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La sola possibilità: la tassa di scopo

La decisione del governo di tassare il sistema bancario avrà i medesimi effetti di quella introdotta dal governo Draghi sugli extra profitti delle Aziende energetiche: un buco di bilancio di oltre otto (8) miliardi.

In  più le maggiori tasse andranno scaricate da tutti gli istituti bancari
sui costi dei correntisti,
ai quali aggiungere gli oltre 10 miliardi di perdita di capitalizzazione della borsa odierna che sono molto spesso anche questi denaro dei risparmiatori.

Continuare ad aumentare la pressione fiscale per alimentare ancora la spesa pubblica, specialmente nel momento in cui abbiamo raggiunto la cifra record di debito di 2816 miliardi,
rappresenta la solita stantia risposta di un governo sostanzialmente socialista incapace di invertire un pericoloso e consolidato trend.

Attualmente la spesa pubblica rappresenta oltre il 57% del PIL,
ai quali aggiungere i fondi straordinari del PNRR  già  operativi da due anni.
Eppure nonostante questi fiumi di finanza straordinaria pubblica il nostro Paese è già  in recessione economica.
Il  Pil  segna una flessione del -0,3%, i  consumi del -5%, il turismo del -30%, si registra comunque la più alta inflazione europea, +12% nel settore alimentare, mentre la  produzione industriale stacca un -0,9%.
Sembra incredibile come nessuno comprenda come il continuare ad aumentare la spesa pubblica non sia di alcun effetto se non quello di aumentare il potere del governo in carica.
In questo contesto nel
novembre 2018 uscì questo mio breve intervento sulla crescita della spesa pubblica (https://www.ilpattosociale.it/attualita/la-vera-diarchia/)

Allora rimane una unica
possibilità. Definire da subito queste addizionali fiscali come “tasse di scopo” e quindi indirizzarle per un scopo preciso, come per la riduzione delle accise sui carburanti

Tutto il resto è socialismo.

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