Trentadue anni fa si è suicidato, nel carcere di San Vittore a Milano Gabriele Cagliari, uno strano suicidio con un sacchetto di plastica ed un laccio da scarpe. Quel giorno ero a San Vittore, stavo facendo, come parlamentare, una visita ad alcune carceri per segnalare al mio partito la reale situazione nei luoghi di detenzione.
Fermo restando che a me sembrarono per lo meno strane le circostanze e le modalità della morte di Cagliari, la visita a San Vittore, ed ad altre carceri, mi confermò quello che mi era già stato segnalato e che cioè nella maggior parte dei penitenziari italiani le condizioni di vita erano inaccettabili sia per i detenuti che per le guardie carcerarie.
A distanza di trentadue anni, dopo innumerevoli segnalazioni da diverse parti, proteste, scioperi della fame e troppi suicidi di detenuti, la situazione è ancora peggiorata.
I governi sono cambiati ma le carceri italiane sono diventate sempre più fatiscenti e sovraffollate, nonostante alcuni magistrati abbiano una certa reticenza a mandare in carcere anche chi è stato arrestato in flagranza di reato.
La a volte eccessiva discrezionalità del giudice, del giudizio e della pena, è un altro problema italiano.
Pochi giorni fa Gianni Alemanno, già deputato, ministro e sindaco di Roma, attualmente a Rebibbia, ha scritto una lettera al Ministro Nordio ed al sottosegretario Del Mastro per chiedere una soluzione al sovraffollamento delle carceri, alla inadeguata assistenza sanitaria, alla presenza di detenuti molto anziani, in spregio ad una sentenza della Corte Costituzionale.
Nella lettera è evidenziato anche l’abuso della carcerazione preventiva che ha portato lo Stato, in seguito agli accertamenti della verità, a dover pagare risarcimenti per circa 27 milioni di euro.
Quando i problemi si vivono direttamente si comprendono anche quelli degli altri che sono nella stessa situazione.
Forse, data l’immutabile, da decenni, negativa situazione delle carceri sarebbe utile che tutti i membri di governo, di qualunque colore, perché l’indifferenza alla inumana situazione delle carceri è stata comune a tutti, passassero ventiquattro ore in un istituto di pena per comprendere meglio cosa va fatto e fatto subito.
Sicuramente bisogna ricorrere meno, e solo in casi gravi, alla carcerazione preventiva, sicuramente chi è molto anziano deve ottenere gli arresti domiciliari, sicuramente i tossicodipendenti andrebbero collocati in strutture diverse ed adeguate, altrettanto sicuramente e velocemente le carceri devono essere ristrutturate in modo da garantire insieme la pena, la rieducazione e condizioni di vita che non ci facciano continuamente richiamare anche dall’Unione Europea per violazione dei diritti umani.
Altrettanto sicuramente vanno, piaccia o non piaccia, costruite nuove carceri e rese agibili quelle già costruite e mai utilizzate.
In molti hanno pianto la morte di Papa Francesco, ricordiamoci le sue parole anche per le carceri, per i detenuti e per la polizia penitenziaria.