Per Erdogan anche in guerra c’è una legge, ma non lo ricorda a Putin
Erdogan, riferendosi ad Israele e, come al solito, attaccandolo, dice “anche in guerra c’è una legge.”
Perché non lo ricorda al suo amico Putin che da quasi due anni sta massacrando il popolo ucraino senza alcuna giustificazione se non la sua brama di sangue e potere!
Secondo Erdogan sono diversi dai palestinesi i civili bombardati in Ucraina, i bambini morti o rapiti, gli ospedali o le case e le chiese rase al suolo, il grano, necessario anche ad altri paesi affamati, bruciato dalle bombe russe, le donne stuprate, i civili torturati? Certo non sono musulmani gli ucraini e forse perciò sono meno interessanti per il leader turco che continua, nonostante l’età, a sognare di essere un riunificatore del mondo arabo e musulmano mentre nelle sue carceri sono detenuti giornalisti, uomini di pensiero, un gran numero di coloro che non la pensano come lui, come ogni dittatore imprigiona la protesta per non confrontarsi con la realtà ma non si possono, in eterno, far stolti gli dei per far brillare come giuste le proprie colpe.