Europa

L’Azerbaigian raddoppierà la fornitura di gas all’Unione europea

La Russia era un fornitore di gas  “inaffidabile” già prima dell’invasione dell’Ucraina. Ora usa l’energia come arma di guerra. Per questo l’Unione europea si è rivolta all’Azerbaigian per raddoppiare la fornitura entro il 2027, per arrivare entro quella data a ricevere 20 miliardi di metri cubi. Il memorandum d’intesa è stato firmato a metà del mese di luglio dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il presidente azero, Ilham Aliyev, nella residenza presidenziale di Zagulba, a circa 25 chilometri a nord-ovest di Baku, sulla pittoresca costa del Mar Caspio.

Prevede una tappa intermedia: passare entro l’anno dagli attuali 8,1 miliardi di metri cubi a 12 miliardi. E si riuscirà grazie al Tap, la Trans-Adriatic Pipeline, che rappresenta l’ultima  sezione del Corridoio meridionale del gas, e arriva in Puglia. “L’Italia sarà tra i primi beneficiari di questa operazione perché già ora importa dall’Azerbaigian 6 miliardi di metri cubi di gas (è il terzo fornitore)”, ha spiegato una fonte Ue. “Già a novembre faremo degli stress test sul Tap per verificare la sicurezza dell’approvvigionamento con l’aumento della fornitura”. Per il raddoppio serviranno dei lavori che faranno parte di un Progetto di interesse comune europeo.

“Sono felice di contare sull’Azerbaigian, nostro partner energetico cruciale”, ha commentato von der Leyen dopo la firma del memorandum d’intesa. “Raddoppieremo la fornitura di gas dall’Azerbaigian all’Ue. Con questo memorandum d’intesa ci impegniamo per l’espansione del Corridoio meridionale del gas, che è già una via di approvvigionamento molto importante per l’Unione europea, erogando attualmente 8,1 miliardi di metri cubi di gas l’anno”, ha spiegato. “E amplieremo la sua capacità a 20 miliardi di metri cubi in pochi anni. Già dal prossimo dovremmo raggiungere i 12 miliardi di metri cubi”, ha aggiunto.

Il Corridoio meridionale del gas e’ lungo 3.500 chilometri ed è entrato in funzione il 31 dicembre 2020 e “vediamo già i vantaggi di questa cooperazione”, ha confermato il presidente azero, Aliyev. Alimentato dal gigantesco giacimento Shah Deniz II, nella parte azera del Mar Caspio, il Corridoio è costituito dal Tap, la sua ultima sezione, che collega il Gas Natural Transanatolio Pipeline (Tanap) al confine turco-greco a Kipoi, attraversa la Grecia, l’Albania e il Mar Adriatico e termina appunto in Puglia. Inoltre, una sezione del Tap va anche in Bulgaria, che riceverà un miliardo di metri cubi di gas all’anno. La capacità del Tap è attualmente di 10 miliardi di metri cubi l’anno, ma può essere portata a 20 miliardi aggiungendo due stazioni di compressione e modificando quelle esistenti. Un lavoro stimato in circa 4,5 miliardi di euro.

La sfida resta quella di battere sul tempo la Russia: sostituire le sue forniture prima che chiuda definitivamente i rubinetti. Attualmente il gas russo copre il 40% del fabbisogno dell’Europa, ma Mosca ha già ridotto (o tagliato completamente) la fornitura a dodici Stati membri. Negli ultimi mesi, le consegne attraverso l’Ucraina sono diminuite di quasi il 30% e quelle effettuate attraverso il gasdotto Nord Stream, che trasporta il gas russo direttamente in Germania sotto il Mar Baltico, sono diminuite del 60%. Attualmente il Nord Stream 1 è fermo per manutenzione programmata almeno fino al 21 luglio ma nessuno ha la certezza che riprenderà. “Non sappiamo cosa accadrà quest’estate, dobbiamo essere vigili”, ha dichiarato l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell.

Nella prima metà del 2022 l’importazione di gas liquefatto (Gnl) non russo e’ aumentata di 21 miliardi di metri cubi mentre la fornitura da gasdotti non dalla Russia è aumentata di 14 miliardi di metri cubi, in arrivo da Norvegia, Mar Caspio, Regno Unito e Nordafrica. La fornitura dai gasdotti russi è calata di 28 miliardi a 45 miliardi di metri cubi mentre l’importazione di Gnl dagli Stati Uniti e’ stata di 30 miliardi (in tutto il 2021 fu di 22 miliardi).

Ma a Baku non si è parlato solo di fossili. Il memorandum include anche la promozione delle energie rinnovabili, poiché l’Azerbaigian ha “un enorme potenziale” in questo campo, specialmente nell’energia eolica offshore e nell’idrogeno verde, ha evidenziato von der Leyen. E sono stati stabiliti gli impegni per ridurre le emissioni di metano. L’obiettivo ultimo è sempre la neutralità climatica entro il 2050.

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