Milano

  • Dalí, Magritte, Man Ray e il Surrealismo in mostra (ancora per poco) a Milano

    Ultimi giorni per visitare, al MUDEC di Milano, una delle mostre più interessanti della stagione: Dalí, Magritte, Man Ray e il Surrealismo. Capolavori dal Museo Boijmans Van Beuningen. Il Surrealismo è stata l’avanguardia più onirica del XX secolo, ufficialmente nata il primo dicembre 1924, quando a Parigi il poeta André Breton pubblicava la sua raccolta di prose Poisson Soluble, la cui introduzione sarebbe diventata il Primo Manifesto del Surrealismo. Non solo uno stile, un movimento artistico, quanto piuttosto un atteggiamento, un modo alternativo di essere e concepire il mondo. È su questo concetto fondamentale che si sviluppano i molteplici temi della mostra milanese, visitabile fino al 30 luglio, con 180 opere, tra dipinti, sculture, disegni, documenti, manufatti, tutti provenienti dalla collezione del museo Boijmans Van Beuningen, uno dei più importanti musei dei Paesi Bassi, in dialogo con alcune opere della Collezione Permanente del Museo delle Culture.

    La mostra, prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, promossa dal Comune di Milano-Cultura, con la curatela affidata alla storica dell’arte Els Hoek, curatrice del museo, e la collaborazione di Alessandro Nigro, professore di Storia della critica d’arte presso l’Università di Firenze, presenta una selezione della collezione del Museo Boijmans Van Beuningen con un focus particolare sull’interesse dei surrealisti per le culture native. Il visitatore potrà ammirare opere di Salvador Dalí, Max Ernst, René Magritte e Man Ray assaporando il racconto di un intero movimento artistico. Particolare attenzione viene data all’approfondimento delle tematiche fondamentali su cui si è focalizzata la ricerca surrealista – sogno, psiche, amore e desiderio, un nuovo modello di bellezza; attraverso opere di artisti famosi ma anche meno conosciuti, pubblicazioni e documenti storici, la mostra fornisce al pubblico una visione a 360 gradi dell’universo surrealista.

    Introdotta dal concetto che il surrealismo non è uno stile, ma un atteggiamento, si parte con le origini dadaiste del Surrealismo e tre artisti Dada che hanno avuto un ruolo importante nel gruppo surrealista: Max Ernst, Man Ray e Marcel Duchamp. In mostra tra gli altri lavori, Cadeau (Audace) di Man Ray o la Scatola in valigia di Duchamp (De ou par Marcel Duchamp ou Rrose Selavy) del 1952. E prosegue con gli artisti influenzati dalle idee della psichiatria e della psicoanalisi, come Salvador Dalí del quale è possibile ammirare Venere di Milo a cassetti, o l’esplorazione della sessualità con la Venere restaurata di Man Ray, per concludere con Meret Oppenheim e la sua Sotto le resede.

    Una sezione particolare approfondisce il tema del complesso rapporto tra il Surrealismo e le culture del sud globale. Tale rapporto costituisce un fil rouge che accomuna numerosi protagonisti del movimento, a partire dal capofila André Breton, che scoprì l’arte a quel tempo detta “primitiva” sin da ragazzo, diventandone poi un importante collezionista. Per i surrealisti quello per le culture native non fu solamente un interesse di tipo estetico o collezionistico, ma costituì uno dei temi di riferimento del movimento.

    Gli artefatti delle culture native venivano a integrarsi nel concetto di “meraviglioso”, una delle categorie fondanti del movimento che assicurava l’accesso alla dimensione della surrealtà, essenziale per la liberazione dell’individuo e per il suo affrancamento dalle convenzioni della società.

  • Restiamo in attesa

    Quante volte, negli anni prima del covid, abbiamo letto delle drammatiche condizioni nelle quali vivevano gli anziani in varie case di riposo?

    Quante volte sono state annunciate inchieste per controllare, verificare, impedire che si ripetessero situazioni spesso tragiche con anziani denutriti, legati ai letti, percossi e feriti in strutture fatiscenti e degradate!?

    Quante situazioni di degrado sono state effettivamente sanate, quanti dei colpevoli veramente puniti, quante case di riposo, su tutto il territorio nazionale, sono state controllate?

    Poi è arrivato il covid e nelle Rsa gli anziani hanno cominciato a morire a frotte, si è tornato a parlare di scandali, mala gestione, necessità di controlli ed interventi, come sempre tutto a parole perché le azioni concrete, le volontà di non ricadere nei vecchi errori, non si sono concretizzate.

    Il covid è più o meno finito da un po’ di tempo e a Milano, in città, è andata a fuoco, con diversi morti e molti feriti, una casa di riposo perché, pur sapendo da giorni che il sistema antincendio non funzionava, nessuno aveva provveduto a ripararlo.

    Ora il sindaco Sala dichiara “chi è responsabile pagherà” ma i morti restano morti, quei morti che erano andati lì proprio per continuare a vivere con quella sicurezza che non potevano più avere a casa loro.

    Ci chiediamo se, dopo le tragedie avvenute nelle case di riposo, durante il covid, il sindaco di Milano, sempre pronto a dichiarazioni su tanti argomenti, compreso quel verde che a Milano non c’è, abbia ritenuto, insieme al suo assessore alla partita, di fare una, anche breve, visita ai vari luoghi dove a Milano tanti anziani si aspettano di continuare a vivere e non di rischiare una morte per cause non naturali.

    Vorremmo che su questo problema il Comune si esprimesse in modo chiaro ed inequivocabile citando, una per una, tutte le case di riposo, pubbliche e private, di Milano ragguagliando i milanesi sulla loro sicurezza e affidabilità.

    E data la situazione vorremmo che anche il presidente Fontana, ed il suo assessore, con i rispettivi sindaci lombardi, iniziassero una mappatura reale sulla sicurezza e vivibilità delle case di riposo in Lombardia.

    Restiamo in attesa perchè se questo non avverrà, neppure questa volta, il chi sbaglia paga dovrà essere rivolto proprio alle più alte cariche amministrative.

  • Inaugurazione del nuovo “Spazio Europa” di Europe Direct Lombardia, Centro di informazione dell’Unione europea

    Europe Direct Lombardia, Centro di informazione dell’Unione europea, organizza, il 5 giugno 2023 alle ore 16 in via Fabio Filzi 22 a Milano, l’evento inaugurale del nuovo Spazio Europa aperto al pubblico e volto a colmare il divario informativo tra cittadini e istituzioni UE.

    L’inaugurazione sarà articolata in due momenti.

    Una sessione istituzionale raccoglierà i contributi di Attilio Fontana, Presidente della Regione Lombardia; Pina Picierno, Vicepresidente del Parlamento europeo; Dubravka Šuica, Vicepresidente della Commissione europea e Responsabile per Demografia e Democrazia, e prevederà il taglio del nastro, l’Inno alla Gioia e la lettura teatrale del discorso di Victor Hugo alla Conferenza di Parigi del 1849 nonché una visita allo Spazio Europa con illustrazione del percorso. Il tutto sarà preceduto da un incontro bilaterale tra il Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e la Vicepresidente della Commissione europea, Dubravka Šuica, presso l’Ufficio Presidenziale di Palazzo Pirelli, a conclusione del quale, entrambi si trasferiranno al piano terra, transitando dall’ingresso principale di Europe Direct Lombardia e accomodandosi sulle poltrone poste nell’Open Space, con il pubblico ammesso già presente.

    Una sessione dedicata al dialogo su “L’idea di Europa: tra passato e futuro”, prendendo spunto dall’opera d’arte realizzata appositamente per il nuovo spazio dal titolo “Il Sogno di Europa”, accoglierà Claudia Baracchi, Docente di Filosofia Morale e Pratiche filosofiche presso l’Università Milano Bicocca e Pier Virgilio Dastoli, Presidente del Movimento Federalista Europeo già assistente di Altiero Spinelli al Parlamento europeo, Docente di Diritto dell’Unione europea dell’Università Dante Alighieri di Reggio Calabria per due Lectiones Magistrales sul tema.

    L’inaugurazione offrirà l’opportunità ai presenti di partecipare ad uno scatto fotografico con la Vicepresidente della Commissione europea ma anche ad una question time con gli invitati.

    Che cos’è il nuovo Spazio Europa? Regione Lombardia apre un nuovo Spazio aperto alla città, un luogo di dialogo e di scambio, dove fermarsi chiedere, essere accolti e approfondire cosa fa l’Unione europea per i cittadini, per gli enti locali, le associazioni.

    I cittadini potranno effettuare un percorso accurato di conoscenza delle istituzioni europee, potranno approfondire il bilancio dell’Unione e il Next generation EU, ma anche soggiornare per visionare materiale dell’Unione europea, consultare testi sul Diritto dell’Unione. Un’area interattiva dedicata al Futuro dell’Europa consente ai cittadini di partecipare alla costruzione del processo europeo portando il proprio contributo alla definizione di proposte per il futuro dell’UE.

    Il percorso può essere effettuato in orari di apertura (per i gruppi su prenotazione) in modalità fisica e digitale con l’utilizzo di un QR code apposto sulle immagini mentre sarà possibile aver accesso a pubblicazioni e materiale informativo gratuito e collegamenti con lo Europe by Satellite.

    Due gli sportelli presenti all’interno: uno dedicato ai giovani, alle opportunità che l’Unione europea offre di volontariato, studio, lavoro e tirocinio in Europa; uno dedicato a bandi e programmi europei a favore di enti locali e territori.  I cittadini saranno accolti in un contesto ospitale e innovativo.

  • “Vigili”

    Milano: la Bruna è stata finalmente bloccata grazie all’intervento di una pattuglia di guardie municipali.
    Il fatto non meriterebbe un rigo di cronaca se non fosse che, grazie ad alcuni video, si può, ora, apprezzare l‘intera operazione in tutte le sue sfumature. Si nota, soprattutto, l’uso accorto e misurato del distanziatore, meglio conosciuto come manganello.
    Qualche colpo in testa e al corpo, il tutto senza accanimento, giusto il necessario per ricondurre la scalmanata alla ragione e alla dovuta sottomissione.
    Non c’è stato un uso sproporzionato dei mezzi di coercizione, come i soliti faziosi ipotizzano, ma semplice ricorso a sacrosante pratiche di rieducazione: era ora che la Bruna imparasse a stare al mondo. Ed era anche ora di dare un bell’esempio ed inviare un forte segnale alla ciurma di devianti e derelitti che ci circonda: trans brasileros, puttane, gente che orina sulle panchine del parco, senza case, ”mandingo“ e mamelucchi sfaccendati, pezzenti vari.
    È sicuramente solo l’inizio e poi verrà certamente il turno dei piccoli e grandi evasori, dei corrotti e corruttori, dei narcotrafficanti e delinquenti organizzati, dei gestori in regime di monopolio di intere reti autostradali (ponti assassini che crollano compresi).
    Allora grazie, grazie davvero ragazzi per avere ridato speranza e fatto comprendere che, almeno a Milano, l‘autorità esiste, conosce il fatto suo e sa come affrontare i problemi sociali.
    Quanto a voi, ciurma maledetta, state attenti che prima o poi vi beccano e vi danno una bella ripassata, per questo vi do un consiglio, da vero amico: siate “vigili”.

  • Musica e talk per la Giornata dell’Europa a Milano

    Martedì 9 maggio sarà l’anniversario della dichiarazione Schuman, che ha dato il via al processo di integrazione europea, con eventi e attività in tutta Europa. Dalle ore 11.00 alle ore 13.30
    a Milano, presso il Teatro dal Verme (Via San Giovanni sul Muro 2, Milano) si terrà “La Giornata dell’Europa: Per un’Europa più unita, democratica e vicina ai giovani”, una serie di talk tra rappresentanti delle istituzioni europee e giovani, su tre temi chiave per il futuro dell’Europa: supporto dell’UE all’Ucraina, transizione verde e sfide dell’era digitale, che saranno approfonditi anche con durante le performance artistiche di Rancore, Big Mama e Giuliano Logos.

    L’evento è aperto al pubblico ed è possibile iscriversi qui: https://shorturl.at/cfinY

    La Giornata dell’Europa è un evento organizzato dall’Ufficio del Parlamento europeo e la Rappresentanza della Commissione europea a Milano, in collaborazione con Europe Direct Lombardia e l’Ufficio Scolastico Territoriale di Milano, sotto il patrocinio di Comune di Milano e Rai. Media partner Rai Scuola.

  • Un po’ di Persia a Milano

    Lusso, opulenza, sfarzo, mondanità, moda e arte: in una parola bellezza. La bellezza immaginifica che nel secolo scorso veniva evocata quando si parlava di Persia, un luogo lontano e per questo affascinante che giovedì 4 maggio sarà raccontato nella mostra “Splendida Persia”, una collettiva di quattro artisti persiani, Hoda Pishraft, Nadia Shokraie, Ladan Tofighi Niaki e Babak Monazzami, ospitata nell’atelier milanese di Fiorella Ciaboco, in via Via Gaspare Rosales, 9. Musica, profumi, proiezioni, dipinti creeranno una magica atmosfera durante la quale, a partire dalle 13, si potrà conversare con gli artisti, ammirare le loro opere e le creazioni sartoriali della padrona di casa, Fiorella Ciaboco.

    Dopo le 18, uno degli artisti, Babak Monazzami, farà una breve presentazione geografica e storica dell’Iran, spiegherà simbolismo e disegni dei tappeti persiani e farà anche un breve cenno alla storia del costume in Iran.

    Un assaggio di cucina persiana completerà l’immersione in una cultura millenaria che si desidera tenere viva. Un modo alternativo per tenere alta l’attenzione sui fatti accaduti in Iran, lasciando quindi i giovani persiani liberi di esprimersi con la loro arte e ricordando le loro origini.

    Grazie a Tania Kuznetsova, titolare della cantina toscana Poggio del Moro, che dal 2007 appoggia progetti e mostre, gli assaggi di abgusht, kate, hummus e ferni saranno accompagnati da tre vini: il Rosso Toscana I.G.T. , Galio Toscana I.G.T. Rosato, Pet Nat Spumante Bianco I.G.t.

    La mostra è ideata dalla rivista EMME22 (www.emme22.it), curata dalla gallerista Olga Panova e allestita da Nino Carè.

  • A Milano verde non significa piante ma lotta all’auto

    Beppe Sala non è green, se non come affiliazione politica. Se le piante fossero biciclette, sicuramente avrebbero trovato spazio nella città che Sala amministra, ma poiché le piante non crescono sulle strade dove il primo cittadino dà la caccia alle auto, ecco che Milano ha perso 6 milioni di euro per il 2022. E altri 6 milioni di euro per il 2023: fondi già disponibili, con destinazione vincolata: la realizzazione di 138 ettari di nuovi boschi. Il problema è che non esistono sull’intero territorio della Città metropolitana zone disponibili (aree dismesse, ex cave, ex siti industriali in via di bonifica) e sufficientemente grandi per creare nuove foreste intorno alla città e così la gara pubblica per la piantumazione delle città è stata disertata da tutti. La Corte dei Conti, che sta verificando come le città italiane utilizzino i fondi messi a disposizione della Ue per il verde, ha rilevato, tramite il comando provinciale dei carabinieri, che Milano è l’unica Città metropolitana italiana nella quale non è stato presentato e non sta partendo alcun progetto.

    Di contro quella amministrata da Sala è la città metropolitana in Italia che ottiene più denaro dalle multe. Già prima dell’idea di estendere in ogni dove i 30 km/h, nel 2021 il sindaco ha raccolto quasi 103 milioni dalle violazioni del Codice della strada: 13 milioni sono stati prelevati dagli autisti che hanno violato i limiti di velocità. I costi della manutenzione stradale sono intanto aumentati per via del generale rincaro dei prezzi, tanto che alcuni Comuni del milanese hanno rivisto i loro programmi in tema di strade e la stessa ciclabile di corso Sempione a Milano ha subito intoppi, ma sempre Milano nel 2021 è risultati la città con la maggior capacità di spesa per manutenzione ed educazione stradale: 22 milioni in totale, equamente ripartiti tra sostituzione della segnaletica e potenziamento delle attività di controllo e di accertamento delle violazioni. Dimenticando però, buche e manutenzione della pavimentazione stradale.

  • Spiderman si fa “in sette” per consegnare 100 uova di Pasqua ai piccoli pazienti della clinica pediatrica De Marchi del Policlinico di Milano

    Sette Spiderman arrampicati sulla facciata della Clinica Pediatrica De Marchi del Policlinico di Milano per consegnare uova di cioccolato a tutti i bambini ricoverati. È la scenografica sorpresa organizzata dalla Fondazione De Marchi Onlus per permettere anche ai piccoli pazienti di festeggiare la Pasqua.

    Cento uova per cento bambini che hanno vissuto l’esperienza di ricevere un uovo di cioccolato direttamente dalle mani del supereroe più amato che – per l’occasione – si è fatto “in sette” per raggiungere i bambini in sicurezza e consegnare attraverso le finestre, calandosi dal tetto con delle corde, le uova di Pasqua della Fondazione De Marchi a tutti i bambini ricoverati.

    L’evento, organizzato dalla Fondazione De Marchi, è stato possibile grazie alla generosa disponibilità di Archingegno, impresa specializzata in edilizia in corda, che ha permesso a sette professionisti travestiti di donare un momento di festa e gioia ai piccoli e alle loro famiglie.

    L’iniziativa, replicata per il terzo anno consecutivo, è diventata un appuntamento atteso dalle famiglie e dai bambini e rientra nel quadro complessivo delle attività del progetto UN OSPEDALE MICA MALE che ha come obiettivo il contenimento del dolore, della paura e dello stress in tutti i bambini in cura alla Clinica De Marchi.

  • A Milano si parla di ambiente con il commissario europeo Sinkevičius e l’architetto Boeri

    “Il nostro impegno è rendere più verde ed efficiente il patrimonio dell’Unione europea, aiutando i territori a migliorare la gestione delle risorse naturali, come quelle idriche. Il successo del Green Deal dipende dalla partecipazione di tutti, in quanto ogni persona può offrire le proprie idee, progetti o adottare comportamenti in linea con i principi di prevenzione”. E’ quanto ha affermato il Commissario europeo all’Ambiente Virginijus Sinkevičius in occasione della sua visita a Milano dove ha incontrato, tra gli altri, l’architetto Stefano Boeri al Bosco Verticale, il primo prototipo di edificio residenziale rivestito da oltre 700 alberi e 20.000 piante, ideato proprio dall’architetto meneghino e Presidente del Comitato Scientifico di ForestaMi, il progetto che punta a piantare 3 milioni di alberi nell’area metropolitana di Milano entro il 2030, per migliorare la qualità della vita e contrastare gli effetti del cambiamenti climatico. Al centro dello scambio, l’implementazione del Green Deal europeo, l’ambizioso pacchetto di proposte della Commissione per rendere l’Unione europea il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050. Il cuore del progetto vede infatti la protezione dell’ambiente, dell’ecosistema e della biodiversità.

    Durante l’incontro, il commissario Sinkevičius e l’architetto Boeri hanno scambiato le loro visioni anche su un’altra iniziativa promossa dalla Commissione: il nuovo Bauhaus europeo, che punta a declinare gli ambiziosi obiettivi del Green Deal all’interno degli spazi e delle esperienze dell’abitare, per migliorare il volto delle città europee, rendendole più inclusive e sostenibili.

    “Sono felice di questa visita del Commissario europeo al Bosco Verticale e alle piantagioni a Parco Nord Milano del progetto ForestaMi. Con lui abbiamo condiviso l’idea che la forestazione urbana, cioè la moltiplicazione del numero di piante ombreggianti nelle nostre città, sia il modo più economico, inclusivo ed efficace per ridurre gli effetti del surriscaldamento globale e dell’inquinamento dell’aria”, il commento dell’architetto Boeri.

  • Anna Galiena al Franco Parenti

    Al Teatro Franco Parenti, dal 28 marzo al 6 aprile andrà in scena “Coppie e Doppi”, opera tradotta, adattata, diretta e interpretata da Anna Galiena e coprodotta dal Teatro Franco Parenti e da Il Sipario. Un omaggio a Shakespeare in cui l’attrice dà vita a dieci personaggi che interagiscono e dialogano tra loro, portando in scena il dualismo dell’essere umano e permettendo allo spettatore di prendere parte ad un percorso di esplorazione di tale dualismo. La pièce ad una voce propone un gioco teatrale in versi, di rimandi e seduzione in cui gli opposti si fronteggiano in un percorso di grande fascino: amore, odio, potere, gelosia, lussuria e tutte le passioni cantate dal Bardo sono espressione dell’ambivalenza umana.

     Signora Galiena è sempre un piacere incontrarla e poterne apprezzare il talento anche nella nostra città. Ci potrebbe raccontare com’è nata l’idea di quest’opera teatrale?

    Certamente, con piacere. Quando lavoravo a New York e recitavo opere di Shakespeare, oltre a studiare la mia parte, per mia passione mi piaceva memorizzare anche le parti degli altri personaggi. Ad esempio, imparavo la parte di Giulietta ma anche quella di Romeo e così in altre opere. Facevo tutto da sola, ovvero, quando avevo del tempo libero recitavo sia le battute di lei sia quelle di lui e questo mi è sempre servito non solo per esercitare la memoria ma anche per far emergere sempre nuovi aspetti del personaggio che poi avrei recitato. Poi, una volta, mentre mi trovavo in una condizione di particolare stress, nel ripetere queste parti abbandonandomi solo alla melodia delle parole, quando sono arrivata ad Amleto ho percepito in me una presenza maschile che ha reso inedita l’interpretazione. Mi sono sorpresa; quasi spaventata. E andando avanti è emerso anche un personaggio femminile. A quel punto mi sono chiesta: “Forse un attore può anche recitare così, chi lo sa?”. Ho parlato di questa mia esperienza sia emotiva che creativa con l’amica Andrée Ruth Shammah, direttrice del Teatro Franco Parenti di Milano la quale mi disse che l’idea le sembrava ottima e mi incoraggiò a recitarlo, così come lo avevo memorizzato, all’attenzione di possibili produttori ed amici intellettuali che apprezzarono molto l’idea. Poi, per mia insicurezza il progetto non andò avanti. Nel 2011 lo rappresentai in Italia, dopo averlo tradotto ma mi resi conto che non era quello che volevo fare e ancora una volta mi fermai. Poi, pochi anni fa, due giovani produttori romani, Karin Proia e Raffaele Buranelli mi hanno invitato a fare un mio spettacolo in Sicilia. Io risposi che avevo a disposizione questo mio lavoro e a loro l’idea piacque e così, dopo aver rivisto tutto il testo, ho fatto questa “prima” nella cittadina di Patti dove il pubblico ha espresso il suo particolare apprezzamento. A quel punto ci siamo detti: “Abbiamo uno spettacolo” e diversi Teatri italiani avevano manifestato il loro interesse ma tra il Covid nel 2020 ed alcuni impegni cinematografici del 2021 e del 2022 ho potuto recitare ques’opera solo al TeatroOlimpico di Vicenza e al Teatro di Donna Fugata a Ragusa Ibla. L’anno scorso è poi arrivata la richiesta da parte dell’amica Andrée Shammah, con la quale ho lavorato sempre con grande piacere e soddisfazione, per queste date di Milano.

    Tra i 10 personaggi che interpreta ce n’è qualcuno che interpreta con maggiore empatia?

    In realtà no e le spiego il perché. Questo spettacolo richiede sia un esteso e profondo lavoro tecnico, sia che ci si lasci andare e ci sia abbandoni, proprio come quella volta in cui ebbi l’ispirazione di scriverlo. Perché è abbandonandosi che escono meglio fuori gli aspetti dei vari personaggi, gli aspetti del maschile e del femminile. Di un maschile aggressivo come di un femminile aggressivo, vedi quello di Lady Macbeth o di un femminile che si lascia sopraffare, come quello di Ofelia. Insomma, ci sono tante sfumature e mi piace interpretarle tutte con egual interesse e passione.

    C’è qualcosa che attraverso quest’opera le piace comunicare?

    Non in modo specifico. L’obiettivo che ha un qualunque progetto teatrale, è sempre lo stesso, ovvero mettere in scena uno o più aspetti dell’umana condizione nella speranza che lo spettatore possa rispecchiarsi in quella situazione e vederci qualcosa, sentire qualcosa, riflettere su qualcosa. L’obiettivo è solo questo.

    Consigli per le giovani attrici e i giovani attori?

    Dunque, Farei mio il consiglio che dette Katharine Hepburn ad una giornalista quando le fecero più o meno la stessa domanda molti anni fa, rispondendo “Ci vuole una salute di ferro!”. Ho sempre trovato questa risposta geniale perché è vero che facciamo un lavoro che ci dà tanto ma tanto anche ci leva. L’altra cosa che vorrei dire è che quando si ha un sogno, un sogno artistico, che si tratti di scrivere, di recitare, di comporre musica, lavorare con i colori o con le forme se veramente ti prende lo devi fare, costi quel che costi. Quando lavoravo a New York, ad un certo punto il mio motto era “O ce la faccio, o muoio!”. Ero così innamorata del personaggio di Nina, dell’opera “Il Gabbiano” di Čechov (che ho recitato nella primavera del 1980) che dentro di me pensavo che se lei era stata disposta a fare delle rinunce per raggiungere il suo scopo, lo avrei fatto anch’io. Con l’assolutismo della gioventù io mi ripetevo che volevo recitare e quindi per farcela accettai qualsiasi lavoro, anche pesante, prima di poter iniziare a vivere del mio lavoro di attrice. Non me ne importava. Potevo anche morire donna di servizio o anche operaia. O ce la facevo così, lavorando e studiando, oppure no. Ed ho seguito questa strada perché l’altra, ovvero quella di cercare contatti e amici tramite una strategica frequentazione di persone non è mai stata la mia “materia”, il mio modo di fare. Per me la ricerca verso la recitazione era tutto quello che sentivo dentro. Quello che mi scatenava l’incontro con i testi, sia classici che contemporanei: immagini, idee interpretative e una appassionata voglia di comunicare con gli altri, con un pubblico. Questo è quello che m’interessava e questo è tutto quello che ho fatto. Per cui ai giovani direi: “se avete dubbi, smettete e fate altro”. Mi spiego meglio. Se pensate di non riuscire ad avere successo. Se, al contrario, perseguite il vostro sogno con tenacia ma avete dubbi sulla vostra bravura come attori, beh! Questo è normale. Questo tipo di dubbi vi accompagnerà in tutta la vostra carriera. Ancora oggi che devo debuttare in questo spettacolo a Milano mi chiedo tutti i giorni se sarò all’altezza o meno. E quindi, alla risposta della Hepburn, nel rispondere ai giovani di oggi, aggiungerei forse una parola, ovvero “ci vogliono una volontà ed una salute di ferro”.

    Grazie per il prezioso tempo dedicatoci. Verremo a vederla al teatro con grande piacere.

    Grazie a voi

    Date e Orari
    Giovedì 6 Aprile h 20:30

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