Costume e Società

Meglio separate

Il nuovo libro del Sostituto Procuratore Gaetano Bono che affronta la questione della separazione delle carriere in magistratura

Meglio separate – Un’inedita prospettiva sulla separazione delle carriere in magistratura”, è un libro scritto da Gaetano Bono – Sostituto Procuratore presso la Procura Generale di Caltanissetta – pubblicato alla fine di ottobre 2023, che affronta senza pregiudizi la questione, mostrando i punti di forza e le criticità delle contrapposte tesi che, da almeno trent’anni, si fronteggiano, e che pongono la magistratura da sempre in posizione di unanime contrasto, quantomeno nel pubblico dibattito.

Eppure l’autore, da magistrato, mostra che è possibile realizzare una separazione delle carriere non solo tale da fugare i pericoli prospettati dalla magistratura, ma anche da apportare notevoli miglioramenti all’efficienza degli uffici giudiziari.

Questo libro, difatti, non si limita a parlare della separazione delle carriere, anzi essa funge da spunto per offrire uno spaccato sulla situazione della giustizia italiana, sulle ragioni della sua crisi e sulle possibili soluzioni (non solo nel settore penale).

Merita di essere evidenziato il registro linguistico adottato, che rende la lettura scorrevole, e consente di rivolgere il libro anche a coloro che non hanno dimestichezza con il mondo giudiziario. In un certo modo, anzi, l’autore sembra avere voluto rivolgersi al cittadino medio che, preso dalla miriade di faccende quotidiane, potrebbe essere indotto a considerare la questione della separazione come un qualcosa che riguarda solo tribunali e avvocati. Mentre invece è in gioco, in ultima analisi, la libertà dei cittadini, che verrebbe meno se non venisse loro assicurata una effettiva tutela giurisdizionale. E se la riforma della Giustizia fosse realizzata male – avverte Bono nel libro – a farne le spese sarebbero soprattutto i cittadini, che perderebbero la possibilità di contare su una magistratura autonoma e indipendente, sia che fossero coinvolti in una vicenda giudiziaria come autori del reato, sia come persone offese.

L’autore – in coerenza con il metodo che dichiara di adottare, ossia quello di rifiutare qualsivoglia imposizione dogmatica e di svolgere un’analisi scevra da pregiudizi – cerca di mettere il lettore nelle condizioni di farsi una propria idea in maniera consapevole, poiché gli illustra, passo dopo passo, il fondamento delle sue tesi e – forte della sua esperienza professionale di pubblico ministero – si spinge a disvelare i meccanismi di funzionamento degli uffici giudiziari, specialmente degli uffici di procura e dei rapporti tra PM e polizia giudiziaria.

Dunque parlare di separazione delle carriere dei magistrati, nonostante a prima vista possa sembrare un argomento settoriale, significa trattare di un tema centrale per la nostra democrazia e per la vita quotidiana dei cittadini.

Acquisire consapevolezza dei pericoli di una separazione fatta male e, nel contempo, dei vantaggi di una riforma ben realizzata, diviene dunque essenziale per potere valutare le proposte di legge che, di volta in volta, vengono presentate in Parlamento. È da sottolineare, infatti, che il libro è stato scritto guardando ai valori e ai principi costituzionali, senza cristallizzarsi su uno specifico testo di legge e ciò lo rende unico nel panorama editoriale, poiché gli altri testi similari partono tutti da specifici riferimenti ed esauriscono la loro proiezione nell’analisi degli stessi; mentre, invece, “Meglio separate” può essere utilizzato sia oggi, sia nel futuro, come uno strumento per valutare se una certa ipotesi di separazione metta a rischio la democrazia, potendo portare alla sottomissione del pubblico ministero al potere politico e mettendo a repentaglio il delicato equilibrio nella distribuzione dei poteri dello Stato.  Ciò, però, non vuol dire che si tratti di un testo astratto, anzi l’autore ha pure analizzato l’attuale riforma in discussione in Parlamento.

In definitiva, perché leggere “Meglio separate”? Per acquisire maggiore consapevolezza sulle implicazioni della riforma e sulle priorità per migliorare realmente il sistema giustizia, in quanto la separazione – afferma Bono – può rappresentare un’opportunità di miglioramento solo se la si accompagnasse a una maggiore specializzazione dei magistrati, alla riduzione del numero di procedimenti civili e penali, all’accorpamento delle procure piccole in uffici più grandi ed efficienti, all’informatizzazione, alla digitalizzazione, alla diminuzione dei tempi dei processi, e se si rispettassero le condizioni poste nel testo.

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