalle zone nord orientali del triveneto per spostarsi verso ovest, d’altra parte è ben noto che la popolazione di animali selvatici si sposta anche in funzione della presenza di cibo e che un aumento del numero dei selvatici porta alcuni di loro a cercare nuovi territori. Il cimurro delle volpi, prima osservato solo in Friuli Venezia Giulia, è poi stato riscontrato in altre zone del Friuli Venezia Giulia ed in altre aree come il bellunese, l’alto Adige ed il Trentino. Oltre alle volpi sono stati colpiti dal cimurro anche i tassi. Ricordiamo a tutti che vaccinare i propri animali salvaguarda la loro salute e spesso anche la nostra e che avere un amico peloso comporta avere per lui non solo affetto e coccole ma soprattutto attenzione alla sua salute con una corretta prevenzione sanitaria ed una equilibrata alimentazione.

  • Gli animali domestici sempre più parte delle nostre vite

    Nei secoli gli animali hanno fatto parte di molte storie ed aneddoti, interpreti o comparse di fatti veri e di favole nate per insegnare agli uomini attraverso i bambini. Gli animali sono stati, e sono, cibo e compagnia, persone di casa e pelli di ornamento, fonte di guadagno e status symbol ed hanno sempre fatto parte della nostra vita, nel bene e nel male. Negli ultimi anni si è sviluppata una migliore percezione del loro essere senzienti, capaci non solo di provare affetto e dedizione ma dolore e paura e le culture più avanzate cercano, anche per gli animali da lavoro, o destinati alla soppressione per essere il nostro cibo, di garantire una migliore qualità di vita, quello che si chiama benessere animale.

    Con l’aiuto dei fumetti che li hanno resi umani, della solitudine che li ha fatti diventare spesso indispensabili per le persone sole, e con l’avvento di internet e dei Social che continuamente postano foto e filmati di animali con comportamenti simpatici ed accattivanti e con l’interesse fortunatamente sempre più forte anche per gli animali selvatici che vediamo in natura attraverso documentari specializzati, gli animali sono diventata una componente importante della nostra vita quotidiana. Nel 2017 hanno raggiunto la cifra ci circa un miliardo e 700 milioni e la metà degli essersi umani possiede o ha posseduto un animale domestico. Nel libro Come gli animali domestici hanno invaso le nostre vite ed i nostri cuori di Guido Guerzoni si registra che il 90% degli americani si considera mamma o papà del proprio pet e la parola padrone sta scomparendo, ed il 20% li include nei propri testamenti mentre è già cominciata una vera e propria giurisprudenza per definire a chi debba andare l’animale di casa in caso di separazione. In Italia il mercato dei pet sembra valga tre miliardi e mezzo ed ormai vi sono diverse attività incentrate sulle necessità vere dei nostri animali ed altre sui desideri a volte un po’ folli dei loro padroni. Tanto è in diminuzione l’empatia tra esseri umani, l’incapacità di dialogo e comprensione tra simili tanto di più si riversa sull’animale, spesso facendo il suo male, questo nostro nascosto desiderio di comunicazione e condivisione, l’animale non è un giocattolo e come essere senziente e appartenente ad una specie ha bisogno di cure, di affetto ma anche di rispetto, il cagnolino in pelliccia o il mastino con il collare luccicante di pietre non appagano ma avviliscono i nostri amici pelosi. Perciò se da un lato dobbiamo rispettarli quando li amiamo a maggior ragione dobbiamo combattere, con leggi più adeguate e con la costante attenzione delle istituzioni, tutte quelle pratiche che danno sofferenza e dolore, dalla macellazione rituale alle lotte clandestine, dalla vivisezione alla morte per polpette avvelenate nei giardini e nei boschi, dall’abbandono quando non ci divertono più alla vita orribile in canili lager. Molto è stato fatto ma moltissimo vi è ancora da fare, per questo maggior conoscenza e cultura sono indispensabili.

  • Caos Brexit: anche i pet in viaggio con i loro padroni potranno avere problemi?

    La Brexit continua e tenere banco tra le notizie di maggior rilevanza politica. Firme, petizioni on line e manifestazioni di piazza per ottenere un  nuovo referendum ed evitare l’uscita del Regno Unito dall’Unione, reiterati ‘no’ del Parlamento alle proposte della premier May, ridefinizioni continue della data di uscita e via discorrendo, mentre rimangono irrisolti tanti problemi tra i quali quelli legati ai confini dell’Irlanda del Nord, alla permanenza nel Regno Unito di chi già vi lavora, al transito delle merci dall’Unione e per l’Unione. Tra i tanti problemi irrisolti anche quelli legati alle persone che, per motivi diversi, si vogliono recare in Gran Bretagna con il loro pet o che dalla Gran Bretagna vogliono venire nell’Unione europea.

    Un recente sondaggio, tra i medici veterinari, ha rilevato la crescente preoccupazione dei proprietari di pet che cercano di avere informazioni sulla documentazione necessaria. Il governo britannico ha aperto una pagina web dedicata all’argomento ma di fatto nessuno sa ancora come regolarsi, e cioè come potrà entrare nell’Unione un cittadino britannico accompagnato dal suo cane o dal suo gatto e come potrà un cittadino, di uno dei paesi dell’Unione, che abita nel Regno Unito con un animale da compagnia, acquistato o adottato  durante la permanenza nel Regno Unito, tornare nel suo paese d’origine o comunque in un paese dell’Unione, in compagnia del suo animale.

    Particolarmente complicata sarebbe poi la situazione per quanto riguarda i movimenti di pet dall’Irlanda del Nord alla Repubblica d’Irlanda. Ai problemi personali si aggiungono quelli legati a manifestazioni sportive e gare o mostre per cani e gatti. Certo, diranno in tanti, non sono questi i problemi  più rilevanti, siamo d’accordo, lo scenario è nell’insieme complesso ed un po’ schizofrenico e molti sono gli interessi politici ed economici in gioco ma, come in tutte le cose, insieme ai problemi generali vi sono anche i tanti problemi individuali e di quelle piccole categorie che sembrano sempre più sfuggire alle scelte ed alle decisioni della politica.

     

  • Addestrati a correre e uccisi quando non occorrono più: il triste destini dei cani Calgos in Spagna

    E’ allarme in Spagna per la situazione dei cani calgos. Considerati ‘cani da lavoro’ e non animali domestici sono utilizzati come oggetti di reddito e quando non servono più per mansioni per le quali sono stati allevati vengono massacrati e abbandonati. I galgos possono raggiungere velocità molto alte e per questo sono adoperati per le gare di corsa e per la cacci a vista, mansione, quest’ultima, per la quale sono nutriti poco affinché diventino particolarmente aggressivi. Si calcola che la loro vita si aggiri attorno ai 3/5 anni. La situazione per i calgos diventa drammatica a febbraio, cioè quando la stagione della caccia volge al termine e quindi, non più utili, si realizza il loro tragico destino. Poco accuditi e curati sin dalla nascita vengono tenute in vita solo dal pane e dall’acqua. Sono costantemente addestrati, ma in modo esagerato, in modo pericoloso, per spingerli a correre a velocità estrema e, così facendo, sono spesso legati dietro una macchina da corsa o su un tapis rulant! Pur a conoscenza della tragica situazione il governo fa molto poco perché molti suoi membri sono cacciatori. In un paese che ha quasi 17 mila galgueros confederati (allevatori ufficiali) e dove non c’è alcun tipo di registrazione sulle loro nascite e morti, i galgos sono purtroppo lasciati al loro orribile destino. L’allevamento di Galgos è illegittimo in quanto non vi è alcun controllo e vengono uccisi numerosi cuccioli considerati di razza inadatta o non pura. Un singolo galguero può possedere fino a 10 cani, la maggior parte senza un tatuaggio o un microchip, segni particolari di identificazione sono i tagli alle orecchie, usando le forbici e senza anestesia. Vivono in condizioni igieniche precarie, sono scheletrici perché malnutriti e sebbene in Spagna ci siano delle leggi contro i maltrattamenti di animali non di rado si vedono per strada calgos ai quali sono state spezzate le zampe o addirittura appesi agli alberi a testa in giù. In Europa ci sono numerose associazioni che hanno recuperato e riabilitato cani calgos che per natura non sono aggressivi, una volta infatti riavvicinati alla ‘normale’ vita da cani vengono usati per la pet therapy, soprattutto per curare bambini affetti da autismo.

  • Animali e padroni sepolti insieme, in Lombardia adesso si può

    In tema di animali ancora notizie buone e notizie cattive, dalla  Lombardia arriva una buona notizia per gli amanti degli animali, il Consiglio Regionale ha approvato a febbraio una legge, in materia di servizi funerari, che include la possibilità di far tumulare il proprio animale nella tomba del padrone. E’ il primo provvedimento in Italia che affronta questo argomento, ovviamente vi sono delle clausole da rispettare, l’animale deve essere cremato e può essere sepolto, in una teca separata, nello stesso loculo del suo padrone o nella tomba di famiglia, su espressa volontà del defunto o dei suoi eredi. Una possibilità che va incontro a molte richieste di amanti degli animali. La notizia è buona ma potrebbe diventare cattiva se male applicata ed interpretata la legge, infatti sarà necessaria una stretta sorveglianza ed attenzione per evitare che gli eredi, non volendo mantenere il cane o il gatto del defunto, si affrettino a far concludere la vita anche all’animale del morto, basta la solita puntura e l’animaletto incenerito sarà bello e pronto per essere tumulato con il suo umano. Inoltre è stata anche premura della presidente della commissione Sanità far votare un ordine del giorno che impegna la giunta a farsi portavoce presso i comuni affinché sulle lapidi non vi siano né riferimenti né fotografie dell’animale tumulato. Già gli antichi egizi, e non solo loro, venivano tumulati con i loro animali, purtroppo spesso vivi, speriamo che la nuova legge rappresenti una tappa di civiltà e di maggiore attenzione verso le persone che amano gli animali e verso gli animali e non diventi un nuovo business o peggio la scusa per sopprimere animali rimasti “orfani”.

    Dal Lazio la buona notizia di una nuova azione dei carabinieri che hanno sventato, vicino a Cerveteri, un traffico illegale di cani rubati. I malviventi rapivano cani di razza, in molti casi cani da caccia, e li rivendevano nella provincia e quando non riuscivano a smerciarli li uccidevano. Nel sequestro, avvenuto in due terreni agricoli, sono stati rinvenuti 54 cani dei quali 15 cuccioli. I sequestratori espiantavano  i microchip per evitare che i cani potessero essere riconducibili ai loro legittimi proprietari. Durante l’azione i carabinieri hanno anche sequestrato farmaci per uso veterinario, bisturi, siringhe, collari elettrici e anche armi e munizioni. Inoltre sono state trovate le carcasse di vari animali morti. Se buona è la notizia dell’intervento dei carabinieri rimane la pessima notizia che per fare soldi facili spesse volte sono presi di mira anche i nostri animali e più volte sono stati rapiti cani per farli partecipare ai combattimenti  o meglio ancora agli addestramenti dai quali, ovviamente, usciranno solo morti e a brandelli. Da troppo tempo in questo settore la criminalità organizzata aumenta le proprie entrate.

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