
Crescono i consumi di droga in Italia. Ma anche i sequestri di stupefacenti
Nel 2022 gli italiani hanno speso 16,4 miliardi di euro per consumare sostanze stupefacenti, secondo quanto attesta la relazione annuale al Parlamento sul fenomeno, il 5,8% in più rispetto all’anno precedente e nel 2024 sono state identificate 70 nuove sostanze psicoattive (da parte del sistema nazionale di allerta precoce, Snap). Le operazioni antidroga sono aumentate, nel 2023 sono state 20.489 (il 6% in più rispetto al 2022) e hanno portato al sequestro di 88.754 chili di sostanze (+17% rispetto al 2022), con Piemonte, Liguria, Lazio, Sardegna e Calabria in testa alla classifica regionale per quantitativi medi sequestrati nelle singole operazioni.
Al Sole24Ore risulta che tra gli adulti italiani, il 34,8% di un campione di 4011 intervistati usa cannabis; fra i giovani (15-34 anni) il 2,5% la utilizza quotidianamente. I consumatori maschi sono più del doppio delle donne. Nell’ultimo anno – attesta il quotidiano – hanno fatto uso di cannabis complessivamente 24 milioni di europei adulti; il 6,6% del campione italiano, invece, sniffa cocaina (il 5,2% fra i giovani tra i 15 e i 34 anni). E si teme, ad ampio raggio, per la diffusione dei cannabinoidi sintetici: nel giugno 2024, l’Ungheria ha segnalato un’ondata di 30 avvelenamenti acuti non letali connessi a «caramelle gommose» con all’interno potenti cannabinoidi semisintetici. Sotto la lente europea del mercato e dei consumi, la cocaina risulta la seconda droga più diffusa (4,6 milioni di europei, ma il primato è dell’eroina) con modelli di consumo diversi fra i vari Paesi. E anche la più problematica, con un sensibile aumento di pazienti che si sottopongono per la prima volta a terapie (31%). I sequestri record hanno consentito di verificare i vari punti di ingresso della droga (Belgio, Spagna, Germania, Francia, Portogallo), ma anche di considerare il legame fra l’uso della sostanza e la violenza.
Ma sono le anfetamine, le metanfetamina e, più recentemente, i catinoni sintetici (tutti stimolanti del sistema nervoso centrale provenienti per lo più dall’India attraverso i Paesi Bassi) a espandersi sul mercato, dove sono sempre più disponibili, considerate importazioni e sequestri senza precedenti. I siti di produzione, molti dei quali con capacità industriale (organizzati per l’export verso mercati extra-Ue, più redditizi), sono concentrati in pochi paesi. La produzione su larga scala, sia di anfetamina sia di metanfetamina, avviene prevalentemente nei Paesi Bassi. Una parte di anfetamina anche in Germania e in Polonia, mentre nella Repubblica Ceca sono segnalati impianti di produzione di metanfetamina su scala più piccola, a servizio del mercato interno. Preoccupa la crescita della produzione europea di ecstasy (metilenediossimetanfetamina), il cui consumo aumenta anche in Italia, soprattutto fra i giovani. È allerta anche per il recente traffico di olio base di anfetamina dai Paesi Bassi e dal Belgio verso altri paesi per la conversione in prodotti di consumo. Da controlli e sequestri risulta che i trafficanti indirizzano tatticamente le spedizioni nascoste in container marittimi attraverso luoghi meno associabili al traffico internazionale di droga, prima di raggiungere la destinazione effettiva.