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Bassora in Iraq muore di sete e immondizia

La città di Bassora, la seconda città più grande dell’Iraq, era nota come la “Venezia del Medio Oriente” per i suoi canali, ma oggi i suoi corsi d’acqua sono divenuti pozze d’acqua stagnante: il fiume Shatt-al-Arab, che la attraversa, è così inquinato (vi sono, elenca Reuters, germi, prodotti chimici, alghe tossiche e concentrazioni di sale senza precedenti) da costituire una minaccia per oltre 4 milioni di abitanti di quella che è la seconda città irachena. Mentre il livello di contaminazione dello Shatt-al-Arab è quadruplicato negli ultimi 10 anni, Bassora è caratterizzata da fognature aperte e strade piene di mucchi di spazzatura e la popolazione, con un salario medio di 10.000 dinari iracheni al giorno ha quanto basta (5mila dinari) per il cibo e per circa 500 litri d’acqua (sufficienti per far bere una famiglia) ma non per potersi permettere l’approvvigionamento idrico necessario a lavarsi o per altri usi domestici.

Alla confluenza tra Eufrate e Tigri, all’estremità meridionale e paludosa dell’Iraq, Bassora è una delle poche città del Medio Oriente priva di un efficace sistema di trattamento delle acque. Gli abitanti lamentano che il sale che penetra nell’acqua l’ha resa imbevibile, mandando in ospedale circa 90.000 persone, con picchi di 4.000 persone al giorno.

Grazie a un prestito del Giappone, Baghdad ha avviato la costruzione di un impianto di trattamento delle acque e di un complesso di desalinizzazione.

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