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L’Iran condanna a morte quattro imputati per aver venduto alcolici di contrabbando

L’Iran ha condannato a morte quattro imputati per aver venduto alcolici di contrabbando che, a giugno scorso, avevano provocato la morte di 17 persone, mentre 191 erano state ricoverate in ospedale con sintomi di avvelenamento da metanolo. Lo ha dichiarato in una conferenza stampa il portavoce della magistratura iraniana, Masoud Setayeshi, spiegando che 11 imputati erano stati accusati in precedenza del “reato capitale di corruzione” per la distribuzione di bevande alcoliche nella provincia di Alborz, a ovest di Teheran.

Di questi 11, quattro sono stati condannati a morte mentre gli altri hanno ricevuto pene detentive da uno a cinque anni, i condannati possono appellarsi alla Corte suprema dell’Iran. Secondo i dati diffusi dall’Istituto di medicina legale della Repubblica islamica, 644 persone sono morte nell’anno iraniano conclusosi il 20 marzo 2023 dopo aver consumato “bevande alcoliche contraffatte”, con un aumento del 30 per cento rispetto al periodo precedente di 12 mesi. La vendita e il consumo di alcolici sono stati vietati in Iran dopo la Rivoluzione islamica del 1979, dando origine a un massiccio contrabbando di alcolici, alcuni dei quali adulterati con metanolo tossico. Nel 2020, almeno 210 iraniani erano morti dopo aver bevuto alcolici di contrabbando, credendo falsamente che fossero una cura per il Covid-19.

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