Costume e Società

I tumori giovanili aumentati dell’80%

E qualcuno vuol farci credere che non si sa perché

Il 15 gennaio scorso alcuni tra i più importanti giornali italiani hanno riportato la notizia che negli ultimi trent’anni, nel Mondo, l’incidenza dei tumori tra i giovani è aumentata di quasi l’80% e quasi tutti questi giornali hanno citato il commento alla notizia di un noto scienziato italiano che ha affermato: “un dato allarmante e non sappiamo ancora il perché”. Confesso che alla lettura di questo commento ho provato un senso di profondo sconforto misto a rabbia ma prima di condividere con il lettore le mie considerazioni al riguardo vorrei portare l’attenzione sui dati dello studio pubblicato nel settembre del 2023 sul British Medical Journal Oncology (https://bmjoncology.bmj.com/content/2/1/e000049) da cui emerge questa (tragica) percentuale e, di seguito, alcuni dati sulla situazione della salute dei più giovani in Italia. Obiettivo di questo studio, che ha visto coinvolti oncologi di diversi Paesi, era quello di esplorare l’incidenza mondiale negli ultimi trent’anni del cancro a esordio precoce (ovvero, nella popolazione giovane). Come detto, il risultato è stato che l’incidenza mondiale del cancro tra i più giovani è aumentata del 79,1%. Ora, a differenza del nostro emerito scienziato, gli autori di questo importante studio scientifico hanno indicato quelle che, secondo quanto osservato, potrebbero essere le principali cause di questa tendenza: una cattiva alimentazione (dieta ricca di carne rossa, ricca di sodio, di zucchero e povera di verdura, frutta ecc.), scarsa attività fisica, il consumo di alcolici, l’obesità e il fumo. I ricercatori, inoltre, hanno concluso che se non verranno rapidamente promossi e adottati stili di vita ed alimentari più sani l’incidenza dei tumori a esordio precoce è destinata ad aumentare significativamente.

Qual è la situazione in Italia? L’Associazione Italiana Registri Tumori ha stimato che nel nostro Paese dal 2016 al 2020 sono state diagnosticate circa 7.000 neoplasie tra i bambini e 4.000 tra gli adolescenti (15-19 anni) con un aumento, rispetto al quinquennio precedente di circa il 4%. La media annuale stimata è di 1.400 casi nella fascia d’età da 0 a 14 anni e di 900 in quella dai 15 ai 19 anni. E stiamo parlando solo dei tumori.

Cosa dire per tutte le altre patologie riscontrate nei giovani? Stanno diminuendo o aumentando? “Giovani: 1 su 10 rischia infarto e ictus” (Fonte: Ansa, 26 settembre 2023), “I ricoveri per infarto tra le persone di età compresa tra i 20 e i 50 anni sono aumentati del 40%” (Fonte: Rivista Circulation 2021), “Dal 15 al 20% dei giovani sotto i 15 anni ha almeno un disturbo di competenza del neuropsichiatra infantile: disturbi del neuro sviluppo, autismo, paralisi cerebrale, epilessia, disturbi dell’apprendimento, deficit d’attenzione, disabilità intellettive, ecc.” (Fonte: ISS, 2022); “Allarme anoressia e bulimia, 3,6 milioni di casi. Il 20% dei pazienti sotto i 14 anni” (Fonte: IlSole24Ore, 15 marzo 2023), “Dal 2020 l’accesso al pronto soccorso dell’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma da parte di bambini e giovani è aumentato del 40%. Il 70% di questi ricoveri di emergenza deriva da tentativi di suicidio o autolesionismo e ogni giorno almeno 4 tra bambini e ragazzi accedono al pronto soccorso per problematiche mentali” (Fonte: IlSole24ore, 8 settembre 2023); “L’uso intensivo dei media digitali in età evolutiva è associato ad una significativa riduzione dello sviluppo delle funzioni cognitive (attenzione, memoria, linguaggio, lettura e scrittura) e un aumento del disagio psicologico (disturbi del sonno, ansia, depressione, isolamento, anoressia, bulimia, ecc.) e ad un aumento dei fenomeni di dipendenza (alcol, nicotina, cocaina, gioco, ecc.). In media i giovani dai 6 e i 16 anni dei paesi industrializzati trascorrono nei media digitali circa 5 ore al giorno” (Fonte: WHO, 2022); “Ogni anno, nei Paesi industrializzati, una morte su cinque nei giovani in età compresa tra i 10 e 20 anni è imputabile al consumo insufficiente di cibi sani o, in altre parole, al consumo eccessivo di cibi insalubri, come bevande zuccherate, alimenti molto salati e carni rosse o processate” (Fonte: Lancet, 2022); “Negli USA, il 67 per cento delle calorie della dieta di un bambino proviene oramai da alimenti ultra-processati (ricchi di zuccheri, sale, carboidrati e grassi idrogenati e poveri di fibre, proteine, vitamine e minerali” (Fonte: Journal of Allergy and Clinical Immunology, 2021); “L’aumento dei consumi in Europa dei cibi precotti è in grado di determinare un aumento dei tassi di mortalità a tutte le età: in particolare per problematiche cardiovascolari” (Fonte: British Medical Journal, 2019, 2021); “L’aria che respiriamo, l’acqua in bottiglia di plastica e molti alimenti confezionati e precotti contengono sempre più interferenti endocrini che sono sostanze in grado di alterare il sistema endocrino, influenzando negativamente diverse funzioni vitali quali lo sviluppo, la crescita, la riproduzione e il comportamento sia nell’uomo che nelle specie animali” (Fonte: MASE, 2020); “Nei soggetti esaminati sono state riscontrate nel sangue tracce di plastiche e microplastiche. Il materiale più abbondante è il Pet (polietilene tereftalato) di cui sono fatte le bottiglie: è stata misurata una quantità di 1,6 microgrammi per millilitro di sangue. È risultato molto comune anche il polistirene utilizzato negli imballaggi, seguito dal polimetilmetacrilato, noto anche come plexiglas” (Fonte: Environment International, 2022); “L’Italia rimane ai primi posti in Europa per consumo di cannabis, cocaina ed eroina. È quanto emerge dall’ultima Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia, redatta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Politiche Antidroga. L’analisi rivela uno stretto legame tra spaccio e consumo di sostanze stupefacenti, fenomeno in forte crescita tra i giovani sotto i 19 anni. Nel 2021, quasi il 40% degli studenti italiani, prevalentemente di genere maschile, ha riferito di aver utilizzato almeno una volta nel corso della propria vita una sostanza illegale tra cannabis, cocaina, stimolanti, allucinogeni e oppiacei” (Fonte: Scienze Forensi Magazine, 2022); “In Europa si stima che l’80% degli adolescenti tra i 15 e i 16 anni faccia un uso abituale di alcol; in Italia la percentuale di adolescenti della stessa fascia d’età è dell’84%, inoltre il 45% di questi ha iniziato il consumo alcolico a 13 anni o prima” (Fonte: OPBG, 2022) …e, purtroppo, la lista di questi problemi è molto più lunga.

Che dire? Si tratta indubbiamente di dati spaventosi e che ci devono indubbiamente far riflettere sulle nostre scelte presenti e future. Una società che produce più malessere che benessere, soprattutto nelle e per le generazioni future, non è di certo una società che può guardare con ottimismo al proprio futuro.

Cosa fare? Innanzitutto, non mentire a noi stessi. Come possiamo affermare che “non sappiamo ancora perché” tutto questo succede? Forse l’illustre medico intendeva dire che sono talmente tante le possibili cause e concause (l’inquinamento dell’aria, dell’acqua, degli alimenti, la malnutrizione, lo stress, l’ibridazione dei semi in agricoltura, la diminuzione della biodiversità, il disboscamento, ecc.) che concorrono nel generare tali problemi che non si riesce ancora a determinare per ogni singola patologia – come per ogni singola persona – quali possano essere le specifiche ed effettive cause chimiche, biologiche, ecc? Se così fosse, che si parlasse chiaro. Che si dicesse che la popolazione tutta (giovani, adulti e anziani compresi) a causa di molteplici fattori (vedi la lista citata sopra) sta gradualmente ammalandosi. In modo tale che proprio a partire dai medici, che più di tutti noi assistono a questa mattanza, possa rafforzarsi la consapevolezza a quanti e a quali rischi siamo esposti tutti i giorni. Solo a causa dell’inquinamento dell’aria muoiono in Europa quasi 6.000 persone al giorno e l’Italia ha il primato con circa 140 morti al giorno (Fonte: Openpolis su dati Eurostat, 2023). È o non è dovere del medico “perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell’uomo a cui ispirare con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e SOCIALE, ogni suo atto professionale?” (Vedi il Giuramento di Ippocrate).

Quello che sappiamo per certo (medici e non medici) è che gli esseri umani sono un prodotto dell’ambiente e possono vivere solo grazie all’ambiente. Se l’ambiente è inquinato, siamo inquinati. Se l’ambiente è malato, inevitabilmente, ci ammaleremo. Sono ormai migliaia gli studi scientifici che lo dimostrano ma a che pro? Se i risultati di questi importanti studi per le nostre scelte future sono oggetto di dibattito solo in piccoli e selezionati contesti? Dagli albori dei tempi viviamo perché respiriamo, beviamo, mangiamo e perché ci relazioniamo con gli altri per imparare a sopravvivere. La qualità dell’aria, dell’acqua, degli alimenti e delle nostre relazioni darà la qualità della nostra vita. Ma la qualità dell’aria è migliorata o peggiorata in questi ultimi trent’anni? E la qualità dell’acqua? La qualità degli alimenti? La qualità di vita? La qualità delle relazioni umane? Allora, se siamo onesti con noi stessi e con gli altri, conosciamo fin troppo bene i motivi per i quali i nostri figli e nipoti (e anche noi) sono sempre più malati fisicamente e mentalmente.

Nel lontanissimo 1971 il Club di Roma commissionò al MIT (Massachusetts Institute of Technology) un “rapporto sui limiti dello sviluppo” che venne poi pubblicato l’anno seguente. Ebbene, più di 50 anni fa, la conclusione di questo studio fu che “la Terra non è infinita né come serbatoio di risorse (terra coltivabile, acqua dolce, petrolio, gas naturale, carbone, minerali, metalli, ecc.), né come discarica di rifiuti. La crescita della popolazione e della produzione industriale comporta sia il consumo delle risorse, sia l’inquinamento e, di conseguenza il rischio di sopravvivenza per tutte le specie viventi”. Dov’è finito questo rapporto del MIT? Dov’è finito il buon senso? Dov’è finita la politica? Fino a dove crediamo di arrivare? Pensiamo davvero di pulirci la coscienza riempiendo di burattini o di pagliacci i reparti di oncologia pediatrica? Non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere…

Molti giovani (e spero sinceramente siano sempre di più) stanno mettendo insieme le poche forze rimaste per ribellarsi ad una società che ha perso completamente di vista l’ambiente e con esso il loro diritto di nascere in un contesto sano (come Dio lo ha fatto!). Quanti di loro hanno già visto un  amico o un fratello o una sorella morire suicida? O di tumore? O di anoressia? O di overdose? Quanti di loro hanno già conosciuto fin da bambini la violenza fisica o psicologica? O sono stati vittime di abusi sessuali o di sfruttamento? E qualcuno ancora si meraviglia che i ragazzi non hanno alcuna fiducia nelle Istituzioni? E negli adulti in generale?

Un volta, durante un mio viaggio in Sud America, lessi questa frase sul muro all’entrata di un piccolo paese di provincia: “Si una persona no te demuestra con hechos lo que dice, no es necesario escuchar sus palabras” (Se una persona non dimostra ciò che dice con le azioni, non è necessario ascoltare le sue parole).

Per tutto quello di cui abbiamo parlato fino ad ora, credo che i giovani di quest’epoca, più di tutti gli altri giovani delle epoche passate, siano impauriti del futuro che li attende e stanchi di vedere le Istituzioni e gli adulti riempirsi di belle parole sul futuro “sostenibile” e non vedere ora e oggi, azioni concrete, per quanto impopolari tra gli adulti, per eliminare le cause di tutto questo generale malessere e di tutta la sofferenza fisica, mentale e sociale di questi tempi. Pertanto, di fronte a tanta disumana inerzia ad affrontare il concreto rischio di sopravvivenza, è istintivamente UMANO reagire. Ed è certamente positivo che ancora qualcuno di loro riesca a farlo. Purtroppo qualcuno risponde a questa violenza con la violenza, qualcun altro ha la fortuna di poter ritornare a lavorare la terra dei propri nonni, qualcun altro fugge in paesi lontani, qualcun altro, invece, rischia la vita tutti i giorni unendosi a movimenti di resistenza e lotta non violenta per tutelare le foreste e con esse, i popoli nativi che vi abitano (Il Rapporto 2023 di Global Witness ha censito quasi 2.000 ragazzi e ragazze ambientalisti assassinati nel mondo negli ultimi 10 anni).

I bambini e i giovani vivono sulla loro pelle quotidianamente quanto il mondo sia sull’orlo di una catastrofe ambientale. E loro, più di noi, percepiscono nei loro giovani cuori quanto stiamo diventando bugiardi (ci raccontiamo e raccontiamo che è colpa di qualcun altro…) e/o impauriti (dal cambiamento perché schiavi del salario… e del consumismo in generale) e/o impietriti (indifferenti, perché concentrati solo su noi stessi)… in altre parole, quanto stiamo diventando quei burattini e pagliacci che crediamo ancora possano riuscire a dar loro speranza ed alleviare il loro dolore.

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