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In attesa di Giustizia: standard italiani 2

Ancora un femminicidio brutale, quello di Alessandra Matteuzzi, a Bologna, per mano del suo ex compagno: è la cronaca di una morte annunciata…ma non per tutti, come vedremo.

Secondo copione, abbiamo una relazione  – a cui la donna aveva deciso di porre termine – caratterizzata da  atti persecutori ininterrotti per mesi sino a determinare il deposito di una denuncia per stalking alla Procura della Repubblica di Bologna dove, ora, la Ministra Cartabia ha inviato gli Ispettori per capire cosa sia successo, o meglio, cosa non sia successo.

Infatti, la legge che – mutuando la denominazione per le urgenze impiegata nel Pronto Soccorso – è stata   soprannominata “Codice Rosso” sembra non aver funzionato e non per inadeguatezza della norma che prevede una tempistica molto stringente volta proprio a mettere con rapidità in sicurezza le vittime di violenza di genere prevenendo quelle escalations che, come questa volta, possono risultare fatali.

In particolare, è previsto che le Forze dell’Ordine, una volta ricevuta la denuncia, ne riferiscano immediatamente al Procuratore il quale, a sua volta, entro tre giorni deve dare avvio alle indagini, disporre l’audizione della persona offesa e di eventuali testimoni adottando con tempestività e laddove necessario cautele idonee ad impedire i contatti e l’avvicinamento del persecutore alla sua vittima: misure che possono estendersi sino all’arresto. Nel caso di Alessandra Matteuzzi, fatta salva la prima comunicazione dei Militari dell’Arma al P.M., nulla di tutto ciò è stato fatto e vi è da temere una dipendenza da sopore feriale: donde l’avvio di una ispezione.

La denuncia, invero, reca la data del 29 luglio: tre giorni prima del fatidico inizio del mese di agosto.  A fronte delle prime contestazioni di inerzia, fonti vicine alla Procura hanno sostenuto che sarebbe stato impossibile sentire i testimoni perché erano in vacanza: una pezza peggiore del buco perché la prima persona da ascoltare sarebbe stata proprio Alessandra che in ferie non era, come dimostra la tragica circostanza di essere stata uccisa sotto casa sua. Quanto ad altre persone informate dei fatti, salvo che non fossero in crociera nell’arcipelago di Vanuatu (tanto per dirne una) imponendo una complicata rogatoria internazionale, sarebbe bastata – come spesso si fa – una delega per farle interrogare dai Carabinieri del luogo ove si trovavano.

Oppure…non sarà che in ferie è andato il P.M. incaricato ed il suo sostituto non si è raccapezzato tra fascicoli che non conosceva? A pensar male si fa peccato ma spesso non si sbaglia.

Il Procuratore Capo di Bologna, in seguito e un po’ in affanno, ha difeso l’operato del suo Ufficio  affermando che, sia pure dopo mesi di appostamenti sotto casa, violazioni della posta elettronica e dei social networks, danneggiamenti dell’auto ed altro ancora, non vi erano elementi da cui dedurre l’attualità di un pericolo e non sarebbe stato possibile richiedere un provvedimento restrittivo di alcun genere – neppure un divieto di avvicinamento? – perché, a tal fine, sarebbe stato previamente indispensabile ottenere riscontri a quanto esposto per evitare di incarcerare una persona che, a seguire, potrebbe risultare innocente: apprezzabile quanto insolito conato di garantismo che confligge con l’evidenza che se le indagini non si fanno appare improbabile che i fatti vengano chiariti ed i riscontri si rinvengano per virtuoso intervento dello Spirito Santo.

La verità potrebbe davvero essere un’altra ed ancora una volta insita negli immutabili ed intoccabili standard italiani: le vacanze d’agosto, caschi il mondo, non si toccano mentre proprio il resto del mondo le fa scaglionate.

In una vicenda come questa, poi, nel “rispetto” di un altro modello di diffusa sottocultura non poteva mancare una voce stonata: quella del Direttore Generale della Croce Bianca della Emilia Romagna, tal Donatello Alberti – verrebbe da definirlo un ennesimo esempio di pezzente morale – il quale non ha mancato di osservare come l’abbigliamento della sventurata (che, tra l’altro, lavorava nel settore della moda) fosse da  donna scostumata e provocante e, quindi, non c’è da sorprendersi se è stata aggredita dopo aver fatto ingelosire un povero ragazzo.

Nel frattempo, quando ormai è troppo tardi, l’assassino è stato arrestato ma non può certo dirsi che l’attesa di giustizia ne sia soddisfatta: le cautele si sarebbero potute e dovute adottare un istante prima…ma prima di tutto negli standard italici viene il meritato riposo agostano.

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