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A Bologna l’Università dell’Onu per studiare clima

Il dipartimento dell’Università delle Nazioni Unite che attraverso i big data e l’intelligenza artificiale studierà il cambiamento climatico e il riscaldamento globale, nascerà a Bologna. A fine 2022 il consiglio dell’Università delle Nazioni Unite ha infatti accettato la proposta arrivata da Regione Emilia-Romagna e Ministero degli Esteri per istituire a Bologna il dipartimento Ibahc dell’ateneo internazionale: si tratta del 12esimo aperto nel mondo, il primo nell’area Mediterranea.

La Regione Emilia-Romagna, come ha annunciato il presidente della Regione Stefano Bonaccini, ha già stanziato 5 milioni nel triennio necessari a garantire l’avvio dell’istituto e mettergli a disposizione una sede che sarà nel tecnopolo di Bologna, dove già ci sono il centro di calcolo con il supercomputer Leonardo (il quarto più potente del mondo) e il Centro meteo dell’Unione Europea. Le tre realtà del tecnopolo agiranno in sinergia, come pure con l’Università di Bologna che sarà un partner tecnico, ma metterà a disposizione anche la sua rete. Bonaccini ne ha già parlato con il Ministro degli Esteri Antonio Tajani, visto che la Farnesina dovrà impegnarsi per altri 40 milioni, per dare continuità al progetto realizzato con il precedente governo.

Quella che sorgerà a Bologna sarà un’Università vera e propria, con corsi di laurea specifici, docenti e ricercatori che verranno selezionati per approfondire le questioni del cambiamento dell’habitat umano grazie alle tecnologie che si trovano al tecnopolo. Il rettore dell’ateneo delle nazioni unite David M. Malone ha inviato una lettera non solo per approvare, ma anche per elogiare il progetto che si occuperà, appunto, di indagare i cambiamenti climatici attraverso i big data e l’intelligenza artificiale. Il prossimo passaggio formale sarà un accordo bilaterale fra l’Onu e le autorità italiane nel quale si formalizzerà l’accordo e si darà il via operativo alla nascita dell’Ibahc (acronimo dell’istituto che sta per Big Data e Intelligenza artificiale per la gestione del cambiamento dell’habitat umano).

«A Bologna e in Italia – ha detto Bonaccini – arriveranno ricercatori, esperti e conoscenze davvero uniche, che si aggiungeranno a infrastrutture già oggi di portata internazionale assoluta come il supercomputer Leonardo e il Data Center del Centro Meteo europeo. Un risultato di squadra, raggiunto grazie all’approfondito lavoro svolto con le tante istituzioni coinvolte e con il fondamentale supporto dell’United Nations University, e che conferma ancora una volta l’Emilia-Romagna come centro d’eccellenza a livello internazionale per le attività di ricerca, scienza, intelligenza artificiale e big data. E con la nostra regione il Paese».

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