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L’influenza stagionale non va chiamata ‘suina’

Tutti stanno comunemente chiamando ‘suina’ l’influenza stagionale che sta costringendo a letto migliaia di italiani. In realtà con l’animale la patologia non ha nulla a che fare poiché è dovuta al virus influenzale A(H1N1) che provoca un’infezione virale acuta dell’apparato respiratorio con sintomi simili a quelli classici dell’influenza. Soprannominare questo virus influenza “suina”, come sottolinea @anmvioggi, rivista dell’Associazione nazionale medici veterinari italiani, è un retaggio mediatico che deriva dai primi casi rilevati nel 2009 quando diversi Paesi hanno riportato casi di infezione nell’uomo provocati da un nuovo virus influenzale di tipo A(H1N1), noto come influenza “suina” e poi denominato A(H1N1)pdm09.
Ogni anno i virus respiratori determinano un aumento dei ricoveri e della mortalità nel periodo di circolazione; e allo stato attuale è in linea con le stagioni influenzali del periodo pre-pandemico, come riporta l’Oms.
Il ceppo influenzale è contenuto nel vaccino, fortemente assolutamente consigliato, anche ad un pubblico più ampio rispetto ai soggetti tenuti a farlo. Mascherine e strumenti di protezione individuale nel caso di contagio sono fortemente consigliati. Negli episodi più gravi bisogna ricorrere ad una terapia tempestiva con antivirali, soprattutto nei soggetti con condizioni di rischio.

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La redazione

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