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  • Fitto respinge la richiesta italiana di avere più tempo per il Pnrr

    Giancarlo Giorgetti ci ha provato ancora una volta ma l’ex collega di governo Raffaele Fitto ha chiuso, forse definitivamente, la porta: non ci sarà una proroga oltre la scadenza del 2026 per l’attuazione del Pnrr.

    L’Italia, si sa, è in ritardo con l’attuazione del Piano e difficilmente riuscirà a completarlo nei termini previsti. Anche per questo ha presentato una nuova richiesta di revisione, ora all’esame della Commissione Ue. Ma probabilmente non basterà e allora scatta la tentazione italica: il rinvio. Intervenendo durante la discussione dell’Ecofin lo scorso 13 maggio, Giorgetti ha detto di accogliere “con favore” la proposta Safe della Commissione per il rafforzamento dell’industria europea della difesa” e di sostenere il piano per “un rapido accesso allo strumento con procedure e condizioni chiare. Tuttavia, la richiesta di prestiti tramite lo strumento Safe dovrebbe essere valutata attentamente, considerando l’impatto sulle finanze pubbliche”. Il titolare del Mef ha suggerito quindi “l’esplorazione di ulteriori opzioni, tra cui l’utilizzo di fondi del settore privato e la possibilità di estendere il dispositivo per la ripresa e la resilienza oltre il 2026 per aumentare il margine di bilancio a disposizione degli Stati membri per rispondere all’esigenza di aumentare la spesa per la difesa”. Un ‘sasso’ lanciato nello stagno, peraltro di fronte a colleghi già non particolarmente ben disposti, visto che l’Italia – ancora una volta – ha detto che non ratificherà la riforma del Mes (perché “non ci sono i numeri in Parlamento”), bloccandone di fatto l’attivazione.

    La risposta della Commissione alla richiesta di Giorgetti non si è fatta attendere molto. Il giorno dopo il vicepresidente esecutivo per la Coesione e le Riforme della Commissione europea Raffaele Fitto – fino a pochi mesi fa compagno di governo di Giorgetti – ha ribadito che per il fondo Rrf che finanzia i Pnrr “la scadenza è il prossimo anno”, e, ha sottolineato “è impossibile cambiarla. Ma – ha aggiunto – abbiamo dato molte opportunità per organizzare i piani nei prossimi mesi: per esempio si può ricorrere all’art. 21 del Regolamento per fare altre revisioni” dei Pnrr nei diversi Stati membri; “e poi c’è la possibilità di spostare dei progetti dal fondo Rrf ai fondi di Coesione”, che poi è ciò che lo stesso Fitto ha fatto come ministro in Italia, quando ha riprogrammato e trasferito nei programmi di coesione diversi progetti infrastrutturali che avrebbero richiesto tempi lunghi, oltre il 2026.

    Quanto al possibile utilizzo dei fondi Rrf per il Piano Rearm Europe, ha spiegato il commissario agli Affari economici Dombrovskis, “abbiamo valutato diverse possibilità, compresa quella di utilizzare anche il fondo Rrf. Ma alla fine abbiamo deciso di non ricorrere a questa opzione”. Il commissario ha spiegato che la decisione negativa è stata presa sostanzialmente per tre ragioni: avrebbe richiesto una modifica sostanziale del regolamento del fondo Rrf; avrebbe richiesto diverse nuove decisioni all’unanimità; e infine, la “chiave di distribuzione” dei fondi prevista originariamente non sarebbe stata appropriata. “Quindi – ha concluso Dombrovskis – abbiamo deciso invece di adottare un nuovo strumento di prestito europeo: il ‘Safe’”, stabilito con il regolamento “Security Action for Europe”.

    La partita sembra quindi definitivamente chiusa. Nei giorni scorsi, a Roma, c’è chi ipotizzava l’utilizzo del Mes come elemento di ‘trattativa’ per ottenere una proroga del Pnrr, un po’ la mossa che Meloni aveva già messo in campo al momento della trattativa sul nuovo Patto di stabilità. Ma quel gioco – che poi non aveva portato al via libera al Meccanismo europeo di stabilità – ormai è stato scoperto e non pare proprio che ci siano le condizioni per riutilizzarlo.

  • La Commissione investe 1,25 miliardi di euro nei ricercatori e li invita a “Scegliere l’Europa per la scienza”

    L’Europa sta rafforzando la propria ambizione di consolidarsi come leader mondiale nel settore della ricerca. I nuovi inviti a presentare proposte nell’ambito delle azioni Marie Skłodowska-Curie (MSCA), che nel 2025 avranno un valore di oltre 1,25 miliardi di euro, sosterranno la ricerca d’avanguardia e si concentreranno sullo sviluppo di talenti nella ricerca, sulla promozione della collaborazione internazionale e sul collegamento tra scienza e società.

    La Commissione destinerà 597,8 milioni di euro alle carriere nella ricerca con le reti di dottorato MSCA (28 maggio-25 novembre), che contribuiranno all’assunzione e alla formazione di dottorandi nel mondo accademico e in altri settori. Altri 10 milioni di euro sosterranno i ricercatori ucraini sfollati mediante il programma MSCA4Ukraine. A giugno un altro invito a presentare proposte avvicinerà il mondo della scienza al pubblico attraverso l’iniziativa MSCA e cittadini. Tutto ciò integra tre inviti già aperti: MSCA COFUND (105,6 milioni di euro, termine il 24 giugno), gli scambi di personale MSCA (97,7 milioni di euro, termine l’8 ottobre) e le borse di studio post-dottorato MSCA (404,3 milioni di euro, termine il 10 settembre 2025), a sostegno dei talenti della ricerca in tutta Europa.

    Nel corso di quest’anno la Commissione avvierà il progetto pilota “Scegli l’Europa per la scienza” per rafforzare le carriere nella ricerca in Europa finanziando programmi post-dottorato che vadano oltre il lavoro a progetto. Con un bilancio di 22,5 milioni di euro nel 2025, l’obiettivo è creare percorsi professionali più stabili per i ricercatori a inizio della carriera, ridurre la precarietà e allineare i ruoli di ricerca alle strategie istituzionali a lungo termine. I programmi sono aperti ai ricercatori di tutto il mondo, il che rafforza l’ambizione dell’Europa di attrarre e trattenere i migliori talenti e di promuovere l’eccellenza nella ricerca.

  • La Commissione premia 96 progetti Erasmus+ sul benessere a scuola

    La Commissione ha annunciato i vincitori del premio europeo per l’insegnamento innovativo 2024. In questa edizione sono stati premiati 96 progetti Erasmus+ in oltre 30 paesi, all’interno e al di fuori dell’UE.

    I progetti vincenti di quest’anno pongono l’accento su temi chiave quali la salute fisica e mentale, la promozione delle competenze sociali ed emotive, una maggiore capacità di fare scelte sane, l’instaurazione in classe e a scuola di un ambiente favorevole alle relazioni positive, alla collaborazione, all’apprendimento, allo sviluppo personale ecc.

    La presentazione dei progetti vincenti sarà disponibile su diverse piattaforme tra cui il sito web del premio europeo per l’insegnamento innovativo, i canali social Erasmus+, il portale dello spazio europeo dell’istruzione e la piattaforma europea per l’istruzione scolastica.

    Gli insegnanti premiati avranno inoltre l’opportunità di presentare i progetti vincenti e di condividere le migliori pratiche con un pubblico più ampio durante l’evento ibrido “Premio europeo per l’insegnamento innovativo 2024”, che si terrà il 14 e il 15 novembre a Bruxelles e online.

  • La Commissione approva la richiesta di revisione mirata del piano di ripresa italiano

    La Commissione ha approvato la richiesta di revisione mirata del piano di ripresa e resilienza dell’Italia, a seguito della domanda presentata il 4 marzo 2024. Le modifiche proposte sono di natura tecnica e fanno seguito alla revisione completa del piano italiano, adottata dal Consiglio l’8 dicembre 2023.

    Il piano italiano di ripresa e resilienza ammonta a 194,4 miliardi di €, di cui 71,8 miliardi in sovvenzioni e 122,6 miliardi in prestiti. Comprende in totale 620 traguardi e obiettivi, 66 riforme e 150 investimenti.

    Ad oggi la Commissione ha erogato oltre il 50% dei fondi assegnati all’Italia nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza, vale a dire oltre 102 miliardi di €, compresi i prefinanziamenti.

  • La Commissione investe oltre 233 milioni di euro in progetti strategici per l’ambiente e il clima in tutta Europa

    La Commissione investirà oltre 233 milioni di euro in 12 nuovi progetti strategici in tutta Europa, a titolo del programma LIFE, allo scopo di sostenere l’attuazione delle ambizioni dell’UE sul piano ambientale e climatico nell’ambito del Green Deal europeo. Tali progetti strategici dovrebbero mobilitare importanti finanziamenti aggiuntivi provenienti da altre fonti dell’UE, tra cui i fondi agricoli, strutturali, regionali e per la ricerca, oltre che dai governi nazionali e dal settore privato.

    I finanziamenti concessi a questi 12 progetti strategici favoriranno il raggiungimento degli obiettivi nazionali sul piano ambientale e climatico di Bulgaria, Cechia, Irlanda, Spagna, Francia, Italia, Lituania, Austria, Polonia e Finlandia, oltre ad aumentare il contributo di questi paesi alla transizione ecologica dell’UE.

    Sono stati selezionati anche altri sei progetti per promuovere la natura e la biodiversità. Nell’ Italia settentrionale LIFE NatConnect2030 intraprenderà azioni in oltre 500 siti per migliorare la biodiversità e rafforzare i corridoi ecologici.

  • La Commissione europea emette 6 miliardi di euro in obbligazioni verdi NextGenerationEU

    La Commissione europea ha emesso 6 miliardi di euro di obbligazioni verdi NextGenerationEU, nell’ambito della quarta operazione sindacata del 2023. L’operazione è stata eseguita in una sola tranche, mediante un’emissione sull’obbligazione verde con scadenza al 4 febbraio 2048.

    Gli investitori hanno mostrato un forte interesse per l’operazione: la domanda è stata oltre 12 volte superiore all’offerta.

    La Commissione intende finanziare il 30% del programma di ripresa NextGenerationEU emettendo obbligazioni verdi NextGenerationEU. La Commissione diventerà così il maggiore emittente di obbligazioni verdi al mondo.

    L’operazione porta a 42,5 miliardi di euro il volume totale di obbligazioni verdi NextGenerationEU emesse finora. I proventi di queste obbligazioni serviranno a finanziare progetti verdi previsti dai piani nazionali di ripresa e resilienza degli Stati membri, che costituiscono la tabella di marcia per le spese nell’ambito di NextGenerationEU. Attualmente l’importo delle spese ammissibili per le obbligazioni verdi NextGenerationEU nell’ambito dei piani nazionali di ripresa e resilienza degli Stati membri ammonta a 187 miliardi di euro. L’importo è destinato ad aumentare dato che vengono tuttora presentate nuove domande di finanziamento.

    Con questa operazione la Commissione ha raccolto 39,4 miliardi di euro, vale a dire il 49% dell’obiettivo totale di finanziamento di 80 miliardi di euro per il primo semestre del 2023. Di questo totale circa 70 miliardi di euro verranno destinati al programma di ripresa NextGenerationEU e i restanti 10 miliardi circa di euro al programma di assistenza macrofinanziaria+ a favore dell’Ucraina.

    Una panoramica dettagliata delle operazioni previste nell’ambito dell’approccio di finanziamento unificato per il primo semestre del 2023 è inclusa nel piano di finanziamento dell’UE.

  • Nuovo Bauhaus europeo: 20 comuni di piccole e medie dimensioni riceveranno un sostegno per progetti all’avanguardia

    La Commissione ha annunciato oggi i 20 vincitori del primo bando del nuovo Bauhaus europeo (NBE) dedicato a progetti di trasformazione basati sul territorio e guidati da comuni di piccole e medie dimensioni. I progetti incarnano i valori del nuovo Bauhaus europeo — sostenibilità, estetica e inclusione — e attengono a uno dei quattro settori d’azione (ristrutturazione di edifici e spazi pubblici, conservazione e trasformazione del patrimonio culturale, adeguamento e trasformazione degli edifici per soluzioni abitative economicamente accessibili o riqualificazione di spazi urbani o rurali). I vincitori provengono da 15 Stati membri: Bulgaria, Danimarca, Cipro, Croazia, Finlandia, Francia, Grecia, Italia, Lettonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria. I vincitori riceveranno da un gruppo di esperti interdisciplinari la profonda consulenza necessaria per trasformare in realtà le idee dei loro progetti NBE. Tra i vincitori il Comune di Cantù (CO) con il progetto “Furniture and Lacework Widespread Museum” FULAWIM, museo diffuso del mobile e del merletto con sede centrale tra Villa Calvi e l’ex Chiesa Sant’Ambrogio, finalizzato a valorizzare e preservare le tradizioni produttive e culturali del territorio, promuovere il patrimonio architettonico e accrescere l’attrattività turistico, culturale e commerciale. Le conoscenze e gli insegnamenti tratti durante questo processo confluiranno in una gamma di strumenti messi a disposizione di altri comuni e del grande pubblico interessato a sviluppare nuovi progetti NBE o a riprodurli. Per questo bando, intitolato “Sostegno alle iniziative locali del nuovo Bauhaus europeo“, sono pervenute 87 proposte provenienti da 18 diversi Stati membri. La Commissione ha selezionato i 20 vincitori tra le proposte con il punteggio più elevato, puntando a un’equa distribuzione dei territori in termini di equilibrio geografico, dimensioni del comune e caratteristiche socioeconomiche. I progetti NEB selezionati spaziano dall’inclusione sostenibile di comunità vulnerabili alla riqualificazione di siti industriali, dalla promozione di comunità locali dinamiche all’abbinamento tra la digitalizzazione e i settori creativi nei centri d’arte e di cultura, dalle attività transfrontaliere alla focalizzazione sulle isole e sui quartieri. I comuni ospitanti hanno tra 700 a 85 000 abitanti.

    Fonte: Commissione europa

  • L’UE finanzia 25 milioni di euro per avvicinare al mercato la ricerca di frontiera: 21 sovvenzioni assegnate in Italia

    L’European Research Council (ERC) ha assegnato a 166 ricercatori, 21 dei quali italiani, le sovvenzioni Proof of Concept. Con un valore di 150.000 euro ciascuna, le sovvenzioni aiutano ricercatori e scienziati a colmare il divario tra i risultati delle loro ricerche pionieristiche e le prime fasi della commercializzazione. I beneficiari ERC utilizzano le sovvenzioni Proof of Concept in vari modi, ad esempio per verificare la fattibilità pratica di concetti scientifici, esplorare opportunità commerciali o preparare domande di brevetto. In quanto tali, promuoveranno progetti in diversi campi: un modello biopsicosociale per scoprire e comprendere i percorsi causali dei comportamenti dannosi degli adolescenti, utilizzare il potere delle bolle per ottenere un trattamento più sostenibile delle acque reflue e un processo per aiutare i medici a leggere e analizzare il DNA in realtà volta. Un recente sondaggio mostra che i ricercatori a cui è stata assegnata la Proof of Concept Grants sono imprenditori: metà di loro si impegna in attività di trasferimento di conoscenze o altre iniziative imprenditoriali.

    Fonte: Commissione europea

  • E se avesse ragione l’Olanda?

    Incredibili le affermazione del ministro De Micheli – colei che ha bloccato praticamente la Liguria applicando una delibera del 1967 relativa alle verifiche della sicurezza nelle gallerie nel mese di luglio invece che durante il lockdown – che, in merito alla selezione ex ante della distribuzione delle risorse finanziarie straordinarie, ha indicato come non meno del 40% del Recovery Fund verrà destinato al meridione d’Italia. Una strategia confermata dal Presidente del Consiglio il quale assegna al sud del Paese la priorità per quanto riguarda la distribuzione delle risorse del Recovery Fund.

    Di fronte quindi ad una scelta strategica e ad una valutazione tipicamente politica ex ante e non ex post, cioè successiva rispetto alle progettualità proposte, prende corpo l’ipotesi che avesse ragione l’Olanda la quale si dimostra ancora oggi molto scettica nei confronti dell’utilizzo di queste risorse da parte della nostra classe politica.

    Al di là delle motivazioni politiche che spingono i partiti nazionalisti olandesi a schierarsi contro il Recovery Fund, è evidente come il governo abbia intenzione di utilizzare questi fondi indipendentemente dai progetti, che rappresentano, invece, l’unica reale motivazione per accedere a tali finanziamenti.

    In questo senso va ricordato come già ora galleggino all’interno del bilancio italiano poco meno di 70 miliardi di fondi europei assolutamente inutilizzati per l’incapacità da parte della classe dirigente della pubblica amministrazione, come di quella politica, di presentare dei progetti da finanziare.

    Adesso il governo in carica imprime una lettura e soprattutto una strategia di applicazione nettamente politica all’interno della quale il Recovery Fund verrà utilizzato “con il principale fine redistributivo” e non tanto per finanziare i progetti che possano diventare volano di sviluppo per i quali probabilmente non esistono neanche le competenze professionali per redigerli.

    Questa classe politica di governo si propone come obiettivo il raggiungimento di una nuova pianificazione economica e sociale e quindi, ancora una volta, attraverso un piano di finanziamenti a pioggia indipendentemente dalle progettualità presentate.

    Chi avesse dei dubbi rispetto alle reali ragioni del trionfalismo di questo governo in relazione alla funzione del Recovery Fund ha trovato ora l’ennesima conferma da parte delle farneticanti affermazioni di questo ministro e dello stesso presidente del Consiglio che rappresentano il sentiment governativo.

    Dispiace molto dirlo ma avevano ed hanno ragione gli olandesi con le loro giustificate perplessità relative all’utilizzo delle risorse aggiuntive europee. Questa classe politica italiana, pur nella sua articolata complessità, non merita un euro in prestito e tanto meno a fondo perduto.

  • La Commissione adotta un pacchetto di investimenti da 4 miliardi di euro per progetti infrastrutturali in 10 Stati membri

    La politica di coesione dell’UE investe 4 miliardi di euro di fondi UE in 25 grandi progetti infrastrutturali in 10 Stati membri. Il pacchetto di investimenti interessa Bulgaria, Cechia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Malta, Polonia, Portogallo e Romania con progetti che riguardano un’ampia gamma di settori: salute, trasporti, ricerca, ambiente ed energia. L’investimento complessivo in questi progetti, contando anche il cofinanziamento nazionale, è pari a 8 miliardi di euro.

    Questi i progetti finanziati:

    Bulgaria – energia più sicura e a prezzi accessibili, Cechia – collegamenti stradali e ferroviari più agevoli sulla rete transeuropea di trasporto, Germania – un moderno polo di ricerca a Jena, Grecia – servizi pubblici efficienti nel paese ed energia a prezzi accessibili a Creta, Ungheria – migliore connettività, minore congestione del traffico e maggiore sicurezza dei trasporti intorno a Budapest, Italia – miglioramento del trasporto ferroviario in Sicilia (contributo di oltre 358 milioni di € di fondi UE destinato all’ampliamento della linea ferroviaria Circumetnea operativa a Catania, con otto nuove stazioni e nuovo materiale rotabile), Malta – acqua potabile di migliore qualità, Polonia – migliore assistenza sanitaria e maggiore connettività, interventi nel trasporto ferroviario su strada, Portogallo – ammodernamento della linea ferroviaria del Nord, Romania – trasporti più agevoli a Bucarest, tutela ambientale e gestione delle risorse idriche nel paese.

    I “grandi progetti” infrastrutturali ricevono oltre 50 milioni di € dai fondi della politica di coesione (75 milioni di € nel caso di progetti nel settore dei trasporti). Si tratta di progetti che, in ragione della loro portata, sono soggetti a una valutazione e decisione specifica della Commissione. Nel periodo di programmazione 2014-2020 sono stati finanziati con fondi UE 258 grandi progetti. Il contributo dell’UE a tali progetti è pari a 32 miliardi di €, pari alla metà del loro valore totale.

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