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In Europa allo studio oltre 20 vaccini per il coronavirus

Sono oltre venti i candidati europei alla realizzazione del vaccino contro il Sars-Cov2, e tre di questi già nella fase di sperimentazione sugli esseri umani. Il più avanzato al mondo finora in questa fase di test continua ad essere il vaccino di Oxford, realizzato in tandem con l’azienda Advent-Irbm di Pomezia. A breve saranno diffusi i risultati della fase 1 della sperimentazione, arrivata già alla fase 3 su 10 mila persone. Intanto il gruppo di Tubinga CureVac ha ottenuto l’ok per iniziare i test clinici su candidati volontari, dopo che il ministero dell’Economia ha reso noto che lo Stato ha fatto il suo ingresso nell’azienda con una partecipazione di 300 milioni di euro. E sempre questa settimana partiranno i test clinici sul prototipo di vaccino sviluppato dai ricercatori dell’Imperial College di Londra, il secondo trial più avanzato fra quelli in via di sperimentazione nel Regno Unito. Che in totale coinvolgerà per il momento 300 volontari, tra i 18 e i 70 anni, per valutare gli eventuali effetti collaterali, le possibili controindicazioni, la risposta immunitaria. Al lavoro sul vaccino anche gli italiani, oltre all’azienda di Pomezia, con la presenza di ReiThera, l’Università di Trento con BiOMViS, e Takis. In fase di sperimentazione avanzata (fase1/2) sugli esseri umani anche la tedesca BioNTech/Fosun Pharma/Pfizer.

La corsa al vaccino contro Covid-19 vede impegnato tutto il mondo scientifico, dalla Cina, agli Stati Uniti, al Canada, alla Corea. Ma il fronte europeo è ben rappresentato anche quantitativamente e i laboratori sono al lavoro notte e giorno, pure dove la sperimentazione è ancora in fase pre-clinica. Come alla Adapt Vac nei Paesi Bassi, la Sanofi in Francia, la AJ danese, la Janssen belga, il Karolinska Institute con Cobra Biologics in Svezia. Grande impegno anche in Spagna, uno dei Paesi maggiormente colpiti dalla pandemia, dove stanno testano il vaccino alla IDIBAPS-Hospital Clinic e al Centro Nacional Biotecnologia.

All’imponente attività di ricerca concorrono praticamente tutti i giganti della farmaceutica, proprio quelli che potranno poi garantire le strutture industriali per la produzione del vaccino che tutto il mondo chiede. Le vie scientifiche seguite dai ricercatori non sono naturalmente tutte uguali: alcuni utilizzano il codice genetico necessario dalle cellule umane per la sintesi di un antigene virale, mentre altri, come nel caso del vaccino Oxford, usano l’adenovirus, che causa il raffreddore, ed è capace di trasportare nelle cellule un gene sintetico.

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