Leucemia quasi debellata, ma i farmaci restano cari
Lo dichiara il professor Mario Lazzarino, per anni direttore della Clinica Ematologica del Policlinico San Matteo di Pavia.
Negli ultimi 10 anni sono stati fatti progressi notevoli nella lotta ai tumori del sangue. «Sono ‘esplosi’ i farmaci biologici, che diversamente da quelli chemioterapici sono molto più mirati sul bersaglio da colpire, come missili che non producono danni collaterali. Gli anticorpi monoclonali, validi anche contro i tumori solidi, 10 anni fa non c’erano» spiega il professor Mario Lazzarino, per anni direttore della Clinica Ematologica del Policlinico San Matteo di Pavia.
Sua moglie, Enrica Morra, da anni è impegnata, come coordinatrice scientifica della Rete Ematologica Lombarda e come presidente della Fondazione Malattie del Sangue, a promuovere la ricerca terapeutica, a fornire formazione specialistica al personale sanitario e assistenza psicologica a chi è colpito da malattie del sangue ed è in cura al Niguarda di Milano. «Grazie all’immunoterapia chi è colpito da malattie del sangue di modesta entità può contare su una vita regolare, mentre per chi è colpito da malattie più gravi le aspettative di vita sono comunque buone» sottolinea ancora Lazzarino, spiegando che «attraverso l’immunoterapia vengono prelevati linfociti propri della persona da curare e questi linfociti vengono educati in vitro in laboratorio a riconoscere il tumore da colpire una volta reimmessi nel paziente. Trattandosi di linfociti propri il reimpianto non crea problemi e i linfociti, moltiplicati in vitro, possono aggredire il tumore e distruggerlo».
«I tumori del sangue – prosegue – sono in aumento, ma perché è in aumento l’età media della vita che è ormai di oltre 80 anni per gli uomini e di 85 per le donne. Aumentano peraltro anche le guarigioni dalle leucemie. Anche il trapianto allogenico ha dato buoni risultati e sono lontani i tempi nei quali potevamo solo diagnosticare il male e basta perché non avevamo strumenti per curarlo».
Buone le prospettive terapeutiche, problematica resta la sostenibilità economica delle stesse. «Le istituzioni fanno molto e la sanità lombarda funziona» premette Lazzarino. «Il problema – continua – è la sostenibilità della spesa. Le cure costano migliaia di euro, a volte anche centinaia di migliaia di euro. Le istituzioni devono quindi sostenere la ricerca e ogni ospedale deve fare ricerca».