Politica

Governo Draghi: i conti non tornano più

A questo punto qualcosa non torna più tanto nelle strategie quanto nei risultati raggiunti dal governo Draghi. Dopo un anno di lockdown che ha messo in ginocchio le attività economiche italiane ed in particolare il settore del turismo l’imposizione della zona rossa in tutte le regioni italiane nel periodo pasquale costringe ancora una volta il sistema ricettivo alberghiero alla chiusura, a Cortina come Venezia e a Roma.

Viceversa, fino a ventiquattro (24) ore fa, con due semplici tamponi, uno all’andata e l’altro al ritorno, era possibile raggiungere le località turistiche spagnole ed i rispettivi alberghi.

A fronte delle legittime proteste dell’intero settore turistico ancora offeso da una simile miopia, ennesima espressione di una incapacità sostanziale del Ministro della Sanità, ora si “impone” al ritorno una quarantena “volontaria” di cinque (5) giorni, un numero assolutamente arbitrario che rappresenta l’ennesima offesa al settore del turismo italiano.

E’ evidente, tuttavia, il doppiopesismo con il quale si favorisca la movimentazione turistica verso l’estero mentre si obbligano alla chiusura totale le strutture italiane.

Quindi se il tampone è sufficiente per assicurare l’interesse della tutela sanitaria nazionale per partire e rientrare da uno stato europeo (i 5 giorni di isolamento arbitrario sono solo l’ennesima beffa) non si vede perché non possa esserlo nella movimentazione interregionale per raggiungere una località turistica italiana, magari anche solo all’interno dei confini regionali.

Oppure la metastasi culturale di questa classe dirigente, e quindi anche di questo governo, ha preso il sopravvento sui legittimi interessi degli operatori economici italiani in quanto non va dimenticato come, contemporaneamente a questa disastrosa gestione dell’economia turistica, ancora una volta la questione Alitalia, come ampiamente anticipato, rimane bloccata presso la Commissione europea nonostante la “brillante” iniziativa dei ministri Giorgetti e Giovannini. La sintesi delle loro competenze ha portato ad una strategia di rilancio della compagnia italiana che prevede aiuti di oltre 666.666 euro/dipendente: 4,5 miliardi per 4.550 dipendenti. Mentre il governo di Angela Merkel ne assicura 66.666 (1/10 rispetto ad Alitalia, con 9 mld e 135.000 dipendenti) ma chiedendo contemporaneamente la cessione del 20% delle azioni e anche di alcuni slot (https://www.ilpattosociale.it/attualita/alitalia-la-storia-infinita/).

Rientrando nel contesto del settore turistico rimane inspiegabile come una personalità del prestigio internazionale di Mario Draghi possa supportare queste ridicole iniziative con l’unico risultato di penalizzare ancora una volta l’economia turistica italiano. In questo senso il quesito emerge sovrano quanto rimane privo di risposta.

In termini generali, tuttavia, è evidente come manchi la comprensione da parte dell’intera classe politica e dirigente espressa dai governi Conte1, Conte2 ed ora Draghi sia in relazione allo stato di difficoltà delle imprese economiche quanto ad una insopportabile incapacità di sostenerne le priorità.

E’ veramente inaudito il doppiopesismo utilizzato per le attività economiche italiane rispetto ai favoritismi nello specifico al settore turistico spagnolo.

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