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Mps e l’economia sudamericana

L’ex ministro dell’economia Padoan nel 2017 investì 5,3 miliardi dei quali 4.2 mld a carico di obbligazionisti e azionisti, il resto con le finanze pubbliche, per salvare il Monte dei Paschi di Siena ad un passo dal default. A poco più di un anno dall’uscita dal Ministero dell’Economia lo stesso ex-ministro diventa presidente di Unicredit attraverso il quale probabilmente guiderà l’acquisizione del Monte dei Paschi di Siena. Nel frattempo il titolo è passato da una media di 4,3 euro per azione del 2017 a 1,06 attuali.

In questo modo si è mantenuto in piedi un istituto moribondo con risorse pubbliche e private con l’autorità di un ministro il quale, successivamente diventato presidente di una banca, si trova ad avere la possibilità di poterlo acquisire con un esborso finanziario minimo. Una tecnica che ci allinea con le economie sudamericane all’interno delle quali il capitale privato utilizza le risorse pubbliche e le connivenze, se non proprio la complicità delle cariche pubbliche, per acquisizioni speculative.

Il fatto stesso che un ministro possa tranquillamente passare da un incarico pubblico ad uno privato senza un periodo di “quarantena” rappresenta il livello di etica del sistema. Dimostra in più come l’ennesima declinazione del principio del conflitto di interessi possa venire applicata al mondo della politica e dell’economia.

Ancora oggi qualcuno ha il coraggio di parlare di digitalizzazione del nostro sistema economico (certamente importante) quando l’Italia declina decisamente verso una economia sudamericana della peggiore specie.

P.S. La deriva sudamericana viene confermata dal comportamento di Profumo, l’attuale presidente di Leonardo, condannato a sei (6) anni per la gestione MpS (ancora) e che non ha neppure presentato le proprie dimissioni che sarebbero state respinte come da copione.

 

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