Educazione e nuove regole per tutti
Secondo quanto riportato, più o meno quotidianamente, dai giornali che riprendono i dati ufficiali pubblicati dai vari enti preposti, un considerevole e sempre più preoccupante numero di incidenti d’auto è causato da abuso di alcool e sostante stupefacenti o comunque in grado di alterare la capacità del guidatore.
In aumento esponenziale sono le violenze sulle donne e spesso la loro uccisione e i bambini sono sempre più a rischio, come dimostrano anche le cronache degli ultimi giorni.
Sempre più comuni nelle scuole episodi di violenza e bullismo, non solo tra coetanei ma anche verso gli insegnanti e spesso da queste intimidazioni non si dissociano i genitori degli alunni.
Troppi giochi sulla Rete hanno superato il livello di guardia con messaggi che invitano o al suicidio o alla violenza contro altri, ”giochi“ estremi con conseguenze tragiche mentre vere e proprie bande cittadine, composte da ragazzi sempre più giovani, non hanno nessuna remora a colpire di giorno come di notte.
La capacità di usare la Rete da parte di bambini, fin dalla più tenera età, ormai consente loro di navigare senza controllo su qualunque sito, compresi quelli pornografici più spinti, quelli che incitano alla violenza e la descrivono come un fatto normale.
La totale ignoranza su come decodificare i messaggi ed essere in grado di utilizzare i sistemi informatici con responsabilità rende, sempre più, molte persone vittime di truffe e ricatti e causano un grave danno sociale.
L’aumento di violenze verso gli animali, come dimostra l’uccisione a calci di una innocua capretta da parte di adolescenti, durante una festa di compleanno, o quello dell’orsa Amarena simbolo dell’Abruzzo denotano ulteriormente un’incapacità da parte di troppi di comprendere la gravità dei gesti che compiono, incapacità sempre più dovuta alla incapacità di comprendere la differenza tra reale e virtuale, l’ignoranza e l’indifferenza verso il dolore altrui.
Abbiamo elencato, senza approfondire, solo alcuni dei tanti dati che ciascuno può leggere o vedere ogni giorno in televisione e che, a maggior ragione, dovrebbero essere all’attenzione di ogni forza politica, amministrativa e delle associazioni della cosiddetta società civile, anche perché, da tempo, scienziati e ricercatori hanno lanciato, seppur tardivamente, una serie di allarmi.
Tutto resta però senza risposta sia nella scuola che nel quotidiano.
La libertà, che gli stati democratici devono saper garantire e tutelare, è un bene prezioso ed irrinunciabile e proprio per questo va difesa attraverso regole comuni e condivise che sanciscano in modo chiaro che non vi è libertà ove vi è sopruso, menzogna, tentativo di prevaricazione di pochi contro l’intera collettività, in sintesi, per tornare alle origini, la libertà di ciascuno trova limite nel rispetto della libertà altrui e le istituzioni devono essere garanti.
È perciò evidente che ciascuno può avere diritto, ad esempio, di ubriacarsi ma se le sue condizioni alterate procurano danno ad altri ne deve pagare le conseguenze così come dovrebbero pagare le conseguenze ed essere fermati prima coloro che incitano alla violenza, all’odio, all’autodistruzione, siano essi singoli, provider, opinionisti od altro.
Ed è anche evidente che, in una società che è diventata più violenta, nella quale molti sfuggono alle regole ed alle leggi ed hanno una percezione esagerata della loro impunità, del loro diritto di appagare qualunque impulso, senza conoscere più né rispetto, né sentimenti ed empatia, ciascuno deve vigilare su stesso per non rendersi più fragile di fronte alla violenza.
Non è questione di rinunciare al nostro diritto di vestirci come ci pare, di bere più del dovuto, di assumere sostanze che ci rendono non in grado di percepire il pericolo, la realtà, ma di sapere che quando il concetto di libertà è stravolto da una minoranza è necessario, in attesa di un futuro migliore, prevenire, autolimitarci, saper rinunciare a volte anche a qualche piacere o conoscenza occasionale.
“Estote parati”, una discoteca a notte fonda, un bicchiere di troppo, una pastiglia in più, un passaggio in macchina trovato per caso, qualcuno che propone incontri: chi ha il coraggio di dire che ci sono situazioni a rischio e di spiegare come tentare di evitare questi rischi! Scuola, genitori, istituzioni, media tutti dormono, tacciono.
Oggi i partiti politici hanno scoperto l’estremo degrado di troppe realtà urbane di periferia, dei ghetti nei quali prosperano la delinquenza e la violenza, ma tutti i partiti politici hanno, a turno, governato in questi anni e nulla è stato denunciato, nulla è stato fatto, ci volevano questi ultimi stupri per capire il baratro sul quale siamo sospesi.
Vogliamo credere che ora si farà qualcosa, speriamo che tutti collaborino in ogni città e luogo ma se, contestualmente, non si affronteranno i problemi di una diversa educazione scolastica, fin dalle primarie, di una diversa educazione nelle famiglie, di pene più certe e severe, di nuove regole anche per i siti pornografici e per l’orario di chiusura dei locali notturni, insomma nuove regole di vivere civile, temiamo che ancora una volta dovremo registrare tragedie e violenze.