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Il Dragone ci riprova e l’OMS latita

Nel 2020 l’anno inizia con il covid, misteriosa malattia che, piaccia o non piaccia, arriva dalla Cina.

In breve tempo contagi, morti, ospedali pieni e bare che non si riescono a far arrivare al cimitero o all’inceneritore: ricordiamo tutti i giorni della paura e del dolore.

Continuano ancora oggi gli accertamenti, osteggiati dal governo cinese, per verificare la vera causa che ha scatenato la pandemia, laboratorio, involontario o meno, o catena di trasmissione tra animali con l’approdo all’essere umano?

Certo è che il governo cinese ha, per troppo tempo, negato l’esistenza del virus che già dal 2019 si era propagato nel Paese del Dragone e che la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità non ha agito tempestivamente, resta anche da appurare se questo ritardo sia avvenuto per ignoranza, superficialità, comunque colpevole, o per pressioni di Pechino.

Quanto è accaduto è ben vivo nella mente di ciascuno per questo non possiamo tollerare che all’inizio del 2023, a distanza di tre anni, anni che in parte non abbiamo vissuto perché chiusi in casa, oppressi dalle terribili notizie, con una modifica radicale delle nostre libertà, le conseguenze ancora si sentono forte specie nei più giovani e nei più anziani che hanno perduto quella socialità necessaria alla crescita o ad una vecchiaia serena, si debbano ascoltare le reprimende di Pechino che ci accusa di discriminazione per avere giustamente deciso controlli sanitari per cittadini provenienti dalla Cina.

Il presidente Xi Jinping dopo aver tenuta segregata per tre anni gran parte della popolazione cinese, con il suo assurdo progetto zero covid che ha fatto subire un ingente danno economico al paese privo di un vaccino efficace e senza una vaccinazione di massa, ora in pochi giorni ora ha deciso il liberi tutti ed i contagi sono dilagati in modo esponenziale.

La storia si ripete: ancora una volta non arrivano notizie, il governo cinese rifiuta ogni informazione ma pretende che gli altri paesi accettino le sue decisioni senza prendere alcuna precauzione necessaria per evitare una nuova pandemia, magari con nuove varianti, e rifiuta i vaccini offerti dall’Europa.

E ancora una vota l’Organizzazione Mondiale della Sanità è in ritardo.

I dittatori non perdono il vizio di cercare di dettare legge anche fuori dal loro paese e certamente la notizia, di qualche settimana fa, della presenza in Europa ed anche in Italia di stazioni di polizia cinese non ci rassicura sui veri progetti del Dragone.

Secondo un articolo de Il Sole 24Ore del 9 gennaio 2023 il 90% dei residenti dell’Henan, la provincia più popolosa della Cina, è risultato infettato dal covid. Calcoli alla mano si tratterebbe di 88,5 milioni di persone sui quasi 100 milioni di abitanti della provincia. L’aumento esponenziale dei contagi è concomitante alla nuova strategia sanitaria del Paese in cui l’annullamento della politica zero covid ha visto accrescere contagi e morti.

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