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Che tempo abbiamo più?

Anche la giornata mondiale dell’ambiente se ne è andata.
Sarà il cambiamento climatico in sinergia con l’accelerazione tecnologica, usata da tutti indiscriminatamente anche quando non sarebbe necessaria, ma il risultato è che il tempo scorre sempre più rapido e domani, in un attimo, è già diventato l’altro ieri, il mese scorso.
Tempo per pensare ce n’è sempre meno, troppi input, richieste, esigenze, allerte, problemi, comunque problemi.
Qualcuno sostiene che siamo all’ora zero, che diventa sempre più impossibile fermare il declino, che l’erosione del fragile equilibrio dell’ecosistema è arrivata al limite.
Non lo so, so per certo quello che sappiamo tutti: i venti di guerra aumentano di giorno in giorno anche nei luoghi ove si pensava che una più forte percezione della libertà, del diritto internazionale avessero un radicamento oggettivo. E queste guerre producono non solo morti nell’immediato ma un danno spesso irreversibile alla terra, all’aria, alla speranza di una vita futura.
I delitti aumentano, grandi e piccoli, dal bullismo adolescenziale alle più tragiche violenze domestiche, dalle sparatorie o accoltellamenti nelle scuole ad una costante diffusione di ogni tipo di sostanza stupefacente che brucia i cervelli e le coscienze.
La smodata concezione dei propri individuali diritti ha cancellato ogni senso del dovere, ogni sentimento di empatia, ogni capacità di autocritica, di limite.
Con la natura gli esseri umani hanno aperto un irragionevole dissidio  da molto, troppo, tempo e, dopo tanta sopportazione, è arrivata la risposta, infatti le calamità naturali, da qualche anno, si susseguono con particolare virulenza mietendo vittime tra gli  umani, gli animali e le cose.
La tecnologia travolge se stessa, l’intelligenza artificiale si ribella a quella umana, nessun sito è più sicuro da hackeraggio, nessun dato sensibile è più riservato, anche nella propria casa ciascuno è esposto e può essere in pericolo.
L’essere umano  è diventato incapace di convivere con le altre realtà che fanno parte del sistema terra e si scontra con altre realtà da lui stesso create.
I cinghiali pascolano in città, cervi ed ungulati vari prolificano a dismisura, i lupi, animali schivi e sociali per eccellenza, sembrano avere scelto di venire tra le case, camminano, come già fanno cervi e cinghiali, sui nastri d’asfalto mentre le api sono sempre meno, l’impollinazione è a rischio e con essa il nostro cibo, perché non basterà il transgenico a sfamarci.
Non mi spaventa il lupo, che qualcuno pensa già di tornare a sterminare, ma l’uomo, l’essere umano sì, perché uccide con la stessa indifferenza il lupo e la pecora, la sua prole e tutto quanto è intorno: sulla terra e oltre lo spazio.
Per combattere la paura, per fermare quanto sta precipitando dobbiamo ritrovare il tempo, ma quando anche le centrali sono fatte saltare condannando alla distruzione presente e futura che tempo abbiamo più?

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