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L’Oms riconosce la dipendenza da videogame come disturbo della salute

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha aggiunto una nuova malattia all’International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems: il gaming disorder, il disturbo da gioco (inteso come videogiochi, non come gioco d’azzardo che già è riconosciuto come disturbo). L’inclusione era in discussione già dal 2018 e aveva suscitato diverse polemiche, presa la decisione  il gaming disorder sarà ufficialmente riconosciuto come disturbo dall’1 gennaio 2022, quando entrerà in vigore la classificazione.

Il gaming disorder ha luogo quando per 12 mesi (ma anche meno in casi particolarmente gravi) si manifestano 3 sintomi: scarso controllo sulle attività di gioco stesse (durata, intensità, frequenza ), «priorità crescente assegnata al gioco al punto tale che il gioco stesso ha la precedenza su interessi vitali e attività quotidiane» e, infine, «la continuazione o l’aumento dell’attività di gaming nonostante il verificarsi di conseguenze negative». Perché si sia considerati affetti da gaming disorder non basta quindi passare troppo tempo davanti allo schermo, ma occorre che l’attività ludica dia luogo a conseguenze verificabili negli ambiti «personale, familiare, sociale, educativo, occupazionale» e in altri egualmente importanti.

Come spiega il dottor John Jiao via Twitter, «La VGA (Video Gaming Addiction – dipendenza da videogiochi) non riguarda il numero di ore passate a giocare. C’è quando il gioco ha la precedenza sulla salute, sull’igiene, sulle relazioni, sulla gestione delle finanze etc. Il gioco in sé non è un disturbo».

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