Libri

  • ‘Safari’ di Cristiana Muscardini sarà presentato a Roma durante il Convegno ‘Diplomazia culturale e pace’

    Martedì 15 ottobre, alle ore 18:00, a Roma (Lungotevere dell’Acqua Acetosa, 42), durante il convegno Diplomazia Cultuale e Pace organizzato dall’associazione culturale Ars Pace, sarà presentato il libro dell’On. Cristiana Muscardini Safari – Viaggio nella vita di italiani in Africa. All’incontro, moderato dalla giornalista Tiziana Di Simone, conduttrice del programma ‘Caffè Europa’ in onda su Rai Radio 1, parteciperanno, tra gli altri, l’On. Enirque Baron Crespo, Presidente Ars Pace e Leader pour la Paix, il Prof. Enzo Moavero Milanesi, Università Luiss “Guido Carli” Roma, l’Amb. Ferdinando Nelli Feroci, Presidente Istituto Affari Internazionali (IAI) e l’On. Monica Baldi, Vicepresidente Ars Pace & European Parliament Former Members Association (EP_FMA).

  • Da Cavaliere a Presidente, a Milano la presentazione del libro di Dario Rivolta su Silvio Berlusconi

    Venerdì 27 settembre, alle ore 18, a Villa Mirabello a Milano (via Villa Mirabello, 6) sarà presentato il libro di Dario Rivolta Al fianco di Silvio Berlusconi, da Cavaliere a Presidente scritto rispondendo alle domande del giornalista dì ‘Liberation’ Eric Jozsef. A parlarne saranno due ex sindaci di Milano, Gabriele Albertini, e Giuliano Pisapia, e l’ex eurodeputata Cristiana Muscardini.

    Tutti loro hanno avuto, per motivi diversi, la possibilità di avere tanti contatti personali con Berlusconi e sono tra i più titolati a valutarne la figura personale e storica. A moderare l’incontro sarà il prof. Stefano Barocci, curatore della collana ed ex diplomatico italiano.

  • Catturati in Africa, internati in India

    Riceviamo e pubblichiamo la recensione di Franco Maestrelli del libro di Lucio Martino pubblicata su www.destra.it il 20 giugno 2024

    Leggendo sulle pagine dei giornali le polemiche pretestuose sorte dalle dichiarazioni del Generale Vannacci sulla Decima Mas si comprende come le vicende della seconda guerra mondiale siano immerse nella nube dell’ignoranza che avvolge anche i giornalisti più famosi. Vanno dunque ringraziati i divulgatori storici che nei loro libri frutto di accurate ricerche cercano di dissipare l’ignoranza trionfante. Lucio Martino dopo una lunga carriera nella redazione del Resto del Carlino si è impegnato nella scrittura di diversi saggi storici che spaziano dall’invasione dello Stato della Chiesa alla Grande Guerra nell’Adriatico ma soprattutto si è dedicato alle drammatiche vicende dei prigionieri italiani catturati in Africa settentrionale nel 1940 e internati in India.

    Questa testata si era già occupata del libro di Martino nel 2021 (https://www.destra.it/home/sei-anni-in-tibet-e-la-repubblica-fascista-dellhimalaya/) e ora è stato pubblicato il secondo volume che raccoglie molte altre storie tra i reticolati della prigionia in India ma anche, questa volta, in Oceania. Dopo la pubblicazione del primo volume, l’autore ha ricevuto da tutto il mondo lettere di figli e nipoti dei prigionieri in India che lo hanno spinto a scrivere un secondo libro mettendo insieme notizie e documenti ricevuti. Martino inizia il suo racconto con la descrizione dell’Operazione Compass che nelle battaglie di Sidi Barrani, Bardia e Tobruch vide cadere prigionieri 115 mila soldati italiani poi destinati alla prigionia in India. L’autore trova modo di raccontare sia l’eroismo di alcuni militari coinvolti in quella rotta, come il tenente bolognese Luigi Gombi decorato a Derna nel 1940 e caduto prigioniero a Bardia nel 1941. Tornerà dalla prigionia del campo di Yol, ai piedi dell’Himalaya, solo nell’agosto 1946 o il clima ostile che accoglierà il caporal maggiore del 1° Btg. CC.NN. Guido Giovannini che dopo anni di prigionia in India rientrato nella sua Cervia anche lui nell’agosto 1946 dovrà per mesi tenersi nascosto a causa della minacce dei partigiani.

    E rievocando il rientro dei prigionieri in Italia a guerra ormai abbondantemente conclusa ci si imbatte anche in un giallo irrisolto. Nel 1948 infatti il conte Milesi Ferretti già comandante del sommergibile Berillo e rimasto fino all’estate 1946 prigioniero in India e delle cui avventurose  fughe dal campo di prigionia si era occupato nel primo volume viene trovato morto e rimane il dubbio se sia stato ucciso o si sia suicidato scoprendo i troppi tradimenti dell’Alto Comando della Marina Militare.

    Nel secondo capitolo Martino riassume le vicende belliche che coinvolsero gli italiani nell’Africa Orientale circondata dai possedimenti britannici e si conclude dopo l’eroica difesa dell’Amba Alagi con il ritorno ad Addis Abeba del Negus Hailé Selassié e la fine dell’Impero. L’autore passa poi a raccontare le singole vicende belliche e di prigionia di moltissimi internati in India: generali, ufficiali e soldati che per sei anni ai piedi dell’Himalaya cercarono di sopravvivere in condizioni proibitive, sotto la guardia delle truppe indiane ai quali i britannici avevano fatto credere che gli italiani fossero cannibali …

    Vicende che uniscono l’antifascista Alfredo Morea finito volontario in Africa (e poi prigioniero) e il tenente Francesco Marini Dettina fatto prigioniero a El Alamein e diventato nel dopoguerra presidente della Roma Calcio. Gli ultimi capitoli sono dedicati a quei prigionieri che furono trasferiti dall’India in Australia e a Ceylon. Il volume è completato da l’elenco dei cimiteri militari italiani in India e dall’elenco dei prigionieri in India, Australia e Ceylon, da un’utile bibliografia e preceduto dalla prefazione di Massimo Ossidi presidente dell’Accademia di Oplologia e Militaria e da un breve ricordo scritto dal Generale Virgilio Vanni che negli anni Novanta era Addetto militare all’Ambasciata italiana di New Delhi.

    Lucio Martino, Catturati in Africa, internati in India. Storie tra i reticolati. Volume II. Eidon Edizioni, Genova 2023 (info@eidonedizioni.it) , pagine 256, euro 25,00

  • ‘Al fianco di Berlusconi – Da Cavaliere a Presidente’, il nuovo libro di Dario Rivolta

    È uscita la seconda edizione di un libro su Berlusconi imprenditore e politico scritta da uno stretto collaboratore che gli è stato vicino negli anni del maggiore sviluppo e dell’entrata in politica. Dalla costruzione dell’impero televisivo all’acquisto del Milan, dallo sviluppo internazionale delle sue imprese alla “discesa in Campo”, Dario Rivolta fu suo assistente personale partecipando, a volte in prima persona, a molte di quelle avventure. Questa edizione, rivisitata e aggiornata, svela i retroscena e le strategie di un uomo che nel bene (secondo ammiratori e seguaci) e nel male (secondo i suoi detrattori), ha segnato la storia dell’Italia negli ultimi trenta e più anni. Ne esce la figura di un uomo carismatico e simpatico, dalle indubbie qualità di imprenditore ma con alcune manchevolezze nella gestione del suo ruolo politico. Lungi dall’essere un’agiografia o, al contrario, un ennesimo atto di accusa tra i tanti che sono stati scritti contro Berlusconi, Rivolta, senza nascondere il suo affetto, mette in evidenza gli aspetti della personalità sia nelle sue luci che nelle sue ombre. Non a caso, l’ex Ministro Gianni De Michelis che ha firmato la prima prefazione scrive: “…uno che Berlusconi lo conosce bene e ne apprezza le doti indubbie e ne critica, sine ira ac studio, i difetti”. Anche l’Ambasciatore Carlo Marsili che firma la seconda prefazione è concorde: “ne è uscito un quadro che anche chi non conosceva bene Berlusconi…è indotto a valutarlo per quello che è: assolutamente obbiettivo”.

    Il libro è sotto forma di intervista e la suddivisione in capitoli tematici lo rende un racconto di facile e veloce lettura. L’intervistatore è Eric Jozsef, corrispondente in Italia di Liberation e già Presidente dell’Associazione della Stampa Estera.

    AL FIANCO DI BERLUSCONI – Da Cavaliere a Presidente

    Fas Editore 2024  Euro 19.90

    Acquistabile presso: www.unilibro.it, https://tabook.it/, www.amazon.it, direttamente presso l’editore (www.faseditore.it) oppure in libreria su prenotazione

  • Dall’UE 5 milioni di euro a sostegno delle traduzioni letterarie e della promozione dei libri

    La Commissione ha pubblicato l’invito a presentare proposte  2024 per la circolazione delle opere letterarie europee nell’ambito del programma Europa creativa. Sostenuta da un bilancio di 5 milioni di euro, questa iniziativa mira a facilitare la traduzione, la pubblicazione, la distribuzione e la promozione di vari generi di opere letterarie europee, tra cui romanzi, poesie e fumetti, attraverso circa 40 progetti.

    Nel 2024 l’invito continuerà a sostenere l’Ucraina nel campo dell’editoria, consentendo la pubblicazione di opere letterarie in lingua ucraina scritte da rifugiati e sfollati.

    I soggetti ammissibili, indipendentemente dal fatto che si candidino singolarmente o nell’ambito di un consorzio, sono invitati a elaborare strategie editoriali e promozionali complete per progetti che comportino almeno cinque opere letterarie ammissibili, tradotte da e verso le lingue ammissibili.

    Le dimensioni dei progetti finanziati variano da progetti su piccola scala (fino a 10 libri, 100 000 euro) a progetti su media scala (fino a 20 libri, 200 000 euro) fino a progetti su larga scala (almeno 21 libri, 300 000 euro). I progetti devono rispettare le condizioni generali di ammissibilità e comprendere almeno cinque traduzioni. Il termine ultimo per l’iscrizione è il 16 aprile 2024. Per ottenere informazioni consultare la pagina dell’invito sul portale “Finanziamenti e appalti” dell’UE.

  • ‘Dignità di una scelta – Cronistoria di un balilla classe 1931’ di Ludovico Boetti Villanis-Audifredi

    E’ uscito il libro, per ‘Bastogi Libri’, dell’On. Ludovico Boetti Villanis, una memoria storica che, come i lettori potranno vedere dalla sinossi, ci fa ripercorrere da una diversa ottica fatti ed avvenimenti del recente passato 

    In questo memoriale alla sconfitta della Patria  – cosi la definì Benedetto Croce con il suo no alla ratifica del Trattato di Pace 10 febbraio 1947  – nel secondo conflitto mondiale è data una valenza civile, morale, più ancora che militare, ed è pertanto qui rivissuta in tutte le fasi e conseguenze. Per ciò la prima pagina del testo, manoscritta, è la dedica al ricordo delle medaglie d’oro Carlo Borsani e Carlo Fecia di Cossato, “eroi dimenticati che ‘”‘la resa ignominiosa”” del settembre 1943 riscattarono con la dignità di una scelta”.

    Carlo Borsani, grande invalido, cieco di guerra, che per “l’onore” della Patria e con spirito di pacificazione con il quale si prodigò attivamente, aveva acconsentito di essere Presidente dell’Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra nella RS.I., fu assassinato dai partigiani comunisti il 29 aprile 1945 ed esposto al pubblico ludibrio su un carretto della spazzatura; Carlo Fecia di Cossato che “la resa ignominiosa [aveva invece accettato] perché presentata come ordine del Re che [….] chiedeva l’enorme sacrificio del [l’] onore [della Regia Marina]” per la sopravvivenza della Patria alla sconfitta, “il 9 settembre con la propria “torpediniera [diede] nuova prova di spirito combattivo (precedentemente come comandante del sommergibile Tazzoli aveva raggiunto “un totale di 100.000 tonnellate di naviglio avversario affondato” – n.d.r.) attaccando con la sola sua unità sette navi germaniche di armamento prevalente che affondava a cannonate dopo aspro combattimento, condotto con grande bravura ed estrema decisione”, epperò il 22 giugno 1944, all’ordine “di uscire in pattugliamento [dichiarò di non riconoscere] come legittimo un Governo che non [aveva] prestato giuramento al Re [e di rifiutarsi di eseguire] gli ordini”, sicché, destituito e reintegrato per le vivaci proteste degli equipaggi, al termine della licenza “[il 21 agosto, manifestando alla madre per lettera tutta la sua] profonda amarezza, un disgusto per chi ci circonda….[e non riuscendo] a trovare una via d’uscita, uno scopo alla vita, [si suicidò ritenendo che il suo] posto[fosse con i suoi] marinai del Tazzoli che sono onorevolmente in fondo al mare”.

    Di questi sentimenti e di questi fatti si fece interprete nel 2001 Carlo Azeglio Ciampi, Presidente della Repubblica, con un esplicito richiamo al senso di appartenenza nazionale che nel 1943-1945 “animò molti dei giovani che fecero scelte diverse credendo di servire ugualmente l’onore della propria patria” e di ciò argomenta Dignità di una scelta – cronistoria di un balilla classe 1931. Sul fascismo, nato come movimento patriottico di sinistra, che con il suo attivismo, poi con la fattiva azione di governo soprattutto dei primi anni, solleva la Nazione dal caos post bellico, e via via si fa regime sull’onda del suo ardente patriottismo per la guerra conclusasi vittoriosamente, stante in tal guisa la convergenza in esso di varie culture politiche talora persino antitetiche; su gli anni di un consenso crescente, venuto meno solo per la tragica prospettiva del disastro civile e militare che porta al 25 luglio 1943. Però – nota l’Autore – come del resto sancito al punto 2 del preambolo del Trattato di pace, ratificato dall’Assemblea Costituente, “il rovesciamento del regime fascista in conseguenza delle vittorie alleate e con l’aiuto degli elementi democratici italiani”, come “la capitolazione senza condizioni”, hanno luogo fuori di qualsiasi moto o partecipazione popolare. Alla stessa stregua del tutto vano rimane il tentativo del governo Badoglio di ribaltare le alleanze dell’Italia nella guerra in corso e ciò perché, sebbene gli Alleati per tutto il suo tempo abbiano propagandato di “combattere il fascismo e non il popolo italiano” invece, come attestano l’armistizio di Cassibile 3 settembre 1943, quello c.d. “Lungo” 29 settembre succ. e l’accordo-diktat 7 dicembre 1944 dell’Alto Comando Alleato nei confronti del CLNAI in vista espressamente della ritirata tedesca di primavera 1945, in realtà sono inflessibili nel decretare l’annientamento morale e materiale della Nazione, imponendole la cobelligeranza ai soli loro fini strategici. Ed in tal guisa la impongono pure al movimento partigiano impegnandolo solo a “realizzare il massimo sforzo per mantenere la legge e l’ordine e per continuare a salvaguardare le risorse economiche del Paese” durante la ritirata dei resti del nemico da loro sconfitto, finanziandolo all’uopo con centosessantanove milioni in forza del predetto accordo-diktat 7 dicembre 1944. Ed il trattato di Parigi 10 febbraio 1947 è la conferma di tutto ciò tant’è che è il ministro degli esteri Carlo Sforza, nella relazione 27 giugno all’Assemblea Costituente, ad asserire che “non vi fui mai negoziato”, che “non si può parlare di partecipazione italiana all’elaborazione del trattato” e che “il 20 gennaio venne [solo] notificato al Governo italiano l’invito formale ad inviare suoi plenipotenziari a Parigi, il 10 febbraio, per firmare il Trattato definitivo”!

    Tanto basta per concordare con Benedetto Croce che nessun italiano fascista o antifascista, militante nella Resistenza o nella R.S.I., e nel dopoguerra – aggiunge l’Autore – “nell’arco costituzionale” o meno, può escludersi da quella sconfitta della nostra Patria.

    In “Dignità di una scelta” c’è poi un ampio ed esplicito richiamo a personaggi, a fatti e situazioni di cui alla storiografia più accreditata. Le lettere a “Il Giornale”, tra le più significative ed attendibili della rubrica “Tempi di guerra”, corredano le tesi svolte dall’Autore. E tra esse due sue: una in data 10 maggio 2017, e qui è Allen Dulles che dirige l’O.S.S. in Svizzera (La resa segreta, Garzanti 1966), ad escludere la pretesa insurrezione popolare del 25 aprile 1945, non foss’altro perché in quel giorno e in quelli successivi le Forze armate germaniche e quelle della RS.I. non solo sono in ritirata ma in fase di resa per evitare l’ annientamento, già concordata il 1 marzo ad Ascona tra il Generale Karl Wolff, Comandante in capo delle SS in Italia, e gli Alleati; nell’altra è lo storico militare inglese B.H. Liddel Hart (Storia militare della Seconda Guerra Mondiale – Mondadori 1969) ad escludere che i “Ragazzi di Salò”, “a cercar la bella morte” di Carlo Mazzantini, finissero per “fare solo rastrellamenti e rappresaglie nelle valli del nord”, e a citare le divisioni, alpini della “Monterosa”, marò della “S. Marco” e bersaglieri dell”‘Italia”, quali protagoniste il 26 dicembre 1944 del primo e unico contrattacco sul fronte italiano, “fatto quasi esclusivamente di truppe italiane”. E sulla consistenza di truppe della RSI solo sul fronte sud italiano, ancora nell’aprile del ’45 prima dell’offensiva finale, Hart dice testualmente: “I tedeschi disponevano in totale di 491.000 uomini oltre 108.000 italiani…”.

    Dignità di una scelta è quindi la cronistoria di un balilla classe 1931. La testimonianza su “La destra italiana fra storia e cronaca nei ricordi di Ludovico Boetti Villanis-Audifredi”, resa il 25 gennaio 2020 per “il progetto di formazione politica” nella sede torinese di Fratelli d’Italia, arricchita con argomentazioni e puntuali documentazioni che si atteggiano in guisa di riflessioni a consuntivo di una vita vissuta e intensamente ripensata. E a Giorgio Almirante che con pochi altri fondo il M.S.I. e che, nel rigenerarlo in Destra Nazionale alla stregua del vecchio motto missino “né rinnegare, né restaurare” di Augusto De Marsanich, ne fu il principale artefice, va il riconoscimento di patriota, di maestro di libertà e di progresso nella democrazia.

    Per concludere, dei prefatori valga solo dire che l’intellettuale Pietrangelo Buttafuoco in “mantiene fede alla parola data”, il “Pentateuco di vile blasfemia”, con il tormento di “una coerente disobbedienza” alla Dinastia, coglie il senso di Dignità di una scelta e lo storico Aldo A. Mola pure, concludendo: “Chi, come l’autore di queste pagine, è orgoglioso del proprio ruolo di patriota attende il giudizio della Storia e, come fa in molte note del volume, incrocia nobilmente i suoi ferri dialettici con chi vorrebbe tacitare per sempre l’avversario sulla scorta dell’irridente principio: “”i vinti hanno sempre torto””. Ma nel 1943-1947 chi furono davvero i “”vinti””? E’ il quesito affiorante da queste pagine di Ludovico Boetti Villanis-Audifredi che implicitamente rinviano alle opere decenni addietro scritte “”a schiena dritta”” da Giana Accame. Al lettore la risposta”.

  • La Commissione si attiva per promuovere gli autori europei tra i giovani

    Il 27 marzo 2023 la Commissione la lanciato la prima edizione della Giornata degli autori europei. La giornata, da ora innanzi, sarà l’occasione per riavvicinare le giovani generazioni ai libri e per mostrare loro come la lettura di libri possa essere uno strumento di arricchimento individuale. Sono soprattutto gli alunni del ciclo di insegnamento secondario a poter trarre dalla lettura le risorse per affrontare le sfide sociali e personali cui devono fare fronte. La nuova ricorrenza annuale punta anche a promuovere la ricchezza e la diversità della letteratura europea e offre l’opportunità di evidenziare l’importanza dei programmi e delle iniziative attuate nei singoli paesi europei per promuovere la lettura.

    Le scuole secondarie di tutta Europa sono state incoraggiate a organizzare sessioni di lettura svolte da un autore, una persona famosa o un rappresentante del mondo editoriale per parlare agli alunni delle diverse professioni coinvolte nell’edizione di un libro, dall’autore all’illustratore, al traduttore al redattore, ecc. Sono più di 1.000 le scuole, sparse in tutta l’Europa, che hanno organizzando sessioni di lettura in occasione della Giornata degli autori dell’UE 2023.

    Quest’anno ben 100 autori europei hanno visitato le scuole per leggere agli studenti estratti delle proprie opere e incoraggiarli così a scoprire gli autori europei. Le visite degli autori europei sono state organizzate dalla Commissione in collaborazione con il Consiglio europeo degli scrittori e il consorzio del Premio dell’Unione europea per la letteratura.

    Sempre il 27 marzo, per tutta la giornata, a Sofia (Bulgaria) si è svolta la conferenza per la Giornata della conferenza degli autori europei, dedicata alla promozione della lettura. La conferenza ha visto riuniti rappresentanti dei ministeri della cultura e dell’istruzione dei paesi dell’UE, delle istituzioni pubbliche e delle ONG nazionali attive nel settore editoriale nonché di organizzazioni che rappresentano il settore a livello europeo. E’ stata un’opportunità per condividere esempi e buone pratiche sulle possibili modalità di collaborazione tra il sistema dell’istruzione e il settore editoriale, al fine di promuovere la lettura nelle scuole a livello locale, nazionale ed europeo. La conferenza potrà essere seguita online.

    In occasione della Giornata degli autori europei l’invito è stato quello di condividere sui social media la foto di un libro del proprio autore europeo preferito, usando l’hashtag #ReadWithEurope.

  • Le librerie indipendenti tengono duro ma è allarme liquidità

    Tengono le librerie indipendenti nel 2022, in un clima di fiducia in miglioramento in vista delle festività natalizie. Sono stabili i ricavi e l’occupazione, ma l’aumento dei costi, l’impatto dell’inflazione e lo scenario economico incerto si riflettono sulla carenza di liquidità – in calo l’indicatore che si assesta a 38 punti contro i 43 di dicembre 2021 – e sulla necessità di far fronte al fabbisogno finanziario per il 77% delle librerie che accedono al credito.

    Sempre più critica la situazione della scolastica. Sono i dati dell’Osservatorio sulle librerie 2022 realizzato da Ali, l’Associazione Librai Italiani aderente a Confcommercio, in collaborazione con Format Research. La ricerca è stata presentata all’incontro “Nuove chiavi di lettura sul mondo delle librerie: numeri prospettive e tendenze”, il 29 novembre nella sede di Confcommercio a Roma, con gli interventi del vicepresidente vicario di Confcommercio Lino Enrico Stoppani e dei presidenti di Ali Confcommercio, Paolo Ambrosini e di Impresa-Cultura Italia-Confcommerci, Carlo Fontana.

    Secondo i dati, quasi 8 librerie su 10 lamentano un aumento abnorme dei prezzi praticati dai propri fornitori e, di queste, circa la metà registra un aumento dei prezzi superiore al 20%. Il 54% delle librerie segnala una crescita di clienti e il 55% un aumento dei libri venduti, anche in valore, rispetto al 2021. Confermate le difficoltà sul fronte della scolastica: 9 librerie indipendenti su 10 che distribuiscono testi scolastici hanno avuto problemi nell’approvvigionamento e ritengono inadeguato il margine riconosciuto dagli editori sia per i libri scolastici sulle nuove edizioni che sui titoli a catalogo, mentre oltre l’80% è insoddisfatto delle case editrici.

    La distribuzione di libri scolastici e universitari costa molto alle librerie, anche per importanti investimenti aggiuntivi e produce margini esigui o addirittura inesistenti. Concorrenza dei megastore online per l’81,4% e bassi margini di guadagno riconosciuti dagli editori per l’80% sono i principali ostacoli allo sviluppo delle librerie che trattano testi universitari. In particolare, per la concorrenza dei megastore online oltre il 60% di queste librerie ha perso negli ultimi due anni una quota di fatturato compresa tra il 20% e il 50%, mentre una su 10 ha perso addirittura più del 50% del fatturato. “Le nostre imprese stanno attraversando una tempesta senza eguali prima per via del Covid e ora per l’aumento delle materie prime, la guerra e l’inflazione. Ciò nonostante nel complesso le librerie reggono salvo alcuni comparti specifici, come scolastica e universitaria, per i quali è urgente un intervento delle Istituzioni che risolva i forti squilibri che sono presenti nell’editoria scolastica e il vantaggio competitivo che, anche a causa di un sistema distributivo ancora inadeguato, consente agli operatori online, e tra questi al principale operatore mondiale, di schiacciare le librerie universitarie che garantiscono professionalità, contribuiscono al presidio socio-economico delle nostre città e favoriscono la diffusione dei saperi fondamentali per lo sviluppo e il benessere del Paese”.

    Sono 3.640 le librerie in Italia, di cui 2.405 indipendenti, e occupano oltre diecimila e 700 addetti. In otto anni (2012-2020) si sono ridotte di 261 unità. Il 59% sono ditte individuali, il 24% sono società di persone, il 15% sono società di capitali, solo il 2% sono cooperative. Al Sud le librerie rappresentano il 33,3% dell’intero comparto, mentre il Nord Est ha la quota più bassa (17,3%). Lombardia, Lazio e Campania sono le prime 3 Regioni per numero di librerie, mentre oltre 3 addetti su 5 operano nelle librerie del Nord Ovest (39,6%) e del Centro (23,7%).

  • La rivoluzione 4.0: il nuovo libro di Mario Bozzi Sentieri

    Sono passati i tempi iconici del Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, celeberrimo quadro che il saggio del giornalista e scrittore Mario Bozzi Sentieri, La rivoluzione 4.0 Roma vs Davos, pubblicato da Eclettica Edizioni (pagg. 238, Euro 17, prefazione di Francesco Carlesi e Alessandro Amorese) porta in copertina a contraltare con un altro celeberrimo quadro futurista. Una rivoluzione del lavoro che guarda al futuro ma è già qui. Si pensi ad esempio all’odierno uso dei dati (big data, open data, cloud), le interfacce touch screen, la realtà aumentata, i calcoli di Analytics. E potremmo continuare.

    L’opera di Bozzi Sentieri si intitola La rivoluzione 4.0 Roma vs Davos. Tra lavoro e partecipazione ed è una riflessione di alto livello sulle sfide (economiche, sociali e politiche) del futuro: se tutto cambia (in termini tecnologici, di standard esistenziali, di modelli produttivi) tutto deve cambiare nell’organizzazione sociale, nell’approccio culturale verso i nuovi problemi, nella politica, sui luoghi di lavoro. Ma al centro dev’essere la figura del lavoratore, sempre più consapevole del proprio ruolo, attivo rispetto alle scelte aziendali, in un’ottica partecipativa, verrebbe da dire “sovrana”, che riverberi da contesti organizzativi “micro” a contesti “macro”, vedi quelle decisioni extra nazionali assunte in consessi economici esterni agli ordinamenti degli Stati singoli. Ecco perché sulla copertina del saggio di Bozzi Sentieri il Quarto Stato di oggi esibisce cartelli con su scritto No al great reset e Roma VS Davos.

  • Gli studi di Michele Allegri sui Templari in un capitolo di un libro pubblicato in Francia

    Si intitola Falicon – La pyramide entre deux mondes il libro dello scrittore e giornalista francese Pierre Beny in cui un intero capitolo è dedicato allo studioso della storia dei Templari Michele Allegri. Tutto nasce nel 2013 quando Allegri pubblicò il libro La religione segreta dei Templari e Beny lo contattò perchè interessato a saperne di più sulla piramide di Falicon, un tempo alta sei metri, ed i Templari in Provenza al cui studio Allegri si era dedicato dal 2010, anno in cui si recò in Francia per toccare con mano quel che restava della piramide. Erosa dal tempo ha un accesso in profondità, nelle grotte, accompagnate da aneddoti legati a riti pagani, alle legioni dei Templari di Montecarlo e all’azione di Papa Clemente V. Nel 2020 Beny decide di pubblicare il suo libro e di intervistare Allegri sulle sue scoperte e ricerche dedicandogli un intero capitolo.

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