coronavirus

  • Ritorna l’eugenetica?

    Ci risiamo: Ritorniamo all’eugenetica di memoria nazionalsocialista? Hitler l’aveva imposta e in Germania si praticava correntemente. Sono stati tempi bui per l’intera umanità, non solo per l’Europa diventata tedesca con la conquista hitleriana. Tempi in cui il livello di civilizzazione ha raggiunto i punti più bassi. Ma ciò nonostante, in Europa si parla ora di “grande scrematura”. Se ne parla in Gran Bretagna, che con la Brexit sembrava si fosse liberata dalle pastoie comunitarie dell’Unione europea, per ritrovare interamente la sua sovranità.  Ma se questa viene impiegata per consentire la “grande scrematura” sarà una sovranità da condannare, perché, bene o male, ci riporterà ai tempi bui del nazionalsocialismo hitleriano. E’ vero che l’eugenetica si praticava già in Gran Bretagna ed in America, sia pure in misure non di massa, come in Germania, ma è altrettanto vero che prima di allora mai in Europa si erano accettate forme simili di purificazione della razza. La differenza, tra l’altro, tra l’esperienza europea e quella inglese o americana, consisteva nella diversa ragione della “scrematura”. Fuori Europa i motivi erano pragmatici: ridurre le spese delle cure per i vecchi ammalati, per gli inabili e per i bambini considerati inguaribili. Per i nazionalsocialisti le motivazioni erano ideologiche. Sopprimendo gli ammalati e gli impuri, si contribuiva a migliorare la razza, a purificarla di tutte le scorie, a renderla ariana nella sua essenza. Il che non si capisce che cosa voglia significare realmente. Ma i miti sono duri a morire. Quando anziché la ragione è l’ideologia che ispira le azioni umane, c’è sempre da temere il peggio, c’è sempre il rischio di catastrofi immense. Ma siamo veramente giunti a questo punto ora? No, non ancora, ma potremmo arrivarci. Il tema è stato rilanciato da Boris Johnson e dai suoi consiglieri per la sanità in una recente conferenza stampa. A dire il vero il tema è stato quello della “grande scrematura”, cioè il ricambio delle generazioni, con la sostituzione dei vecchi con i meno vecchi. I costi della vecchiaia sono alti, quasi insopportabili, “e non sarebbe la prima volta – dice Ferrara sul foglio – che civilizzazione e natura si trovano alleate in una selezione demografica spinta”. Il che significherebbe, nella situazione attuale del corona virus, non curare i vecchi e lasciare che la pandemia faccia il suo corso. Ci penserà lei a selezionare quelli che sono in grado di farcela. Gli altri saranno sacrificati sull’altare della convenienza e della selezione naturale. Fa un certo effetto sentir dire queste cose. Cresciuti in un’Europa dalla profonde radici cristiane, oggi platealmente negate dalla cultura imperante, ci sembra inverosimile che questa stessa cultura assecondi la morte anziché la vita. E’ un rovesciamento dei valori e non possiamo non osservare che a mano a mano che i giorni passano notiamo un abbassamento di civiltà dove i valori e i principi cristiani vengono meno. Dove è stata confinata la dignità dell’uomo? I diritti umani di che cosa sono sostanziati, se non dalla consapevolezza che l’uomo ha una dignità irrepetibile, unica, universale. E senza dignità non ci possono essere diritti umani. Ci saranno i dettami delle nuove religioni: l’ambientalismo, la laicità, il politicamente corretto, il pansessualismo, ecc., ma non ci sarà un collante che lega l’uomo alla sua dignità ed al suo diritto all’infinito. La “grande scrematura” rimane una visione pagana, resa tra l’altro ignobile da motivi anche economici, oltre che ideologici. Se la Brexit della Gran Bretagna si macchierà anche di questo delitto, vorrà dire che si merita le astruserie di un premier noto per imboccarle tutte nel verso sbagliato. Uno che non si pettina da anni e che se lo fa è per spettinarsi, quali garanzie di serietà e di credibilità può offrire? Che qualche commentatore straniero critichi l’Italia per la sua decisione di curare tutti i vecchi colpiti dal virus, anziché lasciarli al loro destino, e senza preoccuparsi in primis delle conseguenze economiche, ci fa pensare che il nostro Paese sia ancora abitato da una comunità umana animata da pietas e da solidarietà con la vita. Che è sempre meglio, in ogni caso, della solidarietà con la morte e delle politiche per la purezza della razza ariana.

     

  • Ricominceremo per contribuire a costruire un’Italia più giusta e un’Europa migliore

    Alla fine del tunnel saremo più poveri? E allora ricominceremo da capo come hanno fatto i nostri nonni ed i nostri genitori, non saranno qualche settimana di fermo a fare più danni di anni di una guerra mondiale! Ritroveremo la capacità di pensare e costruire una società ed una economia in grado di dare maggiori opportunità a tutti, ci rimboccheremo le maniche, giovani e vecchi, di destra e di sinistra, consapevoli di una realtà nuova: non ci si salva da soli, non ci si salva se non c’è qualcuno capace di sacrificarsi per gli altri, non ci si salva se non si rispettano regole comuni.

    Partiremo dalla sanità per riorganizzare, dal nord al sud, un sistema che dia a tutta l’Italia le stesse aspettative e certezze, per ridare dignità morale ed economica a tutti gli operatori sanitari, per costruire, con la ricerca finalmente adeguatamente finanziata, una più forte immagine dell’Italia nel mondo. Ripartiremo avendo ritrovato, nella paura e nel dolore, la consapevolezza che non c’è nulla di scontato e che la salute, la libertà, la democrazia sono beni che vanno difesi ogni giorno. Dimostreremo che il successo che ha avuto, in ogni campo, il nostro Made in Italy era dovuto alla qualità dei prodotti, all’ingegno ed alla creatività ma anche e specialmente alla tenacia ed al coraggio che il nostro popolo ha sempre saputo dimostrare nei momenti difficili. Ripartiremo avendo ritrovato l’empatia per i nostri simili, che avevamo in gran parte perduta, ripartiremo avendo capito che non serve urlare per difendere le proprie idee e che spesso è bene ascoltare anche quelle degli altri, che le verità possono essere soggettive ma la realtà è sempre una per tutti, come questo virus che è un pericolo reale per ciascuno e per combatterlo e vincerlo si deve essere uniti. Come Uniti dovremo essere per ricominciare.

    Dopo aver vissuto una segregazione forzata e necessaria ritroveremo, rincontrando gli altri, una parte di noi e senza arroganza, od inutile umiltà, saremo anche più forti verso i nostri amici europei e d oltre oceano. Oggi nelle nostre case dedichiamo un pensiero a chi ci ha lasciato, alle famiglie che piangono una persona cara, a chi negli ospedali, o prestando soccorso ai più deboli, combatte per tutti noi e cominciamo già a immaginare cosa faremo domani. Cominciamo già ora a costruire un futuro capace di accantonare gli errori del passato e come i nostri antenati dicevano con orgoglio “sono cittadino romano” diciamo con fermezza e speranza sono cittadino italiano e contribuirò a costruire un’Italia più giusta ed un’Europa migliore.

     

  • In Europa ormai è il ‘virus italiano’!

    “Premetto che sono stato 48 ore in Francia e ci sono andato in aereo. All’arrivo, venerdì pomeriggio, nessun controllo, esattamente come oggi alla partenza, mentre poco fa a Malpensa siamo stati accolti da due tizi in tuta spaziale che misuravano la temperatura a tutti. Evidentemente in Francia nessuno si preoccupa, qui siamo all’isteria collettiva”. E’ quanto scrive il 24 febbraio Marco Zacchera, già deputato italiano e sindaco di Verbania, nel suo sito Il Punto. “Scrivo soprattutto perchè in questi 2 giorni sono rimasto disgustato da come i media stranieri abbiano dato e stiano dando notizia del virus in Italia. Non so se lo sapete, ma titoli, reportage, iper-allarmismo con una critica anti-italiana generale e generalizzata, colpevoli non si sa bene di che cosa. Ieri sera il TG1 francese ci ha dipinto come una nazione-lazzaretto. Siamo diventati gli untori d’Europa e comunque ne subiremo le pesanti conseguenze nei prossimi mesi. E’ un caos: ‘Che succede in Italia?’, ‘Italia nazione infetta’ ‘Unici casi in Europa’ ecc.ecc. La piazza del duomo di Milano deserta e lo stadio di San Siro chiuso hanno fatto il giro del mondo, con danni incalcolabili a tutti noi, qualcuno l’aveva considerato stendendo le “grida” ministeriali? Non è un caso che oggi la borsa sia crollata del 6% o che negli alberghi sia già arrivata una pioggia di cancellazioni, con crisi incombente e generale del commercio, ristorazione, trasporti, servizi, aerei ecc.

    SE CI VENGONO NASCOSTE REALTA’ PIU’ GRAVI ALLORA E’ UN’ALTRA FACCENDA, MA SE LE NOTIZIE “VERE” SUL CONTAGIO SONO QUELLE NOTE ALLORA LA REAZIONE GENERALE ED UFFICIALE E’ STATA ED E’ ASSURDA RISPETTO ALLA REALTA!

    Davvero era necessaria questa reazione istituzionale isterica, con decisioni così drastiche condite dai sorrisini ebeti di certi ministri con il solito ritornello “Ma non preoccupatevi, niente panico!”? Il che è esattamente il contrario di quanto invece si crea.

    ….Il presidente della Basilicata chiama alla quarantena tutti quelli che vengono dal nord, dimenticando che teoricamente sono 2 settimane che i ‘nordisti’ avrebbero potuto contagiare tutti. Ieri hanno vietato perfino le Messe e l’ingresso in Duomo a Milano, mentre a Bari 40.000 persone si concentravano a sentire il Papa: quante di loro possono essere state al nord in questi giorni od aver incontrato persone che c’erano state?

    Tra l’altro è davvero così strano che “tutti” i casi siano al nord e non nel centro-sud…oppure lì si controlla di meno, esattamente come nel resto d’Europa dove chi ha la febbre sta a letto ma poi –  in pratica – guarisce con le cure di stagione?

    Mi spiegate che senso abbia correre a svuotare i supermercati quando sarebbe bastato un annuncio chiaro, netto, deciso delle autorità: (“I supermercati non chiuderanno!”) oppure che logicità c’è nel blindare regioni intere quando ormai – se qualcuno fosse stato infetto – avrebbe già moltiplicato il contagio ben fuori le ‘zone rosse’?

    E’ vero che sono morte alcune persone over 80 per il virus, ma erano già tutte malate, alcune in ospedale da giorni, e il virus potrà essere stata una “concausa”, ma non la “causa”.

    La direttrice del laboratorio dell’ospedale infettivo Sacco di Milano (verrà linciata o espulsa dall’albo?) è stata chiarissima “Sono morte 217 persone di influenza in queste settimane, questa è una influenza grave, ma come tale va trattata”. Certamente va fatto con misure adeguate, ma allora spieghiamo e ripetiamo a tutti di lavarsi spesso le mani, si distribuiscano gratis degli antisettici, ci si copra il volto se raffreddati ecc. Queste sarebbero e sono cose logiche, chiare, attuabili e doverose.

    Intanto qualcuno veramente autorevole potrebbe rispondere chiaramente ai dubbi di tutti. “Quanto vive – per esempio –  il virus fuori da un organismo malato?” Dopo quanti giorni possono comparire dei sintomi? Il virus è diffuso in Italia perché si controllano decine di migliaia di persone mentre all’estero invece no, altrimenti come mai proprio qui?

    Intanto adesso è e sarà comunque “il virus italiano” a livello europeo, gran bel risultato.

    A Mauritius oggi hanno mandato indietro un aereo Alitalia con i turisti lombardi e veneti in arrivo perchè potenzialmente “infetti” mentre la Francia non ha neppure sospeso in queste settimane i voli con la Cina: ma non è da pazzi ritrovarci un’Europa così?

    Ma quanti cinesi sono quindi arrivati in Italia via altri scali aerei e quanti di loro potevano teoricamente essere infetti? …Come mai quando un mese fa a Roma vi sono stati dei (presunti) casi, i singoli contagiati sono stati ricoverati ma nessuno ha blindato la città e perché invece adesso si è sequestrata mezza Italia, tra l’altro quella più produttiva ed internazionale?

    Ma quante centinaia di migliaia di persone hanno nel frattempo usato auto, treni, aerei per spostarsi in questi giorni? E perché obbligare ad una settimana di vacanza gli studenti (felicissimi…) quando poi stanno comunque insieme al parco giochi, al campetto o a giocare (ma NON al bar, perché questi devono chiudere alle 18: è un virus serale?).

    I “costi” di queste decisioni sono molto più gravi che non una buona profilassi e una cura adeguata (anche perché quasi tutti i pazienti per fortuna guariscono), ma le conseguenze economiche gravissime in Italia ci resteranno addosso per mesi e – vedrete – il ritornello governativo sarà “Non è colpa nostra la crisi, la colpa è del virus!”

    Poco fa ho incontrato una responsabile sanitaria dell’ospedale della mia città, letteralmente stravolta “Tutti telefonano, non si capisce più niente, nel mio reparto si continua a curare e morire per altro, ma qui siamo alla follia e isteria collettiva, siamo tutti diventati matti!”. Ringrazio tante persone come lei che in questi giorni stanno facendo l’impossibile, ma mi sembra che la diffusione del panico sia la conseguenza di una informazione poco chiara, contraddittoria, superficiale, spesso irresponsabile e regolarmente alla ricerca dello ‘scoop’”.

    Per leggere l’articolo completo www.marcozacchera.it – Per ricevere settimanalmente Il Punto di Marco Zacchera scrivere a marco.zacchera@libero.it

  • Il coronavirus e il capitalismo nazionalista della Cina

    Li Wenliang è morto ucciso da quel coronavirus che per primo aveva denunciato cercando, inutilmente, di allertare autorità ed istituzioni. Era stato smentito, punito, redarguito dalla polizia. Poi quando divenne chiaro a tutti che aveva ragione, era tornato a fare il suo lavoro di medico e, infine, contagiato è morto. Possiamo domandarci quante vittime in meno vi sarebbero state se fosse stato ascoltato subito, possiamo domandarci se lui stesso avrebbe potuto essere ancora vivo se fossero state prese tutte le precauzioni necessarie rispetto ad un virus così pericoloso e non avremo probabilmente mai le risposte. Ma quello che ora possiamo affermare senza tema di smentita è che il sistema cinese non è l’esempio di un sistema politico autoritario ma efficiente ed attento al benessere comune! Il sistema cinese è una dittatura severa, oppressiva verso i suoi cittadini, aggressiva verso i mercati mondiali  in quanto non sempre rispetta le regole comuni di mercato e di salvaguardia della salute. La Cina, che ha comperato diversi tra i maggiori porti europei, ha colonizzato l’Africa attraverso l’indebitamento estremo di quei paesi che hanno accettato i suoi prestiti e la costruzione di infrastrutture, ha creato un sistema globale d’ascolto per selezionare ed indirizzarci, dai consumi alle scelte economiche che diventano di fatto politiche, è la faccia più spietata di un capitalismo nazionalista che per affermarsi non guarda in faccia a nulla e passa sui morti e feriti con l’indifferenza di chi, parlando di armonia, pensa che l’unico modo per raggiungerla sia il pensiero unico e la limitazione della libertà.

    La via della seta si è tramutata nell’autostrada del virus e solo oggi, forse, qualche politico, disattento alla storia ed alla realtà geopolitica globale, dovrà cominciare a tornare indietro sulle decisioni prese solo per opportunità senza avere valutato le conseguenze e le implicazioni delle sue scelte, dall’Italia al Regno Unito.

    Che in Cina fossero violati i diritti umani e di libertà, salvo quella di arricchirsi se facevi parte del partito unico, che la Cina sia stata uno scorretto, manifestamente scorretto, competitore commerciale sia per l’esportazione di prodotti illegali e, o contraffatti, un esportatore di quote d’acciaio eccedenti e spesso non “pulite”, utilizzando paesi vicini per aggirare il problema quote, che abbia attuato un dumping di stato era ed è chiaro a tutti da anni ma è altrettanto chiaro che la comunità internazionale ha chiuso coscientemente gli occhi. Ora che il Coronavirus ci mette tutti di fronte a rischi reali, che si sa che di questo virus autorità ed alcuni medici  erano al corrente ed hanno consapevolmente taciuto arrivando addirittura a vessare l’unico medico che, a distanza di più di un mese dai primi contagiati, ha trovato da solo la verità ed il coraggio di denunciarla, subendo conseguenze inaccettabili in un paese civile, come pensano di muoversi le istituzioni internazionali ed i singoli governi? Da un lato va fatto tutto quanto è possibile per aiutare il popolo cinese e quanti sono stati e rischiano di essere contagiati in ogni parte del mondo, dall’altro deve cambiare l’atteggiamento verso il governo cinese perché vi deve essere un limite alla capacità occidentale, e non solo, di vendersi, per interessi commerciali momentanei, l’anima, la salute, i diritti umani più elementari.

  • Over 60 più esposti al coronavirus

    Il decorso peggiore della malattia causata dal nuovo coronavirus riguarda gli over 60 con patologie croniche, stando ad uno studio pubblicato su Lancet relativo a 99 contagiati assistiti in un ospedale di Wuhan e a un report messo a punto dagli esperti cinesi su altri 450 casi. Tuttavia Li Wenliang, l’oftalmologo che oltre un mese fa aveva lanciato l’allarme – inascoltato – proprio da un ospedale di Wuhan dove lavorava, su sette casi dalle caratteristiche simili alla Sars, è morto a 34 anni. Quindi anche persone giovani e sane possono essere uccise dal virus 2019-nCoV. È del 31 gennaio la notizia di un primo bambino contagiato in Germania figlio di un dipendente della ditta Webasto che era stato già contagiato.

    «Ognuno di noi risponde all’infezione in modo diverso, a seconda di come è attrezzato immunitariamente, geneticamente», risponde l’infettivologo Massimo Galli dell’Università di Milano-Ospedale Sacco. «La reazione individuale alle infezioni è completamente differente per ognuno di noi, quando la patologia ha la meglio sul paziente vuol dire che la risposta immunitaria è stata o insufficiente o eccessiva», spiega l’esperto.

    Ma ecco come si presenta la malattia e come viene individuata.

    «I sintomi sono assolutamente identici a quelli dell’influenza, il virus 2019-nCov inizialmente non è riconoscibile e si palesa come banale e mite anche quando successivamente può svilupparsi in patologia importante e grave”, dice Galli. E ancora: “La gravità varia da persona a persona e il decorso, stando ai primi studi pubblicati, può essere diverso. Sui 99 casi di cui parla Lancet, il 17% ha sviluppato una polmonite grave, l’8% ha avuto una seria insufficienza respiratoria, l’82% la tosse». Il tampone faringeo – spiega – si esegue quando la persona con sintomi sospetti ha la febbre e viene o è stata a contatto con persone provenienti dalla zona dell’Hubei. «Qualora il tampone risulti positivo si procede al ricovero nei centri deputati: il paziente viene trasportato con misure idonee in una struttura idonea». L’infettivologo quindi risponde sulla cura: «I pazienti vengono trattati con terapia supportiva. Questo significa con respirazione assistita se necessario, idratazione e mantenimento dell’equilibrio elettrolitico se necessario. Gli antibiotici sono inutili, perché curano solo la polmonite batterica e il nuovo coronavirus, appunto, è un virus. Per il momento non ci sono altri farmaci da usare».

Pulsante per tornare all'inizio