Non è più il momento di un silenzio complice
Il ministro Salvini risponde agli avversari, che lo accusano di non aver rilasciato una dichiarazione dopo la morte di Navalny, affermando di essere troppo impegnato a costruire ponti, strade e ferrovie per avere tempo di rispondere ai suoi avversari.
Tralasciando il fatto che tutti questi cantieri, in giro per l’Italia, non li abbiamo visti mentre la principale preoccupazione del ministro sembra rimanere il Ponte sullo Stretto, non la mancanza di strade e ferrovie in Sicilia ed in Calabria,non si può dimenticare che la dichiarazione del vice di Salvini, sulla morte di Navalny, è stata a dir poco preoccupante mentre il ministro, e vicepremier, noto, nel passato, per le sue simpatie putiniane, è rimasto silenzioso!
Diamo atto, ancora una volta, alla determinazione e chiarezza con la quale il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è espresso e ci uniamo alle tante voci che hanno denunciato, anche per questa nuova morte “misteriosa”, Putin e il sistema russo.
Siamo tra i molti che ritengono il presidente russo comunque colpevole, sia che abbia ordinato la soppressione di Navalny, sia che Navalny sia stato ucciso da un solerte sostenitore dello zar, sia che sia morto per cosiddette cause naturali dopo essere stato avvelenato, detenuto in carcere, processato con fantomatiche accuse e poi recluso nel più duro carcere dell’Antartico dove sopravvivere diventa quasi impossibile.
Putin si comporta come ai tempi di Stalin e dell’Unione Sovietica quando i dissidenti, e cioè quelli che chiedevano libertà e diritti civili, erano reclusi, e spesso soppressi, in Siberia o avvelenati o “suicidati”. Non dimentichiamo le molte morti “misteriose” anche in questi anni di guerra contro l’Ucraina.
La dura repressione contro coloro che hanno avuto il coraggio di protestare, portando un fiore sotto il monumento delle vittime dei gulag per ricordare Navalny, e gli arresti violenti, quattro, cinque poliziotti contro una sola persona, testimoniano come, in vista delle elezioni e con una guerra che non sta vincendo e per la quale ha fatto morire centinaia di migliaia russi, l’arroganza, la crudeltà ed il cinismo del nuovo zar non abbiano limiti.
Quegli occidentali che ancora, in modo palese, o più o meno occulto, simpatizzano con Putin o trescano con lui esportando ed importando merci, direttamente o con il sistema della triangolazione, prendano atto che per il mondo civile, per la gente per bene qualsiasi tipo di silenzio sulle mala gestione di Putin, sui suoi delitti sarà considerato non solo acquiescenza ma connivenza.
Non è più il momento di un silenzio pauroso o complice.