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Redde rationem

Da quando, un mese fa, Trump ha proposto  a Putin la tregua, che già l’Ucraina aveva accettato incondizionatamente, e che lo zar aveva fatto intendere avrebbe, almeno in parte, preso in considerazione la Russia ha invece scagliato una nuova pesantissima offensiva contro la popolazione civile ucraina con la conseguenza di un rilevante numero di morti e feriti tra i quali molti bambini.

In un mese settanta missili di vario tipo, 220 droni e più di seimila bombe guidate hanno colpito parchi gioco, condomini, luoghi pubblici creando nuova distruzione e sono state colpite anche centrali energetiche lasciando al buio e al freddo decine di migliaia di civili.

Tutto questo con buona pace del presidente americano che in un giorno avrebbe, secondo lui, fermato la guerra e che continua, a parole, a rammaricarsi dei tanti morti sul campo di battaglia ma che non ha ancora intrapreso nessuna seria iniziativa per portare Mosca al redde rationem.

Da molti paesi, non dagli Stati Uniti, arrivano dichiarazioni e promesse di nuovi consistenti aiuti ma l’Ucraina ha necessità immediata di mezzi per contrastate le bombe, i missili, i droni che arrivano dal cielo e questi mezzi non arrivano.

Trump comprende la grave responsabilità che si assunto con le sue affermazioni che non hanno ottenuto alcun  risultato, comprende che Putin non è un uomo al quale si può parlare in modo coerente? Probabilmente no visto che quanto ad incoerenza i due sono molto simili.

Per tutti l’unica vera speranza è che i soldati ucraini continuino a combattere con fierezza e che la Nato, l’Europa, siano sempre più coesi ed armati e diano subito a Kiev gli aiuti necessari.

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