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  • Raccolti altri 13.000 computer portatili e smartphone per l’Ucraina

    Ulteriori 13.000 computer portatili, smartphone e tablet sono stati raccolti con il sostegno della Commissione nel quadro dell’iniziativa “Computer portatili per l’Ucraina”. Dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, la Commissione aveva già contribuito all’invio in Ucraina di 12.000 dispositivi donati attraverso il meccanismo di protezione civile dell’UE. Gli ulteriori 13.000 dispositivi ora raccolti verranno trasportati in Ucraina nelle prossime settimane.

    In risposta all’urgente necessità di dispositivi nelle scuole, negli ospedali e nei comuni ucraini, nel dicembre 2022 la Commissione – insieme al ministero ucraino della Trasformazione digitale e a DIGITALEUROPE, un’organizzazione europea che rappresenta l’industria delle tecnologie digitali – ha contribuito a lanciare l’iniziativa “Computer portatili per l’Ucraina”. I dispositivi digitali servono a preservare il funzionamento dei servizi di base nei settori dell’istruzione, dell’assistenza sanitaria e della pubblica amministrazione in Ucraina, dove a causa della guerra sono migliaia gli sfollati e le persone che cercano sicurezza nei rifugi al di fuori delle loro case, mentre sono centinaia le scuole e gli ospedali distrutti.

    Le imprese e i privati cittadini possono ancora donare computer portatili, smartphone o tablet nuovi o usati e funzionanti in uno dei 17 centri di raccolta in Belgio, Repubblica Ceca, Estonia, Francia, Germania, Lituania, Romania, Slovenia, Spagna e Ungheria. Inoltre sono in allestimento nuovi centri di raccolta. I cittadini sono invitati a donare i dispositivi direttamente presso uno dei centri, mentre le imprese private possono mettersi in contatto con la Commissione per organizzare il trasferimento di donazioni più consistenti.

  • Inaugurato in Italia un nuovo supercomputer europeo di prim’ordine

    La Commissione ha inaugurato, insieme all’impresa comune europea per il calcolo ad alte prestazioni (impresa comune EuroHPC), al Ministero italiano dell’Università e della Ricerca e al consorzio CINECA, il più recente supercomputer europeo: LEONARDO, situato presso il Tecnopolo di Bologna.

    LEONARDO è un sistema di supercalcolo fra i migliori al mondo, sviluppato e assemblato in Europa. Quando sarà pienamente operativo, avrà una potenza di calcolo di quasi 250 petaflop (250 milioni di miliardi di calcoli al secondo). LEONARDO è attualmente il quarto supercomputer più potente al mondo. È il risultato di un investimento congiunto di 120 milioni di €, di cui la metà proviene dalla Commissione e l’altra metà dal Ministero italiano dell’Università e della Ricerca e dal consorzio CINECA, composto da altri cinque paesi partecipanti all’EuroHPC (Austria, Grecia, Ungheria, Slovacchia e Slovenia).

    LEONARDO è il secondo supercomputer europeo pre-esascala ad essere messo in funzione, dopo LUMI a Kajaani, Finlandia. Esso combina componenti all’avanguardia per il calcolo ad alte prestazioni e l’uso dell’intelligenza artificiale per svolgere compiti estremamente complessi. In quanto tale, consentirà di condurre un’attività senza precedenti di ricerca sul cancro e scoperta di farmaci, permetterà di comprendere il funzionamento del cervello umano, scoprire tecnologie energetiche pulite, elaborare modelli climatici più precisi, nonché contribuire alla previsione e al monitoraggio delle catastrofi naturali e delle pandemie.

    Il sistema di supercomputer LEONARDO si concentra sulla sostenibilità ambientale ed è dotato di strumenti che consentono un adeguamento dinamico del consumo energetico, garantendo così un equilibrio intelligente e ottimale tra risparmio energetico e prestazioni. Utilizza inoltre un sistema di raffreddamento ad acqua per una maggiore efficienza energetica.

    I servizi di calcolo forniti da CINECA con LEONARDO saranno ulteriormente rafforzati dall’integrazione di un computer quantistico, dato che CINECA è stato anche selezionato come soggetto ospitante per uno dei primi computer quantistici di costruzione europea.

  • L’UE diffonde la sua prima tecnologia quantistica in 6 siti distribuiti in varie parti d’Europa

    L’impresa comune per il calcolo ad alte prestazioni europeo (EuroHPC) ha annunciato la selezione di 6 siti che ospiteranno i primi computer quantistici europei: saranno situati in Repubblica Ceca, Germania, Spagna, Francia, Italia e Polonia. I computer quantistici verranno integrati in loco nei supercomputer esistenti e formeranno così un’ampia rete che si estenderà su tutta l’Europa. L’investimento totale previsto ammonta a oltre 100 milioni di €, una metà dei quali proviene dall’UE e l’altra metà dai 17 paesi che partecipano all’EuroHPC. Ricercatori accademici e operatori dell’industria, ovunque si trovino in Europa, saranno ora in grado di accedere a questi 6 computer quantistici basati su tecnologie europee all’avanguardia.

    I nuovi computer quantistici risponderanno inoltre alla crescente domanda di risorse per il calcolo quantistico e di potenziali nuovi servizi da parte dell’industria e del mondo accademico europei. Nel giro di poche ore saranno in grado di risolvere problemi complessi relativi a settori quali la salute, il cambiamento climatico, la logistica o il consumo di energia, rispetto ai mesi e agli anni richiesti dai sistemi attuali, e lo faranno consumando molta meno energia.

    Si prevede che i nuovi computer quantistici saranno disponibili nei 6 siti indicati entro la seconda metà del 2023. Sosterranno un’ampia gamma di applicazioni di rilevanza industriale, scientifica e sociale per l’Europa:

    • lo sviluppo molto più rapido ed efficiente di nuove medicine, grazie alla creazione di un “gemello digitale” di un corpo umano su cui ad esempio condurre sperimentazioni virtuali di farmaci;
    • la risoluzione di complessi problemi di logistica e di programmazione per aiutare le imprese a risparmiare tempo e carburante;
    • lo sviluppo e la possibilità di testare in un ambiente virtuale nuovi materiali come polimeri per aerei, convertitori catalitici per automobili, celle solari o superconduttori a temperatura ambiente in grado di immagazzinare energia a tempo indeterminato.

    Questi nuovi computer quantistici ci avvicinano al raggiungimento dei nostri obiettivi per il decennio digitale, vale a dire disporre del nostro primo computer con accelerazione quantistica entro il 2025 ed essere all’avanguardia in termini di capacità quantistiche entro il 2030.

    Si tratta di un’iniziativa europea in tutto e per tutto: le macchine saranno costituite interamente da hardware e software europei per sfruttare la tecnologia europea sviluppata nell’ambito delle iniziative quantistiche finanziate dall’UE, dei programmi di ricerca nazionali e degli investimenti privati.

    L’annuncio odierno si inserisce in un impegno di più ampio respiro dell’UE, che si sta adoperando per integrare i computer e i simulatori quantistici europei come acceleratori nell’infrastruttura di supercalcolo. In futuro saranno inoltre acquistati più computer quantistici. Per sviluppare ulteriormente il calcolo quantistico e più specificamente il software quantistico, la Commissione prevede di istituire centri di eccellenza per la scienza e l’industria incentrati su casi di utilizzo sia accademico sia industriale di computer e simulatori quantistici. Questi centri, rivolti a tutti gli appartenenti al settore dell’industria e al mondo accademico, come pure alla più ampia comunità di utenti della tecnologia quantistica, saranno un punto di riferimento per le applicazioni quantistiche accademiche e industriali e forniranno alle organizzazioni europee servizi, sostegno e librerie con modalità simili a quelle impiegate attualmente per i centri di eccellenza per il calcolo ad alte prestazioni.

    I 17 paesi partecipanti all’iniziativa quantistica EuroHPC sono: Belgio, Cechia, Danimarca, Germania, Irlanda, Spagna, Francia, Italia, Lettonia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Finlandia, Svezia e Norvegia.

    L’impresa comune per il calcolo ad alte prestazioni europeo (EuroHPC) è un’entità giuridica e finanziaria creata nel 2018 per permettere all’UE e ai paesi partecipanti alla EuroHPC di coordinare i loro sforzi e mettere in comune le risorse con l’obiettivo di fare dell’Europa un leader mondiale del supercalcolo. Nel luglio 2021 il Consiglio ha adottato il regolamento EuroHPC, con un ulteriore investimento di 7 miliardi di €.

    L’EuroHPC ha già finanziato il progetto ibrido per il calcolo ad alte prestazioni e il simulatore quantistico (HPCQS), iniziato alla fine del 2021. Il progetto mira a integrare 2 simulatori quantistici, ognuno dei quali controlla circa 100+ bit quantistici (qubit) in 2 supercomputer già esistenti:

    • il supercomputer Joliot Curie di GENCI, l’organizzazione nazionale francese di supercalcolo, con sede in Francia;
    • il supercomputer JUWELS del centro di supercalcolo Jülich, con sede in Germania.

    In questo modo il progetto HPCQS diventerà un incubatore per un sistema unico al mondo di calcolo ibrido basato su calcolo quantistico e supercalcolo.

    Nel 2016 i portatori di interessi del settore quantistico europeo hanno pubblicato il manifesto quantistico che ha portato al lancio nel 2018 di un’iniziativa di ricerca e innovazione collaborativa, finanziata dall’UE con 1 miliardo di € per un periodo di 10 anni: l’iniziativa faro sulle tecnologie quantistiche.

  • La corsa ai computer quantistici vale oltre 25 miliardi di dollari

    Oltre 25 miliardi di dollari di investimenti pubblici, colossi tecnologici come Amazon ma anche decine di piccole imprese a start up in tutto il mondo: la ‘corsa’ verso i computer quantistici diventa sempre più globale. Strumenti potentissimi ancora in fase ‘esplorativa’ che promettono di aprire una nuova finestra sul mondo dei quanti, un ‘ponte’ tra due mondi governati da leggi e logiche differenti.

    “I computer quantistici si trovano ancora in una fase che potremmo definire ‘esplorativa'” – ha detto all’Ansa il direttore del Quantum computing di Amazon Web Services (Aws), Simone Severini – e due sono gli indirizzi della ricerca: da un lato migliorarne le prestazioni per renderli pienamente operativi dall’altro comprenderne pienamente le possibili applicazioni”. Computer quantistici e supercomputer tradizionali sono infatti due tipologie di macchine completamente diverse e che lavorano in due ‘mondi’ differenti. “Difficile dire come evolverà il settore e quali applicazioni concrete se ne avranno”, ha aggiunto Severini. “Come in biologia si eseguono esperimenti ‘in vitro’ replicando fenomeni biologici in laboratorio, forse tra un po’ lavoreremo ‘in silico’, replicando la fisica nel computer”.

    “Ritengo che i computer quantistici – ha osservato Severini – debbano essere interpretati prima di tutto come nuovi e potenti strumenti scientifici, come lo sono i telescopi o gli acceleratori di particelle. I computer quantistici ti permettono di accedere a una realtà fisica fondamentale, quella dei quanti: aprono le porte di ‘luoghi’ che non avevamo ancora esplorato”. Proprio i ‘bizzarri’ comportamenti dai quanti usati come unità di informazione del computer (i qubit, ossia i bit quantistici) diventano il ponte tra due mondi regolati da logiche e leggi completamente differenti, quello ‘tradizionale’ della fisica classica e quello dei quanti, e simulare così quel che avviene ad esempio nelle molecole su scale atomiche o durante le reazioni chimiche.

    Anche se il settore è ancora pionieristico le tecnologie quantistiche stanno però attirando grandi investimenti: a guidare la classifica di quelli pubblici è la Cina che ha stanziato ben 10 miliardi di dollari nello sviluppo del settore e gli Usa con un piano pubblico oltre 1 miliardo a cui si aggiungono gli investimenti di molti colossi tech. Tra i protagonisti anche l’Europa con una ‘flagship’ da 1 miliardo e le scelte di singoli Paesi come Germania, Francia e Paesi Bassi (complessivamente 5 miliardi) come anche Canada, India e Giappone, fino a Nuova Zelanda e Israele. Complessivamente 25 miliardi a cui vanno sommati gli sforzi di grandi aziende come Google e Ibm e decine di start up. A dare una spinta al settore ha contribuito anche il servizio Braket di Amazon Web Service, un servizio cloud di computer quantistici “che in un certo senso fornisce una finestra aperta a tutti quelli interessati a capire e vedere a che punto è la tecnologia evitando la complessità di doversi dotare di queste macchine”, ha spiegato Severini.

    Tantissime le realtà che sfruttano questa possibilità: a partire da enti di ricerca, ad esempio in Italia l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e il Cineca, oppure le startup come QCWare e Qu@Co che stanno sviluppando applicazioni, la prima in ambito finanziario la seconda nella chimica. Braket offre un ‘parco’ macchine diversificato, da computer a superconduttori a quelli a ioni intrappolati, e ora si arricchirà con due nuove tipologie di computer quantistici tra cui quello sviluppato da QuEra che utilizzando atomi di Rydberg ha caratteristiche ideali per lo studio della fisica fondamentale.

  • Il Parlamento Ue vota per istituire il diritto alla disconnessione del lavoratore

    Luce verde del Parlamento Ue al diritto a disconnettersi spegnendo telefonini e computer una volta terminato l’orario di lavoro. Gli europarlamentari hanno approvato una risoluzione accompagnata da una proposta di direttiva sul tema con 472 voti a favore, 126 contrari e 83 astensioni. Insieme alla risoluzione è stato però approvato un emendamento – presentato dai popolari del Ppe e duramente contestato dalla Confederazione dei sindacati europei Ces – che chiede alla Commissione Ue di posticipare di almeno tre anni qualsiasi azione legislativa sulla materia. In ogni caso, la proposta di direttiva chiede di assicurare il diritto alla disconnessione e mira a introdurre un sistema di misurazione dell’orario di lavoro per rendere più semplici eventuali ricorsi. Il testo prevede inoltre l’obbligo di fornire ai dipendenti tutte le informazioni sul diritto alla disconnessione e prevedere sanzioni in caso di violazione. In favore della risoluzione hanno votato gli eurodeputati di Pd, Forza Italia e Cinque Stelle. La Lega si è invece astenuta. “Non volevamo un’ulteriore direttiva a ingessare l’autonomia legislativa degli Stati membri e i relativi contratti collettivi nazionali di lavoro” ha detto l’europarlamentare leghista Elena Lizzi.

    Il via libera all’emendamento è stato comunque un punto chiave imprescindibile per l’approvazione del testo che richiedeva una maggioranza qualificata e sul quale, il gruppo dei Socialisti e Democratici ha dovuto cedere, creando non poche tensioni all’interno del gruppo. In particolare, il Pd ha sostenuto la risoluzione nel suo insieme, astenendosi sull’emendamento. “Per far passare il testo abbiamo dovuto accettarlo”, ha commentato Brando Benifei, capo delegazione del Partito Democratico al Parlamento Europeo. I Cinque Stelle hanno invece votato contro l’emendamento del Ppe. “Abbiamo votato con convinzione contro – ha detto l’eurodeputata 5S, Daniela Rondinelli – tuttavia abbiamo sostenuto il testo nel voto finale perché è stato rafforzato anche grazie ai nostri emendamenti sul diritto dei lavoratori a ricevere informazioni chiare sulle loro mansioni”. Per Patrizia Toia (Pd) “il telelavoro non può diventare una nuova forma di teleschiavitù. Ora che milioni di europei stanno lavorando da casa a causa della pandemia è più urgente che mai una normativa europea per sancire il diritto alla disconnessione. E’ quello che ha chiesto oggi la maggioranza degli europarlamentari”, ha concluso Toia.

  • Cervello umano e computer potranno interagire

    La telepatia tra uomo e computer potrebbe divenire realtà e il secondo potrebbe scrivere le parole che il primo vuole scrivere senza bisogno di pronunciarle, ma solo pensandole. Facebook e prima ancora Elon Musk si erano prefissi da tempo l’obiettivo di consentire a chi non può più esprimersi attraverso la voce di poter trasformare il proprio pensiero in un testo scritto, ora uno studio dell’Università della California ha dimostrato che progetto è realizzabile.

    Una ricerca condotta con l’aiuto di tre persone affette da epilessia, cui erano già stata impiantati nel cervello alcuni elettrodi per monitorare l’attività cerebrale ha consentito ai ricercatori di visualizzare le parole pensate dai tre soggetti.

    La ricerca si è avvalsa di elettrodi sui tre soggetti e anche il progetto di Elon Musk prevedeva un intervento chirurgico, Facebook punta invece a connettere cervello e computer senza interventi invasivi. Mark Chevillet, dei Facebook Reality Labs, prevede che serviranno almeno altri 10 anni per completare il lavoro: “E’ un programma a lungo termine”.

  • Mercato unico digitale: l’Europa annuncia gli otto siti che ospiteranno supercomputer di prim’ordine

    Otto siti per centri di supercalcolo sono stati selezionati nell’UE per ospitare i primi supercomputer europei. Sosterranno ricercatori, industria e imprese europei nello sviluppo di nuove applicazioni in un’ampia gamma di settori, dalla progettazione di medicinali e nuovi materiali alla lotta ai cambiamenti climatici.

    Con un grande passo avanti per rendere l’Europa una regione di supercalcolo all’avanguardia a livello mondiale, l’impresa comune europea per il calcolo ad alte prestazioni (EuroHPC) ha selezionato in 8 Stati membri gli 8 siti per centri di supercalcolo che ospiteranno le nuove macchine per l’elaborazione automatica dell’informazione ad alte prestazioni. I siti ospitanti saranno ubicati a Sofia (Bulgaria), Ostrava (Cechia), Kajaani (Finlandia), Bologna (Italia), Bissen (Lussemburgo), Minho (Portogallo), Maribor (Slovenia) e Barcellona (Spagna). Sosterranno lo sviluppo di applicazioni importanti in ambiti quali la medicina personalizzata, la progettazione di farmaci e materiali, la bioingegneria, le previsioni meteorologiche e i cambiamenti climatici. In totale, 19 dei 28 paesi partecipanti all’impresa comune faranno parte dei consorzi che gestiranno i centri e il bilancio complessivo, con i fondi dell’UE, sarà pari a 840 milioni di €. Le modalità precise di finanziamento dei nuovi supercomputer saranno integrate nelle convenzioni di accoglienza che verranno firmate a breve.

  • Amazon amplia la propria offerta di prodotti Apple

    Amazon ha annunciato di aver stretto un accordo che consentirà al colosso dell’e-commerce di vendere un maggior numero di prodotti Apple, in tempo per la stagione di acquisti natalizi. L’intesa, annunciata nei giorni scorsi, prevede che nelle prossime settimane diversi prodotti col marchio della Mela entrino nei siti Amazon in Usa, Giappone, India e Paesi europei tra cui l’Italia.

    Amazon metterà in vendita i nuovi dispositivi hi-tech di Apple, dagli iPhone Xr e Xs all’iPad Pro, passando per l’ultima edizione dell’Apple Watch. Escluso dall’accordo è invece lo speaker da salotto HomePods, di cui Amazon produce e vende un diretto rivale, l’altoparlante Echo. Al momento sul portale di Jeff Bezos i prodotti di Apple sono presenti solo tramite venditori di terze parti, mentre la vendita diretta è limitata ad alcuni computer Mac e alle cuffie Beats.

    “Siamo costantemente al lavoro per migliorare l’esperienza del cliente, e uno dei modi in cui lo facciamo è aumentare la selezione dei prodotti che i clienti desiderano”, ha commentato un portavoce di Amazon.

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