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The Real Public Enemies

Nella più totale assenza di un Ministero del Made in Italy, Stellantis, in una lettera inviata ai propri imprenditori associati alla filiera dell’automotive, invita gli stessi ad investire nei paesi a basso costo di manodopera, con l’obiettivo di mantenere il proprio ruolo all’interno della filiera produttiva della casa automobilistica francese (*).

In altre parole, quella che una volta era stata l’italiana Fiat, con queste missive, intende orientare tutte le Pmi interessate al mantenimento del proprio ruolo nella filiera produttiva verso una veloce e repentina delocalizzazione produttiva la quale, ancora una volta, esprime una volontà di deindustrializzazione del nostro Paese. Per colpa di simili strategie “industriali “, il costo sociale ed economico, ancora una volta, ricadrà interamente sulle spalle del tessuto industriale ed economico italiano e sulle innumerevoli professionalità impiegate.

Contemporaneamente, la Electrolux di Pordenone ha dichiarato perdite nell’ultimo trimestre per oltre 238 milioni e, di conseguenza, ha annunciando da subito 373 esuberi mettendo però in forse addirittura il mantenimento operativo dello stesso stabilimento in Italia.

Le dinamiche nella recessione economica europea risultano ogni giorno sempre più complesse e articolate.

Tuttavia le disastrose conseguenze, queste sicuramente più semplici da prevedere, vengono favorite dalla inconsistenza e trasparenza professionale della compagine governativa, la quale si dimostra più interessata ad un poco utile liceo del made in Italy (flop del ministro Urso). In questo sostenuta da una opposizione più interessata ai pericoli “fascisti” legati ad un saluto romano ma inconsapevole per la medesima inconsistenza professionale delle dinamiche economiche che interessano il nostro Paese, soprattutto in un’ottica di medio e lungo termine.

Questo comportamento delle due sponde parlamentari politiche e governative rappresenta l’ennesima dimostrazione di come entrambe risultino assolutamente al di sotto della soglia minima di senso delle istituzioni e competenza, quindi assolutamente impreparate nella elaborazione di una strategia economica che ponga il futuro ed il benessere dei propri cittadini come obbiettivo strategico.

La sintesi di questi fattori negativi, rappresentati da una imprenditoria e dal mondo delle multinazionali prive di ogni legame con il territorio e da un governo ed una opposizione incapaci culturalmente anche solo di ipotizzare un orizzonte che vada oltre i prossimi sei mesi (il classico appuntamento elettorale), condannano il nostro Paese ad un già conclamato declino economico, sociale ed istituzionale.

Questo micidiale insieme di fattori rappresenta per il nostro paese The Real Public Enemies.

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