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Per capire meglio i risultati del colloquio Trump Putin

Putin rifiuta la tregua di trenta giorni, in cielo e in mare, proposta da Trump e che l’Ucraina aveva invece accettato da giorni.

Putin vuole solo una tregua per le centrali energetiche per due motivi: 1) qualche centrale ucraina spera di recuperarla annettendosi territori, 2) gli ucraini da giorni colpiscono siti strategici russi, perciò questa tipo di tregua serve principalmente alla Russia.

Putin continua a sostenere che i territori occupati dall’esercito russo e non solo, infatti non è esclusa la richiesta di Odessa unico sbocco al mare dell’Ucraina, devono rimanere alla Russia.

Putin esige che non siano più dati aiuti militari e di intelligence all’Ucraina mentre continua a utilizzare lui le truppe ed i mezzi di un paese terzo, la Corea del Nord, ribadendo di fatto che lui è al di sopra di ogni regola.

Putin chiede che l’Ucraina cessi un reclutamento militare, vuole che sia uno stato disarmato, mentre lui continua al fronte ad usare banditi, carcerati, ceceni, ex truppe Wagner e via dicendo.

La cosa però più evidente è che da entrambe le parti, statunitense e russa, sparisce la parola “giusta” riferita alla Pace, si dice solo che deve essere stabile! Come si può avere una pace stabile se non è una pace giusta?

Cosa porta a casa Trump oltre alla gran bagarre mediatica? Un nuovo rinnovato rapporto con Putin che serve al presidente americano per tentare di inserirsi, a pieno titolo, nel nuovo posizionamento degli equilibri internazionali dove Russia e Cina hanno già stretto da tempo solidi accordi e non dimentichiamoci India, mondo arabo e le questioni sempre aperte con l’Iran anche per l’appoggio ai terroristi che bersagliano principalmente le navi americane e israeliane.

Il prezzo da pagare per Trump? L’allontanamento degli Stati Uniti dall’Europa e il sacrificio dell’integrità ucraina, non sono per lui sacrifici come abbiamo visto con le sue iniziative in queste ultime settimane.

D’altra parte non è una novità che gli Stati Uniti abbiano un complesso rapporto con i paesi europei infatti, nonostante tutte le notizie note sul massacro degli ebrei, durante il nazismo, gli americani entrarono in Guerra solo l’8 dicembre 1941 quando furono attaccati dai giapponesi a Pearl Harbor.

Cosa può accadere veramente all’Europa, la sua coesione e la sua sicurezza, non interessano a Trump, anzi! Più l’Europa è divisa e meno ci sono competitori economici e maggiore è la capacità di pressione che ognuna della grandi potenze può avere su un singolo stato europeo.

Dopo questa nuova esibizione di testosterone da parte di Trump e di Putin risulta evidente che l’Europa ha estrema urgenza di realizzare l’Unione politica con un esercito ed un sistema di difesa e di intelligence comune.

Come da molti anni ripetiamo non è possibile raggiungere questo risultato con gli attuali trattati e il voto all’unanimità, per questo è ormai necessario che un gruppo di paesi abbiano il coraggio di fare un passo avanti realizzando la politica e la difesa comune anche con un’Europa concentrica. In seguito anche gli altri stati, quando saranno pronti, aderiranno. Si tratta di realizzare in politica e per la difesa quanto è stato già fatto per la moneta unica.

Ogni ulteriore indugio ci mette a rischio e ci lascia in balia delle mire espansionistiche di Putin e non in grado di essere credibili nel dialogo che comunque esisterà sul piano internazionale, non solo con gli Stati Uniti.

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