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Contrastare il randagismo ma anche i ricavi che fa la malavita con gli animali

Continuano le indagini sui furti di cavalli purosangue e comunque non allevati per la macellazione. Sia l’anno scorso che quest’anno, secondo quanto risulta da interrogazioni parlamentari, dalle risposte del governo e dalle indagini dei carabinieri, diversi cavalli, nel Lazio, allevati per le corse e perciò anche con la somministrazione di sostanze e medicinali veterinari estremamente pericolosi per l’essere umano, qualora fossero destinati alla macellazione clandestina e alla vendita per il consumo di carne, sono stati rubati e sono misteriosamente spariti. Per quanto è nella nostra esperienza, è pero più facile e plausibile che gli animali sottratti siano stati utilizzati o saranno utilizzati per organizzare corse clandestine. E’ infatti noto, come Il Patto Sociale ha più volte denunciato, che i cavalli, purosangue o mezzo sangue, allevati per le corse, le gare d’equitazione o i maneggi siano stati rubati per incrementare le gare illegali, molte delle quali si svolgono nel centro sud. Queste gare sono organizzate dalle associazioni criminali  e intorno alle corse clandestine vi è un vertiginoso giro di scommesse sulle quali la criminalità organizzata ricava importanti introiti come abbiamo ricordato anche nel recente articolo sulle ecomafie. Che poi alla fine di queste gare molti cavalli si facciano male o siano comunque abbattuti, specie se riconoscibili dai microchip, e che la loro carne sia venduta nelle macellerie regolari o irregolari è sicuramente un pericolo per la salute umana. L’ecomafia continua ad aumentare il suo potere e giro di denaro sporco e insanguinato e se è sicuramente un passo avanti l’annuncio, ad aprile, del ministro dell’Interno di predisporre uno stanziamento di un milione di euro per la prevenzione ed il contrasto del maltrattamento animale è anche vero che i finanziamenti non sono stati ancora distribuiti nelle regioni indicate come le prime ad avere bisogno di un intervento (Puglia, Campania, Lombardia, Piemonte, Lazio, Toscana, Emilia, Marche e Sicilia) e resta un mistero il motivo per il quale sia stata saltata la Calabria, regione nella quale vi è estrema urgenza di interventi. Lo stanziamento è stato sopratutto indirizzato a contrastare il randagismo e la tragica situazione di molti rifugi e le prefetture avrebbero dovuto, entro il 30 giugno, dare al Ministero una attenta e specifica analisi della situazione. Quello che il Ministero non ha però ancora varato in termini chiari è la lotta all’ecomafia che, con le sue diverse sfaccettature, continua ad arricchirsi con i combattimenti tra cani, le corse clandestine di cani e cavalli, con le relative scommesse, l’importazione di cuccioli malati dall’est Europa, le truffe via internet etc. etc. Speriamo che questa nuova vicenda dei cavalli rubati nel Lazio riporti l’attenzione del ministro sul problema principale: se vogliamo salvaguardare correttamente gli animali è necessario 1) sradicare tutti i furbastri che aprono rifugi falsi che diventano lager ed anticamera di morte e sofferenze e perciò dare competenze e risorse vere alle strutture pubbliche e private corrette, e per garantire la correttezza occorrono veri e periodici controlli, 2) iniziare una capillare lotta alle associazioni criminali che usano gli animali per incrementare il loro business.

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