
Oltre 100mila migranti libici sono rimpatriati volontariamente in 10 anni
Oltre 100mila migranti sono tornati volontariamente nel loro Paese di origine dalla Libia da quando è stato lanciato nel 2015 il programma di rimpatrio volontario umanitario dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). È quanto riporta un comunicato dell’Oim, che sottolinea come “questa cifra riflette un decennio di sforzi per offrire un’ancora di salvezza ai migranti bloccati in condizioni precarie in tutto il Paese nordafricano”. “Ad oggi, decine di migliaia di migranti sono tornati in sicurezza e volontariamente in 49 paesi di origine in Africa e Asia, tra cui Nigeria, Mali, Niger, Bangladesh e Gambia. Tra coloro che hanno ricevuto assistenza, quasi 73mila erano uomini, quasi 17mila donne e oltre 10mila bambini, alcuni dei quali non accompagnati, a dimostrazione della diversità e della vulnerabilità della popolazione migrante libica”, si legge nel comunicato. Secondo la capo missione dell’Oim in Libia, Nicoletta Giordano, “in un contesto in cui i rischi per la protezione rimangono elevati e i percorsi regolari sono limitati” il programma di Rimpatrio volontario umanitario “offre un’opzione cruciale e salvavita per coloro che desiderano tornare a casa”. “Mentre continuiamo a fornire aiuti umanitari alle popolazioni vulnerabili, stiamo anche lavorando per sostenere soluzioni più sostenibili e a lungo termine”, ha aggiunto.
Come riporta il comunicato dell’Oim, il programma ha rappresentato “un’ancora di salvezza per i migranti che desideravano tornare a casa volontariamente”. “In un contesto in cui l’instabilità prolungata, la scarsità di percorsi regolari e i rischi per la protezione lasciano molti migranti bloccati in condizioni precarie, il programma offre un’alternativa sicura, dignitosa e basata sui diritti”, prosegue la nota. Il programma di Rimpatrio volontario umanitario comprende “un pacchetto completo di assistenza pre-partenza e post-ritorno, tra cui servizi di protezione, screening sanitari, supporto psicosociale e per la salute mentale, facilitazione dei documenti di viaggio e assistenza per la reintegrazione”. L’Oim garantisce che ogni rimpatrio sia volontario e basato sul consenso informato, anche quando i migranti si trovano di fronte a opzioni limitate, in linea con la politica di rimpatrio, riammissione e reintegrazione dell’Organizzazione e con il suo processo di “dovuta diligenza”. Il programma include inoltre “solidi” meccanismi di monitoraggio e valutazione, tra cui valutazioni di rimpatrio e reintegrazione, per rafforzare la responsabilità e migliorare l’erogazione dei servizi.
L’Oim riferisce che “solo la scorsa settimana sono stati organizzati cinque voli di ritorno, due da Bengasi, due da Sebha e uno da Misurata, a dimostrazione dell’ampia portata operativa del programma”. Tra coloro che hanno ricevuto assistenza di recente, si legge nel comunicato, ci sono John e Temnaia, una coppia nigeriana sposata che si è conosciuta in Libia. “Mentre cercavano di costruire una vita insieme, le difficoltà sono aumentate, soprattutto dopo la nascita della figlia, che non aveva accesso all’istruzione”. La loro storia rispecchia quella di molti altri che si rivolgono al programma di Rimpatrio volontario umanitario come a un percorso verso la sicurezza e l’opportunità di ricominciare in condizioni più stabili, sottolinea l’Oim. Sebbene il programma fornisca un supporto fondamentale a molti, l’Organizzazione “rimane profondamente preoccupata” per i rischi che i migranti affrontano lungo la rotta del Mediterraneo centrale. “L’Oim rimane impegnata a facilitare soluzioni sicure, dignitose e basate sui diritti per i migranti che scelgono di tornare a casa, continuando al contempo a collaborare con i partner per garantire protezione e perseguire risultati duraturi per tutti”, conclude il comunicato.