Libri

  • Riscoprire il Medioevo. Gli scritti “militanti” di Marco Tangheroni

    Riceviamo e pubblichiamo un articolo di Franco Maestrelli pubblicato di ‘Destra.it’ il 21 febbraio 2025

    Nel 1977 durante i lavori per l’ampliamento della Banca Francese per il Commercio Estero a Parigi furono ritrovate, allineate e ordinate, per una volontà di conservazione ventuno delle ventotto teste delle grandi statue, alte tre metri e mezzo che riempivano la galleria sopra i portali della facciata della basilica di Notre Dame. Nel 1793, nel periodo di più acceso anti-cristianesimo della Rivoluzione francese la Convenzione fece abbattere e decapitare le grandi statue che raffiguravano i ventotto re di Giuda, da Jesse a Giuseppe, così come la santa ghigliottina aveva decapitato re Luigi XVI di Borbone. Nel 1980 tali teste ritrovate negli scavi parigini furono oggetto di una mostra nei chiostri di Santa Maria Novella a Firenze intitolata “Notre Dame de Paris. Il ritorno dei re” e offrirono spunto allo storico Marco Tangheroni di scrivere un pregevole e acuto articolo intitolato appunto Il ritorno dei re dove ha modo di evidenziare l’odio della Rivoluzione francese contro il cattolicesimo e la regalità intesa come ordine gerarchico e contro il passato per fare tabula rasa della storia.

    Questo saggio è stato raccolto assieme ad altri ventuno articoli da Oscar Sanguinetti in un volume dedicato alla memoria di Marco Tangheroni nel ventesimo del suo transito al cielo avvenuto l’11 febbraio 2004. Era nato a Pisa il 24 febbraio 1946 e dopo la laurea all’Università di Cagliari e insegnamenti universitari a Barcellona e Cagliari divenne docente ordinario di Storia Medioevale e Storia del Commercio e della Navigazione a Pisa di cui divenne direttore del Dipartimento di Medievistica. Sempre ancorato al cattolicesimo in quella tradizione di storici che appartenne al beato Giuseppe Toniolo, nella sua attività accademica contribuì alla storiografia medievale con una fitta produzione di volumi sulla storia di Pisa, della Toscana e della Sardegna e con un centinaio di articoli scientifici su riviste italiane e straniere.

    Accanto alla sua produzione accademica affiancò il suo impegno di curatore della traduzione italiana del ponderoso saggio di Jacques Heers La città nel Medioevo (Jaca Book, Milano 1995) e del testo di spiritualità mariana di San Luigi Maria Grignion de Montfort Il segreto ammirabile del Santo Rosario (Cantagalli, Siena 2000). Nella sua attività accademica e nel suo impegno culturale contribuì a smentire la leggenda nera sul Medioevo che viene diffusa nelle scuole e nella cultura popolare. Malgrado già dal 1968 e fino alla morte una dolorosa malattia lo costringesse alla dialisi tre volte alla settimana oltre all’attività accademica trovò modo di aderire e partecipare fin dagli inizi alle attività di Alleanza Cattolica e di coltivare amicizie e relazioni con quelli che considerava i suoi maestri, in primis Giovanni Cantoni, poi padre Tito Sante Centi O.P., il filosofo tedesco Josef Pieper, l’amico personale Marcel de Corte e Giovanni Volpe che su suggerimento di Tangheroni pubblicò il saggio di Gustave Thibon Ritorno al reale. Nuove Diagnosi (1972) e della storica Régine Pernoud Luce del Medioevo (1978).

    Oscar Sanguinetti ha raccolto nel volume una vasta serie di articoli e conferenze che Tangheroni ha prodotto nel corso degli anni in varie occasioni e circostanze su diversi argomenti: con saggia scelta metodologica il libro presenta per prime due conferenze tenute a Bergamo nel 1995 intitolate rispettivamente Le radici dell’Europa e Patria, nazione, etnia, popolo che mantengono tuttora un grande interesse e che hanno il merito di fare chiarezza su termini usati spesso impropriamente. La corposa terza parte del libro riunisce una serie di scritti dedicati alla storia tra i quali meritano attenzione quello dedicato all’attualità di san Tommaso e al raffronto tra l’Economia degli antichi e quella dei moderni che perfettamente si collegano con i saggi Note sulla democrazia medioevale e Il concetto di autorità nel pensiero politico medioevale.

    Gli scritti su Cristoforo Colombo, ammiraglio genovese e defensor fidei Il Vangelo nelle Americhe rendono giustizia dell’altra leggenda nera che inquina i libri scolastici di storia. La battaglia di Lepanto e Il binomio Rivoluzione e ghigliottina conclude la parte dedicata all’approfondimento storico. La sezione finale raccoglie alcuni scritti di occasione tra cui brillano la lezione tenuta a Ferrara nel 1998 su Comunità di destino, destino delle comunità e quella sulle origini della spiritualità carmelitana. In questo sommario di scritti non va dimenticato per il tema abbastanza trascurato la prefazione Le insorgenze contro-rivoluzionarie in Lombardia.

    Il libro è preceduto da una partecipata prefazione di Mauro Ronco e da una premessa del curatore Oscar Sanguinetti nonché da un ampio profilo biografico scritto da Paolo Martinucci. In conclusione questo volume che vuole essere un omaggio a Marco Tangheroni, senza essere esaustivo della sua vastissima produzione, è consigliato al lettore che non vuole cadere nella trappola della narrativa mainstream fatta di leggende nere anti cattoliche ma preferisce affidarsi a uno storico serio che ha saputo integrare la lettura del passato e del presente facendo propria la frase di Bernardo di Chartres “ Noi siamo come nani sulle spalle dei giganti” e solo grazie a loro riusciamo a vedere più lontano.

    Marco Tangheroni, Scritti “militanti” Nel ventesimo del suo transito al cielo. Prefazione di Mauro Ronco, a cura di Oscar Sanguinetti e con un profilo biografico di Paolo Martinucci. Edizioni Cristianità, Piacenza 2024, pagine 353, euro 23,00

  • 5 febbraio 2000 – 5 febbraio 2025: il Sei Nazioni compie 25 anni

    Milano, 4 febbraio 2025 – “Il 5 febbraio 2000 – ha ricordato Andrea Duodo, presidente FIR (Federazione Italiana Rugby) in occasione della presentazione avvenuta a Roma la scorsa settimana del Sei Nazioni  – è una data che non dimenticheremo mai. Entravamo in un torneo che vedevamo solo in TV. Ed entrammo con il botto vincendo contro i campioni uscenti, gli scozzesi. Sono stati 25 anni entusiasmanti, non sempre facili. Ogni partita, ogni sconfitta ci ha permesso di crescere: per questo per noi oggi è un’occasione certo per ricordare il passato, ma anche per guardare al futuro”.

    Ed è esattamente lo stesso spirito con cui Benedetta Borsani ha scritto il libro “La meta più ambita. La favola dell’Italia nel Sei Nazioni”, appena uscito in libreria ed edito da Kenness, per raccontare il sogno divenuto realtà del rugby italiano, che da Cenerentola è riuscita a conquistare a pieno diritto, sul campo, il suo posto nel Sei Nazioni. Un vecchio album colmo di fotografie e ritagli di giornali, due nipoti curiosi e un nonno con una storia incredibile da raccontare: la scoperta e l’arrivo del rugby in Italia fino all’ingresso nel torneo più prestigioso dell’emisfero Nord, il Sei Nazioni. Un escamotage letterario che racconta una storia vera, l’ingresso dell’Italia nel Sei Nazioni. 144 pagine, dieci capitoli per entrare nella storia e prendere confidenza con uno sport ritenuto ancora di nicchia.

    Come ha scritto nella prefazione Luca Morisi, unico Azzurro a essere andato in meta due volte a Twickenham, il tempio del rugby: “Questo libro è un invito a scoprire non solo il rugby come sport, ma come una filosofia di vita che, a partire dalle sue radici più umili, può condurre fino agli stadi più prestigiosi, dove eventi come il Sei Nazioni ci regalano emozioni indimenticabili. Un torneo che, più che una competizione, è un rito di passione, di orgoglio nazionale e, soprattutto, di rispetto reciproco tra le squadre che vi partecipano”.

    Benedetta Borsani è una giornalista professionista dalla forte preparazione umanistica, con una passione per gli sport, specie quelli cosiddetti minori. A partire dal rugby: dopo essere stata contagiata da questa malattia dai suoi fratelli minori, ne è stata incidentalmente allievo arbitro. Scrive della palla ovale da oltre dieci anni principalmente su Mi-Tomorrow, cercando di catturarne e trasmetterne essenza ed emozioni.

    Libro: “La meta più ambita. La favola dell’Italia nel sei nazioni” – 144 pagine – prezzo euro 18,95

  • A BookcityMilano 2024 la cerimonia ‘Le stagioni della felicità’ per la terza edizione del Premio Letterario Megliounlibro

    Tanti gli incontri che si susseguono a Milano in occasione di Bookcity 2024 (11-17 novembre), kermesse letteraria in cui librerie, musei, gallerie e luoghi insoliti per la lettura nel capoluogo meneghino si animano di scrittori famosi, promesse della narrativa, editori, artisti e pubblico, tanto pubblico amante dei libri e del bello. Tra questi, da non perdere, il Premio Letterario MEGLIOUNLIBRO, giunto alla sua terza edizione, che durante la cerimonia Le stagioni della felicità, domenica 17 novembre, alle ore 18.00, alla Società Umanitaria (Sala degli Affreschi, via S. Barnaba 48), conferirà, per la sezione narrativa, il premio a Rosangela Percoco per A parte questo tutto bene, edizioni Salani.

    E’ il più recente romanzo della ricca produzione di un’autrice che riesce a descrivere ogni istante della vita parlando alle diverse generazioni, dall’anziana protagonista ai giovani, con semplicità e ironia, e trasmettendo tra le righe la convinzione che a qualunque età una persona possa fare luce intorno a sé, un romanzo in cui ciascuno potrà riconoscersi. Scrittrice, giornalista, docente, Percoco ha lavorato come copywriter per personaggi dei fumetti. Ha condotto per anni laboratori di Scrittura creativa presso l’Università degli Studi di Milano, oggi per il Consorzio biblioteche, e ha diretto il mensile Lupo Alberto. Fra i suoi titoli Nato da un aquilone bianco, Portami sul palco a ballare con il quale nel 1998 è stata finalista allo ‘Strega’, Vivi, ama, corri, avanti tutta, menzione speciale al Bancarella nel 2019 e, con l’Associazione Alzheimer, Più o meno qui, vicino al cuore.

    Con l’autrice dialogherà la Prof.ssa Laura Prinetti, direttore responsabile di Megliounlibro.

    Il Premio Megliounlibro (con una Giuria di giornalisti, docenti ed esperti di settore) è nato nel 2019 “per valorizzare testi scelti tra quelli recensiti di recente, che più degli altri abbiano saputo rapire il lettore, trasportandolo in una dimensione ricca di messaggi e portatrice di bellezza nelle sue variegate sfaccettature”.

    Megliounlibro è il magazine di orientamento alla lettura di qualità edito da 27 anni dalla non profit Il Segnalibro Book Counselling Service. Una redazione di cinque donne e un team di collaboratori – tutti volontari e tanti giovani -, preparatissimi nel vagliare l’aspetto estetico e formativo delle opere. La sfida è trovare i classici del futuro, le “perle”. Già assegnato nel 2019 alla Bologna International Children Book Fair, poi a BookCity per la sezione Ragazzi, per la prima volta si rivolge alla Narrativa per valorizzare l’opera di un’autrice che ha il merito di saper trasmettere con garbo la quotidianità e mettere in relazione tutte le generazioni, a partire dalla protagonista “di una certa età” che racconta la sua esperienza.

    Quest’anno il Premio viene dedicato a Giuliana Romano, indimenticabile maestra nelle pluriclassi dell’Italia del dopoguerra.

  • Al Festival ‘Pescasseroli Legge’ numerosi gli ospiti dell’organizzatrice Dacia Maraini

    Dopo averlo ascoltato in un concerto di violino a New York, accompagnato dalla pianista e compositrice Cristiana Pegoraro, Dacia Maraini ne è rimasta così sorpresa, ammirandone fortemente il talento, tanto da volerlo fortemente all’apertura del Festival ‘Pescasseroli Legge’, che ogni anno organizza nella cittadina abruzzese. Leonardo Moretti è stato così uno degli ospiti più ammirati della rassegna di quest’anno, che ha visto protagonisti del mondo del giornalismo, della letteratura, della cultura. Il Concerto di Moretti, svoltosi nella cattedrale cittadina, è stato interamente dedicato alle donne, in duo con la nota pianista giapponese Yuki Ito, originaria di Nagoya, paese limitrofo al campo di prigionia dove Dacia Marini con la sua famiglia fu segregata nel ’43.  Dopo l’introduzione a cura della scrittrice, sono state infatti eseguite le opere delle più importanti compositrici dall’epoca classica a quella moderna (da Maria Theresia von Paradis a Lili Boulanger) senza dimenticare il romanticismo delle sognanti musiche di Clara Schumann e Fanny Mendelssohn.

    La rassegna del 2024 ha ospitato Sigfrido Ranucci e Victoria Cabello, ma negli anni si sono susseguiti nomi da Roberto Saviano a Elly Schlein.

    Presenti, per l’occasione, il Sindaco e gli assessori. Al termine del recital dopo la richiesta di più bis è seguita una standing ovation a cui ha partecipato con gioia anche la Maraini che il 13 novembre festeggerà il suo compleanno.

  • ‘Safari’ di Cristiana Muscardini sarà presentato a Roma durante il Convegno ‘Diplomazia culturale e pace’

    Martedì 15 ottobre, alle ore 18:00, a Roma (Lungotevere dell’Acqua Acetosa, 42), durante il convegno Diplomazia Cultuale e Pace organizzato dall’associazione culturale Ars Pace, sarà presentato il libro dell’On. Cristiana Muscardini Safari – Viaggio nella vita di italiani in Africa. All’incontro, moderato dalla giornalista Tiziana Di Simone, conduttrice del programma ‘Caffè Europa’ in onda su Rai Radio 1, parteciperanno, tra gli altri, l’On. Enirque Baron Crespo, Presidente Ars Pace e Leader pour la Paix, il Prof. Enzo Moavero Milanesi, Università Luiss “Guido Carli” Roma, l’Amb. Ferdinando Nelli Feroci, Presidente Istituto Affari Internazionali (IAI) e l’On. Monica Baldi, Vicepresidente Ars Pace & European Parliament Former Members Association (EP_FMA).

  • Da Cavaliere a Presidente, a Milano la presentazione del libro di Dario Rivolta su Silvio Berlusconi

    Venerdì 27 settembre, alle ore 18, a Villa Mirabello a Milano (via Villa Mirabello, 6) sarà presentato il libro di Dario Rivolta Al fianco di Silvio Berlusconi, da Cavaliere a Presidente scritto rispondendo alle domande del giornalista dì ‘Liberation’ Eric Jozsef. A parlarne saranno due ex sindaci di Milano, Gabriele Albertini, e Giuliano Pisapia, e l’ex eurodeputata Cristiana Muscardini.

    Tutti loro hanno avuto, per motivi diversi, la possibilità di avere tanti contatti personali con Berlusconi e sono tra i più titolati a valutarne la figura personale e storica. A moderare l’incontro sarà il prof. Stefano Barocci, curatore della collana ed ex diplomatico italiano.

  • Catturati in Africa, internati in India

    Riceviamo e pubblichiamo la recensione di Franco Maestrelli del libro di Lucio Martino pubblicata su www.destra.it il 20 giugno 2024

    Leggendo sulle pagine dei giornali le polemiche pretestuose sorte dalle dichiarazioni del Generale Vannacci sulla Decima Mas si comprende come le vicende della seconda guerra mondiale siano immerse nella nube dell’ignoranza che avvolge anche i giornalisti più famosi. Vanno dunque ringraziati i divulgatori storici che nei loro libri frutto di accurate ricerche cercano di dissipare l’ignoranza trionfante. Lucio Martino dopo una lunga carriera nella redazione del Resto del Carlino si è impegnato nella scrittura di diversi saggi storici che spaziano dall’invasione dello Stato della Chiesa alla Grande Guerra nell’Adriatico ma soprattutto si è dedicato alle drammatiche vicende dei prigionieri italiani catturati in Africa settentrionale nel 1940 e internati in India.

    Questa testata si era già occupata del libro di Martino nel 2021 (https://www.destra.it/home/sei-anni-in-tibet-e-la-repubblica-fascista-dellhimalaya/) e ora è stato pubblicato il secondo volume che raccoglie molte altre storie tra i reticolati della prigionia in India ma anche, questa volta, in Oceania. Dopo la pubblicazione del primo volume, l’autore ha ricevuto da tutto il mondo lettere di figli e nipoti dei prigionieri in India che lo hanno spinto a scrivere un secondo libro mettendo insieme notizie e documenti ricevuti. Martino inizia il suo racconto con la descrizione dell’Operazione Compass che nelle battaglie di Sidi Barrani, Bardia e Tobruch vide cadere prigionieri 115 mila soldati italiani poi destinati alla prigionia in India. L’autore trova modo di raccontare sia l’eroismo di alcuni militari coinvolti in quella rotta, come il tenente bolognese Luigi Gombi decorato a Derna nel 1940 e caduto prigioniero a Bardia nel 1941. Tornerà dalla prigionia del campo di Yol, ai piedi dell’Himalaya, solo nell’agosto 1946 o il clima ostile che accoglierà il caporal maggiore del 1° Btg. CC.NN. Guido Giovannini che dopo anni di prigionia in India rientrato nella sua Cervia anche lui nell’agosto 1946 dovrà per mesi tenersi nascosto a causa della minacce dei partigiani.

    E rievocando il rientro dei prigionieri in Italia a guerra ormai abbondantemente conclusa ci si imbatte anche in un giallo irrisolto. Nel 1948 infatti il conte Milesi Ferretti già comandante del sommergibile Berillo e rimasto fino all’estate 1946 prigioniero in India e delle cui avventurose  fughe dal campo di prigionia si era occupato nel primo volume viene trovato morto e rimane il dubbio se sia stato ucciso o si sia suicidato scoprendo i troppi tradimenti dell’Alto Comando della Marina Militare.

    Nel secondo capitolo Martino riassume le vicende belliche che coinvolsero gli italiani nell’Africa Orientale circondata dai possedimenti britannici e si conclude dopo l’eroica difesa dell’Amba Alagi con il ritorno ad Addis Abeba del Negus Hailé Selassié e la fine dell’Impero. L’autore passa poi a raccontare le singole vicende belliche e di prigionia di moltissimi internati in India: generali, ufficiali e soldati che per sei anni ai piedi dell’Himalaya cercarono di sopravvivere in condizioni proibitive, sotto la guardia delle truppe indiane ai quali i britannici avevano fatto credere che gli italiani fossero cannibali …

    Vicende che uniscono l’antifascista Alfredo Morea finito volontario in Africa (e poi prigioniero) e il tenente Francesco Marini Dettina fatto prigioniero a El Alamein e diventato nel dopoguerra presidente della Roma Calcio. Gli ultimi capitoli sono dedicati a quei prigionieri che furono trasferiti dall’India in Australia e a Ceylon. Il volume è completato da l’elenco dei cimiteri militari italiani in India e dall’elenco dei prigionieri in India, Australia e Ceylon, da un’utile bibliografia e preceduto dalla prefazione di Massimo Ossidi presidente dell’Accademia di Oplologia e Militaria e da un breve ricordo scritto dal Generale Virgilio Vanni che negli anni Novanta era Addetto militare all’Ambasciata italiana di New Delhi.

    Lucio Martino, Catturati in Africa, internati in India. Storie tra i reticolati. Volume II. Eidon Edizioni, Genova 2023 (info@eidonedizioni.it) , pagine 256, euro 25,00

  • ‘Al fianco di Berlusconi – Da Cavaliere a Presidente’, il nuovo libro di Dario Rivolta

    È uscita la seconda edizione di un libro su Berlusconi imprenditore e politico scritta da uno stretto collaboratore che gli è stato vicino negli anni del maggiore sviluppo e dell’entrata in politica. Dalla costruzione dell’impero televisivo all’acquisto del Milan, dallo sviluppo internazionale delle sue imprese alla “discesa in Campo”, Dario Rivolta fu suo assistente personale partecipando, a volte in prima persona, a molte di quelle avventure. Questa edizione, rivisitata e aggiornata, svela i retroscena e le strategie di un uomo che nel bene (secondo ammiratori e seguaci) e nel male (secondo i suoi detrattori), ha segnato la storia dell’Italia negli ultimi trenta e più anni. Ne esce la figura di un uomo carismatico e simpatico, dalle indubbie qualità di imprenditore ma con alcune manchevolezze nella gestione del suo ruolo politico. Lungi dall’essere un’agiografia o, al contrario, un ennesimo atto di accusa tra i tanti che sono stati scritti contro Berlusconi, Rivolta, senza nascondere il suo affetto, mette in evidenza gli aspetti della personalità sia nelle sue luci che nelle sue ombre. Non a caso, l’ex Ministro Gianni De Michelis che ha firmato la prima prefazione scrive: “…uno che Berlusconi lo conosce bene e ne apprezza le doti indubbie e ne critica, sine ira ac studio, i difetti”. Anche l’Ambasciatore Carlo Marsili che firma la seconda prefazione è concorde: “ne è uscito un quadro che anche chi non conosceva bene Berlusconi…è indotto a valutarlo per quello che è: assolutamente obbiettivo”.

    Il libro è sotto forma di intervista e la suddivisione in capitoli tematici lo rende un racconto di facile e veloce lettura. L’intervistatore è Eric Jozsef, corrispondente in Italia di Liberation e già Presidente dell’Associazione della Stampa Estera.

    AL FIANCO DI BERLUSCONI – Da Cavaliere a Presidente

    Fas Editore 2024  Euro 19.90

    Acquistabile presso: www.unilibro.it, https://tabook.it/, www.amazon.it, direttamente presso l’editore (www.faseditore.it) oppure in libreria su prenotazione

  • Dall’UE 5 milioni di euro a sostegno delle traduzioni letterarie e della promozione dei libri

    La Commissione ha pubblicato l’invito a presentare proposte  2024 per la circolazione delle opere letterarie europee nell’ambito del programma Europa creativa. Sostenuta da un bilancio di 5 milioni di euro, questa iniziativa mira a facilitare la traduzione, la pubblicazione, la distribuzione e la promozione di vari generi di opere letterarie europee, tra cui romanzi, poesie e fumetti, attraverso circa 40 progetti.

    Nel 2024 l’invito continuerà a sostenere l’Ucraina nel campo dell’editoria, consentendo la pubblicazione di opere letterarie in lingua ucraina scritte da rifugiati e sfollati.

    I soggetti ammissibili, indipendentemente dal fatto che si candidino singolarmente o nell’ambito di un consorzio, sono invitati a elaborare strategie editoriali e promozionali complete per progetti che comportino almeno cinque opere letterarie ammissibili, tradotte da e verso le lingue ammissibili.

    Le dimensioni dei progetti finanziati variano da progetti su piccola scala (fino a 10 libri, 100 000 euro) a progetti su media scala (fino a 20 libri, 200 000 euro) fino a progetti su larga scala (almeno 21 libri, 300 000 euro). I progetti devono rispettare le condizioni generali di ammissibilità e comprendere almeno cinque traduzioni. Il termine ultimo per l’iscrizione è il 16 aprile 2024. Per ottenere informazioni consultare la pagina dell’invito sul portale “Finanziamenti e appalti” dell’UE.

  • ‘Dignità di una scelta – Cronistoria di un balilla classe 1931’ di Ludovico Boetti Villanis-Audifredi

    E’ uscito il libro, per ‘Bastogi Libri’, dell’On. Ludovico Boetti Villanis, una memoria storica che, come i lettori potranno vedere dalla sinossi, ci fa ripercorrere da una diversa ottica fatti ed avvenimenti del recente passato 

    In questo memoriale alla sconfitta della Patria  – cosi la definì Benedetto Croce con il suo no alla ratifica del Trattato di Pace 10 febbraio 1947  – nel secondo conflitto mondiale è data una valenza civile, morale, più ancora che militare, ed è pertanto qui rivissuta in tutte le fasi e conseguenze. Per ciò la prima pagina del testo, manoscritta, è la dedica al ricordo delle medaglie d’oro Carlo Borsani e Carlo Fecia di Cossato, “eroi dimenticati che ‘”‘la resa ignominiosa”” del settembre 1943 riscattarono con la dignità di una scelta”.

    Carlo Borsani, grande invalido, cieco di guerra, che per “l’onore” della Patria e con spirito di pacificazione con il quale si prodigò attivamente, aveva acconsentito di essere Presidente dell’Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra nella RS.I., fu assassinato dai partigiani comunisti il 29 aprile 1945 ed esposto al pubblico ludibrio su un carretto della spazzatura; Carlo Fecia di Cossato che “la resa ignominiosa [aveva invece accettato] perché presentata come ordine del Re che [….] chiedeva l’enorme sacrificio del [l’] onore [della Regia Marina]” per la sopravvivenza della Patria alla sconfitta, “il 9 settembre con la propria “torpediniera [diede] nuova prova di spirito combattivo (precedentemente come comandante del sommergibile Tazzoli aveva raggiunto “un totale di 100.000 tonnellate di naviglio avversario affondato” – n.d.r.) attaccando con la sola sua unità sette navi germaniche di armamento prevalente che affondava a cannonate dopo aspro combattimento, condotto con grande bravura ed estrema decisione”, epperò il 22 giugno 1944, all’ordine “di uscire in pattugliamento [dichiarò di non riconoscere] come legittimo un Governo che non [aveva] prestato giuramento al Re [e di rifiutarsi di eseguire] gli ordini”, sicché, destituito e reintegrato per le vivaci proteste degli equipaggi, al termine della licenza “[il 21 agosto, manifestando alla madre per lettera tutta la sua] profonda amarezza, un disgusto per chi ci circonda….[e non riuscendo] a trovare una via d’uscita, uno scopo alla vita, [si suicidò ritenendo che il suo] posto[fosse con i suoi] marinai del Tazzoli che sono onorevolmente in fondo al mare”.

    Di questi sentimenti e di questi fatti si fece interprete nel 2001 Carlo Azeglio Ciampi, Presidente della Repubblica, con un esplicito richiamo al senso di appartenenza nazionale che nel 1943-1945 “animò molti dei giovani che fecero scelte diverse credendo di servire ugualmente l’onore della propria patria” e di ciò argomenta Dignità di una scelta – cronistoria di un balilla classe 1931. Sul fascismo, nato come movimento patriottico di sinistra, che con il suo attivismo, poi con la fattiva azione di governo soprattutto dei primi anni, solleva la Nazione dal caos post bellico, e via via si fa regime sull’onda del suo ardente patriottismo per la guerra conclusasi vittoriosamente, stante in tal guisa la convergenza in esso di varie culture politiche talora persino antitetiche; su gli anni di un consenso crescente, venuto meno solo per la tragica prospettiva del disastro civile e militare che porta al 25 luglio 1943. Però – nota l’Autore – come del resto sancito al punto 2 del preambolo del Trattato di pace, ratificato dall’Assemblea Costituente, “il rovesciamento del regime fascista in conseguenza delle vittorie alleate e con l’aiuto degli elementi democratici italiani”, come “la capitolazione senza condizioni”, hanno luogo fuori di qualsiasi moto o partecipazione popolare. Alla stessa stregua del tutto vano rimane il tentativo del governo Badoglio di ribaltare le alleanze dell’Italia nella guerra in corso e ciò perché, sebbene gli Alleati per tutto il suo tempo abbiano propagandato di “combattere il fascismo e non il popolo italiano” invece, come attestano l’armistizio di Cassibile 3 settembre 1943, quello c.d. “Lungo” 29 settembre succ. e l’accordo-diktat 7 dicembre 1944 dell’Alto Comando Alleato nei confronti del CLNAI in vista espressamente della ritirata tedesca di primavera 1945, in realtà sono inflessibili nel decretare l’annientamento morale e materiale della Nazione, imponendole la cobelligeranza ai soli loro fini strategici. Ed in tal guisa la impongono pure al movimento partigiano impegnandolo solo a “realizzare il massimo sforzo per mantenere la legge e l’ordine e per continuare a salvaguardare le risorse economiche del Paese” durante la ritirata dei resti del nemico da loro sconfitto, finanziandolo all’uopo con centosessantanove milioni in forza del predetto accordo-diktat 7 dicembre 1944. Ed il trattato di Parigi 10 febbraio 1947 è la conferma di tutto ciò tant’è che è il ministro degli esteri Carlo Sforza, nella relazione 27 giugno all’Assemblea Costituente, ad asserire che “non vi fui mai negoziato”, che “non si può parlare di partecipazione italiana all’elaborazione del trattato” e che “il 20 gennaio venne [solo] notificato al Governo italiano l’invito formale ad inviare suoi plenipotenziari a Parigi, il 10 febbraio, per firmare il Trattato definitivo”!

    Tanto basta per concordare con Benedetto Croce che nessun italiano fascista o antifascista, militante nella Resistenza o nella R.S.I., e nel dopoguerra – aggiunge l’Autore – “nell’arco costituzionale” o meno, può escludersi da quella sconfitta della nostra Patria.

    In “Dignità di una scelta” c’è poi un ampio ed esplicito richiamo a personaggi, a fatti e situazioni di cui alla storiografia più accreditata. Le lettere a “Il Giornale”, tra le più significative ed attendibili della rubrica “Tempi di guerra”, corredano le tesi svolte dall’Autore. E tra esse due sue: una in data 10 maggio 2017, e qui è Allen Dulles che dirige l’O.S.S. in Svizzera (La resa segreta, Garzanti 1966), ad escludere la pretesa insurrezione popolare del 25 aprile 1945, non foss’altro perché in quel giorno e in quelli successivi le Forze armate germaniche e quelle della RS.I. non solo sono in ritirata ma in fase di resa per evitare l’ annientamento, già concordata il 1 marzo ad Ascona tra il Generale Karl Wolff, Comandante in capo delle SS in Italia, e gli Alleati; nell’altra è lo storico militare inglese B.H. Liddel Hart (Storia militare della Seconda Guerra Mondiale – Mondadori 1969) ad escludere che i “Ragazzi di Salò”, “a cercar la bella morte” di Carlo Mazzantini, finissero per “fare solo rastrellamenti e rappresaglie nelle valli del nord”, e a citare le divisioni, alpini della “Monterosa”, marò della “S. Marco” e bersaglieri dell”‘Italia”, quali protagoniste il 26 dicembre 1944 del primo e unico contrattacco sul fronte italiano, “fatto quasi esclusivamente di truppe italiane”. E sulla consistenza di truppe della RSI solo sul fronte sud italiano, ancora nell’aprile del ’45 prima dell’offensiva finale, Hart dice testualmente: “I tedeschi disponevano in totale di 491.000 uomini oltre 108.000 italiani…”.

    Dignità di una scelta è quindi la cronistoria di un balilla classe 1931. La testimonianza su “La destra italiana fra storia e cronaca nei ricordi di Ludovico Boetti Villanis-Audifredi”, resa il 25 gennaio 2020 per “il progetto di formazione politica” nella sede torinese di Fratelli d’Italia, arricchita con argomentazioni e puntuali documentazioni che si atteggiano in guisa di riflessioni a consuntivo di una vita vissuta e intensamente ripensata. E a Giorgio Almirante che con pochi altri fondo il M.S.I. e che, nel rigenerarlo in Destra Nazionale alla stregua del vecchio motto missino “né rinnegare, né restaurare” di Augusto De Marsanich, ne fu il principale artefice, va il riconoscimento di patriota, di maestro di libertà e di progresso nella democrazia.

    Per concludere, dei prefatori valga solo dire che l’intellettuale Pietrangelo Buttafuoco in “mantiene fede alla parola data”, il “Pentateuco di vile blasfemia”, con il tormento di “una coerente disobbedienza” alla Dinastia, coglie il senso di Dignità di una scelta e lo storico Aldo A. Mola pure, concludendo: “Chi, come l’autore di queste pagine, è orgoglioso del proprio ruolo di patriota attende il giudizio della Storia e, come fa in molte note del volume, incrocia nobilmente i suoi ferri dialettici con chi vorrebbe tacitare per sempre l’avversario sulla scorta dell’irridente principio: “”i vinti hanno sempre torto””. Ma nel 1943-1947 chi furono davvero i “”vinti””? E’ il quesito affiorante da queste pagine di Ludovico Boetti Villanis-Audifredi che implicitamente rinviano alle opere decenni addietro scritte “”a schiena dritta”” da Giana Accame. Al lettore la risposta”.

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