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Un bambino su cinque vittima di bullismo

Secondo i dati di una ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità e quelli raccolti dalle Forze dell’Ordine sono veramente allarmanti i numeri che riguardano le violenze, fisiche e psicologiche, che colpiscono i minori.

Un bambino su cinque risulta aver subito almeno un episodio di bullismo ed un’alta percentuale ha avuto esperienze di sopraffazione.

Non è più un mistero, i dati scientifici e clinici lo dimostrano, che chi ha subito atti di bullismo e sopraffazione ha poi episodi, anche molto gravi, di depressione e ansia, in altri casi vi sono manifestazioni di iperattività o disattenzione. Se gli episodi di bullismo si ripetono più volte chi li ha subiti può entrare in una spirale negativa che richiederà cure mediche inoltre i disturbi si possono verificare anche dopo anni.

D’altra parte anche chi compie azioni di bullismo ha problemi irrisolti come ansia di apparire, desiderio di farsi notare per problemi ignorati di insicurezza, anaffettività, percezione sbagliata sulle conseguenze delle sue azioni.

Gli adulti, specialmente genitori ed insegnanti, devono essere particolarmente attenti ad identificare episodi di irascibilità e violenza ma anche di isolamento perché nel primo caso ci può essere un ragazzo che può diventare un bullo e nel secondo che si siano già verificati e subiti atti di bullismo.

Bisogna essere capaci di fare uscire, sia il bullo che la vittima, dall’ombra ed affrontare subito i problemi, Anche per questo la Polizia di Stato ha un app, Youpol, che permette di mettersi in contatto con esperti ed avere i consigli più indicati.

Particolare attenzione va data al bullismo cibernetico, secondo un’indagine del Movimento italiano genitori, in collaborazione con l’Istituto Piepoli, il 30% dei 1316 giovani intervistati, di età tra i 6 e i 18 anni, ha subito atti di cyberbullismo e sappiamo bene come in alcuni casi le situazioni si siano tramutate in vere tragedie.

Le violenze che i minori subiscono da altri minori, o da adulti, sono in costante aumento, è il momento di occuparsene seriamente senza porre ulteriori indugi, inutili elucubrazioni o falsi distinguo, siamo in una società dove è sempre più evidente quel disagio giovanile che porterà ad avere prossimamente adulti disturbati. Le famiglie vanno aiutate a comprendere, gli insegnanti sensibilizzati e la stessa comunicazione via Rete deve essere controllata con maggiore attenzione.

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